Forte Pozzacchio tornerà a vivere

17/03/07 - Articolo da www.ladige.it


Trambileno, via al recupero si comincia con un milione

Il forte Pozzacchio rivivrà grazie ad un progetto di recupero della struttura, realizzata a Trambileno dall'esercito austroungarico negli anni precedente la Prima guerra mondiale, e ad un parco storico che consentirà di aprire una finestra sulla città di Rovereto e i suoi musei, quello della Grande Guerra e il Mart. Il progetto è stato presentato alla comunità di Trambileno dai tecnici della Soprintendenza per i beni architettonici e, in particolare, da Michela Favero e dall'assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo. La prima fase dell'intervento, dedicata alla struttura, durerà un anno con un costo di circa 1 milione di euro e permetterà, una volta ultimata di ricavare un percorso interno e la costruzione di un grande plastico all'ingresso del forte. In futuro, è previsto anche la realizzazione di un parco storico che collegherà l'area alla città di Rovereto. Il Forte Pozzacchio/Werk Valmorbia rappresenta l'ultima grande opera corazzata costruita dall'Austria Ungheria sul Saliente trentino, eccezionale esempio di opera incompiuta di dimensioni imponenti totalmente scavata nel promontorio roccioso di una delle propaggini del Pasubio. Le peculiari caratteristiche del forte, la sua prossimità con i grandi assi di percorrenza turistica della Vallagarina, la sua vicinanza con il Museo della Guerra di Rovereto e, più in generale, il suo potenziale collegamento col sistema museale provinciale legato alla storia ed alla vicenda del ‘900, ne fanno la sala all'aperto di un ideale museo delle fortezze della grande guerra posto in terra trentina. La proposta è stata sviluppata da Francesco Colotti che, oltre al progetto di restauro e messa in sicurezza della struttura fortificata, propone un programma di intervento incentrato sulla riabilitazione funzionale e la risignificazione estetica del Parco di forte Pozzacchio con l'obiettivo di costruire un'azione complessiva che preveda l'inserimento di opere d'arte all'interno del paesaggio/ memoria. L'intervento mira a garantire una particolare accuratezza e raffinatezza degli interventi in linea con il moderno linguaggio architettonico che - ad esempio, nel caso della «casa nella Grotta» - permette di recuperare la natura artificiale e i personaggi che hanno segnato l'ambientazione interna del forte. Il progetto di recupero si occuperà anche dell'agibilità e la risignificazione delle cupole corazzate attraverso la realizzazione di una straordinaria scala di collegamento, che dall'interno della macchina risale verso le cupole. Si tratterà di una lunga scala in metallo «appoggiata» alla struttura, che permetterà una visita aerea e poi all'interno del grande manufatto. I problemi non mancano: fra quelli emersi da questo articolato studio condotto da Francesco Colotti riguardano, tra gli altri, la dispersione dei beni (gran parte dei materiali sono stati asportati dai recuperanti); la mancanza di un messaggio comune (occorre «fare sistema»), lo scarso marketing del prodotto, le difficoltà gestionali; l'esiguo numero di attori interessati e la necessità di valorizzazione del volontariato culturale.





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