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Via alla pagina principale Sesta Giornata, Novella decima

La vicenda si sviluppa in un luogo reale, Certaldo, la cittadina toscana dove era nato e si era ritirato, per trascorrervi gli ultimi anni della sua vita, Boccaccio. Il paese è presentato ironicamente come un luogo in cui si fa una buona raccolta di elemosina, nel quale frate Cipolla ha l’abitudine di tornare ogni anno per questo motivo. Il terreno di Certaldo è famoso in tutta la Toscana per la grande produzione di cipolle, il che contribuisce a rendere simpatico, agli occhi degli abitanti, il frate, il cui nome, Cipolla, riprende la produzione caratteristica della zona.

I luoghi chiusi significativi sono due: la chiesa parrocchiale (“calonica”) e la taverna dove lavora Nuta. In ciascuno di questi ambienti ha luogo un discorso; nella chiesa fra Cipolla utilizza la retorica per la predica e per suggestionare gli ascoltatori al fine di spingerli a fare elemosina. Nella taverna Guccio cerca di circuire Nuta per mezzo della parola, elogiandosi e intricando le parole.

A questi ambienti si contrappone lo spazio aperto circostante la chiesa dove, in seguito a un fantasioso racconto, il frate, mostra alla folla le reliquie d’un santo.

Il realistico interno cittadino è affiancato da un fantastico e bizzarro racconto di luoghi immaginari, creati dalla mente di fra Cipolla.

Agli ambienti non è dedicata una parte descrittiva; essi vengono semplicemente nominati, ma sono comunque importanti, in particolare la taverna. È la persona che sta all’interno del luogo a caratterizzarlo e a determinarne le peculiarità: la figura di Nuta denota l’ambiente unto e sporco della taverna. (Francesca Rappocciolo)

Nella chiesa parrocchiale che si trova nella parte alta del paese di Certaldo, frate Cipolla recita il Confiteor, accende due ceri e racconta del suo pellegrinaggio in Oriente. Per la storia, il frate trae ispirazione dalle narrazioni di viaggi nei luoghi santi, tramandati dalle agiografie, e nomina una serie di luoghi che in realtà corrispondono a quartieri e strade di Firenze, ma che possono richiamare alla mente degli ingenui paesi dell'Oriente, fantastiche mete di immaginari pellegrinaggi in Terra Santa. (Giorgia Grandi)

Veduta di Certaldo