VALLARSA NOTIZIE N° 36 - giugno 2005 pag. 23


PROPOSTA DI LEGGE PER I PARCHI NATURALI

Recentemente il consigliere provinciale Bombarda ha presentato una proposta di legge per l'istituzione di alcuni parchi naturali. Tra questi uno interessa anche il nostro comune comprendendo il Pasubio e la zona di Campogrosso fino a Camposilvano, Speccheri e le Giare Larghe. Su tale proposta il consiglio comunale sarà chiamato a breve ad esprimere un proprio parere. Personalmente sono contrario all'istituzione di tale parco per le ragioni che di seguito andrò ad illustrare.

Istituire un parco vuole dire mettere delle regole e condizionare l'utilizzo del territorio su cui il parco si estende. Mi chiedo a cosa serva introdurre vincoli ulteriori se fino ad ora si è dimostrato di saper gestire rispettando l'ambiente. I proponenti sostengono che nessun ulteriore vincolo sarà introdotto. Se così fosse sarebbe inutile istituire un nuovo ente con costi che ricadono su tutti noi per fare ciò che si è fatto finora. Più realistico è ritenere che inizialmente non vi sarebbero vincoli o divieti nuovi, ma che questi sarebbero introdotti successivamente uno alla volta senza possibilità di opporsi.
In secondo luogo va osservato che un parco è gestito da persone che sono solo in parte espressione della comunità locale. In pratica quindi la gestione di una parte del territorio comunale sarebbe affidata ad estranei senza alcuna garanzia che i legittimi interessi delle popolazioni locali vengano tenuti in considerazione. Ritengo che tale stato di cose non sia auspicabile. Del resto contrariamente a quanto si sente affermare i rapporti tra i comuni ed i parchi non sono sempre buoni. Basti in proposito vedere l'esperienza dei comuni della Valle di Non nei confronti del parco Adamello/Brenta o dei comuni della Valle di Sole nei confronti del parco dello Stelvio. Ne basta la previsione di inserire sindaci o rappresentanti del comune nell'organismo di gestione. Infatti se la gestione fosse effettivamente affidata a costoro perché non lasciarla direttamente al consiglio comunale come è ora senza ulteriori duplicazioni?
In terzo luogo va osservato che frequentemente si propone di costituire parchi in alcune zone per poter manomettere più facilmente l'ambiente in altre. Il risultato è non solo di ostacolo allo sviluppo delle aree vincolate, ma anche controproducente in termini ambientali in quanto l'ambiente è un tutto unico che va gestito in maniera unitaria. Del resto gli ambientalisti più seri riconoscono che l'istituzione di un parco è una sconfitta per la natura.
In quarto luogo si osserva che un parco serve da richiamo turistico. Nel nostro caso ritengo che ciò non sia particolarmente vero. Questo tanto più che, se come sembra, andrà in porto l'inserimento delle Piccole Dolomiti nell'elenco dei luoghi inseriti nell'elenco dei beni patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, la possibilità di contare su un elemento di immediata riconoscibilità a livello di mercato turistico è comunque garantita.
In quinto luogo un parco costa, sono necessari uffici, custodi, personale amministrativo. Tali costi comportano la necessità di ridurre altre spese o di aumentare le tasse. Se il medesimo risultato è raggiungibile con costi minori sarebbe poco opportuno intestardirsi nel voler creare un nuovo ente.
In sesto luogo l'eventuale parco porterebbe poco alla nostra valle in termini di occupazione e di reddito creato. La previsione è che siano interessati oltre a Vallarsa i comuni di Trambileno, Terragnolo ed Ala. Ben difficilmente la sede del nuovo ente potrebbe essere a Vallarsa. Si avrebbero quindi i costi e pochi benefici. Infine il parco comprenderebbe frazioni, zone interessate ad attività produttive, aree potenzialmente adatte a nuove attività. Per chi abita o opera in tali zone tutto diventerebbe più difficile.
Come dicevo all'inizio sono contrario all'istituzione di questo parco, ma rimango favorevole ad una gestione attenta e sostenibile dell'ambiente che ci circonda. Avanzo pertanto una proposta alternativa. Gli uffici interessati illustrino le modalità con cui l'ambiente andrebbe gestito. Nel caso che tali modalità siano ritenute ragionevoli da parte dei diversi comuni interessati questi si impegnano ad operare in maniera conseguente.
Ai comuni stessi va un ammontare di risorse pari al costo che si avrebbe istituendo un parco. Si raggiungono i medesimi vantaggi mantenendo la gestione alle popolazioni locali. L'esperienza in altri paesi ha mostrato che questa strada alternativa consente di ottenere risultati migliori a costi più bassi. In definitiva, quindi, ritengo che gestire l'ambiente in maniera responsabile sia non solo un obbligo, ma anche un'opportunità. Ritengo però che la risposta "parco" a tale esigenza sia una risposta vecchia, inefficace e costosa. Sono possibili risposte più moderne ed efficaci.
In questo come in molti altri casi copiare senza adattare risulta perdente.

Geremia Gios




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