La Vallarsa durante la grande battaglia della Strafexpedition nella guerra 1915 - 1918

di Francesco Cavallin


Abbiamo visto nei numeri precedenti del nostro bollettino parrocchiale la storia delle due strade della Vallarsa e con essa anche gli avvenimenti più salienti che caratterizzarono la nostra valle. Noi vorremmo qui brevemente riassumerli, ma lo spazio non ce lo consente, così terminiamo la nostra frettolosa narrazione cercando di individuare quale importanza ebbe l'attuale strada statale n. 46 in rapporto agli avvenimenti bellici che accaddero nel 1915 - 1918, con particolare riguardo ed attinenza al Pasubio e alla spedizione punitiva combattuta dalle truppe del maresciallo Conrad Hoetzendorff contro gli italiani nel 1916. Per molti che mi leggono sarà un rivivere quei giorni sanguinosi e tremendi, per le nuove generazioni il mezzo per arrivare alla conoscenza dei fatti che consacrarono la Vallarsa alla storia e la resero nota al mondo per le battaglie che vi infuriarono e che ebbero nome Passo Buole, Corno Battisti e Monte Santo. E fuori dubbio che la strada destra del Leno fornì l'unico mezzo alle truppe avversarie per avvicinarsi celermente alle linee del fuoco, sia con i soldati di rinforzo e di rincalzo, sia con i rifornimenti occorrenti alla battaglia. Succintamente, esponendo la situazione, possiamo dire che nel maggio 1915 i confini correvano, per quanto riguarda la Vallarsa, da Campogrosso fino a Pian delle Fugazze lungo le creste del Baftelan per arrampicarsi poi lungo i pendii più orientali del Pasubio.
L'Austria già dal 1912 aveva costruito i forti di Pozzacchio e Matassone, chiudendo a metà la Vallarsa, e sullo Zugna ne stava costruendo un altro che con i suoi cannoni avrebbe difeso dalla penetrazione italiana la parte più ad est e più alta della Vallarsa. Come si vede, il fatto dell'approssimarsi di un nuovo conflitto con l'Italia era ben previsto. Ecco spiegato quindi il perchè, all'inizio della guerra, ed esattamente il 4 giungo 1915, l'8O° fanteria potè scendere in Vallarsa e di sorpresa occupare i due forti di Matassone e di Pozzacchio.
Più di così non fu possibile proseguire, perchè gli austriaci avevano predisposte difese campali e successive file di reticolati, la cui distruzione era quasi impossibile. Così come servì per l'avanzata, la strada servì poi per la guerra di posizione e vedrà passare colonne e colonne di soldati e di rifornimenti, sacrificati al mostro guerresco che tutto crudelmente e mai sazio divora.
Nel 1916, come detto in antecedenza le truppe del generale Conrad, aumentate con quelle lasciate in vita dallo sfacelo della Russia, iniziarono le sanguinose offensive che passarono sotto il nome di Strafe-Spedition, ossia spedizione punitiva, che prese, come direttrici di marcia la Vallarsa, Terragnolo, la Val d'Astico, gli Altipiani e la Valsugana. Si può dire che la strada ebbe, sia per gli austriaci attaccanti, sia per gli italiani che si difendevano, una importanza decisiva.
La linea italiana, che passava dal Monte Palon, scendeva sulla cresta sopra Parrocchia, toccava la chiesa arcipretale e scendeva ancora fino al Leno per risalire al Parmesan ed Ometto e chiudersi poi a sud sull'Obante, Passo Buole e Coni Zugna, ricevette dalla strada tutti i mezzi sufficienti a contenere l'offensiva austriaca che minacciava la pianura veneta. A Parrocchia, immediatamente sotto la chiesa e dentro il cimitero, gli italiani ebbero fortissime perdite causate dal fuoco dell'artiglieria austriaca: fu in tale periodo che la chiesa fu distrutta e con essa l'organo (che è nelle nostre più vive intezioni ricostruire, dedicandolo alla memoria di tutti i caduti).
Fermata l'offensiva austriaca, gli italiani, salvo qualche leggero ritocco del fronte, attesero gli ultimi giorni di ottobre del 1918 per intraprendere quella avanzata che li condusse a Trento.
Dal 1918 ad oggi, tranne la parantesi della II guerra mondiale, la strada vide uno sviluppo di traffici sempre più intensi. Su di essa oggi corrono numerosi i mezzi motorizzati, che la rendono, dato il suo particolare sviluppo altimetrico e planimetrico, assai pericolosa.
Da tempo I'A.N.A.S. viene sollecitata ad allargare le curve e le numerose strettoie e la stessa sede stradale, che vide completata la sua bitumatura solo nel 1956.
Fra non molto forse avremo anche la strada sinistra del Leno facilmente transitabile fino ad Obra e prolungata a Campogrosso; così le due strade correranno parallele, per essere ambedue fonti di progressivo benessere.
Auguriamoci soltanto che non siano più testimoni di lotte sanguinose, ma solo mezzi per favorire l'economia dei nostri paesi.

Voce di Parrocchia 1965 - F.C.



pagina precedente