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Le Vie d'acqua
Fonte Grande di Mondolfo
Questa sorgente naturale di acqua, fu frequentata sin dai tempi più remoti, come dimostrano i rinvenimenti archeologici avvenuti nell’area e risalenti al periodo dell’età del rame (o neolitico), nonché il rinvenimento di una tomba con lo scheletro in posizione rannicchiata. Utilizzata poi nel periodo romano, come testimoniano i frammenti in ceramica ivi ritrovati, la fonte fu ininterrottamente usata quando nel 1526 la Comunità di Mondolfo vi fece erigere pure il lavatoio, provvedendo da quella data in poi alla manutenzione del luogo e delle strade, ed alla costruzione dell’abbeveratoio. L’avvento dell’acquedotto, ha fatto venir meno l’importanza idrica di questo luogo, ma grazie anche “all’adozione” da parte della Scuola Media Statale “E.Fermi” di Mondolfo (nell’ambito del progetto “La scuola adotta un monumento”) e dell’Archeoclub d’Italia, la fonte è oggi divenuta un ameno spazio aperto alla fruibilità dei cittadini.
Fonte Piccola di Stacciola
Indubbiamente è uno dei luoghi più suggestivi e carichi di storia presenti nella villa di Stacciola. Essa, da quando i Mauruzi da Tolentino furono infeudati in questo castello, funse da principale luogo di rifornimento idrico per tutto l’abitato. Fino a poche decine di anni fa, la grande vasca era usata come lavatoio: gruppi di donne vi si recavano per farvi il bucato, e per bagnare le tele usate poi come lenzuola: lavate, venivano quindi stese nei prati vicini e lasciate “imbiancare” al sole. Pozzo pubblico
Innanzitutto è necessario distinguere fra pozzo e cisterna. Mentre un pozzo è un manufatto per attingere acqua da falde sotterranee, la cisterna è un serbatoio, a forma di pozzo, per raccogliere l’acqua piovana. Il territorio della Valle dei Tufi, è ricco sia di pozzi che di cisterne. Mentre queste ultime sono in genere poste nelle vicinanze delle case, e vi confluiscono mediante i canali di gronda le acque dei tetti, i pozzi sono di solito a maggior distanza dalle abitazioni. L’acqua piovana, così come quella di falda, era un tempo utilizzata per tutte le necessità domestiche e per la coltivazione. Oggi, invece, il suo impiego è quasi esclusivamente a carattere agricolo.
Croce e lago “della Grottaccia”
Lì ove ora c’è il lago, un tempo sorgeva una collinetta, la cui arenaria - all’epoca della costruzione dell’autostrada A 14 - fu ceduta per la formazione della strada. In questa collinetta, c’era la “Grottaccia”, una profonda grotta così chiamata in maniera “spregiativa” poiché nei tempi antichi era usata come covo dai briganti. Era posta in un crocevia fra S. Costanzo, Stacciola e Mondolfo; in anni in cui i viandanti usavano queste strade interne per raggiungere gli abitati, i briganti avevano facile gioco a porre imboscate lungo la Valle dei Tufi e prontamente rifugiarsi nella grotta. Tradizione vuole che, in fondo alla "Grottaccia", fosse stato nascosto pure un tesoro mai rinvenuto. Oggi, non rimane più nulla, e quasi a “esorcizzare” tanti ladrocini, una Croce domina l’area. |
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