Mentre la gente cominciava ad arrivare - e che sarebbe stata parecchia era più che prevedibile - lui, stoicamente, se ne stava tranquillo al suo posto a riordinare le sue carte. Scotoni non ha detto una parola per tutto il consiglio, anche quando interpellato ha preferito astenersi. «Facciamo il nostro dovere» ha solo annunciato, a mezza voce, prima dell'inizio della seduta, mostrando l'invito spedito dal sindaco per raccomandata, a presenziare alla serata. Ed era tutto un punzecchiarsi ed ostentare indifferenza, tra lui e Gios. Più Gios lo chiamava in causa - riferendosi e commentando sue osservazioni scritte alle delibere da approvare - più lui si mostrava sereno e tutto sorrisi. Tanto da sistemare le carte del sindaco, quando si erano scompigliate in un momento di foga. Fino alla sua uscita di scena, al momento di trattare l'ordine del giorno sulle dimissioni. «ma poi deve tornare» gli ha ricordato, sornione, Gios.
Ma il sindaco, durante quello che doveva essere il funerale della sua amministrazione, non si è certo lasciato andare alla tristezza. Tant'è, Gios non è uomo da abbattersi per simili cose, anzi: ha concluso la serata con una bicchierata in compagnia. Ieri non era infatti solo il giorno delle dimissioni - dovute appunto al rientro in servizio del segretario Italo Scotoni - era anche il suo compleanno. E quindi in pieno consiglio - seppur informale per dare la possibilità al pubblico di parlare - ha promesso: «Se il bar è ancora aperto, bevete pure a nome mio». Generoso, e la gente ha apprezzato. Come ha apprezzato la sua seppur breve stagione amministrativa, tanto da conferirgli - ma l'iniziativa è stata del consiglio - un diploma. Come «Supersindaco 2003».