Pupilla
delle isole e delle penisole,
quali nei laghi lucenti e nel vasto mare
sostiene l'onnipossente Nettuno,
con quanto piacere, con quanta letizia ti rivedo,
Sirmione,
io che a stento posso
credere
di aver lasciato la Tinia e i campi Bitini,
e, sicuro, contemplarti di nuovo.
Che cosa c'č di pių bello,
quando, sciolti da ogni cura,
la mente depone ogni fastidio
e, stanchi del viaggio e delle fatiche,
torniamo ai nostri Lari,
abbandonandoci nel letto
a lungo sospirato?
Questo, soltanto questo, dopo tante fatiche.
Io ti saluto, bellissima Sirmione,
e tu gioisci del signore che ritorna.
Gioite anche voi, onde del lago di Lidia
e tutti quanti ridete, sorrisi della mia casa.
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