Con la moglie gestisce due negozi, a Camposilvano e Obra:
«Ma se non cambia chiuderemo a breve»
La spesa media si aggira sui 3, 4 euro
Giuseppe Gasperini: «Eppure il fisco ci tratta come i grandi»


30/01/2008 - Articolo da www.ladige.it


Il piccolo negozio di Camposilvano, era già stato deciso, doveva chiudere il 31 dicembre del 2007. Ma poi, soprattutto per le insistenze di molti paesani e anche quelle dell'amministrazione comunale, Giuseppe Gasperini e Gemma Stoffella hanno deciso di tentare ancora. Di andare avanti. Ma a questo livello si tratta quasi di volontariato, se non proprio di un servizio sociale. «Eppure il fisco ci tratta alla stregua delle grandi aziende commerciali. E la cosa è assurda». Giungiamo dopo l'imbrunire a Camposilvano di Vallarsa. Sulla destra, ecco la grande scritta sul muro: «Minimarket. Alimentari, bazar, ferramenta, pane fresco tutti i giorni». Sulla porta ci attende Giuseppe Gasperini. È il comproprietario dell'esercizio e anche di un altro che sta a Obra, non troppo distante da qui. La responsabile di questo, di negozi, è la moglie Gemma Stoffella. «Le due botteghe sono aperte a tempo pieno solo all'estate, - dice Gasperini - quando la valle fa il pieno di turisti, specialmente del vicino Veneto. Il resto dell'anno qui a Camposilvano teniamo aperto due ore e mezzo al mattino e il sabato tutto il giorno». Vale la pena? «In verità io ho una mia azienda idraulica. Il negozio? Certo a livello di soldi non vale la pena». Perché allora resistere? «Lo sforzo è fatto anche in funzione dei due paesi. A Obra abbiamo un dipendente che apre dalle 9 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.30. Ma non so fino a quando resisteremo». Ci diceva che la chiusura era già stata decisa. «Con mia moglie si era stabilito di chiudere il 31 dicembre del 2007. Poi però ci sono state insistenze da parte di molti concittadini. I paesi, con la chiusura, avrebbero conosciuto un contraccolpo drammatico». Entriamo nel negozio, ampio, pulito. C'è l'essenziale e anche qualcosa di più. «I due negozi sono stati ristrutturati dal Comune e quindi noi non paghiamo l'affitto. Qui a Camposilvano il lavoro è familiare. Eppure è durissima. Abbiamo pure aderito all'offerta provinciale per i pluriservizio: ad esempio disponiamo di fotocopiatrice, fax e vendiamo pure prodotti del commercio equo e solidale. Ma assolutamente, quei contributi servono al massimo a coprire qualche buco». Un aiuto sostanziale potrebbe venire dalla fidelizzazione di molti paesani. Scuote la testa Gasperini: «Le persone con maggiore livello di consumi, le famiglie giovani, preferiscono prendere l'automobile e recarsi ai centri commerciali. L'anziano, che è quello che si sposta meno, consuma il minimo». Quindi? «L'altro peso enorme è il fisco che usa le stesse misure che applica al grande negozio di città. Ma noi el ne mónda ». Poi Gasperini tira il fiato e continua: «Se non cambia radicalmente qualcosa, diventa assurdo. Devi fare un mutuo per pagare le imposte». Qual è il bacino potenziale di utenti nei due paesi? «A Camposilvano sono 25, comprese le famiglie con una sola persona. A Obra una cinquantina. Però gli utenti reali sono una ventina qui e una quarantina ad Obra. Ma questi utenti non comperano certo tutto sul posto: la spesa media giornaliera è di 3-4 euro». Un trattamento fiscale di favore sarebbe per la montagna ed i piccoli centri una soluzione? «Un aiuto notevole, è quello che ci mette in ginocchio! Ma poi ci vuole una sensibilizzazione della gente perché noi non possiamo concorrere col Poli di Rovereto». Mai soddisfazioni? «Vengono dai turisti, soprattutto vicentini. Quando arrivano qui, spesso comperano tutto da noi, anche per un solo fine settimana». Ormai vendete quasi solo alimentari? «In inverno soprattutto alimentari e generi di prima necessità. In estate si aggiungono giochi, souvenir , bigiotteria». A fine 2008 si riproporrà il problema, chiusura o no. Gasperini sorride amaramente e alza gli occhi al cielo. «Il proverbio dice "Dio vede...". Ma chissà se provvederà».





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