DUE ISOLE SULLA SENNA IL CUORE DI PARIGI

IL cuore di Parigi è sull'acqua due isole nel barimezzo della Senna, un Por oe due anime della città Nell'ile de la Citè l'aspetto monumentale (un nome per tutti Notre- Dame Nell'ile Saint Loius il fascino silenzioso della Parigi più romantica ed intima.
Punto di partenza d'obbligo la cattedrale di Notre Dame. Dell'edificio antico, iniziato nel 1 163 e terminato solo 167 anni più tardi, restano il rosone centrale della facciata, splendido, il portale di Sant'Anna e :quello della Vergine. Ciceroni e :telefoni-guida sono prodighi di 'informazioni storiche, dati sull'altezza delle navate (per la cronaca, 130,metri) e su tutti i ragguagli tecnici. Noi vi suggeriamo piuttosto di attraversare in silenzio, nell'oscurità appena illuminata dalla luce delle vetrate, l'interno, e poi di salire sulle torri, a vedere tutta Parigi da 90 metri di altezza. Certo il fantasma di Quasimodo, il sacrestano gobbo di Notre Dame non deve essere lontano...

 

DA UN PARCO ALL'ALTRO


ATTRAVERSO L'ARCO DI TRIONFO

La Parigi più verde e piu chic. Si parte dal minuscolo ed elegantissimo Parc Monceau e si arriva al grandioso Bois de Bozelogne. Ma, a metà strada, ecco Place de Gazelle: le dodici avenue, l'Arco di Trionfo e la "strada più bella del mondo" gli Champs Elyseés!
Delizioso, il Parc Monceau, l'antico parco del castello di Mousseaux, del '300. Alla fine del '700 il duca d'Orléans affidò a Carmontelle, pittore-scrittore-architetto paesaggiste l'incarico di farne un giardino alla moda, stile anglo-cinese. Vennero inventati laghetti, microcolline, grotte cascate, e vi furono pure collocati un finta piramide, rovine medievali, un tempietto romano, la rotonda con colonnato corinzio sul boulevard Courcelles. Nel Secondo Impero il parco assunse aspetto e dimensioni attuali: oltre dieci ettari furono lottizzati, una bella speculazione immobiliare.

LE VIE DEI GRANDI PITTORI
Scovare tra i monumenti semino scosti dal verde quello di Guy de Maupassant, chiudere gli occhi immaginare Marcel Proust bambino che gioca tra i violetti. Poi riaprirli per ammirare i palazzi tutt'intorno al parco, nelle vie che hanno il nome di grandi pittori (Murillo, Van Dyck, Velósquez). I più chic? II palazzo all'angolc con avenue Van Dyck, proprietc Manier, boss del cioccolato. S favoleggia che la cucina fossi così lontana dalla sala da pranzo da esserci bisogno di un minitre no per portare i piatti in tavola. In av. Velósquez, al n. 7, il Muséc Cernuschi, tutto sull'arte dell'e stremo Oriente, e al n. 63 di ruc Monceau il Musée Camondo ovvero la ricca collezione d'artE dei conti di Camondo allestita ne palazzo di famiglia stile Petit Trianon di Versailles.

UN ANGOLO DI RUSSIA A PARIGI.
Dal Parc Monceau I'avenue Hoche porta dritto dritto all''Étoile Ma per una sorpresa in più, imboccare sulla destra la rue de Courcelles e infilarsi in rue Daru. Ci si trova nel cuore del quartiere russo, tra negozi di spezie, caffè, ristoranti (un nome per tutti: A la Ville de Petrograd) che propongono souvenirs della Grande Madre. Clou dell'itinerario la cattedrale di rito ortodossó AleKandre Nevski, al n° 6 di rue Daru, cinque cupole dorate in stile bizantino-moscovita.
Place de l'Étoile (ma il suo vero com' è Place de Gaulle) riporta alla Paris-Paris. 1240 m di diametro, le 12 avenues che si dipartono a stella, l'Arc du Triomphe a celebrare le vittorie napoleoniche costituiscono un'immagine classica della città. Vale la peno di salire in cima all'Arco sulla piattaforma a quasi 50 metri di altezza: di fronte gli Champs Elysées, giù fino all'Ars du Carrousel nei giardini delle Tuileries, e alle spalle, in fondo in fondo, la colossale Arche de la Défense.

LA STRADA PIÙ BELLA DEL MONDO
A proposito degli Champs. La "strada più bella del mondo", 71 m di larghezza, luogo prediletto del passeggio dei parigini, ha perso qualcosa del suo fascino Troppi fast-food, troppi uffici (anche se resistono locali storici come Fouquet's e Le Lido). Mà l'animazione è sempre festosa, e tanto basta. Da non perdere il City Rock Café di rue Barry, il résto-club del rock, cucina americana e souvenirs rigorosamente USA, dalla Cadillac di Elvis Presley a un guanto di Michael Jackson. Rock dal vivo tutte le sere, nel locale interrato. La calma dei quartieri bene è appena oltre I'Étoile, nella chicchissima avenue Foch, che dall'Arco di Trionfo va al Bois de Boulogne: 1.300 metri e solo 100 numeri civici, il che la dice lunga sulla qualità degli immobili, da queste parti. Anche I'avenue Foch è una creatura del barone Haussmann, che la volle grandiosa e fiorita (nei 120 metri di larghezza c'è posto per 4 file di alberi!). Al n. 32 un bel palazzo neorinascimentale, al 59 due piccoli musei, I'Arménien (arte armena) e I'Ennery (estremo Oriente), all'80 si apre una piazzetta, square de I'av. Foch, dove visse e morì Debussy (al n. 24 dell'interno).

IL GIARDINO DEI RENDEZ-VOUS GALANTI
E ormai siamo al Bois, 863 ettari di boschi, prati, laghi, ippodromi, impianti sportivi, giardini esotici, un piccolo zoo, caffè, ristoranti... Una microcittà verde, che indude tra l'altro un museo etnografico (Musée National des Arts et Traditions Populaires) e lo stadio Roland Garros dove si disputano gli internazionali di tennis. I laghi (Inférieur e Supérieur) sono autentici laghi, con tanto di isolette. I boschi annoverano piante secolari, come la quercia del giardino Pré Catelan, oltre 6 meta conferenza. Ma l'attrattivo montica di un parco costi angoli romantici è Le Jardin de Bagatelle 24 ettari che Settecento sono consacrati ai rendez-vous galanti, da il conte di Artois, fratello XIV, vi dava appuntamento alle più belle dame di corte. qui aveva fatto costruire, mesi per una scommesso regina, un castello costò una vera fortuna (da cui I'espressione "è una bagatella", ironica quanto basta). 8.000 rose (700 specie diverse). E poi iris, dalie, magnolie, lillà... Bello in stagioni, straordinario giugno-luglio e in settembre
ottobre.

DAL MITO DELLA BOHEME A QUELLO DEL MOULIN ROUGE

1l Sacré Coeur (la cartolina più venduta di Parigi. Place du Teatre (i ritratti li fanno qui. E Montmartre! La Parigi dei miti, dei turisti. Ma a saper cercare i luoghi giusti, gli angolini più nascosti la collina di Montmartre, la Butte, regala emozioni indimenticabili, cuori dal tempo.
Nessuno sale a Montmartre senza vedere il Sacré Coeur, la chiesa neobizantina costruita a cavallo del secolo, che sarà pure un simbolo ma bella non lo è di certo. E poi la Place du Teatre, la piazzetta degli artisti questa sì deliziosa, ma sempre troppo affollata, con la minuscola chiesa di Saint Pierre, una della più antiche di Parigi (1 134), tutto quel che resta dell'abbazia medievale di Montmartre. Angoli pieni di ricordi di quando Montmartre era la cittadella degli artisti: Matisse, Braque, Picasso, Modiglioni. Ma oltre ai luoghi più famosi, la Butte nasconde un fascino démodé, a due passi dalla folla.

LA BUTTE PIÙ SEGRETA
Basta imboccare la rue Sainte Rustique, la via più antica del quartiere, pavimento di ciottoli e casette ai Iati, per ritrovarsi in un'oasi di pace. Quindi a destra rue des Saules e rue de I'Abreuvoir, atmosfera da villaggio di provincia. L'allée des Brouillards, tra edere rampicanti e scalinate, conduce al romantico Chàteau des Brouillards, di fine '700. Quindi square Susanne Buisson, stile art déco, da vedere soprattutto nelle luci della sera. La vicina av. Junot è la via elegante di Montmartre, quella del passeggio. Solo agli inizi del secolo qui non c'era altro che verde, tant'è che gli edifici sono tutti art déco Anni '20. Le Moulin de la Golette, pochi passi più in là, sulla rue Lepic, è l'ultimo sopravvissuto dei mulini del villaggio di Montmartre, e risale al 1640. A fine '800 diventò lo sfondo inconsueto di un ballo popolare, dipinto da Renoir (una versione alla Gare d'Orsay, un'altra acquistata all'asta da Ryoei Saito, il "Paperone" giapponese, per la cifra record di 94 miliardi) e frequentato regolarmente da Toulouse-Lautrec. Non si visita però, e bisogna Accontentarsi di guardarlo da lontano.

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