Pietro Stoffella nacque a Raossi il 9 marzo 1795. Suo padre Giuseppe, oltre a svolgere la professione di mercante, si impegnò al servizio della comunità; era infatti sindaco della Vallarsa e la sua pietra tombale esiste ancora oggi nel cimitero di Parrocchia. Si tratta di una delle più antiche, non andate distrutte durante la Prima Guerra Mondiale, posta sul lato destro entrando dal cancello, e mostra un curioso rilievo di un giovane caduto dal ciliegio, un nipote di Pietro.
Ma chi era, dunque, questo vallarsese, oggi dimenticato, che divenne medico personale dell'Imperatrice Maria Anna a Vienna? E chi fu suo figlio, anch'egli un famoso medico?
Una pubblicazione dell'Ordine dei Medici del Trentino, uscita nel secolo scorso con il titolo "Due medici della Vallarsa", ha dedicato ampio spazio a questa vicenda:
"Pietro Stoffella, figlio di modesti montanari, dopo aver assolte le scuole ginnasiali, si portò a piedi (!), con non lievi disagi, a Vienna per lo studio della medicina. Fu la sua una lotta tenace durata a lungo per superare le molte difficoltà create dalla sua umile condizione, dalla sua innata timidità e dalla mancanza di mezzi e di appoggi nella vasta capitale dell'Impero. Finì vittorioso col guadagnarsi il pane e conseguire l'ambita laurea."
Nel 1822, infatti, egli tenne a Vienna la sua dissertazione di laurea sul tema della pellagra. L'Accademia degli Agiati, all'inizio del Novecento, gli ha dedicato una pubblicazione dal titolo "Un medico precursore dello studio della pellagra", per sottolineare l'importanza della sua dissertazione:
"Pietro Stoffella nato in Vallarsa era certo a cognizione delle miserissime condizioni nelle quali versava, e versa tuttora, quella vallata che appartiene ad una delle più infestate dalla pellagra. Frazioni intere di quel Comune nelle periodiche magre invernali od estive devono tenere a disposizione una persona per famiglia allo scopo di ritirare, consumata la scorta d'acqua dei pozzi, dal torrente Leno un paio di calcidrelli d'acqua percorrendo rapidi e lunghi sentieri."
Pietro, dunque, non si è dimenticato della sua terra d'origine e ha scritto la sua dissertazione per essere - come modestamente accenna lui stesso - sia pure in piccola parte, utile all'unanimità "ed alla sua dolcissima Patria".
La sua dissertazione sulla pellagra "è il primo lavoro che tratta di questa malattia con speciali riferimenti al Trentino e contiene vari consigli riguardo alla terapia e profilassi, corrispondenti press'a poco ai principi adottati dalla scienza moderna", scrive l'enciclopedia sugli scienziati trentini, edita dal Museo Tridentino di Scienze Naturali.
A Vienna egli divenne un ricercato e famoso ginecologo, così da diventare adirittura medico personale dell'Imperatrice Maria Anna, moglie dell'Imperatore Ferdinando. Nel 1863 l'Imperatore Francesco Giuseppe, che succedette a Ferdinando, concesse a Pietro, per i suoi meriti conseguiti, lo stemma e il titolo nobiliare "d'Alta Rupe". Come simboli per lo stemma, Pietro scelse motivi della sua amata Vallarsa. Infatti lo stemma mostra le Piccole Dolomiti con le cime innevate, il torrente Leno, un castoro come simbolo del duro lavoro dei Vallarsesi con il legname, una civetta (come simbolo dello studio ossia della sua persona) e l'orsa maggiore. Quest'ultima, guardando il cielo stellato di notte, è posta a nord, direzione in cui si è diretto Pietro, partendo da Raossi recandosi fino a Vienna.
Anche il titolo nobiliare ricorda le sue origini in Vallarsa: Infatti il ramo della famiglia Stoffella, residente a Raossi, era denominata dai Vallarsesi "Stoffella dalla Rupe", perché le loro due case, ossia l'edificio affrescato con la scritta "Casa Stoffella" e l'edificio che oggi ospita il municipio e l'asilo (donato al Comune da un cugino di Pietro, Gedeone Stoffella), erano, allora, le uniche situate sulla "rupe" sopra la Val della Piazza, sul lato opposto della strada del paese.
Il figlio di Pietro, Emilio, si laureò appena ventiduenne in medicina e divenne poi professore universitario presso la facoltà di medicina di Vienna. Ma lasciamo parlare la pubblicazione dell'Ordine dei Medici: "Le sue lezioni erano frequentatissime, specie da studiosi americani ed inglesi. … Egli fu uno scienziato eruditissimo e come internista godeva di fama particolare per la sua splendida perfezione tecnica nella percussione e ascoltazione, dimostrando una sicurezza sorprendente nel precisare le più difficili e dubbie diagnosi. Egli era perciò un ricercatissimo consigliere."
Pur vivendo a Vienna, Emilio era particolarmente legato alla sua terra d'origine, la Vallarsa. Continua infatti la pubblicazione dell'Ordine dei Medici: "Anzitutto si sentiva figlio della sua Patria, alla quale serbò memore riconoscenza. Nel 1894 si recò appositamente a Raossi di Vallarsa per visitare il luogo nativo di suo padre; fece fotografare la casa paterna e nel suo testamento si ricordò dei poveri di Vallarsa con un legato di corone 400, allora una somma riguardevole."
Fino a qualche anno fa, gli anziani di Raossi, oggi scomparsi, che avevano vissuto la loro infanzia prima della Grande Guerra 1915-18, si ricordavano e raccontavano che nel ricovero/pellagrosario (oggi Centro scolastico) nell'atrio vi erano appesi i ritratti (andati perduti durante la guerra) dei due medici, e la maestra diceva ai piccoli alunni di prendere i due compaesani come esempio nello studio…
A ricordo dei due medici vallarsesi è dedicata a Vienna una via, denominata "Stoffellagasse" (vicolo Stoffella).
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