VALLARSA. La Regione non si decide a recepire la
normativa nazionale? Non c'è problema. Almeno non in Vallarsa che, sulla
contestata riforma dei comuni, ha semplicemente fatto da sola. Con una
delibera. Che ha riportato il comune retto da Gios ai tempi pre legge
Bassanini.
La legge Bassanini e il nuovo regolamento di contabilità già
due anni fa avevano portato i sindaci trentini sulle barricate. Punto
dolente, la distinzione tra le funzioni politiche - appannaggio della
giunta - e quelle di gestione, ora delegate ai funzionari. La Regione ha
recepito la Bassanini e l'ha calata sui comuni proprio mentre a livello
nazionale si tornava parzialmente indietro, escludendo dalla normativa i
comuni al di sotto dei tremila abitanti. Ed è a fronte di questo che anche
i comuni trentini hanno fatto pressione per essere esentati dalla riforma.
Arrivando anche ad azioni eclatanti: in giugno i sindaci hanno occupato il
palazzo della Regione chiedendo venisse recepita a deroga già vigente a
livello nazionale. Ma nulla si è mosso.
Stanco di aspettare quelli che
in delibera ha definito «i tempi del legislatore regionale più vicini a
quelli propri della geologia che a quelli concernenti il quadro socio
economico attuale», il sindaco di Vallarsa Geremia Gios è passato alle vie
di fatto. In primis è andato da un giurista. Il quale ha assicurato che -
ai sensi della riforma costituzionale - i comuni non sono più subordinati
ad altri enti territoriali e quindi hanno pieni poteri in tema di funzioni
amministrative. Possono, insomma, scavalcare l'immobilità della Regione. E
così hanno fatto in Vallarsa, approvando una modifica allo statuto
comunale per - di fatto - recepire la normativa nazionale che la Regione
ha fino ad ora ignorato. Col risultato che Vallarsa è tornata ai tempi pre
Bassanini: le funzioni di gestione restano in mano alla giunta che può
delegarle - se vuole - ai funzionari.
«Altri comuni si limitano ad
ignorare la riforma, io ho cercato di muovermi in modo ufficiale - osserva
Gios che spiega il perché - Nei comuni piccoli la riforma, anziché portare
ad uno snellimento della macchina burocratica, la rende elefantiaca. Un
esempio? L'anno scorso a Natale si è rotto l'acquedotto. Il funzionario
non è di Vallarsa ed era in ferie. La procedura avrebbe previsto che, al
suo ritorno, trovasse sul tavolo un atto d'indirizzo dell'assessore ed a
fronte di ciò chiamasse i tecnici. Nel frattempo il paese sarebbe rimasto
senz'acqua. Si è mosso invece l'assessore, chiamando gli operai. Un anno
fa non avrebbe potuto. Ora può, con meno disagi per tutti». Per Gios la
questione è semplice. Solo che rischia di innescare un pandemonio, se gli
altri comuni sposano l'iniziativa. Per non parlare delle reazioni in
Regione. «Se non approvano - conclude sornione Gios - possono sempre
ricorrere al Tar».