AMICO MIO: PARLO PER TE
di Nadia Sartori


ASCOLTA IL SILENZIO
E' UN CHICCHIERIO SOMMESSO
DI FRASI PERDUTE
UN SILENZIOSO MORMORIO
DI PAROLE MAI DETTE

Quando si può solo ascoltare e gli occhi rotolano vertiginosamente, come fossero loro ad emettere parole, suoni, frasi; e di tanto in tanto lasciano cadere lungo le guance grosse lacrime salate, gonfie di dolore e di amarezza, solo allora si può dire di poter davvero ascoltare il silenzio.
Giorno dopo giorno la vita se ne va, come una piuma al vento dall'infinita voglia di sole, d'aria, che le fa cambiare di continuo direzione: alzare, verso il cielo, puntare le nuvole, accompagnare gli uccelli nei loro voli, seguire la scia lasciata dagli aerei, abbassarsi, sfiorare la cima dei cipressi, accarezzare l'erba verde dei prati, baciare fiordalisi e papaveri, sino a quando qualcuno non ti spolvera il vestito della festa e tu te ne vai, lontano, lontano dalla folla dei parenti, amici, curiosi, ingombranti figure che hanno fatto parte del tuo trascorso.
La luce dei riflettori che avevano illuminato il tuo cammino si avviano all'esaurimento e tu cadi nell'oblio del sonno, caldo, rassicurante; le tue membra si distendono, le gambe, le braccia, il cervello, immobili attori consapevoli della fine si lasciano modellare per un'ultima volta, confusi, per questa follia finale.
I lunghi incubi precipitano in un pozzo senza fondo.

"Adesso sono un uomo libero".
"Libero."
" Mai più vertigini, camminate rasenti al muro per paura di cadere, camminate con il corpo inanimato mentre la mente galoppa.
Ora potrò riavere la mia intelligenza, il mio saper ragionare, il mio naso, il mio sorriso, anche se non aveva mai ispirato immediate simpatie.
Sono arrivato alla soglia del mondo in silenzio, senza calpestare nessuno, spostandomi al passaggio di una formica, tenendo sempre le persiane chiuse da dove però la luce del giorno penetrava rendendo più naturale la penombra che m'avvolgeva d'una luce fioca. Ma sempre luce era. Sempre uomo ero.
Un uomo di carta, appallottolato, spiegazzato, scarabocchiato, tagliuzzato e malato, alla ricerca d'una verità che non arrivava mai. Avevo accettato la fine prima che iniziasse l'inizio, senza dignità, rifiutato la vita senza averla vissuta, ingoiato pugni di pillole come fossero caramelle, inerme, in silenzio, senza odio, senza rancore, senza amore.
Con ironia mi sono annullato in uno stordimento distruttivo allontanando da me il cielo, la terra, il loro contenuto estrapolandone solo: il silenzio.
Purtroppo pochi hanno saputo ascoltare il mio silenzio ed io me ne sono andato in punta di piedi senza disturbare nessuno o perlomeno cercando di disturbare il meno possibile."

Sei transitato come una meteora AMICO MIO in questa terra di Vallarsa .

Queste pagine bianche chiacchierano, mormorano, si animano di suoni, parole, frasi, ricordando i tuoi silenzi.
Il silenzio ora parla.
Parla per te.




Dedicato a Mario Sartori






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