FOLGARIA. Italo
Scotoni potrebbe rimettere piede in Vallarsa. E potrebbe farlo
vestito dell'onore che ieri la corte d'appello di Trento gli ha
restituito: nella causa contro il comune di Vallarsa, infatti, il
segretario comunale più contestato del Trentino ha vinto su tutta la
linea. Ed ora deve solo decidere se tornare in municipio a Raossi o
se optare per la buona uscita.
«Allucinante». Questo l'unico
commento del sindaco di Vallarsa Geremia Gios, avvertito della
sentenza dall'avvocato Giuseppe Chiocchetti. Di più non è riuscito a
dire. E' rimasto pure lui, professore dall'eloquenza proverbiale,
senza parole. Con la sentenza del giudice del lavoro che nel gennaio
2003 aveva giudicato legittimo il licenziamento di Scotoni, era
convinto di essersi liberato una volta per sempre del suo peggior
incubo.
Invece nulla. La sentenza della corte d'appello di Trento
per il comune di Vallarsa è una legnata senza precedenti:
licenziamento illegittimo e comune condannato al reintegro di
Scotoni sul posto di lavoro, al pagamento di tutti gli stipendi non
percepiti dalla data del licenziamento - e sono tre anni di stipendi
- alla ricostruzione della carriera del segretario comunale, nonché
al pagamento delle spese.
In linea teorica, quindi, Scotoni
potrebbe rientrare in municipio da segretario comunale. In
alternativa ha diritto di rifiutare, ma in questo caso oltre alle
mensilità che non ha percepito finora gli dovrebbero liquidare altri
quindici stipendi. Per ora il segretario comunale non si esprime.
Quel che si sa è che si è preso qualche giorno per decidere cosa
fare. Si esprime, invece, e lo fa con comprensibile soddisfazione,
l'avvocato di Scotoni, Gianni Margoni. «Siamo soddisfatti, anche
perché la causa è stata incerta sino alla fine. Già nel 2003,
davanti al giudice del lavoro, il comune di Vallarsa aveva
presentato ventiquattro motivi di licenziamento. E per ognuno noi
avevamo eccepito che non c'era alcuna ragione per vedere nel
comportamento del segretario comunale scorrettezza o altro. Ma
allora non c'è stata data ragione. Ed è stato un brutto colpo, per
Scotoni. Ora invece, dopo 130 pagine di memoria difensiva, la corte
d'appello ci ha dato ragione. Certo, i disagi morali, quelli non
possono essere riparati, Il mio cliente è rimasto tre anni senza
stipendio, da quel 18 novembre 2000, quando la giunta Gios l'ha
licenziato».
Chiudendo un rapporto fin dall'inizio difficile tra
amministrazione e segretario. Irremovibile lui, Scotoni. Che per la
prima volta ha messo piede a Raossi nel '95. Nemmeno sei mesi, ed è
stato licenziato per il mancato superamento del periodo di prova. Da
qua il primo ricorso al tar (vinto da Scotoni) che la riportato in
servizio. Dopo altre sei mesi, da capo. Licenziato e reintegrato dal
Tar. Fino al novembre del 2000. Quando è stato per l'ennesima volta
licenziato. Innumerevoli i motivi addotti dalla giunta Gios. Si
andava da omissioni d'atti d'ufficio, al rifiuto di firmare le ferie
dei dipendenti, dalla negazione della controfirma per le delibere di
giunta, agli insulti personali. Motivi che hanno retto fino a ieri
ma che non sono stati sufficienti per superare l'appello. E la
battaglia di Scotoni non è ancora finita: «Abbiamo fatto ricorso
anche contro la sentenza della corte dei conti che ha sancito la
corresponsabilità di Scotoni per la mancata riscossione dell'Ici
negli anni '93 e '94 - spiega l'avvocato Margoni - Ma la norma
sull'Ici prevede che sia una delibera a determinare chi, nell'ambito
della pubblica amministrazinoe, debba occuparsi della questione. E
Scotoni non è mai stato nominato quale funzionario incaricato.
Attribuirgli responsabilità per cose riguardo alle quali non aveva
né incarico né potere è illogico».