25/09/03




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L'avvocato di Scotoni

«Pericolose le critiche ai magistrati»


ROVERETO. «Non si può definire una sentenza "incomprensibile", come scritto sul manifesto dell'uomo sandwich, o "allucinante" come dichiarato dal sindaco, prima di averla almeno letta».
E' secco il commento di Gianni Margoni, avvocato di Itali Scotoni, dopo le recenti prese di posizione dell'amministrazione Gios, pronta a dimettersi dopo che la Corte d'Appello di Trento ha definito illegittimo il licenziamento del segretario Scotoni. «Non è ammissibile - prosegue l'avvocato Margoni - tranciare da parte di amministratori pubblici giudizi sui magistrati (e sono tanti: del Tar, del Consiglio di Stato, della Corte d'Apello) che hanno deciso a favore del dottor Scotoni, deriderli con l'invito ad andare a fare il commissario al comune, con la presunzione di essere sempre dalla parte della ragione. La lettura delle sentenze fin qui pubblicate, avrebbe dovuto suggerire maggiore prudenza (o, meglio, umiltà) e, forse, maggiore completezza nell'informazione. Mi sembra strano che il popolo della Vallarsa sia insorto contro la sentenza per un interiore moto spontaneo e non invece in conseguenza di istigazioni e sollecitazioni di amministratori, che alimentano il già esistente cima di intolleranza e odio. In attesa di conoscere le ragioni della decisione della Corte d'Apello, tale considerazione mi pare confortata da quanto scritto dal Procuratore della Repubblica di Trento dottor Granero e dal sostituto Giadrina, in una requisitoria relativa al procedimento a carico di alcuni amministratori nel '97: "Sconcertanti sono anche la rabia ringhiosa e l'implacabile determinazione con cui taluni dei pubblici ufficiali indagati, incuranti delle conseguenze per la vittima...hanno inteso affermare...il loro diritto a perpetuare situazioni di illegalità... basterebbe leggere il verbale della Commissione di disciplina insediata dal sindaco di Vallarsa, ra l'altro con cambio di presidenza in itinere sorretta da dichiarazioni falsamente datate, per essere indotti a riflessioni amare sulla capacità del Sistema d'espellere, con strumenti apparentemente legali, coloro che non sono omologhi e, pertanto, sul futuro della nostra democrazia". I fatti recenti - pressioni, minacce di dimissioni, sollecitazioni all'astensione dal voto, attacchi a magistrati - attengono appunto ad un concetto di democrazia pericoloso».




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