ELKA Synthex
(Made in Italy - 1981)
MITICO!!! Per una volta, quest'aggettivo così abusato non è usato a sproposito! L'Elka Synthex è infatti uno dei più strepitosi polysynths di tutti i tempi, e se ancora non è mondialmente riconosciuto al pari di mostri sacri quali il Memorymoog, il Prophet 5 o il Jupiter 8, è solo perchè è italiano, e per di più nato da una ditta specializzata in organi.
Ma nel mondo degli "addetti ai lavori", già da tempo è ormai una realtà consolidata...tutti coloro che hanno dimestichezza con l'universo dei synth analogici, sanno che questa è una macchina dalle potenzialità espressive mostruose...non a caso è uno dei synth preferiti da un tale Jean Michelle Jarre...
Nato all'inizio degli anni 80 ad opera di Mario Maggi (geniale tecnico che già negli anni 70 aveva costruito dei prototipi di sistemi modulari, responsabile anche del Crumar BitOne, un altro grande, e sottovalutato, synth nostrano), l'Elka è un sintetizzatore che riunisce in sè tutte le migliori funzioni dei classici sintetizzatori analogici dell'epoca: 2 DCO (4 forme d'onda ciascuno), polifonia ad 8 voci, un ottimo filtro auto-risonante a 4 posizioni (passa-basso a 24dB, passa-banda a 12 e 6 dB e passa-alto a 12dB), doppio LFO, doppio ADSR, un meraviglioso Chorus (a 3 posizioni),
Ring Modulator, Sync, possibilità di crossmodulation dell'onda PWM, Generatore di Rumore Bianco e Rosa, memorie (40 preset e 40 user), possibilità di splittare o al contrario di sommare le voci sulla tastiera, joystick (per le modulazioni di filtro e oscillatori e per il pitch bend) e perfino un sequencer a 4 tracce che per l'epoca era decisamente un optional di lusso!!!
Tutto questo ben di Dio è riunito in una struttura imponente e mastodontica (29 kg di synth non si trovano davvero tutti i giorni!), con un'organizzazione dello spazio rigorosa e chiarissima, che ben rappresenta l'anima di questo strumento.
I suoni generati dall'Elka hanno infatti un carattere particolarissimo, cristallino e pulito, ma contemporaneamente molto caldo, ricco ed estremamente potente, possono coprire una gamma infinita di situazioni, dal pad di atmosfera all'effetto speciale, da lead aggressivi e lancinanti a suoni dolci e soft...non c'è niente che non si possa fare con questo synth, e qualsiasi suono esce sempre e comunque ricco di carattere, risultando convincente e di qualità ineccepibile.
E' un synth dal timbro molto personale, direi quasi unico...merito senz'altro del filtro (Curtis chips), che, come accennavo prima, dà al suono la potenza e la corposità di un classico analogico, ma contemporaneamente fa percepire quella chiarezza e "cristallinità" tipica del suono digitale...proprio per questo motivo è uno strumento che può a volte non piacere ai patiti dell'analogico, ma è proprio questo suo ibridismo una delle caratteristiche che lo rendono così affascinante.
Una curiosità che ci deve far riflettere è che questo "popò" di synth è in realtà una versione notevolmente ridimensionata di ciò che Mario Maggi aveva in mente per il Synthex...purtroppo l'Elka non aveva abbastanza fondi per finanziare il progetto di Maggi nella sua interezza...c'è da chiedersi che razza di mostro avremmo avuto a disposizione se Maggi avesse potuto portare a termine il Synthex come voleva lui!!!