LA PAMPA IN VIA DI ESTINZIONE
(Articolo di Fulvio Gioanetto su il manifesto del 17/08/1999)
Fra le ultime mete dell' ecoturismo "in" e del trekking di élite, il centro-nord della Patagonia sta perdendo uno dei suoi paesaggi piú attrattivi e caratteristici: le pampas.
Le immense e ondeggianti praterie piumose, tanto importanti nell'immaginario dell'estremo sud americano, si stanno infatti riducendo in maniera significativa, decimate dall'agricoltura intensiva, dall'allevamento e dall'introduzione di specie aliene - tra gli altri cani, bestiame, obú e molte piante.
L'allarme rimbalza dalla riunione operativa di creazione del Parco Nazionale Los Venados (San Luis, Argentina), che di recente ha visto la partecipazione di gruppi ecologisti, universitari e gente del posto che vive di ecoturismo.
In quell'occasione sono stati diffusi alla stampa dati allarmanti: meno del tre per cento della superficie di queste particolari praterie conserva il proprio ambiente naturale, e di questo solo lo 0,3 per cento è attualmente localizzato in aree protette, in Argentina e Cile. Appena 15 specie di mammiferi, fra cui i cervi dei pantani, il guanaco, il gatto del pajonal, il puma delle pampas e una ventina di specie di uccelli, sono riusciti a sopravvivere in queste ristrette aree. Alcune erbacee endemiche, come il Paspalum dilatum , una caratteristica graminacea con alti pennacchi bianchi, è esportata in tutto il mondo come specie ornamentale per i giardini.
Secondo la fondazione ambientalista Vida Silvestre, nella stessa provincia di San Luis lo scorso anno morirono piú di 25mila uccelli per l'uso di insetticidi agrochimici, mentre all'interno del progettato parco nazionale, finanziato dalla Banca Mondiale e voluto in teoria per proteggere la vita nelle pampas, sembra che il governo statale abbia iniziato la costruzione di due strade e di un acquedotto.
E' la prima volta che in Argentina un significativo progetto conservazionista mette insieme gruppi e persone con interessi economici e politici ben distinti: gruppi ambientalisti in continui conflitti politici e personali con le amministrazioni locali e statali, e dall'altra parte gli stessi enti locali e istituzioni che seguono modelli di sviluppo neoliberisti. Il punto convergente fra tanti interessi sembra la valorizzazione delle risorse naturali della pampa attraverso l'effettiva realizzazione di questo controverso parco.
Le praterie naturali sembrano però attirare l'interesse anche - sebbene con interessi ben distinti - delle multinazionali Monsanto e Scott Company, quest'ultima conosciuta per la produzione non solamente di gerani e petunie geneticamente modificati, ma soprattutto per la commercializzazione di insetticidi e fertilizzanti per prati. A loro la ricchezza genetica della prateria interessa per tutt'altri motivi. Recuperando materiale genetico di graminacee come la Paspalum e la Stipa delle pampas sudamericane, alla ricerca di materiali allelici resistenti al freddo e agli stress climatici, la Scott Company ha annunciato l'avvio di una produzione di erba da prato geneticamente modificata, sempreverde. Con l'aggiunta di un piccolo dettaglio: stanno cercando di inserire in quell'erba un gene luminescente, pare estratto dalle lucciole, per far sí che si attivi brillando quando si calpesta il prato. Una piccola produzione sperimentale per iniziare, con un mercato progettato, secondo la stessa compagnia, di circa 10.000 milioni di dollari.
Distrutte come ecosistema, le pampas saranno ridotte a fonte di materiale genetico da saccheggiare?