Morolo conta la presenza di sei chiese. Di seguito vi riportiamo i nomi delle chiese, con le rispettive foto e con delle desrcizioni
S. Maria Assunta
L'edificio sorge in piazza E. Biondi. Le notizie più antiche relative a questa chiesa risalgono al 1264; essa fu più volta rifatta e la costruzione dell'attuale edificio avviene nel Seicento. Il suo cantiere ebbe inizio con ambizioni maggiori.
Il primo progetto prevedeva tre navate ma non fu portato a termine e nel 1620 fu demolito tutto ciò che era stato già costruito. La costruzione ricominciò successivamente con un impianto più ridotto. Nel 1684 crollò gran parte: la facciata, il campanile le cappelle della SS. Trinità e del Carmine;
le due campane grandi si ruppero, restando intatta la piccola come pure l'orologio. La chiesa fu poi in parte ricostruita con i beni della Confraternita e nel 1787 furono rifatti: la cornice, le colonne del presbiterio e l'ammattonato. Nel 1880 vennero ricostruite la facciata e la navata su progetto dell'ing. Olivieri di Roma e le ampie scale di accesso,
prima costituite da una semplice rampa rettilinea, ma qualche anno dopo crollò gran parte della volta a causa del cedimento di un piedritto. Nel 1934 vennero realizzati importanti restauri, nel 1938 fu aggiunta l abalaustra marmorea del presbiterio, nel 1942 il pavimento e il pulpito in marmo.
La facciata si presenta incorniciata da due campanili e scandita da un ordine tuscanico, sormontato da un timpano e con un basamento molto imponente. L'accesso alla chiesa avviene tramite un articolato impianto di scale, costituito da tre rampe, la prima rettilinea che segna l'asse di simmetria regolare di tutto il prospetto, e le altre due che si dipartono da questa con andamento curvo.
Le due rampe laterali abbracciano l'intero prospetto e racchiudono la facciata in un tutto unitario saldamente ancorato alla piazza. I campanili presentano degli elementi decorativi che ne raccordano il disegno a quello della facciata; nella parte superiore della facciata è presente la cella campanaria e l'orologio. L'interno della chiesa presenta uno stile più puro rispetto alla facciata rimandandolo ai modelli del Settecento romano cioè a quella architettura che propone un linguaggio rigoroso ed
elegante caratterizzato da elementi dell'architettura classica che ritmano ed articolano lo spazio. La pianta dell'edificio è a navata unica ( 9,50 x 30 metri ) con sei cappelle laterali ( 4,80 x 4 metri ), tre per lato, e abside rettangolare. Ai lati dell'abside sono presenti due ambienti di servizio della chiesa e ai lati dell'ingresso i due ambienti delle torri campanarie. L'edificio
è coperto con un tetto a falde e capriata lignea. L'intradosso della capriata è reso invisibile dalla presenza della volta, a botte lunettata, che copre la navata e dalle volte minori, a botte, che coprono le cappelle. Il presbiterio, anche se geometricamente in continuità con la navata, se ne distacca nettamente. Lo stacco è ottenuto sia con la presenza di due gradini, che lo pongono su un piano diverso, sia con due colonne ioniche, complete di basamento, che fanno da piedritto all'arco che incornicia l'intero vano dell'abside. Le pareti di questa sono ritmate da lesene
che terminano con una sorta di mensola con decorazione a conchiglia. E' notevole il coro ligneo con 18 stalli intagliati. L'altare maggiore è in marmi pregiati provenienti dagli scavi di Villa Adriana di Tivoli. La pavimentazione è in marmo a riquadri bianchi e neri con fascia centrale bianca e grigia che ripropone l'asse liongiutidinale della pianta. La prima cappella a sinistra è dedicata a S. Lucia e viene eretta nel 1640 da G. Mattei. La seconda cappella a sinistra è dedicata a SS. Giacinto e Orsola, realizzata da Ferdinando Carbone nel 1625. La terza cappella a sinistra è
dedicata alla Madonna della Pace, fondata da Marco Carbone nel 1646; in quest'ultima è presente una statua di Cristo morto. La prima cappella a destra è dedicata a Sant'Angelo. La seconda cappella a destra è dedicata alla Madonna del Carmine e venne eretta nel 1618. La terza cappella, detta SS. Sacramento è dedicata alla B. Vergine del Rosario. Sul margine del sagrato, in posizione tale da dominare la piazza, erge il S. Francesco di Ernesto Biondi. La statua in bronzo ( altezza 2 metri, base 60 cm ) ritrae il santo a mani giunte, in preghiera; è in posizione frontale. Veste il saio con il cappuccio
calato sulla testa e posa su un sostegno simulante una pietra, su cui è graffito a tratto sottile il Cantico delle Creature. Il bozzetto dell'opera, concepito intorno al 1890 da Ernesto Biondi, è conservato nella sagrestia della Chiesa , è stato donato da Costantino Biondi, fratello dello scultore, e da questo bozzetto fu ricavata la statua in bronzo, inaugurata il 12 giugno 1971. A chiudere l'ingresso della scalinata, c'è un bellissimo cancello in bronzo, opera del noto scultore ciociaro Tommaso Gismondi, scolpito nel 1973. Il portale della chiesa è anch'esso opera del Gismondi: si tratta di un bassorilievo in bronzo ( base 2,32 metri, altezza 4,2 metri ), realizzato nel 1972.
Beata vergine della Mercede
Nelle vicinanze del castello, è situata la chiesa dei Frati, così chiamata perchè era officiata dai frati dell'ordine della Mercede. Fu fondata da don Giulio Fiaschetti nel 1765, che la dotò anche di alcuni fondi agricoli di sua proprietà. Alla chiesa fu annesso un convento di cui i frati presero possesso il 7 giugno 1768; una quarantina di anni dopo i religiosi surano cacciati via dalle truppe napoleoniche e non fecero più ritorno in paese. Nel 1819 il convento e i beni rustici furono acquistati da privati; in seguito il complesso conobbe una progressiva decadenza malgrado le cure della Confraternità della Morte, finchè la chiesa non fu chiusa e sconsacrata negli anni Venti
e poi venduta ad un privato nel 1974. Attualmente l'edificio si trova in precarie condizioni di conservazione ed è adibito a magazzino.
S. Pietro
Una chiesa dedicata al Principe degli Apostoli era sorta in campagna, in contrada Casali; a questa doveva far capo una certa porzione di
popolazione che, ristretta poi in paese, si è andata a posizionare nelle zone di scollinamento. Qui è nata una nuova chiesa dedicata a S. Pietro
esistente sin dal secolo XI. Nel corso del XIX secolo viene dotata di campanile e decorata.Nel 1939 prese l'aspetto che ha tutt'ora.
SS. Sebastiano e Rocco
L'edificio sorge in via Guglielmo Marconi. La prima costruzione risale al 1576. Nel 1801 la chiesa fu restaurata
grazie ai finanziamenti della Sig.ra Gaetana Renzoni, ma nel 1862 crollò; i lavori di ricostruzione cominciarono
nel 1868 e solo nel 1889 la chiesa fu riaperta al culto. Oggi non si celebra più la Santa Messa all'interno della
chiesa, per motivi di sicurezza, tant'è che sono ancoro in coeso i lavori di ristrutturazione.
S. Croce
Secondo gli storici morolani, la chiesa di S. Croce è la più antica del paese ed i suoi ruderi, risalenti al XII secolo, fanno ritenere che possa essere così; anche se l'edificio appare tardivo rispetto all'incastellamento e non è credibile l'idea che si sia atteso qualche tempo senza una chiesa catrensa. Del resto la stessa posizione denuncia la sua estraneità al castrum e quindi o l'attuale edificio è il rifacimento di un primitivo tempio oppure è il prodotto della devozione alla Croce sviluppatasi dopo le crociate. Sia come sia, abbiamo solo la menzione di essa nelle decime triennali ma nessuna altra notizia fino all'inizio del Settecento quando il coadiuvatore episcopale mon. Rubini
la definisce un "ovile di serpi": è la più chiara della sua decadenza, magari favorita dal suo essere fuori dell'abitato. Da allora deve essere stato un cresccendo disinteresse e, sconsacrata, dopo essere stata adibita a cimitero pubblico dal 1871 al 1877, deve essere stata venduta. Infatti oggi appartiene ad un privato che impiega il recinto, formato dal perimetro dei muri, per la custodia degli animali. La chiesa era formata da un'aula rialzata nel presbiterio, separato anche da un arco monumentale oltre il quale lo spazio era concluso da un'abside. La zona per i fedeli era molto esigua per cui si potrebbe pensare ad una chiesa conventuale che ad una con funzioni di cura delle anime.
Madonna delle Grazie o del Piano
La fondazione della chiesa risale al 1682, quando i Morolani decisero di edificare un tempio nel luogo in cui si trovava un'antica edicola con una venerata immagine della Madonna delle Grazie. Il nucleo originario ha subito molte modificazioni, l'ultima della quali nel 1966, anno in cui è stata arricchita la decorazione pittorica e architettonica. Sulla parete di fondo, all'interno della chiesa, si trova un affresco risalente all'anno di fondazione della chiesa. Esso rappresenta la Madonna seduta su un podio ligneo, e vestita del mentello azzurro e della tunica rossa. In mezzo al Suo petto splende il Cuore che effonde luce e sulla manica destra si nota l'immagine di un cherubino; sulle ginocchia il Bambino, che reca nella destra il Globo coronato dalla Croce,
simbolo del dominio sull'Universo. A sinistra del gruppo sacro è posto S. Sebastiano, ritratto nella consueta iconografia: cinto di un perizoma rosato, reclina la testa verso destra e chiude le mani dietro la schiena. Porta due sole frecce conficcate nel petto. A sinistra S. Rocco, barbuto, indossa una tunica azzurra cinta da un cordone e decorata da due conchiglie, simbolo del pellegrino, che posano sulle spalle. A destra porta il bastone del pellegrino e a sinistra mostra la coscia piegata dalla pesta. Altra opera notevole presente nella chiesa, è la porta bronzea opera di Tommaso Gismondi, collocata nel 1975.