Su questo giornalino, qualche tempo fa, era pubblicato un mio articolo che descriveva cosa succede alla festa degli alpini in Pasubio, alla prima domenica di settembre.
Ricordate la "Zona sacra del Pasubio...? " Io ricordo di critiche, ma anche di soddisfazioni.
Se al giornalino non siano cambiati gli ideali nel far pubblicare anche il dissenso per quanto succede a riguardo di questo annoso problema, ecco un nuovo articolo. Non vuole essere la fotocopia di quello passato, ma la testimonianza che da allora, qualche cosa è cambiata.
In peggio, come adesso scrivo. Il grande potere delle varie comunità montane del Veneto nell'autorizzare e far salire fino alla chiesetta di S.Maria del Pasubio centinaia di automobili private di alpini e non, ha vinto ancora una volta. Ha vinto ancora una volta, nonostante che questo uso improprio del nostro territorio sia sotto gli occhi di tutti gli appassionati di questa montagna, che hanno la sfortuna di trovarsi lassù in determinate ricorrenze. Un po' in tutti i fine settimana estivi, ma in particolar modo alla prima domenica di settembre.
Ha vinto ancora una volta la logica di salire sulle nostre montagne in macchina , dato che il numero delle automobili private che a settembre hanno invaso anche quest'anno la famosa zona sacra del Pasubio, è più che raddoppiato rispetto agli anni scorsi. Questa famosa zona sacra che è più volte portata al settimo cielo quando, nei convegni di città, si parla del Pasubio, ma ricordo che è la stessa povera zona, che al momento giusto, quando serve o conviene, è ridotta a parcheggio, sempre più in alto, fin dove occorre, fino alle pendici del Palon. Questa stessa zona che è costretta anche ad assorbire l'olio motore delle auto con la coppa dell'olio rotta dalle botte contro i sassi della strada. Questa è sempre la stessa zona che è oramai abituata alle scampagnate di tende e tendoni e di feste campestri tipo oktoberfest.
Hanno vinto ancora le automobili, mancano di rispetto alla montagna di nostra proprietà, autorizzate a salire dalle comunità montane anche attraverso il nostro territorio, con permessi specifici per un faticoso "pellegrinaggio in Pasubio"...!
Lungo la strada degli Scarubbi, che sale dal versante vicentino, il confine di Provincia è ad oltre due chilometri dalla chiesetta, ma dato che la cosa a noi non interessa, approfittano per salire fino in cima al Pasubio, fino a quota 2.100 metri. Lungo questa strada non ci sono tabelle di confine e, per il tratto trentino, non esiste alcuna regolamentazione, nessuna ordinanza comunale, nessuna legge forestale. Nonostante muri pericolanti, crollati, tratti di strada disastrati o quasi impercorribili, tra l'indifferenza generale, lassù tutto si può fare. E' un vero peccato assecondare l'uso così spregiudicato del nostro territorio, di questo dimenticato angolo di Vallarsa. Non mi sembra che questo sia "turismo sostenibile".
C'è chi dice che sto perdendo tempo, chi mi ricorda addirittura la storia dei... mulini a vento, ma io non mi sento tale e ci tengo a far sapere che queste cose esistono e continuano a succedere. Ho lanciato un sasso nello stagno perfettamente piatto dell'indifferenza e del disinteresse generale e non ho nascosto la mano.
Voglio concludere riscrivendo le ultime due righe dell'articolo pubblicato tempo fa a riguardo dello stesso argomento. "...non mi sembra che a suo tempo, sotto i vari tendoni approntati per l'occasione, fosse stata questa la tanto decantata e da tutti auspicata protezione e valorizzazione del Pasubio".
Giorgio Broz
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