23/04/2008 - Articolo di Chiara Zomer da www.ladige.it
Quando si sono visti arrivare la lettera, probabilmente, quelli di Tim, Wind e affini hanno faticato a crederci. Non ci fossero stati carta intestata e timbro comunale, probabilmente avrebbero pensato ad uno scherzo. Eppure la questione era semplice semplice:il sindaco di Vallarsa Geremia Gios ha chiesto alle ditte di telefonia di pagare l'Ici sulle antenne. E non da oggi. Perché, dopo essersi studiato per bene la normativa, il sindaco ha fatto due conti. E ai colossi delle telecomunicazioni non si è limitato a chiedere l'Ici da adesso in avanti:dall'azienda pretende anche gli arretrati sulla tassa non pagata negli ultimi sei anni. Il che fa gonfiare e non poco il conto finale:per ogni antenna Vallarsa pretende, tra Ici dell'anno in corso e arretrati, tremila euro. Un calcolo che risulta da tabelle precise:ogni traliccio è accatastato, ed ha un valore di costruzione. Quello si moltiplica per un coefficiente di 52 e da lì si calcola il 4 per mille: 500 euro l'anno, tremila in sei anni. Il che, moltiplicato per le antenne di proprietà che sono state installate sul suolo vallarsero - sei in tutto - fa lievitare a circa 18 mila euro il conto complessivo, spalmato su tre aziende: la Telecom, la Wind e una società collegata alla Rai. Soldi che, dopo una sorta di lunga trattativa, ora il comune sembra vicino ad incassare:è di mesi fa la prima lettera inviata. Da allora le aziende hanno pure provato a schivare la grana. Ed è comprensibile:di tutti i comuni italiani che hanno sul loro territorio i tralicci telefonici, nessuno paga l'Ici. Ma dopo mesi di dinieghi, pare che stiano per capitolare e firmare l'assegno richiesto. Anche perché si fa complicato avere un contenzioso con un Comune dove, magari, si vorrebbe pure installare ulteriori tralicci. Ma non è tutto. Perché la battaglia di Gios è solo all'inizio. Da otto mesi il sindaco lavora sulla questione. E si è dato da fare parecchio. Prima sentendo esperti e docenti universitari, tra cui l'ex ministro Augusto Fantozzi, e poi con un viaggio esplorativo al ministero delle finanze. Poi si è mosso. Con un intento preciso:chiedere soldi ad ogni antenna o traliccio che si erge sul suolo vallarsero. Quindi non solo le ditte di telefonia. Ci sono anche i tralicci dell'alta e della media tensione. Ed è questa la partita succulenta:solo i 20 tralicci da 320 mila volt, di proprietà della "Terna", potrebbero fruttare ottanta mila euro:«Le lettere le abbiamo già spedite - spiega il sindaco - adesso aspettiamo. E in questi giorni stiamo facendo i calcoli per i tralicci della media tensione, che sono invece di proprietà di Trentino Servizi. Finiti i conti, chiederemo i soldi anche a loro ». Ma l'ipotesi più probabile, e questo il sindaco lo sa, è che i rispettivi amministratori delegati si mettano di traverso. Ma Gios è più che pronto anche a questa eventualità:«Se si va alla guerra si cerca di avere l'artiglieria pesante - spiega - io ho già contattato degli esperti, pronti a sostenere la mia tesi, tra cui l'ex ministro delle finanze nonché docente universitario Augusto Fantozzi». Insomma, il sindaco è convinto. Anche perché, osserva, «non vedo perché dovrei chiedere ai miei concittadini di pagare l'Ici su una piccola casa di proprietà, mentre non devo farlo con i colossi delle telecomunicazioni e dell'energia. I soldi che il Comune incamererà? Con i primi completeremo la rete fognaria del comune e penseremo ad un progetto di arredo urbano». Ma le ambizioni di Gios vanno ben più in là:«Se tutto va bene, l'obiettivo è non far più pagare l'Ici ai miei concittadini. Ma è ancora presto». Per ora si limita a chiedere il conto ai proprietari dei tralicci. E c'è da scommettere che anche il conto che presenterà a breve a Trentino Servizi non sarà dei più leggeri. Il tutto, con ogni probabilità, creando un precedente:«Sì, siamo i primi. So che si sta muovendo in questo senso anche il comune di Padova, ma anche loro sono all'inizio».
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