Tratto dal messaggio di Massimo Ferla: "Parco o non Parco?" del 25/08/05 - Yahoo Group - Vallarsa.
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(...) sull'ipotesi del Parco in Vallarsa.
Sono dolente di annunciare che sarò prolisso, ma l'argomento - complesso - sono convinto meriti un'articolazione dettagliata.
Io - a differenza del Sindaco - sono molto favorevole all'inclusione della Vallarsa in un Parco Regionale.
Ma prima di descrivere quelle che, secondo me, sarebbero le opportunità da sfruttare in una tale ipotesi, vorrei per un attimo elencare quelli che potrebbero essere gli elementi negativi.
1 - Di sicuro l'istituzione di un Parco innesca nuovi capitoli di
spesa, quali, in primis, quelli derivanti dall'assunzione di nuovo
personale addetto ai controlli ed alla gestione;
2 - è altrettanto indubbio che l'istituzione di un Parco vincola il
territorio ed i suoi abitanti in forme nuove e probabilmente più
restrittive;
Mi sembra che i nuovi scenari che potrebbero essere essenzialmente
negativi siano questi.
Li esamino pertanto un poco più da vicino:
1 - La necessità di assunzione di nuovo personale per il Parco mi
sembra, in fondo, un'opportunità favorevole in quanto non posso
pensare che l'ente Parco andrà ad assumere l'intero staff in Calabria
od in Abruzzo, tanto per fare un esempio, ma è sicuro che il grosso
delle assunzioni avverrà nel territorio, mentre in alcune posizioni di
controllo verranno chiamati professionisti da fuori.
E questo, perciò, si traduce in nuove possibilità di lavoro locale,
sempre ammesso che nella valle - e non ne dubito - esistano figure
professionali rispondenti alle esigenze.
E' però altrettanto certo che l'istituzione del Parco comporterà un
aumento delle spese e probabilmente delle tasse locali, atto a far sì
che il parco disponga di fondi per il suo funzionamento.
A questo proposito vorrei osservare che la creazione del Parco sarebbe
SENZ'ALTRO un motivo di richiamo turistico importante (ci ritornerò su
dopo più in dettaglio), e se da ciò nascono dei vantaggi, mi sembra
giusto che la popolazione concorra in qualche misura ad aiutare la
creazione di questi vantaggi.
Mi ricordo che mia nonna diceva: "Per fare una frittata, bisogna
innanzitutto comperare le uova".
Questo per dire che per ottenere un nuovo beneficio, qualcosa bisogna
pure investire: altrimenti andiamo tutti a giocare al SuperEnalotto e
non ci pensiamo più.
2 - I vincoli ambientali che il nuovo Parco istituirebbe nell'ambito
delle attività lavorative non sarebbero poi così pesanti, coercitivi
ed onerosi tali da sconsigliarne la creazione, a mio giudizio.
Non ne parlo per sentito dire: per molti anni sono stato, assieme a
mio padre, stretto amico del direttore del Parco Nazionale del Circeo,
il colonnello Enrico Ortese (che, guarda caso!, conobbi in Vallarsa
quando una compagnia dei Forestali del Circeo e di Cittaducale vennero
a fare un campo estivo, tanti anni fa), e ho visitato a più riprese il
Parco che lui dirigeva, oltre ad aver fatto dei lavori naturalistici
per lui.
Vorrei sottolineare che ai primi tempi delle mie visite, il Parco del
Circeo era uno dei 4 Parchi Nazionali italiani (oltre al Gran
Paradiso, lo Stelvio e quello d'Abruzzo), e ho avuto modo, allora e
successivamente, di parlare a lungo con la gente del luogo, che -
nonostante i vincoli ambientali e agricoli imposti dall'Ente Parco
fossero ben più onerosi e severi di quelli che vengono applicati
attualmente sia nei Parchi Nazionali che, ancor di più, in quelli
regionali (allora l'Italia aveva appunto solo 4 Parchi e si sentiva la
Cenerentola d'Europa, e proprio per questo, assurdamente, le
regolamentazioni dei Parchi stessi erano le più severe nel continente,
quasi a compensare l'incapacità governativa di istituirne dei nuovi),
avevano trovato un modus vivendi con i vincoli stessi e tutti, e dico
tutti, mi dissero di essere contenti del Parco e che ne avevano tratto
dei vantaggi.
Pertanto mi pare indubbio che l'istituzione di un Parco fornisce dei
vantaggi.
a - Vantaggi turistici, e questo è lapalissiano.
A questo proposito il Sindaco dice che la Vallarsa avrebbe tanti
benefici turistici dalla sua inclusione nella lista dei luoghi "Beni
patrimonio dell'umanità" dell'UNESCO.
Innazitutto dico al Sindaco che bisogna poi vedere se la Vallarsa sarà
inclusa in quella lista, il che non è certo.
Inoltre, mi ricordo di aver letto un'interessante documento, un paio
di anni fa, se non sbaglio, riguardante Ferrara, che è inserita nella
lista dell'UNESCO.
Lo studio prendeva in considerazione l'andamento turistico nella città
certificato dalle presenze alberghiere: l'analisi metteva in chiara
evidenza il fatto che le presenze turistiche, a parte il primo anno
successivo all'immissione della città nella lista UNESCO, dove erano
cresciute del 15%, erano tornate a livello degli anni pre-immissione
nei periodi successivi.
Questo mi pare stia a significare che il moltiplicarsi delì'immissione
di località nella lista UNESCO, ne diminuisce sempre più la valenza e
l'efficacia.
So per esperienza in prima persona che, assieme a luoghi assolutamente
incomparabili ed unici, nella lista sono state incluse località che a
mio parere non sono nè patrimonio dell'umanità, nè di qualsivoglia
altro raggruppamento civile, se non per i propri abitanti (questo non
sarebbe il caso della Vallarsa, comunque).
b - L'istituzione del Parco comporterebbe anche vantaggi economici per
gli operatori agricoli, in quanto derrate provenienti da una zona
protetta come un Parco spuntano prezzi migliori di vendita per la
fonte: a questo proposito, consiglio di prendere visione
dell'intelligente lavoro svolto dalla Cooperativa degli agricoltori di
Civitella Alfedena (Parco Nazionale d'Abruzzo), che raggruppa circa il
30% degli agricoltori del Parco stesso.
I loro prodotti, proprio perchè coltivati in un Parco, spuntano
mediamente il 30% in più di prezzo.
E' anche vero e va detto che la Cooperativa ha convinto gli associati
a seminare e coltivare anche tutta una serie di qualità agricole che
erano state abbandonate, e che ora rappresentano una unicità
nell'offerta del territorio.
c - E pure vantaggi economici per attività artigianali, come è
semplice comprendere.
d - Ed infine vantaggi economici riguardo al valore del territorio,
sia inteso come mera attività immobiliare, sia inteso come attività ad
esso connesse.
Mi sembra infine che una delle preoccupazioni maggiori del Sindaco sia
quella di avere qualcuno che controlli l'operato e la gestione
Comunale (che afferma andare attualmente molto bene), e noto anche il
suo pessimismo riguardo alla sede del Parco stesso.
Forse il Sindaco non ha ben presente che SEMPRE, nelle imprese,
iniziative od altre attività simili ben strutturate, i livelli di
controllo sono svolti da personale "esterno" sia all'impresa che alla
zona: questo per un ovvio motivo di obiettività.
E forse il Sindaco non ricorda che già i Romani si ponevano un tale
problema.
Infatti una delle loro frasi celebri è "Quid custodiet custodes?",
vale a dire: Chi controlla i controllori?
Ripeto, e di questo posso citare "n" casi, nelle iniziative che
funzionano le posizioni di controllo sono sempre occupate da una o più
figure esterne: c'è da sperare solo che, nell'ipotesi del Parco,
arrivi in quella posizione qualcuno in gamba.
Per terminare con la sede del Parco: una struttura protetta che si
chiami "Parco del Pasubio, Piccole Dolomiti e Lessini" raggruppa già
nel nome 2 (su 3) luoghi che giacciono nella gran parte della loro
estensione in Vallarsa.
Io non sarei così pessimista come lui sulla probabile sede del Parco,
che potrebbe anche essere ad Ala come sede amministrativa (il che
sarebbe anche logico, essendo il centro più grande compreso nel
territorio del Parco), ma è indubbio che dovrebbe essere localizzata
in Vallarsa come sede operativa, visto che il territorio del Parco la
comprenderebbe quasi tutta e visto che per visitare gran parte del
Parco bisognerebbe perlomeno venire come prima cosa in Vallarsa.
Il problema, eventualmente, è quello di proporre una localizzazione
della sede congrua, o ristrutturando unità abitative già esistenti
nella valle, o mettendo a disposizione una localizzazione logica
all'erigenda sede.
Giuro che ho finito.
...per il momento...
Massimo Ferla
(...)
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