La chiesetta di Anghebeni



ETTORE ANGHEBEN

STORIA DELLA CAPPELLA DI ANGHEBENI

consacrata a MARIA AUSILIATRICE e a S. GIUSEPPE

Nel 50.mo anniversario della morte eroica di
MARIO ANGHEBEN
alla cui memoria è dedicata la chiesa
1915-1965



UNA DEVOTA ASPIRAZIONE


I nostri vecchi raccontavano che un signore di passaggio espresse il desiderio di erigere sui "Fondi di Anghebeni" un tempio votivo con sette altari, ma che purtroppo non era riuscito ad ottenere l'autorizzazione delle autorità.
Se ciò ha sapore di leggenda, i documenti e le memorie scritte e conservate dal defunto maestro Girolamo Angheben, confermano però che il desiderio degli abitanti di Anghebeni di avere una chiesetta propria si è manifestato nel villaggio da oltre un secolo.

1830

L'idea dovrebbe essere nata verso il 1830.

1889

Infatti nel verbale della riunione tenuta il 15 settembre 1889, firmato da tutti i 26 capifamiglia, si legge che "i frazionisti di Anghebeni già da oltre 50 anni vanno discorrendo di voler costruire una Cappella" e che per diversi motivi non si era ancora giunti ad una conclusione. In tale occasione viene eletto un Comitato scelto tra i principali promotori; era composto di quattro persone: Angheben Girolamo fu Tomaso, Angheben Pietro fu G.B. (capovilla), Cobbe Giovanni di Felice e Nave Antonio fu Tomaso. Furono raccolte le prime offerte: fiorini 37 devolute dalla frazione e circa dieci marenghi dai coniugi Sartori.

1890

Il Comitato propone di cuocere una fornace per la calce ed i capifamiglia accettano all'unanimità. Nel mese di settembre vengono tagliati sulla malga Zocchi i mughi ottenuti dal Comune ed in ottobre si esegue il trasporto.

1891

Viene cotta la fornace ed il ricavato della vendita della calce si deposita a risparmio. Nel mese di luglio si approntano le pietre da costruzione avute da Nave Giuseppe.

1896

I 26 capifamiglia si adunano ancora in assembrea (12/12). Constatano che possono disporre di un capitale di 500 fiorini; si propongono di dar principio alla costruzione ed eleggono un Comitato direttivo: Sartori Daniele, Nave Antonio, Sartori Domenico, Angheben Antonio. Vengono raccolte offerte per n. 544 giornate di lavoro, nessuna in denaro.

1897

Il Cappuccino Padre Lorenzo, compaesano, invia da Condino un disegno per la chiesa con vive raccomandazioni perchè vengano incominciati presto i lavori.

1899

La vicinia di Anghebeni acquista da Giosuè Sartori un appezzamento di terreno sui "Prai" per fiorini 39.

1913

Antonio Sartori nel suo testamento lascia al fondo Cappella corone cento alla condizione che i lavori vengano incominciati entro dieci anni, ma alla scadenza, non essendo stata ancora iniziata la costruzione, il lascito è ritirato dagli eredi.

1914-18

Le difficoltà della realizzazione dell'opera aumentano. Molti sono i richiamati alle armi, durante il conflitto vengono asportate per scopi militari anche le pietre già depositate sui "Prai".

1928

RISVEGLIO

L'idea e il desiderio degli antenati si rifecero vivi nel 1928. E il 27 giugno, in un'adunanza dei capifamiglia, tenuta ad Anghebeni coll'intervento dell'addetto ai Cimiteri di Guerra per la Vallarsa don Faustino Pinter, del Vicario Parrocchiale di S. Anna e del Direttore Didattico, venne deciso di promuovere l'erezione di una Cappella nel Cimitero Militare di Anghebeni; a tale scopo fu eletto un comitato promotore:
Presidente: Angheben Ettore fu Girolamo
Consiglieri: don Eugenio Pizzini, Cherubino Nave, Tomaso Sartori, Costantino Zocchio, Erminio Sartori.
Negli anni successivi, per ragioni di opportunità o in seguito alla morte di qualche componente, dopo aver dato l'incarico di segretario-cassiere al maestro Luigi Angheben, vennero chiamati a far parte del Comitato anche: Aste Albino, Camillo Arlango, Attilio Piazza, Bonfiglio Sartori, Giuseppe Sottoriva, Giovanni Plazzer, Corinno Nave, Riccardo Angheben, Gioacchino Zocchio.
Il 10 luglio 1928 nel cimitero militare vengono esumate molte salme; ed il 16 dello stesso mese alla presenza del Cappellano Militare don Michele Massa e di alcuni consiglieri del Comitato, fu esumata e provvisoriamente trasferita in un angolo del Cimitero la salma di un ignoto soldato italiano, nella speranza (che poi risultò vana) di poter conservarla nella chiesa da erigersi in onore dei Caduti. Infatti il relativo verbale termina con le parole: "Anghebeni protegga le Tue ceneri all'ombra della riconoscenza e della Gloria".
Il 26 agosto 1928 il Presidente ebbe un colloquio all'Ossario del Pasubio con il generale Faracovi ed ottenne la promessa del suo interessamento per l'autorizzazione e per l'aiuto nella costruzione della Cappella nel Cimitero Militare.
L'ing. Bruno Angheben ci fornì il progetto e le pratiche furono proseguite, ma sempre con scarso risultato. Nel frattempo vennero prelevate dal cimitero tutte le Salme; nessuna esclusa, e le speranze di aiuto così svanirono.

REALIZZAZIONE

1932

E' l'anno buono; dopo la lunga attesa, si apre uno spiraglio.
Racconta il Presidente: "Una sera del 20 gennaio 1932 dopo aver sfogliato per l'ennesima volta scritti e disegni, meditato sulle vicende passate e sulle esigue speranze del presente, dissi alla moglie: - Ormai non c'è più nulla da fare! Dobbiamo rinunciare. - In quell'istante ebbi una visita inattesa: entrò don Giovanni Rosa, il quale vedendo il mio stato d'animo me ne chiese il motivo. - Maestro, disse poi, non disperi, per domenica racolga i capifamiglia, alla riunione verrò anch'io. - E il 24 gennaio da Parrocchia, sua sede, don Rosa giunse puntualmente; dopo brevi e convincenti parole, egli fece la prima offerta per la nuova chiesa".
L'esempio del sacerdote che fu anche missionario, diede subito buoni frutti: tra i presenti si raccolsero, con l'allora rilevante somma di L. 1.110 in denaro, n. 231 giornate offerte per lavoro vario ed altre per l'estrazione di metri cubi 8 di pietre.
Sono anni difficili, la gente è povera, ma l'entusiasmo è grande ed il paese è unito.
Nell'adunanza del 30 gennaio, a cui parteciparono 41 capifamiglia, venne scelto il luogo delle costruzione su terreno di proprietà della frazione Anghebeni, degli eredi Plazzer Domenico, Cobbe Virginia, Plazzer Giov.Battista e Luigi di Plazzer Guido. Tutti i proprietari cedono il suolo gratuitamente.
Ricevuto un nuovo e definitivo progetto dell'arch. Bruno Angheben, il 31 marzo venne effettuato un sopraluogo dell'Autorità Comunale con un geometra del catasto, il 1 aprile si ottenne l'autorizzazione della Curia ed il 6 aprile il nulla-osta del Comune.
Le famiglie di Anghebeni e di Sottoriva vanno a gara nel prestar la loro opera: gli uomini trasportano pietre ricavate dal "Zegno Marzo" e sabbia dalla "Portelon", tagliano e trasportano 56 tronchi offerti. In una riunione del 23 marzo, le donne decidono di allevare un'oncia di semi bachi, che, con ammirevole impegno e armonia, tengono anche negli anni successivi fino al 1939, a totale beneficio della chiesa.
Nella seduta del 29 maggio si decide di effettuare gli scavi di fondazione e di aggiudicare i primi lavori di muratura all'Impresa Zocchio & Sartori, con l'obbligo di assumere operai del luogo e di fornirsi di materiali forniti dal Comitato.
I lavori furono incominciati ancora il giorno seguente ed il 5 giugno ad ore 17 con solenne cerimonia venne benedetta la pietra murata con pergamena ricordo alla base del lato sinistro della porta di ingresso. A metà novembre erano eseguiti mc. 87 di muratura.

1933

Con le nuove offerte raccolte, il 15 ottobre è possibile proseguire nei lavori di muratura che vengono affidati ai soci Sartori Virginio, Sartori Bonfiglio, Plazzer Egidio, sotto la direzione di Sartori Erminio.

1934

Il 15 gennaio il geometra Torelli rileva le misure del fabbricato e dei terreni e poi compila i relativi disegni.
Con l'appoggio e l'interessamento di Camillo Arlango, della sig.a Maria Brichetti n. Arlango per mezzo della ditta Brichetti Giov.Maria di Brescia ci vengono spediti da Merano, n. 42 travi e n. 261 listoni per complessivi mc. 4.069. Così dopo aver eseguito altri lavori di muratura, con il legname offertoci e con quello ottenuto da privati di varie frazioni, si puo mettere in opera anche il tetto.
Per ricordare i Martiri ed i Caduti di guerra, il 3 ottobre il Comitato decide di dedicare la nuova chiesa alla memoria dell'eroe poeta Mario Angheben.

1935

Si ottengono altre offerte, tra cui quella del Comune di Fiume e di Enti locali. Così si compiono vari lavori all'esterno: scaletta e panca con lastroni levati dalla fontana vecchia, intonaco ai muri, coloritura del legname. Preparate le pietre colorate necessarie, raccolte dagli scolari sul greto dei torrenti, nei mesi di agosto e di settembre si costruiscono anche le due colonne della loggetta, che vengono messe al loro posto il 21 novembre.

1936

Il giorno 13 agosto ad ore 18 S.E. Mons. Enrico Montalbetti visita la chiesa in costruzione e, per la popolazione festante che l'accoglie, ha parole di incitamento, dicendo fra l'altro: "Come è caro al nostro cuore il veder erigere nuovi templi, mentre altrove si distruggono".

1937

Altre offerte vengono chieste ed ottenute da emigrati a S. Etienne in Francia. Il 12 luglio si decide di far costruire la massicciata per il pavimento della Cappella con ghiaia della Val di Foxi e cemento regalatoci.

1938

Per interessamento di Nereo Arlango si ricevono dalla benemerita ditta Brichetti tutte le porte; le finestre e il confessionale lavorati e rifiniti, che da Piacenza vengono trasportati gratuitamente il 17 maggio dalla Ditta Saetta di Rovereto. Durante l'anno si fanno eseguire il rinzaffo e l'intonaco dell'interno, la posa in opera dei serramenti e dell'abaco alle colonne, la sistemazione del piazzale.
In un'assemblea alla quale intervennero quasi tutti gli uomini e le donne di Anghebeni e Sottoriva, il 26 novembre venne deciso, su espresso desiderio della principale offerente, sig. Maria Brichetti, di mettere il paese sotto la protezione di

MARIA AUSILIATRICE

scegliendo per la festa patronale il giorno 24 maggio.

1939

Verso la fine di gennaio, viene ritirata la campana ceduta dal prof don Giuseppe Aste, con riserva di eventualmente ritornarla, e collocarla sul campanile accanto a quella (residuato di guerra) donata prima da Riccardo Angheben.
Nel 1939 è possibile mettere in opera anche i marmi dell'altare inviati da Nereo Arlango e dalla Ditta Brichetti, di introdurre la corrente elettrica e di pavimentare la chiesa con legni ritagliati in sede e ricavati da tronchi di pino ricevuti da varie persone del circondario. Per l'ampliamento del piazzale antistante, si ottiene un angolo di terreno dal proprietario Augusto Sega.

1940

Nel mese di maggio, a cura della Ditta Scannagatta, si mette il pavimento di marmo al presbiterio e, con piastrelle regalate dal Comune di Rovereto, quello della loggetta; si provvede alla pulitura meccanica del pavimento di legno e all'esposizione della Pala inviata da Nereo Arlango.
Il 24 maggio con una cerimonia riuscita particolarmente solenne e commovente ha luogo la

BENEDIZIONE
della nuova Cappella.

Per l'occasione il paese è ornato di verde e di bandiere. Sono presenti il Vescovo mons. Rauzi, accompagnato dal Decano di Rovereto, tutte le Autorità della Valle, una folla di popolo festante. La bambina Eleonora Angheben porge al Presule il benvenuto; il Parroco don Gino Girardini presenta con elevate parole l'omaggio della popolazione; il Presidente del Comitato, in una chiara ed esauriente esposizione, rievoca la devota aspirazione degli antenati, illustra il lavoro compiuto con generosità di intenti, le difficoltà incontrate e superate.
Rivolge un pensiero di gratitudine ai benefattori e si fa interprete della grande gioia che pervade la gente nel giorno della Consacrazione al culto della loro opera. Il Vescovo consacra poi l'altare e, accompagnato dal coro, vi celebra la prima S. Messa con un'omelia, che desta una viva commozione in tutti i presenti. Nel pomeriggio impartisce la cresima a una sessantina di bambini.

1941

Con il legname offerto da Camillo Arlango la sacrestia viene dotata di un grande armadio.

1943

Nel mese di dicembre si aggiunge il tabernacolo offerto dalla sig.a Brichetti Maria e preparato dalla Ditta Scanagatta.

1950

Il Parroco don Riz riceve dalla Signora Giustina Alberti i quadretti della Via Crucis. Il Sindaco Albino Aste, a nome del Comune di Vallarsa, mette a disposizione alcuni faggi che in novembre vengono tagliati e dalla Streva portati alla Sega per ricavarne tavole per i banchi.

1952 - 1953

Le tavole di faggio ottenute, restano per parecchio tempo immerse nell'acqua. Nel frattempo, per precipua opera svolta da Luigi Angheben, ci pervengono numerose offerte in denaro da compaesani assenti per lavoro. Così le vecchie panche che provvisoriamente servirono ai fedeli a lungo, possono venire sostituite con i nuovi banchi.

1954

Il presidente ottiene, da una persona che desidera mantenere l'incognito, una generosa offerta per l'esecuzione di una statua. Chiede l'approvazione della Curia e il consenso del donatore della Pala per la sua sostituzione e poi si mette in relazione con la Ditta Moroder di Ortisei. Data la lontananza, le trattative per una esecuzione corrispondente alle esigenze artistiche della chiesa, sono lunghe e difficili. Intanto si provvede a rialzare il soffitto della sacrestia e ad aprire un vano sopra l'altare.
Preceduto da un triduo di preghiere e di predicazioni, si arriva all'8 agosto, giorno in cui là nuova statua di Maria Ausiliatrice, tra la devota ammirazione della gente intervenuta anche da lontano, viene benedetta dal Decano mons. Quaresima. In tale solenne occasione don Gino Plazzer celebra ad Anghebeni la sua prima S. Messa.

1956

Si constata che il gelo riproduce dei guasti nei vetri colorati delle finestre e perciò si deve pensare alla loro sostituzione. Ci vengono in aiuto due emigrati in Australia, i coniugi Amabile e Severino Cobbe, che donano un'altra opera di valore artistico: la grande vetrata di S. Giuseppe, eseguita a Verona nello studio della Ditta Ballardini a cura del prof. Ghidoli. In seguito tale vetrata ritorna a Verona per essere esposta alcuni giorni in una mostra d'arte.

1958

Il Parroco don Quinto Passerini, con le offerte raccolte, acquista una campana più grande.
Vengono sostituite anche altre quattro finestre minori con vetrate, recanti il nome degli offerenti, lavorate pure a Verona dal prof. Ghidoli.
Coi rilevanti contributi inviati dall'Australia dalla benemerita Cobbe Amabile nata Angheben, ci è data la possibilità di eseguire diversi importanti lavori, tra i quali sono da ricordare la tinteggiatura dell'interno della Chiesa, il rivestimento della porta d'entrata, il tapiflex del pavimento.

1961

Il bel lampadario che venne acquistato in febbraio a Verona, è stato offerto da Cobbe Severino e la vetrata del Sacro Cuore, di autore e di stile diverso dalle altre vetrate, dalla di lui moglie Amabile nata Angheben a ricordo dei suoi cari defunti.

1965

L'Arcivescovo mons. Alessandro Maria Gottardi, il 19 giugno in una visita parrocchiale alla Vallarsa, sosta anche ad Anghebeni accolto da una folla plaudente e dal saluto portogli dal Parroco don Eugenio Cornelia. Il Presule tiene nella chiesa un discorso familiare per esprimere il suo vivo compiacimento nel trovarsi nel paese che ha dato origine ai suoi antenati e per illustrare ai presenti le vicende della famiglia Angheben da cui proviene. Quale riconoscimento alla parentela che lo lega ad Anghebeni ha poi la bontà di regalare alla chiesa una pianeta e un libretto nel quale è ricordata in modo particolare la vita esemplare della sua carissima mamma Amelia Angheben.
Amelia era nata a Oneglia il 13/7/1869. Dalla Liguria era passata a Udine, a Milano, a Padova, dove nel 1896 sposò il dott. Amedeo Gottardi. Nel 1902 era a Verona e nel 1912 ebbe l'ottavo figlio Alessandro Maria. Morì nel 1942. Il padre suo, Francesco, che ebbe pure otto figli e che morì nel 1895, dovrebbe essere originario di Anghebeni.

S. MESSA FESTIVA

Il 24 gennaio 1954 n. 41 capifamiglia in rappresentanza di 174 abitanti, si dichiarano disposti a sostenere le spese per la celebrazione di una S. Messa festiva. Le trattative sono concluse dal consigliere Corino Nave, il quale, con piena soddisfazione della popolazione, riesce ad ottenere l'autorizzazione della Curia Arcivescovile di Trento.

ANGHEBENI FINALMENTE HA LA SUA CHIESA

Troppo lungo sarebbe fare l'elenco di tutti coloro che, vicini e lontani, con l'opera intelligente e disinteressata, con offerte in denaro, lavoro e materiali vari hanno contribuito alla costruzione e all'arredamento della Cappella da lungo tempo sognata. Tutti i benefattori possano avere dal Signore la meritata ricompensa.

La Chiesetta serve per l'elevazione morale e spirituale degli abitanti ed è un'opera d'arte che onora e abbellisce il villaggio. I posteri vogliano serbare grato ricordo di coloro che l'hanno ideata e perenne riconoscenza verso tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione.
La Madonna Ausiliatrice, che ci ha sorretti nella difficile impresa, protegga sempre il nostro paese.




Ettore Angheben



Copia del documento (pergamena) posto nella pietra murata nelle fondamenta.









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