I capitelli di Robolli e Fontana... e la Madonna nera


I capitelli
I capitelli sono da tanto tempo testimonianza di una religiosità popolare strettamente legata alla tradizione contadina. Una religiosità che ha radici molto antiche: ancora prima di diventare cristiani, infatti, i contadini rivolgevano alle divinità le loro suppliche per un buon raccolto, per un clima favorevole, per la pioggia o per il sole.

Con l'avvento del cristianesimo i riti pagani si sono trasformati in funzioni religiose, gli dei sono stati sostituiti da Cristo, dalla Madonna e dai Santi e allo stesso modo gli antichi templi sono diventati chiese. Così, forse, anche i capitelli hanno un'origine precristiana: altari e cippi simili esistevano già in epoca romana.


Le "rogazioni"
Fino a pochi decenni fa, anche in Vallarsa, era tradizione, in primavera, partecipare a dei riti religiosi propiziatori per una buona stagione agricola. Le "rogazioni", così si chiamavano queste riunioni itineranti di preghiera (dal latino: rogare = pregare), seguivano un percorso stabilito attraverso i campi e avevano come punto di riferimento proprio i capitelli.
Nel caso di S.Anna, i fedeli partivano dalla chiesa alla volta della Fontana e della Nave, passando per "prova", oppure verso le Aste per poi scendere a Robolli, oppure ancora scendevano ad Arlanch per risalire a Sottoriva - Anghebeni. Ad ogni capitello ci si fermava per delle preghiere o per la lettura del vangelo. Punto di partenza e di arrivo era sempre la chiesa di S.Anna.


Il capitello di Robolli


Quello di Robolli non è un capitello "tipico", non è infatti una struttura isolata, più o meno a forma di "casetta", ma è invece ricavato da un incavo sulla parete di una casa.
Vi è raffigurata una Madonna con Bambino che somiglia molto, per la posa e il vestito, alla Madonna di Loreto. Gli abitanti interpellati confermano che si tratta proprio della Madonna di Loreto.

Un altro capitello , molto simile, si trova su una casa della Nave, anche la Madonna raffigurata sembra la stessa.



Il capitello della Fontana





Il capitello della Fontana è di foma "classica" anche se ha la particolarità di essere piuttosto alto, rispetto al suolo. La figura principale è una Madonna con Bambino che gli abitanti dicono essere la Madonna del Carmine.

Risulta anche evidente al primo sguardo che la Madonna del capitello della Fontana è una Madonna nera e in effetti anche quelle di Robolli e Nave (anche se disegnate con la pelle bianca) lo dovrebbero essere dato che la Madonna di Loreto è proprio la più famosa fra le Madonne nere presenti in Italia.


La Madonna nera
Sull'origine e il significato delle Madonne nere ci sono varie ipotesi. Quella che appare più verosimile è quella che ne fa risalire l'origine al culto pre-cristiano della dea Iside.
Iside era la dea egizia della luna (astro molto legato alle tradizioni contadine) che i romani diffusero nel loro impero raffigurandola, con statue e dipinti, con in braccio il figlio Horus.
Mentre nei dipinti egizi Iside è dipinta di colore giallo, i romani la raffigurarono con la pelle nera, forse per rimarcarne l'origine africana.

Anche in Italia, in epoca romana, sorsero numerosi i templi dedicati ad Iside. Templi che con la diffusione del cristianesimo vennero trasformati in chiese, mantenendo, e poi restaurando, le statue e i dipinti, semplicemente cambiandone il significato simbolico. Ecco che la dea Iside con il figlio Horus diventano la Vergine con Gesù bambino.

Spesso le statue distrutte, dal tempo, dagli incendi, dalle guerre, vennero sostituite da copie di marmo bianco e i dipinti "restaurati" sbiancandone i volti, ma in molti luoghi le Madonne nere sono rimaste, e sono ancora meta di pellegrinaggi.

La più famosa Madonna nera è senza dubbio quella di Czestochowa, anche perchè molto cara al defunto papa Giovanni Paolo II, ma moltissime altre sono diffuse in tutta Europa,
perfino... a quanto sembra... nella nostra Vallarsa.





Testo e foto di Fabrizio Piazza


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