Le moderne tecnologie applicate all’agricoltura, riescono a far rivivere anche in Vallarsa appezzamenti di terreno altrimenti abbandonati.
Terre addormentata da decine di anni di abbandono, inselvatichite, abbruttite nell’aspetto, come fossero senza padrone. Adesso ci sono terreni che appaiono carchi di filari e di moderni tralicci, riportati a fruttificare in maniera remunerativa i prodotti della terra coltivati anche da noi con tecniche recenti e con sapienza antica.
Profonde bonifiche agrarie in poco tempo cambiano il territorio ed appaiono filari di uve pregiate o di altri prodotti particolari.
Senza questo clamore quasi industriale, in silenzio è arrivata in valle un’altra nuova cultura agraria. Nuova per noi, ma forse antica quanto la vite. Spingendo indietro il bosco invadente e utilizzando antichi terrazzi di ex coltivi, sono apparsi gli ulivi. Per ora “solo” una cinquantina della varietà “grignano”, molto resistenti al freddo, già tutti in fila e concimati per bene in attesa della buona stagione.
In una terra “poco nera”, oramai da molti anni abituata ai carpini ed al pino silvestre. In una terra lontana dai trattori, dove la fatica è sulla pelle. In una terra che non ha mai cresciuto questa cultura e che il signor Lino dovrà addomesticare per far crescere e fruttificare i suoi “figli”.
Già si vedono queste piantine e sono già forti, hanno la loro personalità con le foglie ostinatamente verdi. Subito a lato e sopra di loro, le piante selvatiche del bosco, ora spoglie e nere, stanno a guardare. Loro hanno più tempo di noi e vedranno i risultati. Complimenti comunque al signor Lino per il suo coraggio e per la sua fiducia nel futuro.
|