Benvenuti in Italia


ciao Fabrizio.

Sono appena tornato da una lunga assenza lavorativa e sono andato a leggermi il tuo sito, quasi assetato di sapere cosa ci fosse di nuovo.

E ho scoperto che, nonostante la Vallarsa sia un luogo abbastanza raccolto e che sembra essere distante, non solo geograficamente, da venti di bufera che spirano copiosi in Italia ed in Europa (senza dimenticare almeno 10 altre aree del mondo), anche nella valle vi date il vostro bel daffare per non stare silenziosi: bene!

Evidentemente mi riferisco alla polemicuccia riguardante il gay pride, ed ammetto di essere in netto ritardo nel parlarne.

Io ritengo che ognuno possa intervenire e dire ciò che pensa sui vari argomenti, nella forma tranquilla, seria e pacata in uso nel contraddittorio normale. Mi pare che questa si chiami convivenza civile, secondo le regole democratiche che i Paesi occidentali si sono date.

Se poi, nello specifico, dovessi esprimere una valutazione sull'opportunità di inserire il commento su questo sito, francamente non mi pare che nulla osti. Infatti, se proprio devo elevare una piccolissima critica al Vallarsa.com, essa deriva proprio dal fatto che mi sembra che a volte - e mi è occorso di dirlo a Fabrizio un paio di volte - si parli a volte troppo del locale, e del passato.

Mi sta bene ricordare che la Vallarsa è stata luogo importante di una guerra combattuta 85 anni fa; mi sta bene onorare chi l'ha combattuta; mi sta bene rinfrescare il ricordo di antichi mestieri, abitudini, costumanze di cui oggi rimane solo traccia e l'eco che ne viene dal parlarne servirà ai giovani a farne preziosa cultura. Ma mi sta anche bene proiettare in questo sito la tensioni culturali, gli argomenti, le fatalità che viviamo tutti i giorni e di cui abbiamo notizia nella nostra vita "reale", quotidiana.
A mio modesto avviso, il sito Vallarsa.com non dovrebbe tendere ad essere una Shangri-Là felice, immemore ed ignorante di quanto avviene nel mondo, ma dovrebbe essere uno specchio ridotto - logicamente magnificato dalle necessità specifiche della gente che lo frequenta - della nostra vita.

Parlavo prima di convivenza civile: qualcuno che è intervenuto nel dibattito (che mi ricorda stranamente quel archetipo di un italiano degli anni '60 che, in caso di difficoltà, si trincerava dietro un assurdo: "Ma lei non sa chi sono io!"), che annuncia formali richieste (e nel caso non si fosse ancora capito, mi riferisco al signor Lucio), dovrebbe, a mio parere, semplicemente ricordare 4 piccoli fatti:

1 - siamo in Italia, dove vige la democrazia e dove la Costituzione che seguiamo dà il diritto a chiunque di esprimere la propria opinione;

2 - questo è un sito privato, in quanto comperato, pagato e gestito da un cittadino privato, il quale, pertanto, ha ogni diritto di esprimere la propria idea su qualsiasi argomento (come permette gentilmente di fare a tutti noi, compreso il signor Lucio stesso), fino a che i giudizi espressi non siano configurabili con qualsiasi reato previsto dal nostro Codice;

3 - non mi pare proprio che l'aver scelto di chiamare il sito "Vallarsa" possa innescare una qualsiasi forma di censura sugli argomenti trattati nel sito. A questo proposito vorrei raccontare un breve ma gustoso annedoto che è successo ad un mio conoscente. Questa persona, essendo un libero professionista (ingegnere), aveva fondato una società di consulenza aziendale a Bologna nel 1975. Ai primi degli anni '90, si presentarono in ufficio da lui due carabinieri, chiedendo notizie sul nome della ditta. In pratica volevano sapere perchè la società di chiamasse "LOCRI", forse paventando collegamenti con chissà quali organizzazioni malavitose (e come se il nome Locri fosse un sostantivo da mettere all'indice, poi...). Lui spiegò loro, sghignazzando, che il nome derivava dal fatto che i suoi due figli si chiamano Lorenzo e Cristiana, da cui Lo e Cri;

4 - infine, mi pare di capire che il Comune non sia proprio interessato ad utilizzare Internet come strumento di comunicazione (basta guardare lo stato incompiuto in cui giace il sito del Comune per averne un'idea precisa), pertanto mi chiedo: perchè dovrebbe il Comune fare qualcosa (ma cosa, poi?) per - in qualche maniera - operare una qualsiasi forma di censura su quanto viene scritto in un sito di un privato cittadino che porta il nome del Comune, e che parla, di più e meglio, della valle stessa?

E per trarne un piccolissima morale privata, direi che se magari, qualche volta, cercassimo di parlare e di ascoltare e non solo di interrompere, minacciare e gridare, usciremmo da quel circolo vizioso delle lotte campanilistiche della nostra storia.

Benvenuti in Italia!

Ciao e, come diceva qualcuno che conoscevo: continua che vai bene, Fabrizio.

Massimo Ferla





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