Gli albori di
luglio di due anni fa furono tremendi per la Vallarsa. L´intera valle era stata
colpita da un ladro che di ripulire appartamenti proprio non ne voleva sapere.
Perché la sua specialità erano le chiese e non già gli eventuali oggetti di
valore bensì le cassette delle elemosine. Questo insolito soggetto aveva
fatto razzia nei templi religiosi della valle mandando su tutte le furie non i
parroci ma proprio i fedeli che ogni domenica provvedevano al sostentamento
della parrocchia con offerte di buon cuore. Come dice il proverbio, però,
più facile di rubare in chiesa non c´è nulla. Ed è quello che potrebbe aver
pensato Beppino Mosso, originario di Pinerolo, da anni dedito a questa
particolare tipologia di furti. Orbene, dopo aver affrontato numerosi processi
per i medesimi reati, è dovuto tornare in tribunale anche ieri e stavolta per i
fatti della Vallarsa del 2002. All´epoca, infatti, in pochi giorni sarebbe
riuscito a ripulire le cassette per le elemosine di ben sei diverse chiese.
Aveva fatto visita al tempio di Obra, poi Foppiano, quindi Riva di Vallarsa,
Albaredo e Staineri. Fino all´ultimo blitz nella chiesetta di Sant´Anna dove gli
intenti di Mosso si scontrarono con l´intuito dei carabinieri che lo colsero con
le mani nel sacco (o, meglio, nella cassetta delle prebende) arrestandolo in
flagranza di reato. E, sempre per scomodare storie vicine alla chiesa, fu
fermato con trenta, dicasi trenta, denari addosso, per un totale di 13
euro. L´uomo venne individuato dai militari grazie all´attività investigativa
obbligata proprio dalle continue razzie nelle chiese della zona e grazie alle
segnalazioni di alcuni cittadini. Gli spostamenti di Mosso, infatti, non erano
certo passati inosservati. Ma individuare il responsabile della serie di furti
non fu facile anche se l´uomo, come detto, era già stato arrestato altre volte
perlopiù per furti commessi nelle chiese. Non a caso, negli annali di
cronaca di tutto il Basso Trentino merita sicuramente un posto di riguardo.
Anche perché oltre che a rubare qualche anno fa fece addirittura catturare un
«collega» scomodo nel campo dei furti di elemosine. Un concorrente, dunque, che
quella volta fu fatto passare come un criminale mentre Mosso si spacciò per il
paladino difensore delle offerte in chiesa. Ogni volta che è stato beccato,
comunque, con la sua faccia pulita da bravo ragazzo, un po´ ladro e un po´
gentiluomo, ha sempre confessato tutto candidamente. La storia di Beppino
Mosso è tutta da raccontare anche perché, al di là dell´illegalità delle sue
azioni, fa un po´ sorridere. Oltre al blitz in Vallarsa - luogo scelto dopo
essersi bruciato nel Basso Sarca - l´uomo ha infatti un passato di organista. E
così, con la scusa di tenersi in allenamento, più di una volta si è fatto
«prestare» la chiesa per suonare. Oltre a pigiare i tasti e rallegrare
l´atmosfera, però, il musicista sfruttava l´occasione per intascare i pochi euro
che la cassette delle elemosine possono contenere. Ieri, comunque, Beppino
Mosso (difeso dall´avvocato Daniela Conzatti) è tornato a processo con tanto di
aggravanti e di recidiva. Davanti al giudice Riccardo Dies sono sfilati
numerosi testimoni, tra cui due parroci, i carabinieri e alcuni fedeli. In
realtà, i «non ricordo» si sono sprecati a tal punto che, se la prossima udienza
(il 20 luglio) i due nuovi testi (la sacrestana Elda Broz e il maresciallo dei
carabinieri che ha condotto le indagini) non saranno più incisivi Mosso potrebbe
anche uscire pulito dal procedimento.
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