|
Trackback e commenti al Messaggio #54
Messaggio N°54
Tags: upmarine
|
25 Aprile 2007 - 01:19 |
Qualcuno ne parla ... su Upmariner ChannelPuò capitare nella vita, ed è un bene che sia solo di rado, di subire qualcosa che ti segna per sempre. Un fatto che vissuto in quel momento non comporta un trauma, per via della tua giovane età. Non ne capisci la gravità. Poi,
improvvisamente, diventi consapevole di aver vissuto una brutta
situazione e te ne vergogni. Per fortuna i tuoi genitori non lo hanno
mai saputo. E' stato evitato che ne potesse diventare un dramma. Ci
sono verità che pesano come macigni solo quando vengono a galla.
Stipati nel profondo del tuo io continuano a farti compagnia, come un
male cronico a stento sopportabile, ma che ti lascia comunque in vita.
Ci sono verità che per il bene di tutti è bene che restino nascoste. E'
bene che si sappia che esistono, per poterle combattere, ma non
portiamole in piazza. Chi ci perde è chi ha più da perdere in dignità.
Non chi l'ha già persa da tempo.
|
Inviato da scoontrosa il 25/04/07 @ 08:08 via WEB
Sono felice
che tu sia tornato in "grande stile". A volte i macigni hanno bordi
taglienti che ancora ti fanno sanguinare. Servirebbe uno scalpello,
almeno per smussare certi spigoli...
Un abbraccio S.
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:53 via WEB
Stile libero, anzi senza. C'è scritto così in cima al blog. E' l'argomento che ci rende più aulici.
Un macigno pesa anche senza spigoli taglienti. E' grave.
Ben arrivata.
(Rispondi)
|
|
Inviato da odio_via_col_vento il 25/04/07 @ 09:27 via WEB
può essere.
come sempre: dipende. ci sono anche verità che abbiamo paura di
affrontare. che CREDIAMO di aver superato. che CI ILLUDIAMO sia meglio
etnere sepolte. verità la cui venuta allo scoperto potrebbe aiutare
altri, altri che adesso sono i deboli e gli inermi che eravamo noi ieri. come sempre: è questione di prospettive e di interpretazioni.
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:54 via WEB
Di certo la prospettiva di chi subisce non è la migliore. Hai mai avuto voglia di respirare un'aria migliore?
Ciao
(Rispondi)
|
|
Inviato da mara2003 il 25/04/07 @ 10:30 via WEB
ecchime, devotamente a rapporto...è comunque proprio vero che "...u boi nci rici curnutu o sceccu...".
E' drammatica la situazione che descrivi: la vergogna, la paura di
condividere con altri il proprio dolore per timore di perderne il
rispetto, la sopraffazione dellla dignità che si ricava dalla contezza
di avere vissuto un'esperienza che segna e che sporca la nostra vita...
Quante docce di acqua bollente levigando il nostro corpo con la carta
vetrata perchè assieme alla pelle potesse andar via la nostra
verità...Parlarne, non parlarne, chissà? Certo che a parlarne si
protrebbe diffondere negli altri una specie di consapevolezza che
consente il reiterare di certi abominevoli comportamenti: lo fanno gli
altri lo posso fare anche io. A non parlarne come si fa ad aprire gli
occhi a chi ancora si fida ciecamente dell'umanità? E se anche in
questo caso la via da seguire setsse nel mezzo?
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:50 via WEB
Caro ciuccio,
tra due punti infinitamente distanti la via di mezzo non esiste.
Devotamente il suo cornuto bue. :)
(Rispondi)
|
|
Inviato da ilike06 il 25/04/07 @ 16:39 via WEB
uno scheletro
nell'armadio?... ha sempre due facce. sapere di averlo ci fa star male
e vorremmo confessarlo per alleggerire la coscienza, ma allo stesso
tempo sappiamo che ci farebbe perdere la faccia. con noi stessi
innanzitutto. e se lo scheletro, una volta reso palese potesse salvare
altre vite, la lotta interiore tra il rischiare la propria faccia e
salvare gli altri diventerebbe, comunque, angoscia. bentornato Up :-)
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:00 via WEB
Ben arrivata, Ily.
C'è sempre qualcosa che non hai vissuto, ma non per questo non sei in
grado di capire che possa trattarsi di un'esperienza da non vivere. Una
volta ho avuto voglia di rispondere ad una persona che si lamentava
della propria condizione facendo riferimento alla mia fortuna di vivere
una vita piena di soddisfazioni. Mi sono trattenuto dal dirle che non
poteva lontanamente immaginare da quali dolori son dovuto passare per
vedere ora tutto più roseo. Niente scheletri. Solo un mucchietto di
polvere.
(Rispondi)
|
|
Inviato da carpediem56maestral0 il 25/04/07 @ 19:45 via WEB
...perchè non
riusciamo a cofessarla?Perchè pensiamo sia un bene che restino
nascoste? Perchè, in fondo in fondo, pensiamo di essercelo meritato, di
essere noi i colpevoli, quelli sbagliati...ma non è mai così e chi
dovrebbe vergognarsi, chi dovrebbe buttarsi a mare con una macina la
collo, non siamo noi...tutta la psicoanalisi è concorde con Gesù "La
verità ci rende liberi!" ...Che poi non vuol dire essere publicati su
Novella 2000, ma poterla raccontare a chi ci può aiutare a
rielaborarla, facendoci comprendere che non è corretto dirigere la
nostra rabbia su noi stessi....
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:05 via WEB
Però io non
rivolgo la rabbia contro me stesso. Anzi, sono molto indulgente con me
stesso. E non mi sento nemmeno colpevole. Chi subisce non può essere
colpevole. Sono solo contento di aver risparmiato la mia angoscia a chi
mi mi vuol bene. C'è chi sta peggio a veder subire certe situazioni ad
un caro che non subirle di persona.
Prima di ritornare nella penombra ti saluto con caloroso affetto, Carpédine.
(Rispondi)
|
|
Inviato da Gioiasole il 25/04/07 @ 20:17 via WEB
Una volta
affrontammo insieme proprio il tema 'verità', ricordi Up? E mi dicesti
che una verità non detta resta sempre verità. Perchè il male inferto o
ricevuto c'è; per quanto tempo possa essere passato, è lì. Ma leggere
questo post così com'è scritto, porta a considerazioni più vaste. Se la
conoscenza del fatto in sè può impedire che altro male venga compiuto è
innegabile che vi si debba dare voce. Ma qui tu parli della perdita di
dignità della persona che ha subìto, in tutta innocenza o incoscienza,
qualora se ne venisse a conoscenza... eppure lo stesso non saprei cosa
dirti. Solo chi è direttamente interessato può sapere, e sicuramente
qualunque illazione da parte di chi ti legge sarebbe giusta o sbagliata
nello stesso identico modo. Per questo mi limito a leggere (con un
pizzico di costernazione, non ti nascondo) e a lasciarti qui il mio
bentornato... Un abbraccio, Gioia
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:08 via WEB
Non essere
costernata. Ricorda che quando si tocca un fondo, dopo, tutto è più in
alto. Sono arrivato ad avere quello che ho perchè ne capisco
l'importanza. A te un bacetto. MrUP.
(Rispondi)
|
|
Inviato da MARIONeDAMIEL il 25/04/07 @ 22:52 via WEB
Tutto il
discorso ruota intorno all'aver subito, se ho capito bene. A chi
dovremmo confessarlo, ora, tardivamente? Non lo so.. credo che tu abbia
ragione.. dipende però se si è riusciti a superare bene o male
quell'esperienza, avendola capita nella sua gravità. Come un grande e
improvviso dolore; è difficile che chi ne sia stato colpito, ne parli
apertamente.. anche se sarebbe auspicabile. La cosa subita non verrebbe
comunque, mai cancellata..
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:09 via WEB
Proprio così, cara mia.
(Rispondi)
|
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:47 via WEB
Credo di
poter affermare, con una certa sicurezza, di essere stato tanto vago da
rendere il pensiero che ho espresso adattabile a mille interpretazioni.
Non era intenzionale ma forse è un modo per rendere il pensiero più
universale. In realtà non volevo affrontare il tema in modo soggettivo.
Non sono abbastanza certo che tirar fuori i miei drammi infantili
possano servire a rendermeli meno pesanti. Vorrei solo che non fossero
condivisi. Ma se così fosse potrei anche rispondere in modo cinico: se
sopravvivo io chiunque altro può farlo. Non è detto che io sia più
coriaceo di tutti gli altri. Anzi. Certe sicurezze nascondono
fragilità. Ho solo alzato la soglia del dolore. Fermo restando che odio
chi strumentalizza certe storie per aumentare l'audience.
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da odio_via_col_vento il 26/04/07 @ 08:11 via WEB
d'accordissimo.
adesso abbiamo certamente chiaro quale sarà il palinsesto dei prossimi
giorni di Matrix, Porta a Porta, Maurizio Costanzo, la Pivetti ecc.
ecc. sai, la condivisione che chiedi è legata a rapporti diretti
e molto personali, dato che (giustamente) non vuoi parlare del passato
in un luogo così pubblico. ma il sopravvivere e superare è legato
a tali e tante variabili individuali, carattere, incontri, cultura,
capacità di rielaborazione....che non è così scontato possa succedere a
tutti. per questo la denuncia dei fatti rimane, sempre, l'unica
difesa possibile nei confronti di altre vittime. per fermare la bestia.
(Rispondi)
|
|
Inviato da Eric_Van_Cram il 26/04/07 @ 14:17 via WEB
En passant...
Noto che ricorre spesso nei commenti il termine "confessare". Vi
rendete conto di cosa implica l'utilizzo di questa parola? Che da
qualche parte, nel nostro inconscio, è conservato il concetto che la
vittima è in qualche misura corresponsabile di quel che è successo,
perchè è stato da lei stessa provocato o in qualche altro modo
meritato. Ed è per questo che è così difficile raccontare, per la
vittima, perchè sa, più o meno consciamente, che anche lei sarà
giudicata.
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 22:07 via WEB
Ho sempre
detto che la vela è uno sport che stimola la riflessione. Alla fine
vengono fuori osservazioni molto pertinenti. Ben detto, vecchio mio. Se
posso permettermi il "mio".
(Rispondi)
|
....
|
Inviato da MARIONeDAMIEL il 26/04/07 @ 22:15 via WEB
concordo con
Eric; ci vuole molto coraggio a denunciare, pensa a tutte le donne che
si son trovare a passare da vittime, ad adescatrici... il discorso
cambia coi bambini. Inimmaginabile il male che si portano dentro, il
male puro, quello che fa paura, proprio come nelle favole.
(Rispondi)
|
|
Inviato da VegaLyrae il 26/04/07 @ 15:42 via WEB
Proprio oggi mi sono sentita raccontare una cosa simile dalla madre di una ragazza...
(Rispondi)
|
..
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 22:09 via WEB
Chissà perchè
ho l'impressione che solo la cecità ci fa illudere che certe bruttezze
siano rare. E fai bene ad usare l'aggettivo simile. Dubito che una
storia possa essere mai stata vissuta da un altro alla stessa maniera.
(Rispondi)
|
|
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 22:28 via WEB
Caro
gioiello, ricevuto! Ricordo di una trasmissione: la vita in diretta di
cucuzza o cocuzza o qualche altra uzza. Arrivò nella mia università il
suo entourage per raccogliere le dichiarazioni "dal vivo" di gente
coinvolta nello scandalo di un professore che circuiva giovani studenti
maschi in cambio di favori. Non entro nel merito della vicenda dal
momento che se ne occupa la magistratura ed io non sono giudice. Però
un giornalista dello staff del famoso personaggio televisivo impartiva
ordini ad uno studente: "ora siediti su quel marciapiede e tieni il
capo tra le mani come se fossi in preda all'angoscia". Il ragazzo lo
guarda e gli risponde "va a cagare!". Non avete idea di cosa
rappresenti il giornalismo e l'audience. Ci sono cose che vanno
combattute, è vero. Con un telefono azzurro o con una vigilanza
accurata. Sapete chi ci mettono come assistenti sociali nelle scuole?
Io ne ho sentita una al telegiornale. Forse è lei che ne ha bisogno di
una vera.
(Rispondi)
|
|