Martedì 5 marzo 2002 |
Aula Magna scuola media Camozzi |
Via Pinetti, 25 - Bergamo |
ORE 20,30 |
Vado a scuola a piedi: |
paure dei grandi e paure dei bambini |
Incontro condotto da Giusi Poma della cooperativa Aeper |
Introdotto da Luisa Carminati dell'associazione Infanzia & città |
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"Paure dei grandi, paure dei bambini" nasce con
lintento di un confronto tra genitori sulle paure nel lasciare muovere i
figli da soli nel tragitto casa scuola e, più in generale, nel quartiere. Non vuole
quindi essere una conferenza e viene pubblicizzata soprattutto allinterno della
scuola per affrontare paure legate al territorio.
Luisa Cremaschi, promotrice di "Infanzia e città", introduce la serata e sottolinea come la costruzione delle nostre città dovrebbe partire dalla misura dei soggetti più deboli (quali sono i bambini) e che, in tema di paure dei bambini, il ruolo delladulto è fondamentale per lapproccio dei bimbi con lambito esterno alla casa. Giusi Poma, relatrice dellassociazione Aeper, invita i genitori a dividersi in gruppi per confrontarsi e, soprattutto, ad elaborare "qualcosa" che rappresenti il quartiere coi materiali più diversi: fogli, pennarelli, forbici, nastri, colla, palloncini da gonfiare
Nei tre gruppi emergono diversi aspetti di percezione del quartiere, alcuni positivi altri negativi, che vengono rappresentati coi materiali a disposizione. Ad esempio vengono sottolineati i seguenti punti forti della zona:
e i seguenti punti deboli:
La relatrice formula una proposta finale per cambiare il concetto di "quartiere inteso come pezzo di terra con dei confini ben precisi" e per lasciare il posto al "senso di comunità" : esperienze di reciprocità nella scuola, nello sport, in oratorio, in biblioteca permettono alle persone di sentirsi parte di un contesto che appare sempre meno estraneo e quindi fa meno paura.
Rendere visibili le persone e le relazioni, favorisce unimmagine positiva della comunità, la rende più familiare (ne conosce i volti) e aumenta il senso di appartenenza. I bambini percepiscono dagli adulti il loro modo di sentirsi parte della comunità per cui è sempre più importante produrre buone testimonianze di genitorialità e adultità. In questa proposta la scuola gioca un ruolo importante in quanto scuola di comunità, dove oltre al servizio educativo-didattico offra il senso della comunità nella quale si cresce. La scuola e i bambini sono un possibile filo di collegamento fra le persone: più si sceglie di far parte di un contesto, più lo si conosce, lo si condivide e ci si sente partecipi. Non mancano delle perplessità presentate dai genitori rispetto alla proposta: esistono distanze generazionali, ad esempio, che non mettono in relazione persone che abitano pochi metri l'una dall'altra; oppure diversità di tempi e di interessi non possono creare relazioni tra persone che abitano lo stesso territorio.
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