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Disco felicemente atipico, questo. Titolo ed intenzioni affondano nei Sessanta di Hugo Montenegro ed Hot Butter, richiamando le profanazioni kitch di "Switched-on-Bach" ad opera di Walter e Wendy Carlos alle prese coi primi sintetizzatori progettati da Robert Moog. Album che, quindi, si inserisce di diritto nel filone della moog-mania e, fedele ai canoni della "incredible strange music", agisce in maniera strampalata, attingendo al repertorio dei Tre Allegri Ragazzi Morti anziché a quello Bachiano, per rielaborarlo in chiave sintetica. Il trio pordenonese, impegnando la propria opera, entra così in un patto ciranesco tra Erik Ursish ed Enrico Sist; il primo impiega le dita sui sintetizzatori e marchingegni vari, il secondo mette il faccione e fa da prestanome, nascondendo il tutto sotto il moniker Señor Tonto. I dodici episodi in cui si articola il ciddì sono re-interpretazioni strumentali della produzione dei T.A.R.M., divagazioni che tagliano, ricuciono e rielaborano brani a volte irriconoscibili ("Batteri" si trasforma in un ipotetico dialogo tra microorganismi che quasi dimentica l'originale), altre emotivamente fedeli al punto di partenza (una splendida "Occhibassi" che si svolge su deliziose melodie incrociate), altre ancora trasformate in buffi karaoke ("Mai come voi"). La stravaganza dell'idea, l'interpretazione sentita e mai banale, l'originalità degli arrangiamenti, l'ottimo repertorio e la fedeltà genuina al vintage, che esclude l'utilizzo di midi e sequencer e si affida esclusivamente a strumentazioni che vanno dai Sessanta agli Ottanta, rendono "Switched On TARM" una pepita, un esercizio tutt'altro che sterile, un gustoso divertissement che intriga e coinvolge. Il concetto che sta alla base del disco e che ne costituisce il punto di forza potrebbe, però, al contempo costituirne il limite: la scelta della strumentazione e del materiale diegetico potrebbero restringere la platea degli ascoltatori ai fans di Toffolo e Co. o ai maniaci dell'archeologia musicale. L'invito è a non considerarlo un ostacolo ma un punto di partenza per addentrarsi nel caleidoscopico e colorato mondo delle sonorità moog-oriented, musica intelligente che proprio non riesce a prendersi sul serio.
Vince B.Lorusso