Camminammo
a lungo sulle torbiere e ad un certo punto dalla cima della collina
di Duncansby Head spuntarono dal mare due enormi faraglioni,
gli Stacks of Duncansby. Uno spettacolo fenomenale, eravamo
sul precipizio di una altissima scogliera ( 70 mt. ) che formava
una piccola insenatura dalle cui pareti si levavano i richiami dei
gabbiani e di altre specie d'uccelli che avevano nidificato lì,
tra il forte vento che s'incanalava e i flutti che si infrangevano
violentemente sugli scogli, e un po' più in là quei
dentoni che si ergevano dal mare scuri e immobili; sembrava di essere
in un documentario, solo che ne eravamo dentro anche noi. Fu uno
degli attimi più intensi del nostro viaggio, era quella la
Scozia che immaginavamo e che desideravamo vedere. Restammo
a lungo a contemplare quello scenario, dove grazie a Dio l'uomo
non ha messo mano ( e si vede ). Andammo poi a scoprire altri punti
panoramici che assicuro meritano un viaggio, e fu piacevole notare
che alcuni visitatori rimanevano là, distesi e assorti, come
in meditazione.
In
quello
arrivò la sera e noi pensammo bene di procurarci un tetto
per la notte. Decidemmo di andare a Thurso, un paesino
a circa mezz'ora di strada dove con un po' di fatica e grazie
all'aiuto di alcuni paesani trovammo alloggio da una anziana signora,
che abitava fuori dal centro in una casa le cui porte non solo
non avevano la chiave, ma erano addirittura senza la serratura…….Che
posto ragazzi!! Era tutta gente di mare abituata a vivere tranquilla
senza i problemi che per noi sono la quotidianità, e i
loro modi, la loro giovialità la dicevano lunga in merito.
Cenammo con dell'ottimo
merluzzo e dopo cena, erano le dieci passate, fuori era ancora
giorno; così decidemmo di passeggiare sulla strada che
dava sul mare, e il tramonto ci regalò l'ennesimo spettacolo
naturale: il cielo fino a poco prima nuvoloso si tinse di un arancione
fuoco, in altri punti era azzurro e sfumava in tutte le tonalità
immaginabili, e più il sole calava più si tingeva
di un rosa intenso colorando l'aria e ogni altra cosa intorno
a noi; non potevamo credere ai nostri occhi.
Presto
fu buio, così stanchi e compiaciuti ce ne andammo a dormire.
La mattina seguente la signora ci servì la colazione, senza
chiederci cosa preferissimo, e ci trovammo davanti senza possibilità
di alternativa la classica colazione scozzese a base di uova,
pancetta e salsicce; con un po' di titubanza, visto che eravamo
affamati, sotto lo sguardo placido e imperturbabile della cuoca
fummo iniziati a ciò che pensavamo non potessimo mai mangiare
alle 8 del mattino, ma fu una deliziosa sorpresa.
Ci congedammo subito dopo, e sotto una pioggerellina fina fina
prendemmo la strada del ritorno verso Inverness. Ad un certo punto
scorgemmo l'arcobaleno, era così nitido che potevamo distinguerne
tutti i colori con estrema chiarezza, sembrava un ponte colorato
poiché né vedevamo entrambe gli estremi tra le verdi
colline con il mare sullo sfondo.
Non
so dire con esattezza che strada percorremmo, so solo che poco
dopo sotto un insistente diluvio ci perdemmo tra le higlands,
su stradine tortuose e strette ( ci passava solo una macchina
),di tanto in tanto delle pecore dal muso nero incuranti della
pioggia e a parte loro nessuna traccia di anima viva. Dopo qualche
ora ci ritrovammo sulla superstrada che avevamo fatto all'andata,
ma molto a sud, e poco dopo arrivammo a Inverness. Cercammo subito
alloggio per la sera, così verso l'ora di pranzo ci dirigemmo
verso il famoso lago: il Lochness, un lago lungo e stretto, le
sue acque sono molto scure a causa del fondale e guardandolo,
forse per suggestione, sembra di veder comparire tra i flutti
il fantomatico essere preistorico della leggenda: Nessy, come
lo chiamano loro, e se chiederete in giro ci sarà sempre
qualcuno che vi giurerà di averlo visto almeno una volta.
Vicino
ad una insenatura, verso la metà del lago, sulla sponda
ovest ci sono i resti di un antico castello: Urquhart. Era un
luogo suggestivo, scendemmo da lì fino alla riva del lago,
l'acqua era a dir poco gelida e rispecchiava il cielo coperto
da nubi scure che gli davano un'aspetto ancor più minaccioso
e misterioso. Sapendo che saremmo tornati a vederlo più
a sud nei giorni seguenti, tornammo a Inverness, intanto era uscito
nuovamente il sole così esplorammo il centro di quella
cittadina, i suoi ponti sul fiume che si riversa più a
sud nel lago, la cattedrale, le vie del centro. Un paesetto fiorito
e allegro con degli angoli di centro storico e dei tratti di modernità.
Passammo la serata in un pub, fuori pioveva e noi approfittammo
per scrivere le cartoline di rito. Alloggiavamo in un B&B
molto confortevole, come quasi tutti lo sono, e in quel luogo
ve ne erano di bellissimi.
La mattina
seguente partimmo di buon ora verso l'isola di Skye, la più
grande delle isole Ebridi.
Percorremmo una strada che era l'unico segno dell'uomo tra le
higlands, e dopo qualche tempo, divenendo essa tortuosa, ci apparve
letteralmente dietro una parete montuosa un autentico miraggio.
Non avevamo guardato bene la mappa e non ci aspettavamo di trovare
un castello, ma era lì, come in una cartolina: Eilean Donan.
Credo sia stato uno degli scorci più suggestivi del nostro
viaggio: un castello dall'aspetto molto antico, ma perfettamente
intatto, in mezzo al loch Duich che praticamente altro non è
che una profonda insenatura che si estende dal mare nell'entroterra
formando una specie di lago aperto. E'
situato sulla sommità di un piccolo isolotto che da esso
emerge, un ponte lungo di pietra è l'unico accesso via
terra per arrivarci, tutto attorno l'acqua e le higlands ad incorniciare
questo splendido scenario. Ci fermammo a fotografarlo, e poi entrammo
per visitarlo. Fu uno dei castelli più belli che trovammo,
era uno di quei luoghi che ci aspettavamo di vedere in Scozia.
Altra piccola curiosità: lì fu girata una delle
scene del famoso film " Higlander",
L'ultimo immortale ", con C. Lambert e S. Connery.
Rimanemmo a lungo a goderci quella vista prima di riprendere il
cammino. Arrivammo così tra paesaggi montani e lacustri
al mare vero e proprio, e decidemmo di non prendere il traghetto
per la traversata ma di varcare il ponte di nuova costruzione
che collega la terraferma all'isola di Skye. Approdati, procedemmo
verso l'altro capo dell'isola, decisi a scorrerla e forse anche
a pernottarci. Paesaggi tipicamente nordici, colline d'un verde
acceso e scogliere battute da un vento insistente che faceva schiumare
il mare, qua e là le casette rustiche degli abitanti, il
tutto sotto un cielo azzurrissimo nel quale correvano veloci nuvole
bianche dalle forme più strane. Ogni tanto una sosta per
ammirare il panorama e verso l'ora del pranzo arrivammo al
Dunvegan Castle famoso per essere il quartier generale
di uno dei più importanti clan scozzesi. Lo visitammo e
poi riprendemmo il giro dell'isola; nel frattempo si era rimesso
a piovere e transitando per una stradina su di una collina a strapiombo
sul mare udimmo distintamente il suono di una cornamusa. Mi fermai
e sceso dall'auto sotto il diluvio avanzai verso il ciglio della
strada. In piedi sul pendio che dava sul mare, sotto una fitta
pioggerellina, un uomo suonava lo strumento simbolo della Scozia
come in una sorta di trans, emettendo una melodia coinvolgente
che in quella specifica situazione e in quel particolare punto
lasciava incantati ad ascoltare incuranti di tutto il resto. All'improvviso
smise, diede uno sguardo di saluto al mare, svitò la pipetta
della cornamusa e senza curarsi della mia presenza si allontanò.
Alla fine ripartimmo e strada facendo calcolammo che per vedere
tutto quello che ancora era nel nostro programma dovevamo accelerare
un po' i tempi, quindi dovevamo lasciare l'isola e percorrere
un po' di strada, non restavano più molti giorni e noi
volevamo visitare ancora molti posti. Ci fermammo così
a Fort Augustus, piccolo centro di sosta in cui il loch
ness termina in una chiusa per poi proseguire per un lungo tratto
come fiume navigabile e sfocia nel loch Oich.. La chiusa è
molto particolare poiché funziona con lo stesso sistema
del passaggio di Panama in centro America, cioè con un
principio di dighe che vengono allagate e di conseguenza aperte
una alla volta facendo salire il livello dell'acqua e le imbarcazioni
vengono aiutate da uomini che con delle corde evitano il contatto
con le pareti dello stretto passaggio. Passammo la serata in riva
al loch ness, sotto il diluvio nei nostri impermeabili, decisamente
attratti dall'atmosfera del lago che trasmetteva la sua misteriosa
influenza a due forestieri in cerca di emozioni. Poi, stanchi
e bagnati ci ritirammo nella calda e confortevole camera che avevamo
trovato al nostro arrivo. L'indomani partimmo verso l'interno,
destinazione Stirlig. Costeggiammo il Loch Lochy,
fino al Commando Memorial, un monumento ai caduti in guerra, dove
facemmo una tappa visto che da lì potevamo osservare la
cima della montagna più alta di Scozia: il Ben Nevis,
alto circa 1300 mt. In quei luoghi si poteva godere di spazi aperti
vastissimi, a perdita d'occhio, con dei panorami surreali: alti
monti e pianure sconfinate dai colori tenui sovrastati da un cielo
sfumato da nuvole e raggi solari, pareva che la volta celeste
fosse anche più ampia e la sensazione di libertà,
di essere in un posto veramente particolare pervase le nostre
menti tanto da farci sentire leggeri e…….liberi.
Continuando
per la nostra strada giungemmo a valicare dei passi di montagna
sui quali ci fermammo a osservare la natura da punti panoramici,
corremmo tra le foreste e i laghi fino a giungere al Blair
Castle. Splendido, il Blair è un castello bianco dai
tetti scuri che spicca tra la verdeggiante vegetazione che lo
circonda, dietro le higlands davanti un parco enorme e dentro
splendide sale decorate e rivestite in legno, una magnifica collezione
di armi e trofei di caccia. Tradizionale residenza dei conti e
duchi di Atholl. Qui trovammo anche dei figuranti con i costumi
tradizionali scozzesi che intrattenevano i turisti al suono delle
cornamuse. Nel pomeriggio ci fermammo a
Dunkeld, un paesino carinissimo pieno di negozi dove
venivano esposti prodotti dell'artigianato locale e fiori, doveva
esserci una specie di festa paesana poiché c'era molta
gente. Qui visitammo la cattedrale, forse il più incantevole
edificio sacro della Scozia. Era appartata dal centro cittadino,
immerse nel verde s'ergevano le sue antichissime mura di stile
gotico-normanno: venne costruita in vari momenti a partire dal
primo insediamento di missionari celtici già nel 570 A.D.
Fu poi riedificata tra il 1260 e il 1501 distrutta e nuovamente
restaurata più volte fino all'ultimo intervento all'inizio
del 1908. Credo che incantevole sia un aggettivo molto appropriato,
vi era una gran pace e le sue mura parlavano di una storia millenaria.
All'interno vi era anche un museo molto interessante. Come spesso
ci accadde ripartimmo a malincuore, purtroppo il tempo cominciava
ad essere tiranno, superammo Perth che non ci ispirò nemmeno
questa volta, aveva un'aria troppo cittadina per noi che avevamo
passato una intera settimana tra laghi, monti e castelli ed eravamo
quasi disintossicati da ambienti così caotici, ma stavamo
andando verso sud e quei paesaggi tranquilli li lasciavamo alle
spalle. Giungemmo infine a Stirling dove
con un po' di difficoltà trovammo un B&B stupendo,
una piccola tenuta tra i campi fuori dalla città, oserei
quasi dire lussuosa. Nei due giorni che restammo lì, visitammo
il castello, la cattedrale, e la torre dedicata all'eroe nazionale:
William Wallace, epico personaggio impersonato da Mel Gibson
nel suo film Braveheart. Eh
si, in questi luoghi nel 1297 si combattè una cruenta battaglia
tra gli scozzesi guidati da Wallace e l'esercito inglese di Edoardo
I per l'indipendenza, vinta dagli scozzesi. Il National Wallace
Monument era una torre alta 67 mt., e la scoprimmo dall'altura
sulla quale era arroccato il castello, una vera roccaforte nel
centro storico di Stirling. Visitammo il castello che somigliava
più ad una fortezza, si era mantenuto intatto pur essendo
stato teatro di battaglie, era imponente, vi avevano dimorato
regine e principi importanti della corona tra il 1500 e il 1600,
vi fu incoronata Maria Stuart e vi venne battezzato suo
figlio il futuro Giacomo VI, e le sue stanze avevano ancora l'atmosfera
di quei tempi, così come le cucine medievali che erano
state preparate appositamente per i turisti. La cattedrale era
lì vicino.
Era
anch'essa
molto antica, vi furono commesse delle atrocità nel periodo
in cui i protestanti perseguitarono i cattolici, tanto che la
parte vecchia è sconsacrata. Era comunque un luogo molto
suggestivo. Dietro, dei picchi rocciosi che si erigevano alti
sull'antico cimitero, ottimo punto panoramico sulla città
e sulle campagne circostanti; adatto per andarci anche al calar
del sole, se c'è bel tempo si gode un tramonto stupendo
e luminosissimo. Per il resto Stirling era una città carina
con molti tratti di modernità, ma ancora una via di mezzo.
Oramai eravamo prossimi alla fine del nostro girovagare, e così
due giorni dopo ripartimmo di buon mattino per far ritorno a
Edimburgo dove dovevamo restituire l'auto, trovarci un alloggio
e scoprire la città nella quale eravamo arrivati un secolo
prima ma della quale non avevamo ancora visto nulla.
Trovammo presto un B&B un po' fuori dal centro, poichè
in città c'era il famoso festival ed il military tattoo,
eventi che attirano migliaia di turisti da tutta europa, e rendevano
difficile trovare alloggi. Riconsegnata l'auto iniziammo il nostro
tour della città, e manco a dirlo la prima tappa fu il
castello. Esso si trovava sulla collina di Dunedin e inizialmente
era un forte celtico, dall'alto, dominava la città vecchia
e nuova, con stupende viste sulla campagna e le colline circostanti.
Vi si accedeva da un ponte, e il colpo d'occhio che se ne aveva
era davvero notevole: una fortezza massiccia dall'aspetto chiaramente
antico, residenza di molti re e regine della dinastia degli Stuart
e di Giacomo VI, re che unì le nazioni, per nove secoli
al centro della storia scozzese. Ammirammo le sue grandi sale,
alcune di esse erano state arredate per mostrare come erano e
come si viveva all'ora, in altre stanze più adatte allo
scopo vi erano dei figuranti che indossavano gli abiti degli antichi
higlanders e che raccontavano le gesta dei loro antenati con dimostrazioni
molto persuasive su come combattevano e come si conquistarono
la fama di combattenti impavidi; ci fecero molta impressione quando
simularono un attacco all'arma bianca, urlando e gettandosi sulla
folla dei turisti con una veemenza tale che avrebbe impressionato
chiunque. Vi erano anche conservati i gioielli della corona scozzese
che era possibile vedere, la famosa Stone of Destiny, la
pietra del destino, e molte altre cose interessanti; una piccola
curiosità: in un angolo vicino ad un bastione vi era anche
un cimitero per i cani soldati che avevano militato nei reggimenti
durante le guerre. Gustammo veramente la visita del castello,
poi uscimmo e attraversammo la high street, una via bellissima
piena di negozi, di colori, con dei palazzi antichi dove si tenevano
delle manifestazioni culturali, vi erano musei, case dove avevano
abitato personaggi storici e leggendari, la cattedrale di Edimburgo,
la St Giles Cathedral del 1120, dei pub storici, edifici
che attiravano l'attenzione per le loro iscrizioni tipo il Mercat
tours o l'Auld Reekie tours, sotterranei e passeggiate spettrali
dove venivano accompagnati i turisti da guide in costume a vedere
i luoghi di torture e infestati dai fantasmi ( almeno così
dicevano loro ), saltimbanchi ovunque improvvisavano i loro spettacoli
sulla strada, insomma c'era veramente di tutto. Arrivammo così
in fondo alla via e lì trovammo la holyroodhause,
residenza ufficiale della regina d'Inghilterra in Scozia.
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Uno
splendido palazzo barocco un tempo dimora di Maria regina degli
scozzesi, vi fu assassinato Rizzio il suo segretario, e nella
stanza dove ciò accadde vi è tutt'oggi la macchia
di sangue lasciata dal poveretto. Le sue stanze erano meravigliosamente
arredate, vi era il piano antico ancora ammobiliato come un tempo
e il piano attuale dove vivono i reali d'Inghilterra quando vi
soggiornano. All'esterno vi erano i resti di una antica cattedrale,
un po' sinistra ma interessante. Usciti dai giardini del palazzo
salimmo sulla collina che era sul lato della tenuta e dopo una
lunga scarpinata, giunti in cima godemmo della panoramica sulla
città, un luogo isolato e insolito così vicino al
centro e dal quale si potevano scorgere i punti che volevamo visitare.
Tornammo sui nostri passi, andammo a far acquisti in princes street,
una delle vie principali dove vi erano negozi e centri commerciali
per tutti i gusti. Entrammo nei musei, alla National Gallery,
e poi girovagammo per la " Città nuova " a zonzo
scoprendo altre facce di una città che vista dall'alto
è veramente ben progettata, tanto da essere chiamata "
Pianificata ".
Ebbene Edimburgo ci stupì per la sua bellezza, per i suoi
giardini come il " Princess street gardens ", dove si
davano spettacoli e la gente si ritrovava per stare in compagnia
seduti sulle panchine in un vero angolo verde, per i suoi abitanti
simpatici malgrado il freddo che anche d'estate trovammo pungente,
per la sua vita frenetica ai bordi del centro storico e tranquilla
nelle vie che portavano ai castelli dove non di rado si veniva
attratti da suonatori di cornamusa in Kilt.
Eh
si, era già ora di partire, e come ogni volta quando giunge
quel momento, tutto quello che avevamo veduto, le sensazioni provate
nei luoghi storici o al cospetto di certi spettacoli naturali,
la cordiale ospitalità degli abitanti di quelle terre dove
la vita scorre ai ritmi del tempo senza assoggettarlo ad essi,
ebbene
sentimmo
che una parte di noi sarebbe rimasta lì, dove aveva conosciuto
una dimensione nuova, dove aveva vissuto una esperienza quasi…spirituale.
In pochi giorni ( 11 ) avemmo modo di
scoprire appena una terra piena di sorprese, dove la natura si
è sicuramente sbizzarrita e tutto sembra essere al suo
posto, anche l'uomo, una terra che a parte le concentrazioni delle
grandi città offre momenti di vera magia, di forti emozioni.
Sentimmo di avere avuto molto da
quella vacanza, e malgrado la stanchezza, dentro avevamo quel
senso di gioia e tranquillità che si provano solo in certe
occasioni, solo quando si è stati veramente bene.
Partimmo così, destinazione Londra, il viaggio continuava
nel sud dell'Inghilterra, ma questa è un'altra storia…….
Max.
FOTO SCATTATA
DA MASSIMO IN SCOZIA
FINE
DEL VIAGGIO IN SCOZIA
VI ATTENDO PER IL PROSSIMO...