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In ogni caso la materia che precipita in un buco nero perde del tuttole sue caratteristiche iniziali e viene ridotta ad uno stato elementare in cui sono osservabili dall'esterno solo tre dati: la massa, il campo magnetico e il momento angolare del buco nero, che assomiglia così molto da vicino ad una particella elementare. Ciò pone molti problemi, perché si suppone che la quantità di informazione presente nell'universo debba rimanere costante, mentre della materia che cade in un buco nero va perso quasi tutto.
L'effetto dell'orizzonte degli eventi, sempre secondo
Schwarzchild, è però anche un altro: la sorte della materia
è molto diversa se osservata nel sistema di riferimento
interno di un buco nero oppure in un sistema di riferimento
esterno, ad una certa distanza da esso.
Vista dall'interno, la materia si avvicina all'orizzonte
degli eventi, lo attraversa e precipita rapidamente sulla
singolarità. Vista dall'esterno, la materia si avvicina
indefinitivamente all'orizzonte degli eventi, raggiungendolo
solo nel tempo pari a più infinito.
I fisici teorici hanno anche introdotto degli schemi e diagrammi per
eliminare questa discrepanza, introducendo tra l'altro la possibilità
di viaggi nello spazio e nel tempo per la materia che cade attraverso
l'orizzonte degli eventi.
Ma chi ci dice che le cose non stiano proprio come indica il primo
approccio, con la materia che, vista dall'esterno, si accumula
indefinitamente vicino all'orizzonte degli eventi?
Dati questi presupposti, la mia ipotesi è la seguente.
Visto che noi siamo all'esterno dei buchi neri che
osserviamo, in effetti la materia che cade su di essi
finisce solo per avvicinarsi all'orizzonte degli eventi.
Essa non cade all'interno e dunque l'informazione
in essa contenuta rimane accessibile dal nostro universo.
La sola materia all'interno è quella che era presente sulla stella
prima del collasso gravitazionale. Questo implica che la densità della materia in una sfera posta immediatamente all'esterno dell'orizzonte degli eventi, tende ad aumentare fino all'infinito. Cosa succede quando la densità della materia in questo sottile strato sferico raggiunge quella di un buco nero, cioè quando la densita del buco nero fino all'orizzonte degli eventi più un sottile strato esterno è complessivamente superiore a quella necessaria alla formazione di un buco nero? Penso che a questo punto nasca in pochi istanti un nuovo orizzonte degli eventi, con un raggio appena più ampio di quello precedente. La sottrazione rapida di una grande quantità di materia dal nostro universo potrebbe produrre un intenso lampo di radiazione molto energetica (un impulso gamma?) oppure forse non avverrebbe nulla di visibile, ma in ogni caso i buchi neri sarebbero simili a delle enormi cipolle, con molti orizzonti degli eventi, l'uno dentro l'altro. Stabilire cosa succeda esattamente allo spazio e al tempo all'interno di questi strati, è di gran lunga fuori dalle mie possibilità di analisi. |
Nel numero di aprile 2006 della rivista italiana Le Scienze (numero 452 pagg. 38-39) è stato pubblicato
un articolo intitolato "Buchi neri? No, grazie" a firma di Leo E. Ricci.
Buchi neri? No grazie |