18/02/03




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«Italo Scotoni paralizzava Vallarsa»
Dalle motivazioni di Cuccaro le cause di un licenziamento inevitabile


ROVERETO. La conclusione del giudice del lavoro Michele Cuccaro č cristallina: presi uno per uno, gli addebiti (sono ventidue) in base ai quali il comune di Vallarsa ha licenziato Italo Scotoni potevano anche non essere sufficienti ad integrare la giusta causa, ma assieme sono fin troppi per provare un' «irreparabile lesione dell'elemento di fiducia posta in essere da Italo Scotoni attraverso plurime condotte convergenti nel rendere impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro nelle delicate mansioni di segretario comunale».
Scotoni si č difeso durante la causa di lavoro con cui chiedeva di essere riammesso nell'incarico di segretario in Vallarsa, da dove era stato licenziato, sostenendo che il clima di oggettiva tensione era dovuto ad un atteggiamento ostile da parte di amministratori e dipendenti del comune. E' una lettura in astratto possibile (tutti contro di lui) ma che in concreto diventa difficile da immaginare, rileva il giudice, visto che per stessa ammissione di Scotoni li stessi problemi aveva avuto nella sua precedente esperienza lavorativa in Vallarsa, con un sindaco e una giunta diversi, e pure a Nogaredo e San Lorenzo in Banale, gli altri due comuni nei quali ha lavorato come segretario. Insomma, delle due l'una: o tutto il mondo č coalizzato contro il segretario Italo Scotoni, oppure nel suo modo di rapportarsi col resto del mondo (amministrativamente parlando) c'č qualcosa che non va. Magari anche solo per eccesso di scrupolo, nel pretendere un rispetto formalistico della normativa e della prassi talmente rigido da diventare ostruzionistico, ma comunque (sempre parlando dal punto di vista amministrativo) patologico. L'effetto in Vallarsa č stato, tra le altre cose, la perdita di qualsiasi rapporto non solo umano ma anche professionale con gli altri impiegati e con l'amministrazione. «Per avere chiarimenti o le ferie firmate - ha detto uno dei testimoni - dovevamo rivolgerci al sindaco: il segretario non solo non dava nessuna risposta, ma minacciava denunce per supposte illegalitą di fronte a qualsiasi richiesta». Ma non solo. Di fronte ad un suo rifiuto di firmare una serie di mandati «a copertura» che riteneva irregolari (e che all'esame del magistrato sono risultati invece prassi comune e legittima di ogni amministrazione) a fine 1999, il Comune fu costretto a nominare un commissario ad acta per approvare il proprio bilancio consuntivo. Non č l'unico caso, ma č inutile elencarli. «Emerge in modo chiaro - scrive Cuccaro nella motivazione della sua sentenza - come il ricorrrente abbia costantemente tenuto una condotta che, lungi dall'assicurare alla struttura cui era preposto un normale e corretto funzionamento, ha portato alla sostanziale paralisi di essa». Quindi il licenziamento non solo č stato legittimo, ma anche inevitabile.




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