HEIMDALLR
One of the good things with Punch Productions is that you never know what to expect with each new release.
If Erik Ursich is an unfamiliar name, a little research shows that he has been active in the Italian underground scene since the early 90's with the cult experimental tape-label Vacca Stracca. This album, released as a limited, hand numbered, edition of 300 copies on grey vinyl, could almost be seen as a sort of retrospective of his early works as it regroups tracks recorded between 1993 and 2000. Although the overall result is far more coherent than what this temporal disparity suggests.
The eerie sounds of a Theremin and Moog and Korg synthesizers feature predominantly on the eight tracks of this album, which were exclusively composed on vintage analogical instruments and recorded using age-old studio techniques. This retro approach suits perfectly these minimalist and repetitive electronic compositions that inevitably bring to mind the works of Brian Eno, Philip Glass or Tangerine Dream.
As can be expected of an album dedicated to the languorous and unavowable pleasures of sadness, the overall atmosphere of this album is pleasantly moody and introspective. The two sides flow smoothly and develop timeless, almost hypnotic, soothing melancholic moods that explore the mind-numbing but exquisite pleasures of true sadness without ever being boring.
An excellent album.
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Review by Ian C., autumn 2004.
traduzione in italiano:
Una delle cose belle della Punch Productions è che non sai mai cosa aspettarti ad ogni uscita.
Se Erik Ursich suona come un nome nuovo, una piccola ricerca mostra che è attivo nella scena underground italiana fin dai primi anni 90 con la tape-label cult Vacca Stracca. Questo disco, uscito in edizione limitata a 300 esemplari numerati a mano, potrebbe quasi essere visto come una sorta di retrospettiva sui suoi primi lavori, dato che raggruppa tracce registrate tra il 1993 e il 2000. Nonostante questo il risultato è molto più coerente di quanto la disparità temporale suggerisce.
I suoni misteriosi di Theremin, sintetizzatori Moog e Korg costituiscono la parte principale di questo disco, composta esclusivamente con strumenti vintage e analogici e realizzata usando tecniche da studio d'altri tempi. Quest'approccio retro si adatta perfettamente a queste composizioni elettroniche ripetitive e minimaliste che inevitabilmente portano alla memoria i lavori di Brian Eno, Philip Glass e Tangerine Dream.
Come ci si può aspettare da un album dedicato ai piaceri della tristezza, l'atmosfera generale di questo disco è piacevolmente riflessiva e introspettiva. I due lati scorrono fluidi e si sviluppano senza tempo, quasi ipnotici, stati d'animo piacevolmente malinconici che esplorano gli stranianti ma squisiti piaceri della vera tristezza senza mai risultare noiosi.
Un album eccellente.