Cormorani: un problema?

 

A seguito di numerosi scritti a Noi pervenuti, relativi all’impatto delle popolazioni di cormorani sulla fauna ittica, abbiamo ritenuto opportuno pubblicare il testo integrale del più recente ed il Nostro punto di vista sull’argomento cormorani.

 

Buon giorno

scusi il disturbo

non sono  un cacciatore ma un pescatore (prevalentemente spinning)

sto dando una mano ai colleghi pescatori a mosca che hanno promosso una campagna contro i cormorani

stanno cercando di sensibilizzare le autorità competenti ad inserire il cormorano come specie cacciabile

come ben sapete il cormorano per noi pescatori è un danno per la popolazione dei fiumi

se volete dare una mano anche voi basta andare al seguente link

http://www.pipam.com/pipam/CampagnePIPAM/ListaCampagne.asp#Cormorani

inserire i vostri dati e una mail sarà inviata alle autorità

sono sicuro che la cosa interessa anche a voi

per favore divulgate questa mail ad amici associazioni ecc ecc

grazie

Saluti  Osvaldo

 

 

 

 

Caro amico,

 ho ricevuto la sua lettera sul “problema cormorano”  e  credo che meriti un commento approfondito.

La questione dovrebbe essere inquadrata nel problema ben più vasto della tutela della fauna ittica e delle biocenosi acquatiche in generale, in una situazione disastrosa che vede la fauna acquatica trattata, sotto certi aspetti,  addirittura peggio di quella terrestre.

Secondo il mio personale parere, i nostri corsi d’acqua sono ridotti in uno stato pietoso per una serie di motivi, dei quali quelli di gran lunga più importanti sono:

1-    sfruttamento selvaggio, a scopo agricolo ed industriale, delle risorse idriche con prelievi di acqua massicci, indiscriminati dalle sorgenti alle foci, che riducono fiumi e torrenti a piccoli rigagnoli quando addirittura non li prosciugano completamente

2-    utilizzo dei corsi d’acqua come discariche liquide, con una concentrazione di inquinanti che arriva a rendere alcuni fiumi e canali praticamente abiotici

Definire l’impatto di queste attività umane devastante per la fauna acquatica dovrebbe essere un’ovvietà per chiunque, dal momento che è difficile immaginare una fauna acquatica senza l’acqua.

E’ opportuno ricordare anche altri fattori limitanti della fauna ittica nelle acque dolci italiane:

3-    presenza di frequenti sbarramenti e dighe senza strutture che permettano la risalita dei pesci

4-    cementificazione delle sponde

Il punto 3 è stato particolarmente devastante per le specie migratrici, sia anadrome che catadrome, ma tutte le specie ittiche possono soffrire per l’impossibilita di risalire o discendere i corsi d’acqua.

All’interno del panorama che ho appena descritto cormorano e siluro sono due pagliuzze in  un magazzino di travi, tanto per citare un paragone dal Nuovo Testamento.

Vorrei poi aggiungere alcune considerazioni sull’interazione predatore-preda, che non sono assolutamente fuori luogo in quanto il cormorano è un efficiente predatore di pesci. In natura di solito è la popolazione della preda  che regola la popolazione del predatore e non il contrario. Ho avuto occasione di visitare corsi d’acqua infinitamente più ricchi di pesci dei nostri fiumi  in altri parti d’Europa, come il delta del Danubio in Romania o la Riserva di Belje alla confluenza tra Danubio e Drava in Croazia. In queste aree esistono popolazioni ittiche estremamente abbondanti che convivono con popolazioni estremamente abbondanti di uccelli ittiofagi, semplicemente perché una grande quantità di prede consente la presenza di un grande numero di predatori.

Dopo questa lunga premessa è possibile anche affrontare la questione del controllo numerico del cormorano, a patto che venga dimostrato, da studi scientifici seri, che la riduzione dei cormorani comporti un incremento delle popolazioni ittiche.

La prego di notare che ho scritto controllo numerico del cormorano e non inserimento del cormorano tra le specie cacciabili, perché l’inserimento da lei auspicato nella sua lettera non avrebbe alcun risultato per  i seguenti motivi:

a)    i cacciatori non hanno alcun interesse a dedicarsi alla caccia al cormorano e ci potremmo aspettare solo abbattimenti occasionali che non hanno effetto sulla popolazione

b)    la caccia, per definizione, sarebbe attuata solo nelle zone aperte alla caccia escludendo le aree protette ed è chiaro che avrebbe poco senso controllare, per esempio, il cormorano nel  Pavese senza intervenire nel Parco del Ticino

Il controllo numerico, a differenza della caccia, dovrebbe essere effettuato da operatori professionisti o comunque professionali che potrebbero operare anche in zone o periodi chiusi alla caccia.

E’ necessario osservare che una riduzione numerica dei cormorani andrebbe valutata anche in ambito europeo, trattandosi di una specie migratrice per la quale un piano di controllo nella pianura padano-veneta potrebbe avere scarso significato.

In conclusione ritengo sia chiaro che non posso condividere la sua proposta di inserimento del cormorano tra le specie cacciabili.

 

La saluto cordialmente.

 

Giuseppe Zoppi    Vice Presidente U.R.C.A. Lombardia