VALLARSA. Decisivo passo in avanti verso la
formalizzazione del Patto territoriale "Valli del Leno", lo
strumento che potrebbe far uscire l'area da una situazione di
declino sempre più pesante. I sindaci di Terragnolo, Trambileno e
Vallarsa si sono incontrati mercoledì con il vicepresidente della
giunta provinciale Roberto Pinter, che ha assicurato la massima
collaborazione dell'ente pubblico. Tra i progetti in cantiere anche
l'ecomuseo del Pasubio.
Fra le aree "deboli" del Trentino, le
Valli del Leno sono l'ambito che forse più degli altri ha un debito
da saldare con lo sviluppo. Bassa densità demografica (dal 6.189 del
1951 i residenti nei tre comuni sono scesi ai 3.354 del 2001), forte
dispersione e frazionamento dei paesi, difficile accessibilità,
condizioni orografiche e climatiche difficili sono elementi di
criticità di un territorio che si trova ad un bivio decisivo:
declino o rinascita. Queste le premesse dell'incontro avvenuto
mercoledì sera al municipio di Vallarsa tra il vicepresidente della
Provincia Roberto Pinter, e i sindaci e le giunte comunali di
Trambileno, Terragnolo e Vallarsa, rispettivamente guidate da
Stefano Bisoffi, Danilo Gerola e Geremia Gios. I sindaci hanno
illustrato le linee d'indirizzo della bozza del Patto territoriale
"Valli del Leno", che passerà al vaglio dei tre consigli comunali
per poi essere formalizzata ed inviata alla Giunta provinciale.
L'obiettivo è innescare un processo di sviluppo sostenibile e
"endogeno", che porti ad un nuovo equilibrio socioeconomico le tre
comunità. Condizioni necessarie per raggiungere l'obiettivo:
garantire di un sufficiente numero di posti di lavoro in loco e
raggiungere una qualità della vita paragonabile a quelle delle altre
aree della provincia. I settori in cui si esplicheranno le strategie
di intervento dei privati sono l'agricoltura, con la ripresa della
coltivazione della vite, Müller Thurgau in particolare,
l'allevamento, l'artigianato, la piccola industria, il turismo
rurale e la formazione professionale mirata a fini didattico
dimostrativi e volta alla valorizzazione di costumi e usanze locali.
Gli interventi ipotizzabili in campo economico, sociale e ambientale
dell'ente pubblico riguardano in modo particolare la sistemazione
della viabilità, la sistemazione degli acquedotti delle frazioni e
il completamento del sistema fognario, l'arredo urbano, il recupero
delle memorie della prima guerra mondiale come base per lo sviluppo
turistico, la realizzazione dell'ecomuseo del Pasubio. Bisognerà
inoltre predisporre un adeguamento dei servizi (micronido e/o
servizio tagesmutter, riorganizzazione delle scuole elementari) e
incentivare forme d'aggregazione tra i giovani. Ma è sul recupero di
una presenza e permanenza della gente in montagna, come rileva
Pinter, che si gioca la scommessa più difficile. A questo proposito
le iniziative da mettere in campo riguardano un miglior utilizzo dei
boschi, l'utilizzo della biomassa (fonte rinnovabile) per il
riscaldamento degli edifici pubblici, il ripristino e la
qualificazione di aree incolte, terrazzamenti e viabilità minore, la
sperimentazione di modalità di controllo dell'accesso ad aree
ambientalmente sensibili. Pinter ha spiegato che il riscatto di
quest'area rientra tra gli obiettivi prioritari della Giunta
provinciale.