6°giorno, domenica 13 aprile 2003

Ci svegliamo alle 7.30 dopo una notevole dormita e andiamo in spiaggia per un bagno: l'acqua è sorprendentemente calda e mentre un cane resta a guardare, ci tuffiamo nella sua limpidezza; il mare è tutto nostro .

La colazione è a base di minimarket, ma questa volta con latte-cioccolato e biscotti. Alle 9.00 Santo ci aspetta in strada con la sua moto e quella di un amico; montiamo in sella e partiamo in direzione di Samanà. Le moto danno l'impressione di scoppiare tanto sono tirate! Il tachimetro di Santo è senza lancetta e fermo a 874512 Km.

A El Limòn ci fermiamo a casa sua dove incontriamo i suoi tre bambini : vive in una di quelle case di legno che siamo ormai abituati a vedere; Santo non è sposato, ma convive e compirà trent'anni venerdì prossimo. Proseguiamo in moto e poco dopo siamo a casa di Anselmo, che è già pronto con tre cavalli sellati ; la sella è fatta di bambù intrecciato e imbottita con drappi di stoffa colorata.

Salgo in groppa a Morena, che si dimostrerà presto essere la più sciancata e stanca dei tre cavalli. Ci avviamo per la foresta con Santo ed Anselmo che ci segue a piedi, mentre l'altro motoconcho se n'è andato.

Dopo un primo tratto abitato, in cui osserviamo uomini che accudiscono al bestiame, c'immergiamo nella fitta vegetazione, nella quale scopriamo la pianta del cacao e dell'ananas; raggiungiamo un fiume che guadiamo tre volte prima di salire lungo un ripido canalone, dove il mio cavallo dà segni di cedimento; scopro, da Anselmo, che queste bestie percorrono anche due volte il giorno quel sentiero per portare i turisti.

Raggiunta la cresta della collina, il panorama ci mostra una giungla nella quale sembra si debba scorgere alla fine un tirannosauro. Leghiamo i cavalli ad una staccionata e proseguiamo a piedi, attraversando un prato di erba nana che ha l'apparenza di un prato sintetico. Nei pressi della "piccola cascata" balziamo sull'altra sponda del fiume saltando su appositi sassi allineati , e dopo un'ultima arrampicata arriviamo alle grandi cascate .

L'acqua cade da 160 mt d'altezza e riempie una grossa piscina naturale di almeno 30 mt di diametro: è un vero spettacolo. Un gruppo di ragazzi dominicani sta già facendo il bagno , mentre altri si lanciano in tuffi da una roccia . La temperatura oggi supera di sicuro i 30°C e l'acqua è appena fresca. Santo ci porta sotto la cascata (una vera libidine) e con una piccola immersione ci ritroviamo in una cavità della roccia, con circa 70 cm d'aria sopra la testa: l'acqua ha dei sensazionali riflessi giallo-fluorescenti. Assistiamo poi a dei tuffi spettacolari che anche Anselmo si concede e ci godiamo quell'estremo paradiso sperduto nella foresta.

Al ritorno scatto più foto di quante ne avessi fatte all'andata, per fissare il più possibile quei momenti; al fiume troviamo tante famiglie e numerosi bambini che si rinfrescano nelle sue acque .

Ritorniamo a El Limòn, questa volta in tre sulla moto di Santo, per pranzare al "Comedor Maria", mentre Santo passa da casa sua; il "comedor" è un poco messo meglio rispetto alle abitazioni di legno e grosso modo potrebbe equivalere alle nostre trattorie .

La signora Maria ci fa lavare le mani in una bacinella e ci fa accomodare. Pranziamo con "pollo con arroz", ed è tutto veramente gustoso. Il "bere" va chiesto, ma rinunciamo trattandosi di acqua di rubinetto, anche se sarebbero disponibili le bottigliette di CocaCola; ci sono altri ragazzi ai tavoli , e con uno che capisce l'italiano scambiamo quattro chiacchiere: è un commerciante di Las Terrenas e dice di non aver venduto molto oggi.

Alle 13.30 ritorna Santo e il suo amico per riportarci indietro; di strada ci fermiamo alla "cafeteria Yofreis" dove vuole offrirci una birra. Anche qua non manca la musica e, al ritmo di salsa e merengue , la ragazza dagli stupendi occhi verdi ci serve "cerveza".

Sull'altro lato della strada c'è una piscina naturale formata dalle acque di una sorgente che scorre sotto la strada stessa. Ci fermiamo per un'ora gustandoci la bella presenza di bellezze dominicane e assaporando l'atmosfera simpatica e particolare di una domenica in questo paese, mentre sulla strada sfrecciano i motorini. Nonostante tutto, la povertà è sempre dietro l'angolo, e ce ne rendiamo conto di persona quando due ragazze, tramite Santo, ci fanno sapere di essere disposte a "tenerci compagnia".

Il pomeriggio continua con una passeggiata sulla spiaggia fino a raggiungere i ragazzi che praticano Kateing Surfing , grazie al forte vento su quel tratto di mare; nel frattempo il cielo si scurisce. Tornando verso il paese ci fermiamo dove la spiaggia è frequentata dai soli abitanti : è bello non vedere la presenza dei turisti una volta tanto!

L'ennesimo acquazzone ci coglie impreparati e siamo costretti sotto ad una tettoia: Santo affermava che il periodo migliore per il clima, va da dicembre a marzo; aprile è imprevedibile. Ceniamo con pizza all'"internet@cafè" del francese Christopher, dove possiamo anche leggere le email al costo di 1peso al minuto.

- fine 6°giorno-