L'ECCEZIONALE NEVICATA DEL 1985
Nel gennaio di venti anni or sono, la Vallarsa fu colpita da un eccezionale precipitazione nevosa che portò la neve quasi a due metri in tutta la vallata. Proprio in questo periodo.
Mi ricordo che a quel tempo stavo svolgendo il secondo anno della scuola per Addetti di Amministrazioni (Segretari d'Azienda a livello provinciale). Andavamo a scuola in corso Bettini a Rovereto, dietro al Convento dei frati, vicino al campo di calcio in terra.
Prendevo la corriera alle 6.15 ed arrivavo a Rovereto, circa un ora dopo. In quei giorni tutta Italia era invasa dalla neve. La precipitazione mi ricordo benissimo era partita dal Sud Italia, con neve anche a Napoli. Qui al Nord era un freddo bestiale, le auto diesel non riuscivano a farle partire la mattina, perché il gasolio era ghiacciato. Passato il periodo di freddo, anche da noi arrivarono la prima nevicata. Cominciò un martedì mattina. Mi ricordo che in corriera riuscimmo ad arrivare a Rovereto, con 40 cm di neve circa, solamente perché eravamo preceduti dallo spazzaneve dell'A.N.A.S. praticamente dal Piano fino in città (allora era l'A.N.A.S. che gestiva la Statale 46 del Pasubio).
A Rovereto non c'era neve ancora, e mi ricordo che i miei compagni rimasero sbigottiti quando mi videro arrivare e mi dissero "Non ci saremmo mai aspettati di vederti qui oggi". Verso mezzogiorno, mi ricordo, cominciò a nevicare anche a Rovereto. Avendo scuola anche alcuni pomeriggi alla settimana, io dovevo andare per andare in mensa, partire da Corso Bettini, arrivare in Piazza Rosmini, attraversare tutto il Corso per raggiugere la mensa del Centro Formazione Professionale Veronesi, giù oltre la stazione ferroviaria, in direzione S. Ilario. Una camminata non di poco conto. Il pomeriggio nevicava. La sera, presi la corriera delle 17 e tornai a casa.
Nella notte caddero ben 70 cm di neve in poche ore. La mattina dopo alle 6, mia mamma mi chiamò per fare colazione e mi disse che stava nevicando forte. Mi ricordo una scena curiosa: mio parente il Luigi Piazza, ora purtroppo scomparso, mentre io scendevo le scale dalla camera alla cucina, apri la porta. La neve praticamente quasi quasi impediva ogni visuale. Praticamente impossibile uscire senza fare un sentiero e bagnarsi tutti. Prendemmo la saggia decisione di tornarcene indietro e di ritornare per quella mattina a letto.
La strada sembrava ridotta ad una pista da bob. A dir la verità io ero anche contento, così mi prendevo qualche giorno di vacanza extra. Ovviamente nessuno di quelli che dovevano andare a scuola, o pochissimi quel giorno andarono, tanto che, la Provincia, proprio per questo motivo, e cioè la mancata frequenza degli scolari delle valli, fece chiudere le scuole per 5 giorni.
Mi ricordo che mi telefonò, in Cooperativa a Raossi, da mio papà, perché allora non avevo ancora installato il telefono in casa, verso sera, un mio compagno di scuola di Ala, dicendomi che le scuole erano state chiuse per tutta la settimana, ma io la notizia la sapevo già in quanto l'avevano diffusa i giornali radio. E, cosa assai rara, avevano appunto detto che "Vallarsa e Primiero, in Trentino sono completamente isolate" cosa assai rara in quegli anni (anche adesso per quello) sentire nominare la Vallarsa in radio ed in televisione.
Per noi ragazzi a quel tempo era un divertimento, prendere lo slittino, divertirci lungo la statale, con buona pace degli stradini, che ovviamente non volevano., per le ovvie ragioni di sicurezza.
Mi ricordo che la sera di mercoledì, era in programma, a Torino, ed in televisione, la partita di calcio Juventus-Liverpool, valevole come partita di Supercoppa europea, vinta dalla Juventus per 2-0 (purtroppo il 29 maggio sempre del 1985, ci sarà una seconda partita Juventus-Liverpool a Bruxelles, valevole per la finale dell'allora Coppa dei Campioni, anche allora vinta dalla Juventus per 1-0 ma sarà ricordata soprattutto per la strage di tifosi italiani, 39 che morirono per gli incidenti scoppiati prima del match all'interno dello stadio Heysel di Bruxelles). Anche Torino era completamente invasa da 50 cm di neve. Lo stadio "Comunale" era praticamente imbiancato, i giocatori erano come uomini del polo Nord e si dovette usare una palla rossa per giocare. Il giorno dopo, la Gazzetta dello Sport titolava (ma noi non la leggemmo perché i giornali non arrivarono per la neve) "La neve ferma i treni, ma non la Juve".
Ci volle tutta la settimana, perché la situazione si normalizzasse. Purtroppo non ho fotografie che ricordino proprio quel periodo, anche perché, a parte una nevicata minore l'anno successivo, il 1986, non si ebbe più fino ad ora una nevicata di quelle proporzioni.
PIAZZA RUDI
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