Erano uomini, erano
giovani che hanno amato, sofferto, guardato al futuro. Vissuto, insomma. Forse i
loro cari li hanno aspettati per anni, sperando per giorni e giorni di vederli
entrare di nuovo nelle loro case, di poterli riabbracciare. Sulla cartolina non
c´era scritto «caduto», ma «disperso». Ma loro erano morti. Colpiti forse da una
granata, forse da una raffica. Chissà. E poi, l´autunno scorso, i loro resti
sono stati scoperti da un uomo appassionato di storia, Guido Bianchi membro del
museo della Guerra di Rovereto. I resti di tre soldati austriaci, molto
probabilmente kaiserjager, sono riemersi in una zona dello Zugna, sul versante
che guarda la Vallarsa a poca distanza dal sentiero che sale da Obra. I tre
militari austroungarici trovarono la morte in questo sperduto vallone
probabilmente durante uno degli assalti furibondi della Strafexpedition,
l´offensiva che il generale Conrad scatenò nel giugno del ´16 contro le linee
italiane nel tentativo di sfondare sugli Altipiani e arrivare alla pianura
veneta. Furono giorni di carneficine; i valloni e i prati erano coperti di
cadaveri; la guerra moderna mostrava anche sul fronte alpino il suo volto
spietato e atroce. Migliaia e migliaia di caduti da entrambi le parti; fino a
quando l´assalto austriaco si esaurì a causa della resistenza italiana. Da
quella tragica estate sono passai 88 anni; ottantotto anni lungo i quali i tre
soldati hanno riposato sulla terra, coperti dalle foglie, dalla neve, tornati
nel seno della natura. Oggi, 14 luglio del 2004, i loro resti verranno
consegnati all´umanità. Gli uomini del soccorso alpino di Rovereto, questa
mattina alle 8, saliranno, assieme a Guido Bianchi, lungo il sentiero che porta
allo Zugna e qui ricomporranno quello che rimane di questi poveri corpi. Un atto
di pietà e di ricordo per questi sconosciuti che hanno lasciato la vita su
questa montagna sul confine di quello che fu l´Impero asburgico. Ciò che
resta di questi kaiserjager verrà rispettosamente consegnato ai carabinieri di
Vallarsa e poi l´ultima meta sarà quella dell´Ossario di Castel Dante. Si
uniranno alle migliaia di soldati che morirono indossando le divise italiana e
austriaca. Un atto di grande civiltà, un dono alla memoria non solo di questi
tre uomini ma a tutti quelli che vennero sacrificati nell´immane calderone della
Grande guerra. Un conflitto che scatenò i nazionalismi, che generò la seconda
guerra mondiale ancora più tragica della prima, che pose le condizioni per la
nascita delle dittature. Soprattutto per ricordare questi drammi: onore a questi
tre caduti.
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