Martinelli, un po' come Corona

23/11/06 - Articolo dal quotidiano "Trentino"


Sette libri brevi in due anni editi da Nicolodi (i primi tre già in ristampa), 700 pagine di buona vita come qualcuno ama definirle. La sua esperienza raccontata all'ultimo Congresso Generale della Sat, un gruppo sempre più numeroso di persone che cercano di contattarlo anche salendo a Obra, o se si preferisce ad Arbo, la piccola contrada di case ai piedi della Piccole Dolomiti, dove Mario Martinelli ha scelto di realizzarsi lasciando le diverse esperienze professionali del passato. Bruno Frisanco - amico ed estimatore - ci racconta il personaggio e il senso anche dell'ultimo lavoro, «I monti vicini».

II piccolo esperimento letterario di Martinelli, come lui tiene sempre a precisare, è fatto di parole, personaggi-viandanti - veri pensatori in cammino - che sono portatori di aspetti e temi inediti relativi al rapporto uomo-montagna. E non poteva essere altrimenti, data la possibilità di Mario Martinelli di cogliere quotidianamente in "presa diretta" tutte quelle dimensioni di essenzialità, di estremità, di semplicità che caratterizzano l'ambiente montano ma ancor di più la Vallarsa, una delle poche valli del Trentino ancora a bassa antropizzazione e trasformazione. La sua è stata una decisione controcorrente: mentre si abbandona la montagna per la più comoda città, Martinelli ha invertito la rotta e, da dieci anni, dedica il suo tempo alla montagna e alle capre. E ha poi deciso, attraverso la pubblicazione delle sue riflessioni, di mettere al centro della sua nuova vita, la montagna, quando le masse si muovono sempre più verso il mare. Dopo aver letto i suoi primi libri qualcuno ha commentato: sono puliti, sono puri, sono semplici, come l'acqua e il cristallo. E' la semplicità che caratterizza, in coerenza con lo stile di vita montanaro di Mario, la sua vena poetica; pagine che cercano di rappresentare la "sua montagna" come luogo e mezzo di esplorazione interiore, come luogo nel quale ci si sente maternamente protetti, come luogo e mezzo di cura (la montagnaterapia); pagine che rappresentano un sentiero per avvicinarsi alla montagna oppure come sottolinea Mario - per "riappriopiarsene", - attraverso personaggi come il signor Broz, Arboris, Serafin, Alfio Skorzan, Antea, Martina e tanti altri che animano i racconti usciti dalla sua penna - come luogo nel quale scalate, itinerari, tecnologia non sono contemplati, ma dove è il fascino della vita semplice, è la gente di montagna con i suoi gesti e con gli sguardi sinceri, è la vertigine di una ritrovata nostalgia che accendono il sentimento.
Sono questi tratti impressionisti che lo accomunano al Mauro Corona di Erto, l'animatore per eccellenza di questa nuova letteratura di montagna. Tra Mario e Mauro è nata una grande amicizia e si capisce, sentendo Mario che racconta gli scambi di opinioni sullo scrivere di montagna nel laboratorio di Erto, quanti stimoli Mario ha avuto, leggendo i primi libri di Corona, nel prendere la decisione di veicolare i suoi sentimenti di gratitudine verso la vita montanina attraverso la carta stampata. Un "posto al sole" tra gli scrittori di montagna a Mario Martinelli interessa poco, ciò che per lui è importante è la possibilità di esaltare la vita di montagna affinché si guardi meno al rapido, se non catastrofico, progresso.
Un nuovo libro è già in cantiere. Due gli imminenti appuntamenti di Martinelli con il pubblico amante della montagna: a Rovereto in libreria (Blu Libri di piazza Malfatti, lunedì prossimo alle 18) e al Casinò Municipale di Arco nell'ambito della Rassegna dell'editoria promossa dal Sommolago (sabato alle 16).
Nel frattempo, la cucina che fu di nonna Alma, rimane il punto di ritrovo di coloro che, come tiene a sottolineare il suo amico Michele, vogliono vivere dei momenti nei quali l'umile ambiente e l'"arcaica" atmosfera di quella stanza traboccante di ricordi ti aiutano ad apprezzare le cose della quotidianità. Per dirla alla Signor Broz (il personaggio che anima molti dei suoi racconti), "più è semplice e più è bello".





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