Obra
Una poesia di Fioly Bocca


Terra di sole e di sempre,
Obra, obra de tierra y de gente.
Montagne che sono
giganti
larghi come spasmi,
incanti di ieri e domani,
corredo di sassi,
occhi umani e spessi,
austeri e forti come lui
e le sue mani.

Obra, cuscino di velluti
che sono muschi, ricami e rami ritorti,
Paese rimani,
legge salda e remota del tempo,
vento che fiata e che sento
nel petto.
Come le fiabe
che aspetto impaziente
su ginocchia ferme,
le favole antiche
-ricordi di fate-
e le storie inventate.

Estati lunghe come
litanie,
preghiere che sono le mie
fiatate con pena sul prato,
-il dolore del mondo,
l'amore rinato,
il primo sguardo del giorno,
il torpore infecondo-.

Obra, inverni fondi come
ferite,
montagne che sono corona,
rami al cielo -preghiere impietrite-
il tuo ceppo nella stufa,
il cielo che tuona,
il fuoco che sbuffa,
e irride le piccole vite.

Monti, sfide al sempre
e al divenire,
miracolo che sgela
ogni anno a primavera,
tutto riparte
e ogni cosa si avvera.




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