03/02/04




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I terribili momenti raccontati dai compagni di escursione: «Ha rischiato di morire assiderato o annegato»
Sta meglio il «miracolato» della Vallarsa
Ulisse Nalio, uscito dalla rianimazione, a giorni sarà a casa


Ulisse Nalio sta meglio. L´escursionista rodigino, salvato domenica pomeriggio sui monti di Vallarsa dopo essere precipitato per sessanta metri nella forra creata dal torrente Leno di Vallarsa, si è ripreso in fretta ed è già uscito da reparto di rianimazione. Fra tre o quattro giorni potrà lasciare il Santa Chiara e tornare a casa. Ancora domenica sera, avvertiti dagli amici di escursione, la moglie e il figlio sono saliti a Trento per assistere il congiunto.
Una tragedia sfiorata, una terribile avventura che Ulisse Nalio potrà raccontare grazie alla tempestività dei soccorsi e ad una buona dose di fortuna che l´ha assistito. Nalio era con un gruppo di escursionisti del Club Alpino di Trecenta, di cui egli è socio. Considerato alpinista esperto, ha partecipato ad alcuni corsi specifici conseguendo il brevetto di accompagnatore alpinistico. Reduce da un´escursione la settimana scorsa, ne aveva in programma un´altra con lo stesso gruppo a Cesuna per il 20 febbraio.
Fra i compagni di avventura di domenica anche il segretario del Cai, Rinaldo Arnese. «Ad un certo punto - racconta ancora scosso dall´incidente - un componente della comitiva (una sessantina di persone) si è trovato in difficoltà su un sentiero innevato e Nalio, uno dei responsabili, è subito intervenuto per tentare di trarre d´impaccio l´escursionista. Purtroppo in un punto ripido la neve sotto i suoi piedi ha ceduto e in un primo momento il corpo senza più controllo è scivolato per una trentina di metri, per poi precipitare in un burrone per la profondità di 50-60 metri».
«Abbiamo subito allertato con un cellulare il Soccorso Alpino e mentre la gran parte della comitiva tornava alla base, - continua Arnese - i più esperti si sono avventurati lungo un torrente per tentare di raggiungere Nalio e portagli i primi soccorsi. Spinti dal forte desiderio di fare qualcosa, con la forza della disperazione e il cuore in gola, nel giro di dieci minuti abbiamo raggiunto Nalio, quasi in contemporanea all´arrivo dell´elicottero e dei soccorritori calati dal cielo».
«Subito ci siamo resi conto - narra Arnese ancora teso per l´emozione - che la situazione non era grave, ma anche un piccolo ritardo sarebbe stato fatale. Nalio rischiava l´assideramento o l´annegamento nel torrente in cui era caduto. Un paio di costole rotte, considerato il volo compiuto, sono una bazzecola. Probabilmente il pesante zaino ha attutito l´impatto col suolo, e gli ha consentito di uscire quasi illeso dalla brutta avventura». Oltre ad un cero alla Madonna Nalio deve accenderne uno ai soccorritori per la loro tempestività e professionalità. A Lusia la notizia del «miracolo» ieri era sulla bocca di tutti per la notorietà del protagonista.
Titolare di una impresa di consolidamenti e restauri a Lusia, il sessantenne Nalio, «malgrado un fisico non eccezionale, è sempre stato un grande appassionato di sport duri, di fatica - come dice il suo amico di tante battaglie in bicicletta Renato Buratto - e negli ultimi anni l´amore per la montagna lo aveva travolto, portandolo ad aderire a vari gruppi con la comune passione».




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