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Creato da: upmarine il 02/10/2006
Reporter a stile libero, anzi senza. Ovvero, un gatto attaccato ai maroni! Con le unghie. :-((

Trackback e commenti al Messaggio #54

 
Messaggio N°54
Tags: upmarine
25 Aprile 2007 - 01:19

Qualcuno ne parla ... su Upmariner Channel

Può capitare nella vita, ed è un bene che sia solo di rado, di subire qualcosa che ti segna per sempre.
Un fatto che vissuto in quel momento non comporta un trauma, per via della tua giovane età. Non ne capisci la gravità.immagine
Poi, improvvisamente, diventi consapevole di aver vissuto una brutta situazione e te ne vergogni. Per fortuna i tuoi genitori non lo hanno mai saputo. E' stato evitato che ne potesse diventare un dramma. Ci sono verità che pesano come macigni solo quando vengono a galla. Stipati nel profondo del tuo io continuano a farti compagnia, come un male cronico a stento sopportabile, ma che ti lascia comunque in vita. Ci sono verità che per il bene di tutti è bene che restino nascoste. E' bene che si sappia che esistono, per poterle combattere, ma non portiamole in piazza. Chi ci perde è chi ha più da perdere in dignità. Non chi l'ha già persa da tempo.

 
Inviato da: upmarine Commenti: 25
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Inviato da scoontrosa il 25/04/07 @ 08:08 via WEB
Sono felice che tu sia tornato in "grande stile". A volte i macigni hanno bordi taglienti che ancora ti fanno sanguinare. Servirebbe uno scalpello, almeno per smussare certi spigoli... Un abbraccio S.
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:53 via WEB
Stile libero, anzi senza. C'è scritto così in cima al blog. E' l'argomento che ci rende più aulici.
Un macigno pesa anche senza spigoli taglienti. E' grave.
Ben arrivata.
(Rispondi)

 
 
Inviato da odio_via_col_vento il 25/04/07 @ 09:27 via WEB
può essere. come sempre: dipende. ci sono anche verità che abbiamo paura di affrontare. che CREDIAMO di aver superato. che CI ILLUDIAMO sia meglio etnere sepolte. verità la cui venuta allo scoperto potrebbe aiutare altri, altri che adesso sono i deboli e gli inermi che eravamo noi ieri.
come sempre: è questione di prospettive e di interpretazioni.
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:54 via WEB
Di certo la prospettiva di chi subisce non è la migliore. Hai mai avuto voglia di respirare un'aria migliore?
Ciao
(Rispondi)

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Inviato da odio_via_col_vento il 26/04/07 @ 08:07 via WEB
sempre.
(Rispondi)

 
 
Inviato da mara2003 il 25/04/07 @ 10:30 via WEB
ecchime, devotamente a rapporto...è comunque proprio vero che "...u boi nci rici curnutu o sceccu...".
E' drammatica la situazione che descrivi: la vergogna, la paura di condividere con altri il proprio dolore per timore di perderne il rispetto, la sopraffazione dellla dignità che si ricava dalla contezza di avere vissuto un'esperienza che segna e che sporca la nostra vita... Quante docce di acqua bollente levigando il nostro corpo con la carta vetrata perchè assieme alla pelle potesse andar via la nostra verità...Parlarne, non parlarne, chissà? Certo che a parlarne si protrebbe diffondere negli altri una specie di consapevolezza che consente il reiterare di certi abominevoli comportamenti: lo fanno gli altri lo posso fare anche io. A non parlarne come si fa ad aprire gli occhi a chi ancora si fida ciecamente dell'umanità? E se anche in questo caso la via da seguire setsse nel mezzo?
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:50 via WEB
Caro ciuccio,
tra due punti infinitamente distanti la via di mezzo non esiste.
Devotamente il suo cornuto bue. :)
(Rispondi)

 
 
Inviato da ilike06 il 25/04/07 @ 16:39 via WEB
uno scheletro nell'armadio?... ha sempre due facce. sapere di averlo ci fa star male e vorremmo confessarlo per alleggerire la coscienza, ma allo stesso tempo sappiamo che ci farebbe perdere la faccia. con noi stessi innanzitutto. e se lo scheletro, una volta reso palese potesse salvare altre vite, la lotta interiore tra il rischiare la propria faccia e salvare gli altri diventerebbe, comunque, angoscia. bentornato Up :-)
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:00 via WEB
Ben arrivata, Ily.
C'è sempre qualcosa che non hai vissuto, ma non per questo non sei in grado di capire che possa trattarsi di un'esperienza da non vivere. Una volta ho avuto voglia di rispondere ad una persona che si lamentava della propria condizione facendo riferimento alla mia fortuna di vivere una vita piena di soddisfazioni. Mi sono trattenuto dal dirle che non poteva lontanamente immaginare da quali dolori son dovuto passare per vedere ora tutto più roseo. Niente scheletri. Solo un mucchietto di polvere.
(Rispondi)

 
 
Inviato da carpediem56maestral0 il 25/04/07 @ 19:45 via WEB
...perchè non riusciamo a cofessarla?Perchè pensiamo sia un bene che restino nascoste? Perchè, in fondo in fondo, pensiamo di essercelo meritato, di essere noi i colpevoli, quelli sbagliati...ma non è mai così e chi dovrebbe vergognarsi, chi dovrebbe buttarsi a mare con una macina la collo, non siamo noi...tutta la psicoanalisi è concorde con Gesù "La verità ci rende liberi!" ...Che poi non vuol dire essere publicati su Novella 2000, ma poterla raccontare a chi ci può aiutare a rielaborarla, facendoci comprendere che non è corretto dirigere la nostra rabbia su noi stessi....
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:05 via WEB
Però io non rivolgo la rabbia contro me stesso. Anzi, sono molto indulgente con me stesso. E non mi sento nemmeno colpevole. Chi subisce non può essere colpevole. Sono solo contento di aver risparmiato la mia angoscia a chi mi mi vuol bene. C'è chi sta peggio a veder subire certe situazioni ad un caro che non subirle di persona.
Prima di ritornare nella penombra ti saluto con caloroso affetto, Carpédine.
(Rispondi)

 
 
Inviato da carpediem56maestral0 il 25/04/07 @ 19:46 via WEB
P.S.: BENTORNATO!!!!!:-)))))
(Rispondi)

 
 
Inviato da Gioiasole il 25/04/07 @ 20:17 via WEB
Una volta affrontammo insieme proprio il tema 'verità', ricordi Up? E mi dicesti che una verità non detta resta sempre verità. Perchè il male inferto o ricevuto c'è; per quanto tempo possa essere passato, è lì. Ma leggere questo post così com'è scritto, porta a considerazioni più vaste. Se la conoscenza del fatto in sè può impedire che altro male venga compiuto è innegabile che vi si debba dare voce. Ma qui tu parli della perdita di dignità della persona che ha subìto, in tutta innocenza o incoscienza, qualora se ne venisse a conoscenza... eppure lo stesso non saprei cosa dirti. Solo chi è direttamente interessato può sapere, e sicuramente qualunque illazione da parte di chi ti legge sarebbe giusta o sbagliata nello stesso identico modo. Per questo mi limito a leggere (con un pizzico di costernazione, non ti nascondo) e a lasciarti qui il mio bentornato... Un abbraccio, Gioia
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:08 via WEB
Non essere costernata. Ricorda che quando si tocca un fondo, dopo, tutto è più in alto. Sono arrivato ad avere quello che ho perchè ne capisco l'importanza. A te un bacetto. MrUP.
(Rispondi)

 
 
Inviato da MARIONeDAMIEL il 25/04/07 @ 22:52 via WEB
Tutto il discorso ruota intorno all'aver subito, se ho capito bene. A chi dovremmo confessarlo, ora, tardivamente? Non lo so.. credo che tu abbia ragione.. dipende però se si è riusciti a superare bene o male quell'esperienza, avendola capita nella sua gravità. Come un grande e improvviso dolore; è difficile che chi ne sia stato colpito, ne parli apertamente.. anche se sarebbe auspicabile. La cosa subita non verrebbe comunque, mai cancellata..
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 04:09 via WEB
Proprio così, cara mia.
(Rispondi)

 
 
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 03:47 via WEB
Credo di poter affermare, con una certa sicurezza, di essere stato tanto vago da rendere il pensiero che ho espresso adattabile a mille interpretazioni. Non era intenzionale ma forse è un modo per rendere il pensiero più universale. In realtà non volevo affrontare il tema in modo soggettivo. Non sono abbastanza certo che tirar fuori i miei drammi infantili possano servire a rendermeli meno pesanti. Vorrei solo che non fossero condivisi. Ma se così fosse potrei anche rispondere in modo cinico: se sopravvivo io chiunque altro può farlo. Non è detto che io sia più coriaceo di tutti gli altri. Anzi. Certe sicurezze nascondono fragilità. Ho solo alzato la soglia del dolore. Fermo restando che odio chi strumentalizza certe storie per aumentare l'audience.
(Rispondi)

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Inviato da odio_via_col_vento il 26/04/07 @ 08:11 via WEB
d'accordissimo. adesso abbiamo certamente chiaro quale sarà il palinsesto dei prossimi giorni di Matrix, Porta a Porta, Maurizio Costanzo, la Pivetti ecc. ecc.
sai, la condivisione che chiedi è legata a rapporti diretti e molto personali, dato che (giustamente) non vuoi parlare del passato in un luogo così pubblico.
ma il sopravvivere e superare è legato a tali e tante variabili individuali, carattere, incontri, cultura, capacità di rielaborazione....che non è così scontato possa succedere a tutti.
per questo la denuncia dei fatti rimane, sempre, l'unica difesa possibile nei confronti di altre vittime. per fermare la bestia.
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 13:56 via WEB
Già, la bestia.
(Rispondi)

 
 
Inviato da Eric_Van_Cram il 26/04/07 @ 14:17 via WEB
En passant... Noto che ricorre spesso nei commenti il termine "confessare". Vi rendete conto di cosa implica l'utilizzo di questa parola? Che da qualche parte, nel nostro inconscio, è conservato il concetto che la vittima è in qualche misura corresponsabile di quel che è successo, perchè è stato da lei stessa provocato o in qualche altro modo meritato. Ed è per questo che è così difficile raccontare, per la vittima, perchè sa, più o meno consciamente, che anche lei sarà giudicata.
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 22:07 via WEB
Ho sempre detto che la vela è uno sport che stimola la riflessione. Alla fine vengono fuori osservazioni molto pertinenti. Ben detto, vecchio mio. Se posso permettermi il "mio".
(Rispondi)

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Inviato da MARIONeDAMIEL il 26/04/07 @ 22:15 via WEB
concordo con Eric; ci vuole molto coraggio a denunciare, pensa a tutte le donne che si son trovare a passare da vittime, ad adescatrici... il discorso cambia coi bambini. Inimmaginabile il male che si portano dentro, il male puro, quello che fa paura, proprio come nelle favole.
(Rispondi)

 
 
Inviato da VegaLyrae il 26/04/07 @ 15:42 via WEB
Proprio oggi mi sono sentita raccontare una cosa simile dalla madre di una ragazza...
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 22:09 via WEB
Chissà perchè ho l'impressione che solo la cecità ci fa illudere che certe bruttezze siano rare. E fai bene ad usare l'aggettivo simile. Dubito che una storia possa essere mai stata vissuta da un altro alla stessa maniera.
(Rispondi)

 
 
Inviato da upmarine il 26/04/07 @ 22:28 via WEB
Caro gioiello, ricevuto! Ricordo di una trasmissione: la vita in diretta di cucuzza o cocuzza o qualche altra uzza. Arrivò nella mia università il suo entourage per raccogliere le dichiarazioni "dal vivo" di gente coinvolta nello scandalo di un professore che circuiva giovani studenti maschi in cambio di favori. Non entro nel merito della vicenda dal momento che se ne occupa la magistratura ed io non sono giudice. Però un giornalista dello staff del famoso personaggio televisivo impartiva ordini ad uno studente: "ora siediti su quel marciapiede e tieni il capo tra le mani come se fossi in preda all'angoscia". Il ragazzo lo guarda e gli risponde "va a cagare!". Non avete idea di cosa rappresenti il giornalismo e l'audience. Ci sono cose che vanno combattute, è vero. Con un telefono azzurro o con una vigilanza accurata. Sapete chi ci mettono come assistenti sociali nelle scuole? Io ne ho sentita una al telegiornale. Forse è lei che ne ha bisogno di una vera.
(Rispondi)