ROVERETO. «Non si può definire una sentenza
"incomprensibile", come scritto sul manifesto dell'uomo sandwich, o
"allucinante" come dichiarato dal sindaco, prima di averla almeno
letta».
E' secco il commento di Gianni Margoni, avvocato di Itali
Scotoni, dopo le recenti prese di posizione dell'amministrazione
Gios, pronta a dimettersi dopo che la Corte d'Appello di Trento ha
definito illegittimo il licenziamento del segretario Scotoni. «Non è
ammissibile - prosegue l'avvocato Margoni - tranciare da parte di
amministratori pubblici giudizi sui magistrati (e sono tanti: del
Tar, del Consiglio di Stato, della Corte d'Apello) che hanno deciso
a favore del dottor Scotoni, deriderli con l'invito ad andare a fare
il commissario al comune, con la presunzione di essere sempre dalla
parte della ragione. La lettura delle sentenze fin qui pubblicate,
avrebbe dovuto suggerire maggiore prudenza (o, meglio, umiltà) e,
forse, maggiore completezza nell'informazione. Mi sembra strano che
il popolo della Vallarsa sia insorto contro la sentenza per un
interiore moto spontaneo e non invece in conseguenza di istigazioni
e sollecitazioni di amministratori, che alimentano il già esistente
cima di intolleranza e odio. In attesa di conoscere le ragioni della
decisione della Corte d'Apello, tale considerazione mi pare
confortata da quanto scritto dal Procuratore della Repubblica di
Trento dottor Granero e dal sostituto Giadrina, in una requisitoria
relativa al procedimento a carico di alcuni amministratori nel '97:
"Sconcertanti sono anche la rabia ringhiosa e l'implacabile
determinazione con cui taluni dei pubblici ufficiali indagati,
incuranti delle conseguenze per la vittima...hanno inteso
affermare...il loro diritto a perpetuare situazioni di illegalità...
basterebbe leggere il verbale della Commissione di disciplina
insediata dal sindaco di Vallarsa, ra l'altro con cambio di
presidenza in itinere sorretta da dichiarazioni falsamente datate,
per essere indotti a riflessioni amare sulla capacità del Sistema
d'espellere, con strumenti apparentemente legali, coloro che non
sono omologhi e, pertanto, sul futuro della nostra democrazia". I
fatti recenti - pressioni, minacce di dimissioni, sollecitazioni
all'astensione dal voto, attacchi a magistrati - attengono appunto
ad un concetto di democrazia pericoloso».