Ibrik e la magica pozione
 

Lo spettacolo si ispira alle leggende e racconti incentrati sull'origine del caffè, la bevanda amara, definita da Omero, secondo alcuni studiosi, utile "contro i dispiaceri, i rancori e la memoria dei dolori". La storia più popolare è senz'altro quella Yemenita del pastorello Kaldi, il quale scoprì che le sue capre, cibandosi di strane bacche, diventavano agitatissime e piene di energia e sembravano danzare. Si narra inoltre che questa bevanda la bevessero i dervisci traendone energia e potessero pregare ed eseguire le loro danze senza mai stancarsi.
Il nostro spettacolo si sviluppa su questa tema tra gags tipiche del teatro dei burattini e struttura della fiaba tradizionale, con fate dispettose, maghi, caprette ballerine, dervisci rotanti e il terribile cane Scarrafone. La magica pozione aiuterà il protagonista Ibrik a svegliare la principessa Jabena, figlia del Sultano Samovar, profondamente addormentata. Ovviamente Ibrik, Jabena e Samovar sono denominazioni di recipienti e caffettiere per il caffè, e la fata Ciofeca si chiama così proprio come citazione di una battuta usata dal grande Totò nei suoi film.

Questa è una ciofeca! Non è un caffè! E allora ditelo che è una ciofeca!

Anno 2019

Regia/burattinai: Armando Casaroli e Luisa Cordima
Durata: 50' / Età consigliata: 3 - 9 anni / Spazio scenico: Larghezza 3 m, Profondità 3 m, Altezza 2,70 m / Presa per la corrente elettrica (carico 3kw).
Tempo montaggio/smontaggio: 1 ora circa