Prima però sarà modificato lo Statuto per assumere i segretari temporanei con contratto privatistico
Dimissioni di 13 consiglieri per protesta col segretario
VALLARSA - Il consiglio comunale di Vallarsa presenterà le dimissioni. Sindaco, assessori e consiglieri in blocco.
I 13 consiglieri che compongono il civico consesso lasceranno in aperta polemica con la decisione della Corte d’appello di reintegrare al suo posto il segretario comunale Italo Scotoni.
Tanto è vero che, assieme al plico con le dimissioni, consiglieri, sindaco e assessori allegheranno un ordine del giorno di richiesta che a commissariare il comune venga il giudice della Corte d’appello che ha dato ragione a Scotoni.
«Venga lui, qui, a lavorare. E si tenga il segretario Scotoni», ha detto il sindaco Geremia Gios.
Con questa decisione, presa ieri sera nel corso di una riunione informale dell’assemblea, l’amministrazione risponde in modo eloquente alla sentenza con la quale giovedì la Corte d’appello di Trento ha dato ragione ad Italo Scotoni che riteneva di essere stato licenziato ingiustamente dal comune di Vallarsa, dov’era stato assunto come segretario comunale.
Per Scotoni questa è la seconda vittoria. Nel 1998, infatti, era stato licenziato dal primo cittadino di allora, Paolo Stoffella. Fece ricorso al Tribunale amministrativo di Trento per contestare questo provvedimento ed i giudici stabilirono che Scotoni aveva ragione e poteva tornare a svolgere il suo incarico di segretario.
Il 18 novembre 2000 fu il sindaco Gios a licenziarlo per la seconda volta. Ma Scotoni non si diede per vinto e portò nuovamente la questione nelle aule del Tribunale. Dopo la sentenza di primo grado emessa a gennaio, nella quale il dottor Cuccaro si era espresso a favore di Geremia Gios sostenendo che aveva dato giusta interpretazione alle leggi, Scotoni si è rivolto alla Corte d’Appello.
E la sua perseveranza lo ha premiato, dato che giovedì la Corte d’Appello ha sentenziato che il licenziamento del segretario comunale era illecito.
Come ha spiegato il suo legale, l’avvocato Margoni, «ora Scotoni può scegliere se tornare al suo incarico di segretario con il pagamento degli stipendi dal novembre del 2000, più interessi e spese, oppure, se il rapporto di reciproca fiducia è venuto meno, ha diritto oltre agli stipendi arretrati un risarcimento pari a 15 mensilità».
Il consiglio comunale di Vallarsa però non l’ha digerita e, per protesta, ha scelto di dimettersi in blocco.
Il sindaco Gios ne parlava con molta tranquillità, come se questa decisione, che metterà il municipio sotto sopra, fosse la cosa più naturale del mondo. «Ci siamo comportati in modo ragionevole - sostiene il primo cittadino, facendosi portavoce del gruppo -, abbiamo usato il buon senso, quindi credo che l’idea di lasciare il nostro incarico sia normale in una situazione come quella che si è venuta a creare».
L’esplosiva reazione del consiglio comunale è stata immediata, la prima cosa alla quale hanno pensato una volta appresa la sentenza sono state proprio le dimissioni. Una reazione che poi è stata ponderata attentamente nella riunione informale tenuta ieri sera presso il municipio e che si concretizzerà in tempi brevi con le dimissioni.
Ieri sera sono state pianificate le prossime mosse dell’amministrazione. «Innanzitutto convocheremo il consiglio comunale perché la prima cosa da fare è quella di modificare lo statuto - ha detto Geremia Gios -. È fondamentale che il prossimo sindaco abbia la possibilità di scegliere il segretario comunale. Adegueremo il nostro Statuto alle leggi nazionali che consentono ciò, in seguito alla modifica dell’articolo 5 della Costituzione».
In sostanza, si tratta di prevedere per il nuovo sindaco di poter assumere un segretario con contratto privatistico per cinque anni al massimo. Il passo successivo prevede la nomina di un commissario che si sostituisca a sindaco e consiglio dimissionari. «E chi arriverà per ricoprire questo incarico - ha aggiunto Gios - si terrà Italo Scotoni come segretario, dato che la sentenza lo ha deciso. Noi abbiamo fatto tutto il possibile, gli altri si arrangino.
E speriamo che a commissariare venga proprio il giudice che gli ha dato ragione».
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