Ho appreso che la Vostra
Associazione si occupa di fauna selvatica e della sua corretta gestione
non escludendo il prelievo purchè sia il più conservativo
possibile. Vorrei sapere se vi occupate solo di ungulati e in caso di risposta
negativa vorrei conoscere le eventuali iniziative in favore della fauna
non ungulata. Inoltre, poichè caccio il capriolo all'estero e in
altre Regioni Italiane,spesso penso che il nostro Appennino Pavese ha tutte
le carte in regola per ospitare e gestire questo splendido cervide. Qual'è
la Vostra posizione im merito e come ve ne state occupando?
L'Associazione U.R.C.A. Lombardia non si interessa soltanto di ungulati:
gli studi effettuati e pubblicati sulla lepre, sulla pernice rossa, i corsi
effettuati e in programma sui carnivori selvatici (v. capitolo iniziative
del sito), ne sono la testmonianza. Per quanto concerne il tema spinoso
della presenza del capriolo in Oltrepò Pavese, riteniamo che la zona
appenninica dell'Oltrepò Pavese sia particolarmente vocata per il
piccolo cervide; peraltro l'incontenibile bracconaggio e la palese NON volontà
degli enti pubblici ad attuare interventi gestionali (e tantomeno venatori)
per salvaguardare la specie sono evidente causa di impossibilità
di crescita per il capriolo. Le nostre proposte gestionali, supportate da
fondamenti scientifici e da autorevoli pareri tecnici, gli esempi delle
Provincie limitrofe non hanno avuto alcun risultato nel modificare l'atteggiamento
degli enti competenti in merito al problema capriolo. In Oltrepò
Pavese solo il cinghiale è oggetto di caccia con il metodo della
braccata, oggetto di caccia ma non di gestione. Riteniamo che anche il cinghiale
sia un patrimonoio che meriterebbe attenzioni gestionali attualmente inesistenti,
compreso l'impiego di forme di caccia più conservative(girata, selezione)
che otterrebbero anche il risultato apprezzabile di limitare i danni alle
colture agricole.(E' presente sul sito uno specifico e recente articolo
a cura del Prof. S. Toso).