VALLARSA NOTIZIE N° 32 - luglio 2003 pag. 40,41


MARCIA PER LA PACE

l 15 febbraio rimarrà nella storia per la più grande manifestazione di piazza che ha visto coinvolte oltre 3 milioni di persone nel centro di Roma per dire NO alla guerra.

Nello stesso giorno e per lo stesso motivo 110 milioni di cittadini di tutto il mondo hanno risposto all'appello promosso dal Forum Sociale Europeo e rilanciato dal Forum Sociale Mondiale per marciare tutti assieme: dagli Usa al Giappone, dalla Russia alle Filippine, all'Islanda al Brasile. Palestinesi e Israeliani assieme a TelAviv e Ramallah, gli osservatori di pace di tutto il mondo a Bagdad. Le Acli e la Cgil regionali hanno organizzato la trasferta in treno Bolzano - Roma e le prenotazioni dei mille posti erano esaurite già dieci giorni prima dell'appuntamento.

FERMIAMO LA GUERRA.

Con lo slogan che ci contraddistingue da sempre, abbiamo partecipato all'oceanica manifestazione per portare in piazza il pensiero della stragrande maggioranza degli italiani, del Papa, del Presidente della Repubblica e gli obiettivi del consiglio di sicurezza dell'Onu.
E comunque la nostra presenza
- A dispetto della Rai, il servizio pubblico pagato da tutti, che ha deciso di oscurare l'avvenimento rifiutandosi di dare la diretta televisiva.
- Per difendere l'articolo 11 della Costituzione:"l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
- Per difendere la PACE, considerato che nel sud del mondo questa guerra sarà vista come l'ennesima prova dell'arroganza e della politica di potenza dell'occidente.
- Per difendere la democrazia e i diritti umani in Iraq come in Palestina, in Cecenia come nel Chapas, in Siria come nell'Iran degli Ayatollah e degli Hezbollah.
- Perché convinti che la guerra non sconfigge il terrorismo, casomai lo alimenta.
- Perché la carta dell'Onu esclude e condanna la guerra come flagello dell'umanità, se ci sarà la guerra sarà come uccidere definitivamente l'Onu, già da anni debole e succube dei poteri forti.
- Contro la guerra economica basata petrolio e sulla tecnologia bellica. Il mondo è pieno di armi atomiche, chimiche, biologiche e di distruzio massa, gli Usa - 5% della popolazione mondiale - hanno speso l'anno scorso per le armi 500 miliardi di dollari, la metà dell'intero pianeta.
- Contro tutte le dittature e tirannie: da Pyonyang a Saddam a Fidel Castro, dai governi sanguinari di Sudan, Nigeria e Centroamenrica.
- Contro lo sterminio in Cecenia dell'intoccabile Putin e la vergogna di Guantanamo del "democratico" Bush.
- Contro le oltre 50 guerre dimenticate che insanguinano il pianeta tra l'indifferenza dell'informazione e la gioia delle lobbies dei costruttori di armi Italia compresa.
- Ed infine, ma soprattutto, a fianco dei nostri fratelli e sorelle iracheni, stremati da dodici anni di stenti decisi dall'embargo Usa, che dovranno pagare il prezzo più alto delle decisioni anglo-americane.

Con questo valido bagaglio di idee siamo arrivati alla Triburtina di primo mattino e ci siamo avviati con zaini e bandiere nella brezza frizzante tra le mete storiche della città eterna: Colosseo, Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, Piazza Navona, Fontana di Trevi, San Pietro e Lungo Tevere. Ovunque la presenza importante di manifestanti. I balconi e le finestre dei palazzi bardati con le bandiere pace, come a darci il benvenuto. Apprendiamo in mattinata che la partenza del corteo prevista per le 14.O0, deve essere anticipata di almeno due ore, causa l'eccezionale aflusso dei manifestanti, pena l'impossibilità di arrivare in San Giovanni. Ci fermiamo quindi in piazza Venezia davanti all'altare della Patria nei giardini strapieni. Il corteoarriva dai due lati verso le 12.30 con i gruppi delle Associazioni di volontariato, di Amnesty International, dei movimenti per la Pace, dei Sindacati confederali e di base, dell'Associazionismo religioso, dei Social Forum, delle aree antagoniste e della disobbedienza, delle ONG, delle organizzazioni degli studenti, delle donne, dei migranti, dei partiti politici di centro e di sinistra, gonfaloni di Regioni, Province e migliai di comuni portati dai vigili urbani delle città, intellettuali e liberi cittadini, per un impatto cromatico e coreografico di straordinaria bellezza. Poco prima delle sedici, dopo oltre tre ore e mezza di passaggio ininterrotto, vediamo la fine del corteo e ci accodiamo come le migliaia di amici presenti nella piazza con obiettivo San Giovanni dove parleranno i leaders. A circa 2 chilometri dalla piazza la moltitudine di manifestanti intasata in tutti gli spazi ci consiglia di proseguire e decidiamo di tornare alla stazione dove ci aspetta il treno per Rovereto.
Abbiamo partecipato e purtroppo non abbiamo vinto visto l'esito che ne è seguito, ma siamo ancora convinti che un mondo senza guerra è possibile. Che un mondo di pace, di giustizia, di diritti e di uguaglianza sia possibile. Il nostro impegno in questa direzione è e resterà alto. Altissimo.

Vallarsa, marzo 2003
Bruno Cumer




www.vallarsa.com > Indice > Vallarsa Notizie > Marcia per la pace