Questione di giorni e
Vallarsa riavrà il suo segretario comunale. La delibera di reintegro
nel posto di lavoro a favore di Italo Scotoni è già esecutiva. Ed il
sindaco di Vallarsa ha fatto sapere al segretario di aspettarlo in
servizio, non proprio a braccia aperte, il prossimo 1 dicembre.
Secca la replica di Scotoni: tornerà in municipio a Raossi, certo.
Ma non quando lo ordina il primo cittadino, bensì quando, come la
legge gli consente, lui deciderà. E lo farà, giunta permettendo,
senza clamore.
Appena ha visto l'atto, ha parlato di vizio: la
delibera che lo reintegra - ha detto subito Scotoni - è stata votata
senza che nessuno si sia astenuto. Nonostante sindaco ed assessori
certo non abbiano fatto mistero di non amare il loro segretario. Ma
Scotoni non parla di ricorso, per ora. Parla solo di rientro in
ufficio. Perchè adesso c'è la conferma: tornerà a Raossi. Solo che
lo farà alle sue condizioni, non a quelle del sindaco.
Gios,
infatti, ha fatto sapere a Scotoni ed ai suoi legali del reintegro
con una lettera. Nella quale dava conto della delibera, e
sottolineava che il segretario sarebbe stato atteso a Raossi per il
prossimo 1 dicembre. Probabilmente - ma questo Gios non l'ha nè
detto nè scritto - per preparare un comitato di bentornato. Invito
che tuttavia Scotoni declinerà: «La normativa parla chiaro: io ho
trenta giorni di tempo dall'invito per presentarmi in ufficio. Il
sindaco Gios ha ritenuto opportuno, pur dopo due sentenze a mio
favore, provare a dirigere i giochi fino alla fine, indicandomi la
data del rientro. Perchè? Vuole forse attendermi sulla porta?
Tornerò in Vallarsa, ma difficilmente lo farò nella data indicata.
Proprio perchè vorrei tornare, dopo tutto quanto è stato detto e
scritto su di me, senza alcun clamore. Quello che non so è quanto
rimarrò».
Il riferimento, è alle condizioni di lavoro che il
segretario teme di trovare e che non possono prescindere dalle
ultime settimane, nelle quali Scotoni si è sentito bersaglio di
esternazioni forti: «Sono stato attaccato pubblicamente e sui
giornali. Le mie qualità personali - che dovrebbero essere valutate
solo internamente all'organo nel quale presto servizio - sono state
discusse in assemblee. E questo è un problema che prima di investire
me, investe il concetto di democrazia. Un sindaco, a nome della
comunità, tratta in questo modo un dipendente che, due sentenze
stanno lì a dirlo, ha licenziato ingiustamente. Per non parlare
della poca disponibilità nei miei confronti in queste settimane, in
cui sono stati negati ai miei legali documenti che abbiamo diritto
di vedere».
Compreso l'orario di servizio: «L'ho chiesto, ma mi
hanno detto che spedirmelo comporta dei costi. Mi sono offerto di
pagare, ma non ho avuto nulla comunque».