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I monti vicini
"Dov'è la mia Compagnia? Dappertutto è un incessante rintronare di granate, di zaffate maleodoranti che fanno lacrimare gli occhi, di terra che vola in aria. Sento il bisogno di gridare dalla disperazione, di correre, di fuggire via da questo inferno; spicco grandi balzi, poi improvvisamente mi ritrovo disteso e mi addormento con l'innocenza di un fanciullo…..le ferite da curare e un'inaspettata licenza. Torno a casa, al mio habitat montanino, nel quale ero nato e cresciuto, finché arrivò il flagello della guerra a sradicarmi e a portarmi lontano, a sfidare la morte, con l'incognita che forse non avrei più fatto ritorno….e ora, trovarmi al mio paese natìo, dove tutto procede secondo gli arcaici ritmi stagionali, e la natura reitera la propria opera senza clamori, diventando, allo stesso tempo, la forza creatrice ed il creato, quella sciagura bellica, quel castigo umano, mi si presenta come la reminiscenza di un incubo offuscato, un sogno angoscioso e lontano; talmente remoto da apparire irreale. E l'irrequietezza che ne deriva, pur con flebile mestizia, accentua la sensazione di sentirmi più che irrelato, senza possibilità di riconciliazione, da quella belligerante catastrofe, mentre qui, al paese, l'accrescere della considerazione … per ogni istante vissuto con pieno godimento; … perché sono a casa, nel mio mondo, fatto di profumi intensi, colori, e suoni dall'arcaica naturalezza; …..un paradisiaco giardino, custodito da Martina, che della montagna ha colto, fin da bambina, quella dimensione di pace che dovrebbe essere condizione di vita di ogni uomo affinché i monti vicini non diventino mai lontani." |
Edizioni Stella - Rovereto - Settembre 2006 - pag: 118 |