La sconfitta contro il Maldossi ha lasciato strascichi fin troppo evidenti nella mente dei giocatori del CSI della Valdiceppo. La consapevolezza di aver perduto la possibilità del primo posto nel girone ha forse inconsciamente condizionato la prova della squadra a Castello, sicuramente la peggiore di questa stagione. Un po’ di fortuna e un aiuto arbitrale ci hanno permesso di portare a casa 2 punti forse decisivi per mantenere la seconda posizione.

Primo tempo a dir poco imbarazzante: i nostri ragazzi, abituati a temperature ben più rigide nel C.V.A., sembravano addormentarsi pian piano cullati dal gradevole tepore della palestra; con Steinbichler presente solo a referto e Migliosi assolutamente assente dal gioco (e anche dal campo) per tutti i primi 20 minuti, erano Rossi Alessio, Tarpani e Persichetti a battersi nel tentativo ben riuscito di permettere agli avversari di prendere tutti i rimbalzi. Biselli trovava il bersaglio grosso al quarto tentativo e Amoni ancora più tardi; ma tutta la squadra faceva imbestialire i quattro gatti che assistevano all’incontro. Negli spogliatoi si andava sotto di 11 punti e per quanto visto in campo c’era addirittura da essere contenti.

Ma nella ripresa è arrivata l’attesa riscossa. Sono bastati 3-4 minuti per riportarsi pienamente in partita, anche se poi non siamo mai riusciti a staccare la squadra tifernate. Ora si può sostenere che la svolta sia stata l’arrivo di Migliosi, la lavata di capo di coach Ciaccio nello spogliatoio o l’orgoglio ferito della squadra, ma chi era presente sa che la sferzata verso il recupero è stata data dalle occhiate sdegnose di Valentina e Magà verso i loro ragazzi, Damiano e Alessio Rossi. La prima minacciava Damiano di lasciarlo se non si fosse messo a giocare come sa, la seconda, molto più pesantemente, minacciava Alessio di sposarlo! Terrorizzati al solo pensiero, tutta la squadra è tornata in campo per scongiurare il peggio.E ci siamo riusciti!

Non si pensi che nel secondo tempo si sia visto un gran gioco, ma almeno un po’ di grinta difensiva, qualche rimbalzo in più è caduto nelle nostre mani e soprattutto nel solo terzo quarto abbiamo segnato più di quei miseri 17 punti di tutto il primo tempo. Come 17 sono stati alla fine i punti realizzati da Tintori, ancora una volta miglior realizzatore e l’uomo che ci ha lasciato con una fiammella accesa quando eravamo nel buio completo. Ottima prova anche di Migliosi, bravissimo a scuotere la retina e la calma dei nostri avversari, innervositi dal suo dominio sotto canestro. Nel terzo quarto abbiamo segnato molto, nel quarto ancora di più e quest’accelerazione finale ci ha portato alla fine due punti sopra gli avversari. Onestamente va però detto che gli arbitri ci hanno restituito quello che ci era stato tolto col Deruta. Allora Damiano fu sgambettato a pochi secondi dalla fine quando eravamo ancora in partita e non fu fischiato fallo, poi l’esplosione di Ciaccio e della panchina; a Castello è stato proprio Damiano a toccare da dietro il play avversario ad una quarantina di secondi dalla fine quando eravamo sotto di 2. Giocatore tifernate sdraiato in terra, ma nessun fischio dell’arbitro, che poco dopo riesce anche ad inventare un fallo sullo stesso Damiano che con glaciale freddezza metteva il canestro del pareggio. Il successivo tiro libero e il fallo tecnico scaturito dalle giustificate proteste dei nostri avversari ci permettevano di chiudere la partita e metterci tranquilli in attesa delle ultime due facili partite e dei play off.

Un ultimo pensiero ai ragazzi del Castello; negli anni passati le gare contro di loro erano sempre accolte con piacere, perché erano dei buoni giocatori e simpatici in campo. Con l’immagine dell’entrata a piedi uniti su Amoni dell’andata ancora negli occhi, il continuo far battute mentre stavamo tirando i liberi, anche nei momenti decisivi, invitandoci a sbagliare, è sembrato niente affatto simpatico e anche un po’ fuori luogo. E’ vero che ci stavamo giocando solo una gara del C.S.I., ma era comunque una partita e crediamo che si possa scherzare rispettando le regole del gioco. Niente di grave, rivorremmo solo la squadra di un tempo.