Non ho visto, o forse mi sono sfuggite, in quest'estate 2004 manifestazioni in ricordo del novantesimo anniversario dell'inizio della prima guerra mondiale per le nostre popolazioni: si vede che siamo proprio diventati italiani.
Da diversi anni è nata in me la curiosità di sapere cos'è successo con esattezza negli anni della grande guerra nella nostra zona sia perché in paese ed in valle ci sono molteplici reperti che
richiamano a quelle vicende, sia perché i miei genitori sono stati coinvolti direttamente in quegli avvenimenti, l'uno come soldato, l'altra come profuga.
Da parecchio tempo poi cerco fotografie del paese di Foppiano al termine del conflitto: le ho trovate quest'anno, finalmente, nel posto più ovvio: il Museo della Guerra di Rovereto.
Con queste premesse abbiamo organizzato una serata al Circolo di Foppiano. Mi sembra significativo riportarne la locandina:
Abbiamo così provato a ripercorrere quegli anni con l'aiuto di un calendario evidenziando ciò che sappiamo perché trasmessoci da chi ha vissuto quegli avvenimenti e ciò che abbiamo trovato su pubblicazioni locali.
1914
Allo scoppio della guerra partono parecchi soldati, i più giovani tra i Kaiserjäger o fra i Landesschützen, i più anziani nella Landwehr; non sappiamo quanti ma dovevano essere parecchi: nel 1900 Foppiano contava 138 abitanti. Angelo Gasperini ci ricordava che l'inizio fu tremendo perché morirono diversi dei nostri paesani proprio nei primi mesi: degli otto caduti che noi annoveriamo, tre sono deceduti al termine del conflitto per le conseguenze riportate, di uno non sappiamo luogo e data di morte, gli altri 4 sono caduti tutti nei primi mesi di guerra.
Abbiamo provato ad immaginare il paese al termine del 1914:
- Il paese è intatto nelle sue case:
- Mancano i maschi adulti, quando sono andati al fronte era già terminato il lavoro dei "cavaIeri" , il fieno era già raccolto. Chi è rimasto ha dovuto provvedere alla vendemmia, al taglio dell'"erziva", al lavoro dei boschi;
- Sicuramente pesa nel cuore la paura per la sorte gli uomini lontani, in paese vi sono già vedove e orfani.
1915
A maggio l'Italia entra in guerra con l'Austria. Vallarsa è comune di confine ma non viene evacuato dagli austriaci. Il confine non è difeso; gli Standschützen oppongono una limitata resistenza. In Vallarsa la compagnia degli Standschützen era numerosa con circa 300 uomini. Uno solo era di Foppiano, ma non ha avuto un comportamento militarmente esemplare infatti, ritrovatosi con gli altri a Campogrosso, ha subito abbandonato il corpo per passare con gli italiani Lentamente gli italiani avanzano ed in giugno o luglio occupano senza combattere anche il nostro paese, alla fine dell'anno arriveranno alla periferia di Rovereto.
Il paese viene evacuato dagli italiani che impongono agli abitanti di Albaredo, Foppiano, Zanolli e Matassone di spostarsi nell'alta Vallarsa.
Il paese al termine del 1915:
- Il paese è intatto nelle sue case o così pensiamo considerando che non vi era stata battaglia e l'evacuazione doveva essere temporanea: quando il fronte si fosse allontanato con la conquista di Rovereto, gli abitanti avrebbero fatto ritorno alle loro case;
- Nel paese si vedono solo soldati italiani che lo usano come retrovia del fronte. Per i civili non era impossibile tornare a prendere qualcosa ma dovevano essere accompagnati da soldati italiani.
Chissà se hanno potuto completare in qualche modo i vari raccolti o se hanno provveduto i soldati italiani: non abbiamo notizie;
Gli abitanti di Foppiano sono sparsi nei vari paesi e ciò avrà notevole importanza per il loro destino l'anno successivo.
I soldati ovviamente sono al fronte, non arrivano notizie di altri caduti.
1916
Il 15 maggio si scatena l'offensiva austriaca detta Strafexpedition: è interessata tutta la zona compresa tra la Valsugana e la Vallagarina.
Il 17 i fanti italiani della brigata Taro sono in ritirata a Foppiano, si fermeranno solo dopo i Bruni mantenendo il possesso del Parmesan e di Obra.
Gli austriaci conquistano subito anche il monte Zugna Torta, che sta proprio sopra Foppiano. Vengono però fermati poco dopo, alla curva dell'Esse, nella zona detta allora "Trincerone".
La mancata conquista del Monte Zugna costringerà gli austriaci ad attaccare Passo Buole partendo dai sottostanti paesi della Vallarsa. Lì si spegneranno le possibilità di avanzata nella nostra zona.
Nel successivo mese gli austriaci decidono di ritirarsi su posizioni più difendibili, in particolare sul crinale di Matassone. Tale posizione sarà però conquistata dagli italiani e gli austriaci si attesteranno sulla cresta che scende da Zugna Torta a sud di Foppiano.
Noi conosciamo queste trincee come quelle col "Stol del gil". Gli italiani avrebbero fatto un paio di tentativi di conquistare anche Foppiano, da sopra e da sotto, ma senza risultati.
Queste posizioni rimarranno invariate sino alla fine del conflitto. Nella valletta subito dopo Foppiano provenendo da Vallarsa, val del Mantel, era posto il comando delle truppe austriache locali: era formato da baracche poste in corrispondenza dei ricoveri scavati nella roccia.
Ora se ne intravede soltanto la posizione. Molto più evidente rimane la massicciata a monte della strada a protezione della stessa.
Il paese al termine del 1916:
- Le case mostrano sicuramente i segni della guerra: in paese hanno combattuto gli italiani in ritirata a maggio contro gli avanzanti austriaci. Dopo di allora il paese è esposto al bombardamento degli italiani dal Pasubio e dallo Zugna.
Quasi sicuramente non c'e segno di coltivazione dei campi;
Nel paese si vedono solo soldati austriaci che lo usano come immediato retrovia del fronte. Ai danni provocati dalle bombe si aggiungono sicuramente la demolizione e l'asportazione di quanto utile alla vita di trincea dei soldati;
- Gli abitanti di Foppiano come tutti i Vallarsesi hanno lasciato la valle in un momento che può andare dalla fine di maggio alla metà di giugno. Chi era riparato nei paesi a valle di Obra e Parrocchia viene mandato a Mittendorf, passando per Aldeno fino ad agosto.
Il 10 luglio di lì hanno visto passare e insultato Cesare Battisti appena catturato sul Corno che da lui prende il nome. Chi invece nel 1915 era stabilito negli altri paesi dell'alta Vallarsa, quelli rimasti sempre in mano italiana, vengono evacuati verso l'Italia: Legnago e poi Celle Ligure.
Giovanni Matassoni ed Elio Gasperini affermano che i profughi, o alcuni di essi, hanno avuto la possibilità di scegliere se riparare in Austria o in Italia. A me non sembra molto probabile una simile situazione.
1917
Non ci sono notizie di grosse operazioni militari in zona. Si rinforzano le posizioni, le trincee si arricchiscono di postazioni; arriva l'acqua da Spino mediante un acquedotto. Dietro le case nord viene costruito un cimitero per il primo battaglione del secondo reggimento dei Kaiserschützen (ex Landesschützen) impegnato nella zona:
dapprima molto piccolo diventerà via via più grande come appare in fotografia.
Il paese al termine del 1917:
- La situazione è quella di fine 1916. Il paese è probabilmente più distrutto. Gli abitanti sono nei campi profughi italiani ed austriaci, pochi si sono fermati ad Aldeno. Fanno loro compagnia il timore per i familiari soldati, la nostalgia per la pace e per il paese , i pidocchi, la fame, ...
1918
Poche le operazioni di cui abbiamo notizie. Sul Pasubio a marzo scoppia la mina più grossa. Alla Foraora si registra l'azione degli arditi italiani con esiti nefasti per gli italiani stessi. A fine ottobre si delinea la fine della guerra: i soldati austriaci accerchiati con la conquista di Marco si arrendono in luogo.
Il paese al termine del 1918:
- Sono tornati i soldati i soldati italiani
- Forse è tornato anche qualche profugo. Il grosso degli abitanti sarebbe però tornato nella primavera successiva: anche loro hanno avuto i loro caduti, cinque quelli di cui abbiamo notizie sicure. Voci di paese dicono che al ritorno la chiesa fosse usata come stalla di cavalli e la sacrestia contenesse fino a febbraio feriti austriaci
- Appaiono le prime baracche che comportano disagi già noti ai profughi, ma almeno sono nel loro paese.
Alcide Matassoni
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