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Ci sono post che dovrebbero essere letti.
Per le ragioni più svariate: per ridere, sorridere, piangere e pensare. Avevo iniziato chiedendo aiuto ad ogni visitatore. Le indicazioni per qualcosa che valesse la pena essere letta. Ecco qui. Non è una classifica ma una raccolta in ordine cronologico di scoperta. Buona lettura.
Il post che segue è MIO. GUAI A CHI ME LO TOCCA!!
 

Mareterresi

Ecco chi sono i blogghers che vogliono contribuire a colonizzare il nuovo Principato di Mareterra e quali sono le loro funzioni istituzionali. Tutti siete invitati a farne parte, basta scegliervi il ruolo che più vi piace e che non sia stato ancora ricoperto. Mara2003 è stata incaricata di raccogliere le adesioni e di inserirle nell'organigramma qui sotto riportato. Cliccateci sopra per scaricarlo.immagine
 

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Io che sono l'uomo più buono della terra (spero che kidgloves non mi citi per plagio) vi faccio questo regalo. E' una delle poche cose che mi fa pensare a Dio. Per due motivi: il primo è che solo grazie a Dio possono esistere queste meraviglie; il secondo è che non può esistere un Dio capace di togliercelo dalla Terra, prima o poi.



Qui, invece, sottopongo alla vostra attenzione un esempio di bel canto interpretato da un'amica simpaticissima che bazzica il nostro ambiente. A giudicare dallo stile, direi che non peccheremmo di sovrastima se la annoverassimo tra le migliori interpreti del nostro tempo di una Casta Diva. Ed ecco a voi .... ILIKE!


 

Egometro

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L'apparenza inganna

 

Trackback e commenti al Messaggio #33

 
Messaggio N°33
Tags: educazione scuola
11 Gennaio 2007 - 20:57

Siamo tutti uguali ...

... e quindi non tollero giudizi negativi, soprattutto a scuola. Io ce la metto tutta e questo è il mio risultato. Quindi, caro prof, accontentati di quello che ti do. Se non ottieni di più è colpa della tua incompetenza.immagine

Questo è il messaggio che circola.

La scuola è importante e non può essere lasciata all'improvvisazione. Il fatto di promuovere tutti per svuotare le scuole è una scelta politica trasversale identica all'indulto. Eliminiamo la conseguenza e non la causa.
Detto questo, io, che sono di sinistra, oso affermare ciò che mi provocherà la scomunica da parte di tutti voi.

Io sono contrario al 18 politico, alla mancanza di selezione. Illudere ogni singolo individuo di avere a disposizione un personal trainer in tutte le proprie attività significa rovinare un popolo. Mi sembra altamente diseducativo, per uno studente, arrivare alla soglia dell'Università con la convinzione che tutto sia accessibile con lo stesso sforzo.

Io mi sono iscritto a Chimica, provenendo dal classico, per una passione tardiva. Tuttavia, ero convinto che a me spettasse l'onere di studiare il doppio, all'inizio, per recuperare il divario esistente tra me ed un maturato scientifico. Ciò nonostante, per passione e per necessità, mettendo a frutto la capacità di stare sul libro per più di 5 ore al giorno acquisita al liceo, mi sono adeguato nei primi mesi del primo anno.

Ora non è più così. Le lacune non pesano su chi è carente ma sull'intero corso di studio che ha subìto la scelta di questo studente. Siamo noi docenti a dover far quadrare i conti. 120 immatricolati corrispondono ad almeno 110 laureati, altrimenti è un fallimento.

Avete idea di dover insegnare chimica generale all'università quando gli studenti non sanno rispondere a quante zampe sono presenti in una fattoria con 10 vacche e 20 galline, nessuno zoppo? Questo per introdurre il concetto di quantità. Non tutti sono spiazzati, ma l'80% si. Questo non perchè siano stupidi; piuttosto perchè non si sono mai posti il problema e non hanno mai innescato il procedimento logico per arrivarci. 80 ragazzi su 100 si sono iscritti ad una facoltà scientifica dopo aver frequentato scuole che li hanno licenziati incondizionatamente, per lo stesso mio problema di produttività.

Badate bene, non dico che lo studente che non sa rispondere al problema delle zampe non debba frequentare l'Università. Però non una Facoltà scientifica. Come diceva un attore, che intepretava la parte del professore universitario nel film "La meglio gioventù", che vadano a fare danni altrove. Se, invece, non c'è nessun deterrente a questa iscrizione ecco che il mio corso viene frequentato da un 40% che non capisce, 30% che si annoia a sentire cose già trite, il restante 30% a proprio agio.

Concludo dicendo che ogni anno inizio con mille buoni propositi e finisco con il deprimermi nei giorni degli esami. Ho anche proposto di affidare a giovani tutori il compito di far recuperare "crediti formativi" (non occorre molta esperienza didattica ad insegnare a far di conto). Non ci sono soldi e non possiamo pretendere che tutto ciò che riguarda la scuola sia fatto "gratis et amore Dei". Anche perchè alimentiamo la convinzione che la sfera educativa non meriti considerazione anche economica. Con la conseguenza che i più capaci arrivano a maturare, in un momento di sconforto da confronto con altre categorie, il desiderio di abbandonare e lasciare campo libero agli incompetenti. A quel prezzo si raccatta anche mediocrità e non solo appassionati.

Grazie per l'attenzione.

Devotamente vostro

Up (un po' down)

P.S. (aggiunto il 14.01.2007) Consiglio la lettura di questo post, che è diventato lungo con tutti i suoi commenti autorevoli, ad un pubblico adulto ma non troppo. Anzi, se lo leggessero i ragazzi e mi esprimessero la propria opinione ne sarei grato. Un altro requisito per la lettura è ... una buona vista. Comincio a vedere lo schermo a pois!

 
Inviato da: upmarine Trackback: 0 - Commenti: 47
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Inviato da mara2003 il 11/01/07 @ 21:49 via WEB
non pensavo, stamattina, che dentro il vaso di pandora da me scoperchiato ci fossi tu...ed oltre alla gradita sorpresa di avertici trovato ho anche la supergraditissima sorpresa di scoprire che tu fai la differenza...Nel commento da me hai detto di avere usato parole pesanti per descrivere quella situazione...beh, neanche io ci vado leggera, quando si tratta di esprimere con dati certi una realtà che conosciamo è inutile girarci attorno con ghirigori addolcenti...voi avete il 18 politico noi il 6...e fa male quando la tua materia è la sola insufficienza essere guardati come chi va controcorrente, come quello che non sa valutare, quello che non sa cogliere nulla di buono dell'alunno...ma io non faccio volontariato, io sono lì per formare uno studente, per fornirgli quegli strumenti utili e necessari per la sua vita futura, io devo aiutarlo a crescere, a diventare uomo, a essere responsabile, e promuovendolo così quasi per miracolo non faccio di certo il suo bene...e quella che per 5 anni è stata una ruota di scorta che non saprei dire come ma è arrivato all'esame di stato durante cui alla domanda di diritto della terza prova colse un suggerimento dall'ultimo banco e la coalizione dei partiti divenne la coagulazione dei partiti adesso è un quasi laureando alla facoltà di giurisprudenza...spesso mi viene il dubbio che siamo tutti ingranaggi di un sistema che tende a creare tabule rase per poter meglio controllare i fili dei burattini di quel grande palcoscenico che è la società odierna...non mi piace la mediocrità e detesto altrettanto la discrezionalità con cui si applicano le regole, non riuscirei a promuovere chi ancora al liceo non è in grado di leggere un breve periodo senza incespicare almeno una decina di volte e ti assicuro che non sempre si tratta di parole complesse come desossiribonucleico o comunque si scriva... e concludo dicendo...Mi dissocio... down anche io
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 11/01/07 @ 23:54 via WEB
Vedi anche tu che non basterebbe una serata passata nei nostri blog per scalfire appena l'argomento. Però sono contento di sapere, ma in realtà lo sapevo già, che esiste ancora lo spirito combattivo in chi crede nell'importanza del nostro ruolo. Purtroppo, però, cara Mara, è che noi ce la cantiamo e ce la suoniamo. Quando parlo con qualcuno del settore, per cui esiste una certa affinità elettiva indipendente dal lavoro, finisce inevitabilmente con la perfetta coincidenza di parere. Il problema è che fuori non esiste questa percezione. Lì, nel mondo vero, la maggior parte della gente crede che siamo noi ad aver rovinato tutto. Siamo quelli che andiamo a fare la spesa durante l'ora di lezione oppure, nel mio caso, mando il mio scagnozzo a far lezione mentre io faccio libera professione. Questa è l'immagine distorta che deriva dal solito punto marcio che rende negativa l'immagine di tutto il frutto.
Al di fuori di queste eccezioni, che non sono purtroppo rare, esiste la dignità che non deve essere venduta. Io il diciotto politico non lo pratico. Chiedo ai miei studenti di darmi un solo motivo valido per promuoverli. La mia visione della correttezza è talmente esasperata che ho preparato una sorta di tariffario: quali argomenti sono ritenuti minimi per arrivare alla sufficienza e quali traguardi di valutazione si raggiungono con le altre parti del programma. Sono elementi divulgati su internet. Ho una mailing list con tutti gli studenti del corso, così che ogni domanda fatta da uno di loro possa essere letta da tutti, compresa la mia risposta. Come vedi cerco di dare il massimo. E concordo con te che in questa maniera ho diritto a pretendere un minimo, per promuovere. Altrimenti mi santirei un fallito, come docente. Poi cè la ricerca, ma questa è un'altra lunghisisma storia.
(Rispondi)

 
 
Inviato da MARIONeDAMIEL il 11/01/07 @ 23:42 via WEB
Raccoglierai meno scomuniche di quante pensi. Son d'accordo con te e con mara. Vedo un appiattimento generale, e questo va male in entrambe le direzioni, sia per quelli che ci marciano, e non imparano cosa voglia dire impegno, serietà, fatica (e lo si dovrebbe in primis imparare qui, credo), sia per quelli che si fanno il culo, che alla fine si vedono promossi insieme ai loro colleghi meno impegnati, diciamo così. Non è giusto esaltare la competizione, ma rivalutare l'importanza della scuola nella formazione di un individuo. Piano col demandare tutto alla scuola pero'... senti, ti posso far chiamare da mio figlio che le cinque ore di studio-liceale al giorno, me le sogno di notte? :))) Ciao prof. p.s. madonna, mi sento intimorita ora...
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 12/01/07 @ 00:18 via WEB
Ho fatto una cosa che non avrei mai voluto fare: lasciar trapelare di me notizie sulla mia vita reale. Questo inibisce più me che te. Sono veramente sereno nel sentire la tua opinione. Per quanto riguarda il tuo figliolo, ti devo concedere che il ruolo di mamma è molto più difficile ora.
Devi sapere che io studiavo cinque ore al giorno, dopo essere tornato da scuola, perchè eravamo pressati dai docenti che si sentivano autorizzati a "maltrattarci", nel caso di insuccesso, con un brutto voto. Le nostre erano vere e proprie squadre di studio con cui noi studenti ci organizzavamo per dare ognuno il proprio apporto. Io ero il matematico, ed il chimico, ma non ti nego che usufruivo ampiamente delle doti di traduttore dal greco di un mio compagno che ci spiegava e non passava bovinamente la traduzione.
Tornando a bomba, c'era tutto questo sforzo anche perchè se andavamo male a scuola le nostre famiglie non ce la facevano passare liscia. Ricordo con chiarezza il senso di frustrazione che mi assaliva quando mio padre e mia madre mi dicevano che forse non valeva la pena spendere risorse economiche per un figlio che non dava soddisfazione, quelle volte che non eccellevo. C'era competizione si. Con me stesso che non ammettevo critiche (che dici mi riconosci ora?).
Questo non vuol dire che ora è la famiglia ad essere l'unica carente. Anzi, è un serpente che si morde la coda. Perchè anche la famiglia ha bisogno di un supporto quando deve dire di no al figlio, altrimenti viene accusata di turbare la formazione psichica.
Forse parlo peccando di due vizi fondamentali: sono dall'altra parte della barricata e non ho figli. Per questo scambio volentieri queste parole con te e con chiunque abbia voglia di farlo altrettanto serenamente.
Concludo dicendo che il male maggiore l'ha procurato la televisione. Credi che siano bei modelli quelli che vengono proposti ai nostri ragazzi? In fin dei conti se ti comporti in modo autoritario con i tuoi figli risulti essere quella che sbaglia. Contro tendenza.
Una volta emergere era un traguardo. Ora bisogna omologarsi. Che popolo di formiche tutte uguali vorrebbero che fossimo?
P.S. Mi è piaciuta la frase di Mara a proposito di un disegno dei potenti di buttarci nell'ignoranza per meglio manipolarci. Non hai idea di quanto sia vicina alla realtà. Lotta di classe non è dare l'Univeristà piatta a tutti. Perchè poi torneranno ad andare alle Università non appiattite solo quelli che avranno i mezzi economici per potersele permettere. All'estero!
Devotamente vostro. MrUP
(Rispondi)

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Inviato da MARIONeDAMIEL il 12/01/07 @ 21:30 via WEB
Difficile scrivere qui senza che trapeli qualcosa di noi.. è sempre troppo poco in verità, non temere. Ci vuol altro per poter dire di conoscere una persona... A me invece è venuto naturale così, parlare di me, qualcuno dice che sbaglio. Ma è notorio che io faccio di testa mia, salvo poi sbatterla contro il muro di turno... credo che ai 'nostri' tempi ci fosse proprio un altro approccio alla scuola. I miei non mi hanno mai chiesto "hai fatto i compiti?" era ovvio che dovevo farli, come era ovvio che dovevo studiare, come era ovvio che i miei lavorassero entrambi e facessero sacrifici per mandare avanti la baracca. In pratica, la società era diversa. La tv... bè, rovina stuoli di ragazzine, convinte che la donna sia quella, proprio quella, mezza svestita, bellissima, e possibilmente, che parli poco... ma in generale la tv ci rifila solo c......e; i nostri ragazzi non hanno nessun punto di riferimento, oggi ne parlavo con mio figlio e mi diceva mamma voi avete avuto cose che noi non abbiamo.. figure importanti, rivoluzioni, valori... oggi è una m....a. (troppe parolacce Marion...). Secondo me non è importante tanto "emergere" in sè, ma capire che niente cade dal cielo, e che se si vuole qualcosa occorre sudarsela. Per il resto sul fatto delle università sono d'accordo con voi.
(Rispondi)

 
 
Inviato da SandaliAlSole il 12/01/07 @ 00:56 via WEB
Vedi Up, posso dire cHe ti trovo un po' contraddittorio, nello spirito per lo meno? Ti secca - e giustamente - la generalizzazione che "fuori" - come dici tu - viene fatta della categoria professionale alla quale appartieni. Eppure non è la prima volta che ti leggo lanciar bordate contro famiglie pressochè irresponsabili. Che difendono a spada tratta i loro pargoli, che difendono il fancazzismo (perdonami il termine), che lasciano che i loro pargoli abusino di tv e playstation, che non educano al senso critico men che meno al senso del dovere. Ho riassunto molto succintamente ciò che qui e in altri luoghi (anche da me tempo fa) hai più o meno espresso. Non credi che la tua sia parimenti una sgradevole generalizzazione? Oppure anche per te vige la regola "esclusi i presenti" che così ci si mette al sicuro? Da madre di tre figlie, lo dico senza problemi, mi sono sentita punta sul vivo ogni volta che ti ho letto su questi toni. Perchè hai sparato sentenze ingiuste.
(Rispondi)

 
 
Inviato da upmarine il 12/01/07 @ 02:14 via WEB
Non sono esclusi i presenti se non si dichiarano diversi da come li dipingo.
Le sentenze sono il risultato, ahimè, di una generalizzazione che proviene dal mio vissuto. E' il risultato dell'operazione che associa ad ogni elemento di una categoria il valore medio. Nel caso del corpo docente, non mi sento di collocare la media in posizione bassa. Gli input che ci provengono dall'alto sortirebbero effetti ben peggiori se fossimo, mediamente, cattivi docenti.
Nel caso della famiglia, gli effetti che si vedono - soprattutto l'incapacità di individuare deterrenti ai cattivi comportamenti - derivano dalla maturazione di un atteggiamento che non ammette intromissioni nel prorio dominio. La maggior parte delle famiglie non accetta che il proprio figlio sia incapace di qualcosa. Questo lo so per mia esperienza. Probabilmente la tua è diversa.
Io sono incapace in molti campi ma evito di andarci. Se un ragazzo fa una scelta sbagliata, questo errore genera un insuccesso che viene percepito dalla famiglia come una carenza del sistema nel permettere che essi si realizzino.
Qualche tempo fa ho detto che avevo avuto una discussione con mia sorella (che adoro). La minicrisi nasceva da una mia critica nel suo modo di iperproteggere i miei nipoti (ragazzi incredibilmente belli, fuori e dentro). Lei, che mi stima tantissimo, non ha accettato la mia intromissione. Si è sentita punta nel vivo proprio come te. Figuriamoci se l'avessi fatto in una famiglia estranea. Sarebbe partita una denuncia.
Ogni generalizzazione è da evitare, soprattutto quando una minoranza determina l'etichetta della categoria. Tuttavia, anche quando la categorizzazione è più corretta, finisce con l'offendere la minoranza virtuosa. Non so se tu faccia parte di questa minoranza (non ti conosco!). Probabilmente, il fatto che ti bruci sentirti collocata in una categoria che non ti appartiene indica una difformità nel tuo comportamento da quello da me descritto. Bene!
Quando mi hai definito incoerente ho temuto di non aver saputo, in altre occasioni, esprimere questa che è una mia convinzione: la famiglia media italiana è convinta che la scuola sia un parcheggio dove lasciare i propri figli per mezza giornata, sicché possano sentirsi più liberi. Devono sentirsi tranquilli e non devono accadere fatti incresciosi che li turbino (quest'ultima cosa è legittima comunque).
Mi piacerebbe trarre alla fine della mia esistenza (dal punto di vista professionale) un bilancio a favore di genitori pro-scuola tra quelli che incontro. Non nel senso di accontentarsi di quello che c'è ma di essere disposti ad andare a scuola e chiedere ai docenti di tracciare la strada per rivalorizzare, insieme, questo bene maltrattato.[1]
Io ho la fortuna di non dover trattare con i genitori (i miei ragazzi sono tutti maggiorenni e, con l'attrazione della precedente riforma, anche coetanei). Ma con i miei ragazzi esordisco chiedendo: "devo trattarvi come studenti modello ed essere esigente con voi, oppure come poveri ragazzi che meritano compassione?" Sono contento di percepire nel loro sguardo una scintilla di risentimento. E' il loro orgoglio che emerge!
Cara SandalialSole, mi compiaccio che tu sia madre di tre figlie. Almeno ci sono sicuramente tre ragazze in più che remeranno controcorrente. Perchè, ahimè (e con questo son due), a loro questo toccherà.
Oltre al fatto di andare incontro ad un mondo in cui i vecchi restano abbarbicati alla loro posizione, senza lasciar spazio alle nuove leve giovanili. Se non sono ben equipaggiati, diventeranno carne da macello.

[1] Ricordo che hai scritto di un incontro in tal senso nel commento Inviato da SandaliAlSole il 27/11/06 @ 13:50 via WEB del mio mio post.
P.S. Stanotte parlo male di voi. Non tarderò a parlar male di noi ;-)
(Rispondi)

 
 
Inviato da upmarine il 12/01/07 @ 02:23 via WEB
Esternazione generale: il tono con cui mi esprimo su certe cose appare sentenzioso. Me ne dispiaccio, è un mio difetto. Lungi l'idea da me di essere il custode della verità assoluta. Se qualcuno dovesse sentirsi offeso, me ne scuso in anticipo. E lo faccio lasciando a tutti possibilità di replica. Sono anche pronto a ricredermi se il mio interlocutore avrà argomenti e garbo per convincermi del contrario.
(Rispondi)

 
 
Inviato da SandaliAlSole il 12/01/07 @ 06:56 via WEB
Visto che la facoltà di replica ce l'ho, ne approfitto.Ognuno - va da sè - parla sulla scorta della propria esperienza personale. Ho accumulato finora 6 anni di asilo nido, 9 di scuola materna (ok, dell'infanzia), 14 di elementari (primaria), 6 anni di medie e 2 di superiori, credo di aver un po' di storia scolastica nazionale nel mio bagaglio. Per quanto riguarda le famiglie, ammetto di provare ogni tanto lo stesso sconcerto che tu manifesti, ma visto che gli sconcertati sono tanti posso a mia volte presumere che siano i comportamenti eclatanti a fare storia. Veniamo ai docenti. I 37 anni scolastici al mio attivo mi hanno messo di fronte a un discreto numero di insegnanti, ormai. Mi sto convincendo (a dire il vero è più una speranza che una convinzione) che mano a mano che si abbandona la scuola dell'obbligo subentri nell'insegnante anche il senso di orgoglio per ciò che fa. E la volontà di non svilirlo. Se dovessi parlare solo in nome della mia esperienza nella scuola primaria (da genitore,componente del consiglio di istituto, componente delcomitato genitori - che vive dunque la scuola non solo come parcheggio... le ore che negli anni ho messo a disposizione dell'istituzione credimi sono più di quelle che ho dedicato a una qualsiaisi palestra o piscina!) - sarei per una completa rifondazione dell'istituto stesso. Perchè è negli insegnanti che ho trovato la negazione di quel ruolo che tu alla scuola avochi. Generalizzo? Oh certo. Ma questa è la mia esperienza e faccio una gran fatica a pensare che sia solo sfortuna. Però torno a essere ottimista. Perchè se io come genitore (ehm, noi come genitori) ce lametto tutta, qualcun altro fa altrettanto. E io ai circoli virtuosi credo.
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 12/01/07 @ 14:31 via WEB
Ti prometto che appena posso, e mi sento ispirato, ti darò la rivincita scrivendo delle storture della mia categoria. Posso esprimermi sull'Università, mentre Mara potrà, a sua discrezione, fare luce su quella dei professori.
Per quanto riguarda la tua esperienza, mi chiedo quanti maestri (si chiamano ancora così?) hai in/s-contrato - nel senso sempre costruttivo, hopefully - nella tua storia di mamma. Mettiamo 5 o 6, forse sempre della stessa scuola, quindi con comportamenti che si propagano da un insegnante ad un altro.
Quest'ultima affermazione mi sorge spontanea come conseguenza di certi racconti di una mia amica, insegnante di materie scientifiche nelle scuole medie. Mi dice che ora attraversa un periodo felice della sua carriera, anche se stressante, perchè le permettono, a sue spese, di adottare un metodo di insegnamento molto efficace (Feuerstein, mi pare si chiami). Ho assistito ad un incontro, in un ristorante, tra la mia amica ed una sua ex-allieva, che si è avvicinata al nostro tavolo per ringraziarla di averle insegnato così tanto (alle medie!). Ho visto commuoversi la mia amica che, in quell'occasione, mi ha raccontato che quando era a Milano ha subito una vera e propria azione di ostruzionismo (con minacce velate) da parte di tutto il corpo docente. Tanto impegno faceva risaltare troppe inettitudini.
Tutto questo per dirti che le tue esperienza scolastiche fanno riferimento a 37 anni (però lascerei fuori asili nido e materne) ma magari poche scuole. Probabilmente la tua statistica sui genitori che ti hanno aiutato nella tua attività scolastica di genitore è più rappresentativa. Quanti sono?
Spero di non essere stato troppo di parte (e invece so di esserlo e mi pentirò, non temere). Grazie per avermi dato modo di confrontarmi. Ovviamente le repliche possono continuare.
(Rispondi)

.... 
 
Inviato da mara2003 il 13/01/07 @ 09:09 via WEB
Raccolgo l’invito di Up ed eccomi qui a parlare di scuola da un punto di vista interno…Sono un utente del servizio sia come madre di 3 studenti di cui 2 ex ora universitarie e una in costanza di applicazione sia come insegnante di liceo…Nonostante i miei quasi 49 anni ho accumulato 60 anni di esperienza con la scuola italiana, ne ho viste e potrei raccontarne di belle ma anche di spiacevoli, di quelle cose che anche solo parlarne fa male… Insegnanti depositari di un compito essenziale, la formazione degli uomini del domani, davanti al quale spesso sono lasciati soli, dalle famiglie e dalla stessa istituzione che rappresentano; compito talvolta troppo grande per le implicazioni che porta con sé e che vede un insegnante protagonista ma schiacciato tra l’incudine e il martello… In alcuni miei post ho parlato di quelli che secondo me sono i mali della società attuale ma non possiedo bacchette magiche né sono depositaria del dogma della verità, sono semplicemente una persona con la passione per quello che fa, costretta spesso ad andare controcorrente e ad essere l’unica voce fuori del coro anche perché per mia natura nonostante l’età non ho ancora ben capito né digerisco l’uso della diplomazia o delle tinte medie: o è si o è no; il se, il ma, il forse non dovrebbero avere ragione di esistere; non sono permeabile ad alcuna forma di costrizione mentale e non mi piace quando talvolta siamo incorruttibili mentre altre volte diventiamo ragionieri calcolatori e riconsideriamo le cose…Mi riferisco a quando, durante gli scruninii finali, non teniamo conto di eventuali problematiche per formare la classe nel successivo anno scolastico ed allora ciò che in altre occasioni avrebbe fatto inorridire le nostre orecchie nonché le coscienze da formatore in questa situazione diventa trascurabile e pertanto perdonabile… Formare, o meglio aiutare, il ragazzo nel suo sviluppo interiore è compito talmente grande che dovrebbe prescindere da calcoli personali, e se perdere la classe dovesse significare per il docente perdere il posto in città e dover riprendere un treno e andare a lavorare in provincia ben venga… Insegnanti che come galline sul pastone si gettano sui pochi corsi di formazione e aggiornamento organizzati… Quanti di noi seguono questi corsi nello spirito di crescita professionale o di affermazione personale? So di poter dire, senza tema di essere smentita, che la prima cosa che si guarda è se il corso coincide con il giorno in cui si ha il maggior carico orario a scuola, l’insegnante che ha poche ore quasi mai partecipa… Vogliamo parlare di progetti? Altro caso di oche starnazzanti…Tutti lì a buttarsi su quanto ci viene propinato quasi come un’esca per migliorare l’introito monetario…Progetti organizzati da enti sempre più mistificatori che hanno il solo intento di trarre vantaggio dalle loro attività e diventano semplici macchine crea soldi, con la benedizione del ministero e dell’unione europea, società di cui noi diventiamo complici nel momento in cui, pur di essere tutor di questo o di quel progetto, usiamo colpi bassi per scavalcare un nostro collega che magari avrebbe più titolo di noi… Scuola intesa come pura apparenza in cui si usano tutte le armi per vendere fumo… Insegnanti mine vaganti…Capperi se ce ne sono… Di quelli che fanno danno, quelli che destabilizzano, quelli che hanno creato le assenze strategiche e per ricordarsele sul registro personale segnano l’assenza in rosso creando un promemoria utile per la lezione successiva in cui interrogano a tappeto l’alunno colpevole di assenza; quelli che puniscono con un bel 2 l’alunno che si giustifica, non ha studiato perché il pomeriggio precedente ha partecipato ad corso organizzato da un collega, notorio nemico del nostro eroe…Comeeeeeeeeeeeee? Per seguire il corso di tizio non hai studiato la mia materia? E io ti metto dueeeeeeeeeeeeeeeeeeeee…..E così di seguito, ne avrei a migliaia di esempi… Ma ci sono anche insegnanti che ancor credono in quello che fanno, ma sono soli, troppo soli… Spesso raccolgono lacrime, solitudine, delusioni, sogni, a volte si accorgono di situazioni difficili che il ragazzo vive ma che nemmeno loro sono preparati ad affrontarle né si possono muovere di fronte all’indifferenza della famiglia o all’immobilismo volutamente praticato dalle alte sfere… Sono poche le famiglie che collaborano… Passano 5 anni e ci sono famiglie che non ho mai conosciuto, così come ci sono genitori sempre pronti a giustificare il figlio, a dargli la pacca sulle spalle quando l’insegnante lamenta uno scarso rendimento…Quelle stesse famiglie che si lamentano per il carico dei compiti a casa: il figlio è troppo impegnato in varie attività, palestra,piscina,corsi vari e non può avere occupazioni gravose casalinghe; chissà magari sono le stesse persone che non si preoccupano di giustificare l’assenza del figlio, né hanno cura di far arrivare in orario il figlio, o che chiedono un’autorizzazione su un foglietto di carta strappato da un quadernino alla bene e meglio senza curare una minimissima forma che quantomeno denoterebbe un certo rispetto … Può invece capitare che il genitore ti chiede aiuto e lo fa fuori da scuola per non fare accorgere il figlio che ti sta mettendo a parte di un suo problema ….Così come passano 5 anni e capita grazie al cielo di continuare a vedere i ragazzo, ormai universitario, che ha il piacere di comunicarti i suoi successi perché vuole dividere con te il momento di gloria e se ti invita alla laurea o al matrimonio o ti chiede di battezzargli il figlio, beh allora, puoi essere soddisfatto di te…Sono poche le famiglie che collaborano… E i ragazzi che nella scuola pubblica non hanno fortuna? Iscritti alla scuola privata che, attenzione, almeno qui da noi, non è improntata ai criteri delle famose scuole svizzere, è doloroso, ma devo ammettere che basta pagare e praticamente il diploma ti arriva a casa…Noi genitori siamo felici così? Basta avere il pezzo di carta? Si è vero, la scuola è parte del decadimento della società ma non possiamo prendere semplicemente atto della cosa, è una forma di passività che non accetto…Stiamo parlando dei nostri ragazzi… Aiutiamoli a diventare responsabili del loro domani…Diamo esempi buoni… Usciamo dal vicolo del “io speriamo che me la cavo…”…Non può essere sempre questo mondo, facciamo qualcosa! Una buona giornata a tutti, Mara
(Rispondi)

...... 
 
Inviato da upmarine il 13/01/07 @ 17:25 via WEB
Carissimissima Mara,
il tuo non è un commento ma una tesi di laurea e, come tale, merita un controrelatore. Purtroppo, come ben sai, il tempo ora mi manca ma non posso fare a meno di renderti partecipe di un caso bizzarro. Stamattina, nella mia casella di posta elettronica istituzionale, ho trovato la pubblicità di un libro che ti riporto in fondo a questo mio commento. Sono allarmato dal fatto che sia stato scritto da una giornalista e non vorrei che fosse il solito scoop che dà tanto risalto al marcio per gettar fango su una categoria che comprende anche gente capace e di buona volontà (miii, com'è lungo 'sto periodo!). Alla fine chi ne risente di più di queste grida allo scandalo sono proprio loro, i buoni, perchè gli altri, i colpevoli, hanno tanto pelo sullo stomaco che possono digerire anche le ossa di un bue. Però io non ti scriverò, quando ne avrò tempo, delle azioni che sarebbero punite dal codice penale (contro cui dovrebbe muoversi la Magistratura), ma di quelle storture che sono legalmente lecite perchè derivano dall'applicazione di riforme (Berlinguer, Reclutamento docenti, ecc) che hanno snaturato l'essenza dell'Università. In attesa di un mio sollecito riscontro resto a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
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CRISTINA ZAGARIA
PROCESSO ALL'UNIVERSITA'
CRONACHE DAGLI ATENEI ITALIANI TRA INEFFICIENZE E MALCOSTUME
Gennaio 2007, 336 pagine
16,00 Euro - ISBN 9788822053657

Una giornalista entra nelle aule universitarie e in quelle di tribunale per raccontare problemi, disfunzioni, mancanze, limiti degli atenei italiani e del sistema-università. Un racconto in presa diretta degli ultimi dieci anni di Università italiana tra riforme, concorsi truccati, commissioni pilotate, nepotismo, ingiustizie e corse al potere
L'AUTORE
Cristina Zagaria è giornalista de «la Repubblica». Si occupa di cronaca nera e proprio partendo dalla cronaca, ha cominciato a occuparsi di inchieste giudiziarie legate all’Università.
L'OPERA
Un lucido e documentato atto d’accusa contro l’Università di «Cosa Nostra». Intercettazioni telefoniche, confessioni, conversazioni rubate con microspie e denunce raccontano il volto malato degli atenei italiani da Palermo a Milano. Questo libro vuole capire cosa sta succedendo, senza finti pudori. È un immaginario processo all’Università, dall’ultima riforma Moratti ai primi passi del governo Prodi. Un libro veloce come un articolo di quotidiano, ma di largo respiro come un saggio. Storie vere, avvincenti, con nomi e cognomi di singoli atenei, professori e studenti. Storie, però, che al di là della cronaca, diventano esempi generali e offrono uno sguardo senza censure su un’università in cui esiste un «galateo» delle buone regole per truccare i concorsi; un’università nella quale, in una logica tribale, si accavallano e si sovrappongono leggi di «territorio», «di sangue», «di fedeltà» e dove comunque vince quasi sempre il potere. Una rigorosa ricostruzione che propone ai lettori la fotografia di un’università irrimediabilmente malata, smascherando debolezze e inefficienze di politici e istituzioni.
I LETTORI
Docenti universitari, studenti, ricercatori, magistrati e politici. Più in generale, chiunque sia interessato a conoscere il mondo delle università italiane.
(Rispondi)

 
 
Inviato da carpediem56maestral0 il 12/01/07 @ 18:27 via WEB
Accipicchia, quanti ed autorevoli commenti...Io sono d'accordo con te e ritengo ci sia in giro un'eccessiva deresponsbilizzazione...probabilmete per troppo tempo abbiamo giocato col concetto che le colpe non sono da attribuire al singolo ma al suo contesto socio familaire, da cui è poi scaturito il 18 politico, l'individuo "sbaglia" per colpa della società...da qui, come figli bastardi il buonismo, il falso concetto di perdono, la colpa senza più castigo, per giungere al "premio" per comportamenti sicuramente da censurare come quelli messi in atto da gente famosa come Lapo Elkann, Calissano, la Gregoracci, ecc. ottimi modelli per i nostri giovani....
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 12/01/07 @ 21:28 via WEB
Parole sante, amica mia. Parole sante, purtroppo.
Il problema è che, gira e rigira, tutti noi che ci affacciamo a questo blog siamo d'accordo, ma evidentemente siamo una minoranza. Non parlo di maestri, insegnanti e professori, ma non perchè non hanno colpa, ma perchè anche se fossero tutte perle di umanità e bravura, non costituirebbero comunque massa critica.
I movimenti devono nascere dal basso e coinvolgere quante più persone. In alto, i nostri politici hanno altre cose a cui pensare. Devono pensare agli affari loro e come preservarsi il futuro attraverso riforme che interessano solo essi stessi. Oppure devono creare formazioni politiche che smuovano le acque talmente tanto da lasciar tutto stagnante com'è (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, docet).
Con molta disinvoltura vi saluto e mi dileguo.
(Rispondi)

 
 
Inviato da magdalene57 il 12/01/07 @ 20:41 via WEB
ecco, sorvolo sul periodo elementari/medie/superiori, solo perchè ci son dentro ed ho il dente avvelenato. nonostante stia addosso a mio figlio come un cappotto, non posso creargli interesse per qualcosa che di norma lo fa dormire. potrei convincerlo a cambiare scuola, ma lui insiste col dire che è questa che vuol fare. apro invece volentierissimo una parentesi sull'universo università. non come madre di un'universitaria, ne come docente, ma come referente presso un istituto dello stato in cui normalmente si fa ricerca (non del tuo tipo, però). Bene. ci sono docenti universitari che non sanno che cosa sia un archivio di stato. ci sono docenti universitari che non hanno mai messo piede in un archivio per fare ricerca. ci sono docenti che mandano i loro studenti allo sbaraglio con richieste strampalate. perchè non sanno che cosa si trova in un archivio di stato, non conoscono la differenza tra un archivio ed un archivio storico comunale, e via dicendo. Io mi metto a ridere a volte, altre m'infastidisco (quando arrivano scaglionati 20 o 30 studenti dello stesso corso), ma sempre dico a loro di tornare indietro e di spiegare al professore che prima bisogna sapere, poi si può insegnare. credo di aver detto tutto, e magari anche di più....
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 12/01/07 @ 21:20 via WEB
Come ti permetti di offendere la mia categoria? :-) Non vorrai mica togliermi la parte più bella di tutto quello che avrò scritto alla fine.
Basta dire che un terzo del corpo docente universitario andrà in pensione in blocco fra pochissimi anni (raggiunti limiti di età, e tu sai a quale età mi riferisco). Ottima esperienza ma grande stanchezza, perchè hanno già dato. Un altro terzo rappresenta il perpetuarsi di allievi che operano in settori di ricerca vecchi come il cucco. Un terzo è carne fresca che si dedica a ricerca di punta.
Sai quanto avrò da scrivere dopo? Dai tempo al tempo. Ora non posso, perchè vado di fretta. Devo correggere 35 compiti, compilare una scheda di valutazione per ciascuno di essi e mandare i risultati entro domani via mailing list, perchè chi l'ha superato lunedì sia pronto a sostenere l'orale. Mi devo ricordare di scrivere di certe critiche da parte di colleghi che mi accusano di essere troppo innovativo negli argomenti. Sono argomenti che riguardano la ricerca pura e noi dobbiamo fornire professionisti validi al mondo del lavoro, che non sa cosa farsene di materiale umano troppo evoluto. Sai come saremo avanzati fra qualche decennio? Ancora meno di quanto si sia ora.
Per il momento, e questo era il motivo vero del mio intervento, vi saluto con la mia solita devozione.
(Rispondi)

 
 
Inviato da Gioiasole il 12/01/07 @ 23:38 via WEB
Su molto mi trovi in linea con il tuo pensiero. Però, ci sono alcune cose su cui sento di dover dissentire. In quanto professionista laureata, ho il mio vissuto universitario che non riguarda, ovviamente, solo la mia persona, ma anche quella di quanti mi hanno accompagnata durante il lungo percorso di preparazione alla mia professione. Abilitazione compresa. Il 18 politico di cui parli l’ho visto volare ripetutamente a destra e a manca (e sono orgogliosa di poter dire, parafrasando il titolo dell’ultimo post di CarpeDiem, che è una cosa che non ho mai avuto e che non mi manca affatto) e soprattutto in quelle materie (scientifiche) che dovrebbero essere il fondamento di un lavoro tecnico come il mio. Dico dovrebbero, perché in realtà, tanto per dirne una, per molti architetti di mia conoscenza, le funzioni di seno e coseno sono concetti assolutamente inutili. E questo significa rompere i maroni (chiedo venia, ma quando ci vuole…) a chi invece la trigonometria l’ha studiata come si deve a suo tempo, quando si tratta, per esempio, di sapere la percentuale della pendenza di una rampa per i garages. E questo vuol dire che il vero problema di chi si approccia all’università - ma anche questa è una generalizzazione forzosa - è solo e soltanto quello di avere un esame in più sul libretto (ai miei tempi era il libretto, ora non ci capisco più niente) senza che questo comporti un’aggiunta di informazioni utili e necessarie, sine qua non - per come la vediamo noi - non si va da nessuna parte. La laurea è per molti, purtroppo, il fine ultimo, non un mezzo per esercitare con dignità una professione. Molti miei illustri colleghi, persino laureati summa cum laude, sono di questa pasta. Che io abbia una professione che discende direttamente dai miei studi, non è un caso. E quello che ritengo si debba sviluppare negli individui, non è tanto la competizione (non siamo in gara) quanto una sana competitività, quella che sprona a dare il meglio di sé e per sé, per il raggiungimento dei propri obiettivi. At last, Up, non me la sento di dare la colpa a nessuno, tra docenti e genitori. E non perché non ritenga che non siano parte in causa in questo processo di decadimento che, diciamocelo, non è aria malsana solo di questi tempi, ma perché alla fin fine sembra che i diretti interessati, gli studenti, non abbiano neanche lontanamente l’idea del vero motivo per cui sono lì. Un abbraccio.
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 12/01/07 @ 23:59 via WEB
Sarò molto breve perchè ho da fare e non posso risponderti con una frasetta di convenevoli. Quello che hai detto, però, è completamente condivisibile. Non trovo nulla di diverso da quello che avrei scritto io. Tranne che sulle colpe, ovviamente non solo delle famiglie. Però, come ti ho già anticipato, mi riservo di scrivertelo appena posso.

Ragazze, ma vi rendete conto che siete solo voi donne ed io, unico maschietto, a conferire in questo blog? Eppure mi sembra che NON si stia parlando di vestitini (è una battuta, non siate permalose, eh Marion o Magdalene?). Spero in un intervento di qualcun altro. Non che non sia contento, anzi! Questo post (con soprattutto i commenti) me lo incornicio oppure lo stampo e lo chiedo agli esami.

Devotamente una cyppa (come direbbe un'amica).
(Rispondi)

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Inviato da Gioiasole il 13/01/07 @ 15:02 via WEB
Caro Up, la selezione diventa naturale, qui forse più che altrove. E mi astengo dal dire 'per ovvi motivi', in riferimento al gap tra uomini e donne, perchè non è così. O meglio, me lo auguro. A presto.
(Rispondi)

 
 
Inviato da scoontrosa il 13/01/07 @ 00:13 via WEB
...io aspiro al 18...
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 13/01/07 @ 00:34 via WEB
Aspiri o ti ispiri, al 18?
Lo sai che se dovessi rimettermi a studiare un esame penso che non ce la farei? Dico, star fermo a studiare una cosa che nella stretta contingenza di un esame non avrei interesse a imparare o conoscere. Ormai sono costretto a studiare solo quello che mi piace. Ti avevo già scritto, agli inizi della nostra conoscenza bloggatica, che già pochi giorni dopo la nascita inizia il processo di aterosclerosi. Sento già il fischio del sangue che passa attraverso strettoie, ispessite dalle LDL, all'interno del mio collo. O erano le HDL?
Sono contento che aspiri. Ciao.
(Rispondi)

 
 
Inviato da dolcefondente il 13/01/07 @ 01:12 via WEB
Sicuramente i tempi sono molto cambiati,l'istruzione(chiamala se vuoi universita') e'alla portata di tutti e sembra quasi uno slogan del tipo "vieni a prendermi se ci riesci" ed un titolo fa ancora gola.La maggior parte dei ragazzi non ha una chiara idea in testa..molti di loro si iscrivono piu' in base a quella che li fara'guadagnare piuttosto che possa piacere...altri tirando a sorte con la monetina,altri ancora per aspirazione dei genitori o per accodarsi all'amico/a del cuore,pochi perche' veramente appassionati.Qualche post fa avevi accennato alla crisi della scuola...forse saro' scontata ma anche l'universita' secondo me e' in crisi,(se ho ben letto)mancano i fondi dalle istituzioni,e penso sia questo uno dei motivi di tanto decadimento che non puo' non riflettersi sui risultati.Bisogna essere delle rocce per frequentare l'universita'italiana e uscirne laureati e indenni.Non voglio generalizzare ce ne saranno alcune che funzionano benissimo,ma altre mettono a repentaglio la salute psicofisica di chi le frequenta!!;) Per non parlare poi dei tanti famigerati raccomandati meno famigerati di chi raccomanda..e sopratutto di chi accetta di raccomandarli poi a spese di chi raccomandato non e'...Secondo me bisogna svolgere il proprio lavoro al di sopra delle parti.Da quel che scrivi oltre ad essere una appassionato studioso della tua materia trapela anche una spiccata volonta' ad interagire con gli studenti volta a creare un rapporto piu'"empatico",altrimenti non ti saresti posto il problema,e' questo e' importantissimo in una societa' in cui mancano punti di riferimento proprio per la sua vastita',anche se pochi studenti avranno mai il coraggio di apprezzarti apertamente a rischio di sembrare inopportuni..Te lo dico per esperienza ,non sono una studentessa modello e mi sono riscritta all'universita'dopo anni ,militavo da giovane nella schiera che si perse nella nebbia dei dubbi...ho ripreso anni fa con piu' certezze ma non nego di essermi rinbattuta in banchi di nebbia,ma ho conosciuto docenti che mi hanno dato inconsapevolmente la forza di proseguire.notte
(Rispondi)

 
 
Inviato da odio_via_col_vento il 13/01/07 @ 09:37 via WEB
grande argomento, grande post e grandi commenti.
tutto da salvare in blocco e rileggere con calma, a sangueb fermo. e se facessimo un mega raduno dedicato alla scuola, anzi, all'istruzione? mi sa che andremmo avanti per giorni, altro che le nostre spedizioni puntive ai mercatini!
io butto anche il mio sasso: sempre peggio. ho visto tre generazioni di scuola: la mia, quella dei miei primi due figli e quella dei secondi due. ripeto: sempre peggio. specchio della società. non mi piace il crollo di valori che stiamo vievendo. e secondo me anche la scuola risente di questo.
(Rispondi)

 
 
Inviato da carpediem56maestral0 il 13/01/07 @ 14:17 via WEB
Ma com'è che il caso (?) ha fatto sì che io abbia incontrato in questo mondo blog tutte persone con cui uscirei a cena e che potrebbero costituire, viste le affinità di pensiero e di sensibilità, come si diceva ai miei tempi "la mia comitiva" e invece i giornali, il mondo politico e culturale di questo paese sembrano così "alieni" da me e da noi? Siamo davvero una minoranza di buon senso? Gli unici che capiscono che i problemi vanno affrontati partendo dall'analisi delle cause e richiedono soluzioni intelligenti e coraggiose? Mah!
(Rispondi)

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Inviato da Gioiasole il 13/01/07 @ 15:22 via WEB
Amica mia, mi viene spontaneo intromettermi, perchè mentre leggevo il tuo commento, non ho potuto fare a meno di pensare che, se abbiamo creato un nostro mondo virtuale, molto probabilmente, quello 'face to face' che viviamo tutti i giorni non è che ci soddisfi poi granchè... Ovvio che non esiste un'unica ragione per cui ci si crei degli interessi, ma è pur sempre vero che, perchè un interesse rimanga tale, deve fornirci spunti sempre interessanti. E qui, come abbiamo potuto constatare, non mancano! Un abbraccio :)
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 13/01/07 @ 16:45 via WEB
Questo mondo virtuale deve solo servire ad accorciare le distanze del mondo reale, non a sostituirlo. Ha ingrandito la sfera degli spostamenti in uno spazio fisico dove incontrare una persona aperta al dialogo su argomenti che ti interessano è diventato difficile.
Diciamo che il mondo virtuale aumenta il fattore di frequenza, la probabilità di incontrare un altro individuo con cui avviare una reazione - è in definitiva un catalizzatore (questo è il mio campo).
Ci vorrà tempo, credo, per dar vita ad una comunità fattivamente attiva, perchè ognuno di noi ha da combattere contro le proprie quotidianità ed impegni già presi. Però a me basta sapere che esiste una potenzialità, per sentirmi più "alive and kicking", vivo e vegeto.
Questo del blog doveva essere, per me, un intramezzo distrAttivo ed invece mi ha coinvolto un po' di più del previsto. Soprattutto questo argomento, perchè mi "brucia". Ho scadenze improcastinabili ma non posso fare a meno di venire a sbirciare. Cosa mi avranno risposto? Però, se per qualche tempo mi assento non me ne vogliate. Sono in conflitto tra il dovere e il piacere. E questo è il piacere ... di conoscervi!
Graditamente vostro, Mr.UP
(Rispondi)

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Inviato da Gioiasole il 13/01/07 @ 23:06 via WEB
Sì, papà Up, non sostituiremo il mondo reale con quello virtuale... Scherzi a parte, Up, l'intenzione non c'è. E credo che questo valga per molti di quanti iniziano quest'avventura. Che ti prende, eccome. Ciascuno ha i suoi motivi, giusti o sbagliati che siano, per essere qui, a qualunque ora ed in qualunque momento. Mi spiace, però, quando leggo tra le righe di blogghisti interessanti e vivaci come te una sottile venatura di critica per il tempo che vi si dedica. Sicuramente mi sono sentita punta sul vivo, lo ammetto. Ma a me personalmente è già la seconda volta che capita di leggere tue 'espressioni' di questo tipo. Ho imparato ad individuare e a filtrare la tua sottile vena caustica (la finisci di schiaffare la chimica dappertutto????) che indori con un'ironia da simpatica canaglia e mi sei sempre piaciuto per questo. Però stavolta... Up, se siamo qui è perchè ci piace. Come piace a te. Come a me piace ballare e scrivere e stare con gli amici e leggere e cucinare e progettare case e miliardi di altre cose ancora. Ed invece siamo tutti lì a giustificarci, quasi... P.S:non vorrei che tu mi facessi sentire una merdina, perchè di sabato sera sono sul blog, invece di fare quei miliardi di altre cose. Ho un alibi, commissario...
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )

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Inviato da upmarine il 14/01/07 @ 01:11 via WEB
Cara Gioia di babbo tuo (:-D),
la mia non è vena caustica. Piuttosto, incapacità di esprimermi, visto che ho lasciato intravedere una nota di biasimo da parte mia nel frequentare i blog. Scherziamo? E io che ci faccio qui?
Invece volevo dire che il blog una cosa sicuramente molto bella, e che di virtuale ha molto poco (solo lo spazio), ce l'ha e siamo NOI! Più veri che mai. Quindi se il sabato sera sei qui a scrivere o a leggere, ben venga. Tra il miliardo di cose che possiamo fare, quella di comunicare è secondo me una delle più belle.
Non dimentichiamo però che il blog è un mezzo per trasmettere il pensiero. Quello deve restare ancorato alla realtà, qualche volta al mondo della fantasia. Non viceversa, se non siamo tornati bambini o abbiamo concesso il nostro cervello al Sig. Alzheimer!
Quindi, signore e signori, io che ho guadagnato la fama del rompiballe saccente (che brutta fine ho fatto!), vi concedo di essere liberi di fare quel che volete. E se vi lascio l'impressione di criticare, perdonatemi. Sono bau bau, ma dentro sono un tenerone che ancora piange quando vede la foto dei suoi due nonni materni che, alla tenera età di 84 anni, si baciavano sulle labbra con tenerezza.
(Rispondi)

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Inviato da carpediem56maestral0 il 13/01/07 @ 19:41 via WEB
Non è che il mondo reale non mi soddisfi, ma una volta avviato, per puro caso e sotto la supervisione di una cara amica "più esperta", questo blog...sono diventata "dipendente" (purtroppo tendo a sviluppare "dipendenza" in fretta...)...evidentemente, il mondo blog, ha toccato punti sensibili e ignoti che posso ipotizzare consistono nel piacere di "esternare" su cose che mi indignano, la goduria di "arredare" uno spazio tutto mio che mi assomiglia, la scoperta che a qualcuno piace come scrivo e lo trova divertente (attualmente i commenti costituiscono lo stimolo più forte quando mi vengono le periodiche crisi di "senso" o, considerato l'impegno e il tempo che ha finito per richiedere il bloggare, mi chiedo:- ma mi pagano per questo?)
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 14/01/07 @ 01:20 via WEB
Cara carped..., quanto costa un chilogrammo di passione? Forse è questo il controvalore che ottieni in cambio del tuo tempo speso a curare il tuo giornale. Continua così, se pensi di spendere bene il tuo tempo. Non ti lasciar prendere dai sensi di colpa se sono condizionati da un intervento esterno. Io lo faccio per soddisfare il mio bisogno di libertà ... di espressione (hai mai notato il titolo del mio blog?). Ti par poco. Tu addirittura sei anche creativa. Però, non perdiamoci in chiacchiere. Ti riporto al mio mulino. Tutti sono bravi a criticare (io in primis), ma tu cosa faresti per cambiare il mondo della scuola? Piccole cose che porterebbero verso la giusta direzione. Non vogliamo avere la pretesa di saper risolvere noi un problema così ingombrante.
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 13/01/07 @ 17:00 via WEB
Io credo che abbiamo fatto qualche danno, noi della nostra generazione, ancora di più quelli che hanno una decina d'anni più di me (ne ho 46). Abbiamo, in un certo senso, allontanato i giovani dalla società. Nella mia cittadina, mi hanno chiesto di presiedere alla costituzione di un circolo - apartitico - politico, sociale e culturale. L'ho fatto per tre anni, anche se lo statuto ne prevedeva solo uno, ma tutti sono bravi a delegare e proporre un altro per far qualcosa che porta via del tempo. In questi tre anni abbiamo organizzato dei dibattiti pubblici che sono venuti molto bene (risalto della stampa locale, grazie al piccolo prestigio che il mio ruolo istituzionale ancora mi concede). Uno di questi ha avuto, al centro di attenzione del dibattito, il rapporto tra città e giovani studenti universitari. Ebbene, sappiate che la cosa più difficile è stata mettere insieme le associazioni studentesche (otto!). Eppure facevamo qualcosa per dar loro parola nella società. Li ho dovuti quasi ricattare per farli intervenire: avrei divulgato alla stampa che le associazioni non sono altro che gruppi che prendono soldi da ateneo e comune per svolgere attività goliardiche. Hanno preferito intervenire e ne è venuta fuori una cosa molto bella, per loro. Ma quante energia per superare questa barriera d'attivazione!
(Rispondi)

 
 
Inviato da upmarine il 14/01/07 @ 02:04 via WEB
Un anticipo sul mio mondo
Il mio Ateneo ha introdotto qualche anno fa il sistema di valutazione, da parte degli studenti, del corpo docente e del servizio generalmente offerto. Viene distribuita, al termine del corso, una scheda con una serie di domande sul grado di soddisfazione, ed è richiesto di esprimere un giudizio sul docente. Tolto qualche commento, che vi leggerei per farci delle risate (epiteti nei miei confronti perchè, come avete immaginato, godo di grande popolarità grazie anche alla mia materia), trovo utile questo tipo di indagine perchè posso tastare il polso della situazione.
Le famose percentuali, di cui vi scrivevo pocanzi, sono attinenti ai risultati delle schede: la più grossa lamentela si riferisce al fatto che il mio corso fa troppo affidamento su competenze pregresse che loro non hanno. Però, tutto sommato, molti imputano questo limite alla loro propria scelta. Il mio maggior impegno, comunque, consiste nel dover tener conto di una buona fetta che scrive che mi soffermo troppo su certi argomenti ed un'altra parte, altrettanto consistente, che dice che trascuro troppo e non vado nel dettaglio degli stessi argomenti. Questo per farvi notare quali siano i miei problemi legati alla didattica.
Un altro grave problema è che abbiamo voluto copiare un sistema (anglosassone) basato su semestri per cui questi ragazzi sono costretti a seguire, in tre mesi, un corso di 10 crediti (100 ore) di lezione di chimica generale concentrati in 4 ore al giorno per tre giorni alla settimana (a cui si aggiungono analisi matematica, fisica, informatica, statistica e non mi ricordo cos'altro). Questi baldi giovani dopo due ore di chimica sono cotti. Io, purtroppo per loro, ho una forte dose di autocompiacimento a sentirmi parlare, per cui resisto tutte e 4 le ore.
Ai miei tempi, e non sono passate ere geologiche, un corso veniva impartito spalmato su tutto l'anno con la possibilità di digerire con calma le parti più coriacee. Quindi, secondo me, i nostri ragazzi partono più svantaggiati anche per questo motivo. Io continuo a proporre, al consiglio del mio corso di laurea, di tornare alle annualità, ma mi guardano come se stessi alludendo a voler rubare qualcosa di loro proprietà.
Forse è così, perché immagino che il motivo dell'opporsi a questa mia brillante idea sia legato al fatto che, ora, il corso si conclude in pochi mesi e per qualcuno di essi gli impegni didattici terminano contemporaneamente. Più tempo da poter dedicare alla ricerca, se vogliamo giustificare la scelta. Purtroppo non è sempre così.
Nel caso della mia Facoltà non esiste grande attività da libero professionista, però immagino che per Facoltà come Giurisprudenza o Medicina, l'attività alternativa alla didattica sia più vicina agli interessi personali. Tuttavia, la motivazione ufficiale per non procedere con il ritorno ai corsi annuali è che la globalizzazione e gli scambi internazionali di studenti ha portato ad uniformare la durata dei corsi. Sarà ...
Chissà perchè rileggendo questo mio commento mi sento un po' blando. Come colui che comincia a parlare dei problemi del Sud Italia dicendo che quello più grosso è quello del traffico. Però ho iniziato ad affrontare la descrizione dei problemi nel mio mondo partendo da quelli sollevati dai miei studenti sulla loro difficoltà nell'apprendimento.
Ora vi lascio, promettendovi altre esternazioni su aspetti via via sempre più incredibili, legati alla didattica. Lascerò per ultimo il tema della ricerca. Arrivederci a presto.
Con dispiaciuto distacco, devotamente saluto. Mr.UP
(Rispondi)

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Inviato da mara2003 il 14/01/07 @ 08:44 via WEB
conoscenze pregresse...ho un passato di liceo scientifico, chiuso onorevolmente e anche con passione...un anno di medicina, abbandonato per scontro chimico...e alla fine laurea in economia e commercio che avrebbe dovuto contribuire a mantenere le mie cellule pronte dal punto di vista scientifico, ebbene alle domande per il test di medicina fatto per celia assieme ai miei ragazzi mi sono resa conto che ho saputo rispondere solo a quella sulla fotosintesi... la scuola dovrebbe fornire ai ragazzi le conoscenze e le competenze utili a superare qualunque test di accesso alle facoltà universitarie ed invece proliferano i corsi estivi di preparazione...vuoi vedere che fa tutto parte di un sistema? questa è una mia personalissima interpretazione sull'origine dei corsi universitari a numero chiuso... Tu parli di medicina e giurisprudenza ma hai dimenticato ingegneria, architettura, anche questa facoltà, forse più delle altre vedono i docenti impegnati in libera professione... Corsi per semestre... mi tocchi altro punto dolente, da madre stavolta...se voi docenti universitari conoscete quali sono le materie del semestre non dovreste coordinare gli orari delle lezioni in maniera che gli studenti possano seguirle tutte senza fare sovrapposizione di orario? Mia figlia non è rambo nè wonderwoman e in una facoltà di lingue come la sua soprattutto i lettorati dovrebbero essere in orari diversi...il lato positivo è che sollecita la cooperazione (più che collaborazione) tra gli studenti, si segue una lezione alternata ciascuno e si scambiano appunti... alla prox
(Rispondi)

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Inviato da upmarine il 14/01/07 @ 09:23 via WEB
Molte volte è disorganizzazione, altre volte, e non poche, materiale impossibilità di far coincidere impegni didattici. Ci sono stati anni in cui ho dovuto fare lezione in tre sedi universitarie differenti. Però non conosco le ragioni che introducono queste situazioni conflittuali nel caso di tua figlia. Prima o poi arriveremo anche noi in Italia a differenziare le università in funzione della qualità dell'offerta. Per il momento io ho consigliato sede e corso di laurea a mia nipote. Ha evitato accuratamente entrambi i consigli perchè non accetta imposizioni (vive così i miei consigli). Ha scelto uno di quei nuovi corsi trendy. Le avevo consigliato filosofia ed al secondo anno ha optato per quello verso cui l'avevo indirizzata. Per fortuna senza perdere crediti.
Questo per dirti che sono diversi e non sempre validi i motivi di una scelta ponderata.
(Rispondi)

 
 
Inviato da upmarine il 14/01/07 @ 22:32 via WEB

Questo è stato scritto nel blog di Lilith0404. Mi ha autorizzato a ricopiarlo in questo post per forte attinenza. Grazie Lilith

Docenti e discenti

Non credo di sbagliare dicendo che la presenza di insegnanti qui tra i blogger sia percentualmente molto elevata. Anche solo scorrendo la lista dei miei link, qui a lato, ne conto non meno di otto o nove su un totale di ventisei, ma è possibile che siano anche di più, perché di alcuni non conosco affatto la professione.

Non desta meraviglia quindi che l’argomento proposto da Thanksgodisfriday nel suo post n.346 e ripreso da Upmarine nel suo n.33 abbia suscitato tanto interesse. Upmarine mi sollecita ad unirmi agli altri commentatori nel suo blog, ma temo che la mia esperienza sia poco significativa. Non sono (ahimè) una insegnante e non avendo figli non mi sono neppure trovata a vivere la scuola nel ruolo di genitore di studenti.

Il mio rapporto con la scuola è stato sempre solo come studente, e anche quel ruolo l’ho vissuto in modo affatto singolare. Poiché la scuola non è mai stata un dovere, per me, come per la maggior parte degli studenti, ma una conquista. Non erano i miei genitori a ‘mandarmi’ a scuola, con loro anzi ho dovuto continuamente rinegoziare la possibilità continuare ad andarci.

Anche il rapporto con l’università è stato del tutto particolare: mi sono iscritta appena finito il liceo, ma solo due anni fa ho conseguito la laurea. Ho studiato per hobby, per il gusto di farlo, a tempo perso, e con lunghi intervalli durante i quali sospendevo lo studio, avendo altro da fare.

Anche se sono stata iscritta a una delle università più rinomate, ho usufruito quasi per niente dei servizi del corpo docente: solo nel momento degli esami, ai quali mi presentavo solo come un passaggio obbligato per andare oltre e dedicarmi ad un altro esame: troppo poco per poter esprimere una valutazione sui docenti che mi interrogavano. Pertanto non sono in grado di dire se la scuola di oggi sia migliore o peggiore di quella di ieri, se gli insegnanti siano più preparati e competenti, se le famiglie siano più presenti o più assenti.

Quello che io vedo è che spesso ai ragazzi la scuola interessa poco, e finiscono per viverla come un obbligo a cui non si possono sottrarre. Ma se il difetto sia della scuola, o della famiglia, o di entrambe,non saprei dire.

Certo è che ciò che ci viene dato gratuitamente, come appunto la scuola per i ragazzi di oggi, lo riceviamo spesso come ‘dovuto’ e finisce col non essere apprezzato nel suo giusto valore.

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Inviato da lilith_0404 il 14/01/07 @ 23:01 via WEB
:) scusa l'invadenza:)...su questo argomento vorrei segnalarti anche il post che Vega Lyrae,qualche mese fa, ha pubblicato sul mio blog, il n.108... e sull'argomento poi siamo tornate anche nel mio post131, di poco successivo...
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Inviato da upmarine il 14/01/07 @ 23:28 via WEB
Invadenza ... scherzi? E' manna dal cielo. Mi permetto di correggere i link perchè quelli che hai inserito tu puntano a me. Il post n. 131 del 2.09.2006 si riferisce ad un altro post di Tanksgodisfriday riguardante la competizione tra università prestigiose americane. Prendendo spunto dal suo post, tu assumevi che l'alta qualità delle università americane è in relazione alla qualità dei docenti, selezionati per meritocrazia, e alla forte selezione di accesso da parte degli studenti (11%). Concordo con la scelta di tutt'e due i fattori. Tuttavia, in Italia abbiamo docenti che anche in quelle Università di prestigio di cui parli se li sognano; solo che vanno cercati, perchè sono sparsi in diversi atenei della nostra nazione.
L'altro tuo post, il n. 108 del 15.06.2006, mi ha shockato. E' l'analisi che avrei voluto fare io: sintetica, trasversale e incisiva. Consiglio a tutti coloro che sono intervenuti a commentare questo mio post di andare a leggerlo. L'analisi proposta è molto condivisibile. Mi permetto solo di aggiungere che se il sistema di istruzione è slittato verso il basso (ma questo può essere anche giustificabile dal progressivo invecchiamento della nostra società, per cui i nostri attuali 30 anni corrispondono socialmente ai 20-25 di un tempo), manca però, a questo punto, un sostitutivo dell'università. Cosa abbiamo da proporre ai nostri giovani che aspirano ad un grado "universitario" del sapere? Non mi venite a parlare di scuole di dottorato. Sono troppo specialistiche ed abbiamo bisogno di un sapere eclettico. E' quello che ci ha reso famosi in tutto il mondo, e per cui, quando vado all'estero ad insegnare, sono fiero di essere venuto su in questo nostro paese bistrattato. Ancora per poco, perchè stiamo annullando quello che avevamo di peculiare.
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Inviato da lilith_0404 il 15/01/07 @ 06:38 via WEB
devi scusarmi per i link, io li avevo scritti in modo del tutto diverso, ma nel momento in cui vengono pubblicati é come se fossero 'riscritti' dal programma... ho fatto la prova anche sul mio blog, stessa cosa, mi mandano alla mia homepage... non ci capisco niente!
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Inviato da scoontrosa il 15/01/07 @ 08:07 via WEB
in effetti sono tre giorni che ho chiesto a mia figlia di leggere "almeno" il tuo post...
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Inviato da upmarine il 15/01/07 @ 17:18 via WEB
Ragazzi, anch'io non me la sentirei di arrivare a leggere 20 pagine di commenti. Però, se ne stampi due al giorno e gliele dai da leggere forse è meno palloso. Grazie per averci provato, mia carissima aspirante. Se poi ci tieni tanto, puoi farle un sunto e chiederle di dirci cosa ne pensa. Sai, qualche idea intelligente cercherei di metterla in pratica anch'io da subito, nel mio piccolo.
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Inviato da upmarine il 16/01/07 @ 08:17 via WEB
Comunque mi sono accorto che qualcuno potrebbe trovare la mia analisi a favore di una scrematura definitiva degli utenti con una preclusione a qualunque forma di educazione superiore. Spero di no. Sono invece molto contento che ad ognuno sia data la possibilità di accedere ad un minimo di sapere e conoscenza. Mia nonna soleva dire: "l'ignoranza è una brutta bestia". La scuola dell'obbligo ha lo scopo di sollevare dalla schiavitù dell'ignoranza. La cosa che mi angoscia è che non mi riesce di trovare, tra le nuove leve, chi mi potrà affiancare, superare e, un domani, sostituire nel meraviglioso gioco della produzione di conoscenza (io mi occupo del mio orticello, ad altri spetta il resto, ovviamente). Quando ho iniziato la mia carriera di docente, 15 anni fa e dopo un moderato periodo di precariato durante il quale mi sono fatto le ossa, gli studenti a cui mi rivolgevo avevano più capacità. In più c'era un forte stimolo prodotto dalla selezione. Il mio esame lo superavano il 40% degli studenti e non concedevo sconti. Ora lo superano il 90%, pretendendo un decimo di quello che può essere un programma decente. Tutto in nome della produttività. Questo sistema produce un abbassamento della qualità e io me ne accorgo quotidianamente. Perchè, dopo un periodo inerziale, le cose stanno precipitando esponenzialmente. Il mio è un urlo di dolore! Non so se mi sono spiegato.
P.S. Questo commento è anche nel blog di Lilith. Tanto ormai, su questo argomento, siamo legati a doppio filo!
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Inviato da scoontrosa il 21/01/07 @ 18:51 via WEB
Da studentessa. Spiazzata dal problema delle vacche e delle galline, che mi ricorda il problema della mole, di Avogadro e della massa atomica. Chimico? Già… Secchiona allo stato brado risponde, su sollecitazione di madre orgogliosa che con il suo orgoglio rende orgogliosa la figlia che altrimenti non farebbe un emerito nulla. Do ragione su tutta la linea a chi ha pubblicato la prima riflessione, io con i 18 politici ci ho a che fare tutti i giorni e nel fegato ne porto le conseguenze. Come mi è capitato di insinuare a chiare lettere in un tema di italiano e come mi ripeto di continuo a ogni compito in classe, i coetanei con cui mi trovo a combattere hanno l’orgoglio di una muffa. Strisciano come vermi e si umiliano con le loro stesse mani. Non mi capacito di come un ragazzo possa prendere due in un liceo scientifico e mettersi a ridere, oppure dire che ci ha rinunciato da mesi, oppure aprire il libro e copiare (sbagliando!) le formule, e poi passare a raccontare dell’ultima sbronza del sabato sera. Dove si credono di vivere? A casa loro sarà tutto dovuto e tutto garantito, ma a diciotto anni cosa frena un genitore dal cazziare il proprio figlio fino a fargli venire le lacrime? Non penso che i miei siano imparentati con i peggiori torturatori cinesi, anzi da loro traggo tutta la mia forza e la consapevolezza di essere nel giusto, di aver capito qual è il mio dovere di ragazza di diciassette anni, di percepire gli sforzi di chi mi circonda per garantirmi un bell’ambiente che sia stimolante e pieno di opportunità. Per poi venire soffocata dalle stesse persone che dovrebbero essere i miei compagni in questa avventura, in questo processo di costruzione che determinerà la nostra vita! Se fossimo in terza elementare capisco che non sarebbe importante, ma la responsabilità di doversi formare per avere un buon lavoro in questo mondo schifo non è una puntata di OC…. Invece alla maggior parte dei miei compagni non sembra importare nulla, che sia un 3 o un 9 non fa la differenza; o la loro volontà sollazza sotto terra insieme ai diavoli di Dante o la loro presunzione salta a livelli cosmici per una tavola di disegno valutata 10, per poi rifranare sul 5 a quella successiva. Manca la costanza, manca il senso del dovere, manca l’orgoglio e soprattutto manca il senso di colpa. Invece c’è tanta ipocrisia, c’è la sfrontatezza di rispondere tra i denti ai professori e di prendere per deficienti i propri genitori, c’è l’esaltarsi perché nonostante il 4 perpetuo di latino si è sempre fuori con gli amici. “Tanto mio padre è un coglione!”. Giuro di aver assistito a un pranzo in cui il figlio sindacava con la madre: “Esco sabato?” La madre: “Se non prendevi insufficienze, invece hai preso 5” “Ma papà ha detto che 5 non è proprio insufficiente, vero pa’?” Grugnito. E il ragazzo a me, ammiccando: “Domani si esce”. Nel post di “UP” mi manca l’accusa. E’ molto maturo il fatto di esprimere le proprie convinzioni e tuttavia trattenersi dal lanciare accuse. Con il mio carattere e la mia scarsa esperienza, non ne sono capace, e d’altronde non posso negare che, in una discussione, le accuse siano l’argomento che mi interessa di più. La colpa del criceto che non gira nella ruota in testa ai miei compagni, di chi è? Dei genitori? Dei professori? Io vedo degli adulti assenti, che si arrabbiano ma se ne fregano, che insistono poco perché, se perseverano, si vedono prosciugati dalle prese in giro. Le parole dei prof entrano da un orecchio e escono dall’altro. Ma chi glielo fa fare? In effetti è vero. E’ più facile lasciar perdere che non insistere. Si perde del tempo a remare controcorrente, a lamentarsi. E’ meglio dire (e cito la relazione che la nostra coordinatrice di classe ci ha letto, a proposito del consiglio di classe):”Questi ragazzi richiedono un intenso e continuo impegno da parte del corpo docente. Necessitano costanti attenzioni perché desiderosi di stimoli concreti e profondi”. Che diavolo vuol dire? Invece di minacciarci di sbatterci fuori, ci dicono che la colpa è loro e che non ci valorizzano abbastanza? Perché io mi sento valorizzata, facendomi un culo galattico a studiare? I non valorizzati non studiano? Cioè, abbiamo una classe con 5 di media perché il loro livello è così alto da non sentirsi stimolati? Ma che, ci prendono per scemi? Mi prendono per scema? Citano i quotidiani dove i professori si scatenano per il quindicenne a cui non piace il latino e allora scrive in Inghilterra, e poi davanti a 25 teste di cavolo non si infuriano? Solo perché in città quelli coi soldi si conoscono tutti? Non ho a che fare con i genitori dei miei compagni e loro non hanno a che fare con i miei. Sono sicura che sono diversi. Se è vero che i figli sono un po’ lo specchio dei genitori, mortacci che desolazione. Ma vedo che la maggior parte dei miei insegnanti, purtroppo, non sembra così incisiva come vorrei. Anzi, nemmeno so quello che vorrei. Vorrei che i prof trovassero il buco nel quale infiltrarsi, la minaccia giusta che facesse tremare i cuori degli allievi di fronte all’inesorabilità della competitività nel mondo del lavoro, in modo che loro provassero tutto quello che io sento dentro quando capisco di aver deluso gli altri e poi me stessa. Intanto continuo a farmi guardare storto perché prendo 10 di fisica e faccio i compiti invece dello shopping. I 5 si coalizzano contro i secchioni e, strano ma vero, li schiacciano escludendoli da un giro di rapporti e sentimenti che non dovrebbe aver niente a che fare con il rendimento scolastico. [NdM (Nota di Madre) finisce così, manco ciao...mi disse che è un finale tronco, ricco di phatos.]
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Inviato da upmarine il 21/01/07 @ 21:04 via WEB
Se un domani ti dovessi stancare di tua madre (ma non mi pare di leggerne i presupposti) e non ti facesse proprio schifo un finto padre come me, io sarei fiero di te. Hai fatto un buon lavoro su te stessa e tua madre con te. Non preoccuparti per il fegato. Hanno messo a punto anche il trapianto. E' per il cervello che ancora non c'è speranza. Ed il tuo è vivo e vegeto e scalciante. Volevo rassicurarti, il giorno in cui troverò davanti a me una persona capace la prendo al volo come discepolo, con la speranza che mi superi nel giro di dieci minuti. La bella notizia è che non sono solo ma ci sono tanti colleghi (non tutti, ma si fa quel che si può) che, come me, sanno riconoscere la stoffa della persona capace. Mi raccomando, non la sgualcire troppo nel tempo che trascorrerà tra l'oggi e il domani. E col pathos che ti ritrovi corri il rischio di essere antipatica (ma tua madre qualche gene negativo deve pure avertelo passato, e che cavolo!) ma non puoi diventare stupida. Nel frattempo non ho consigli da darti. Anzi se ne hai da darmene fai pure. [NpM, nota per mamma: complimenti! Non solo l'hai convinta a scrivere ma l'ha fatto anche con un bel messaggio. Un tantino incazzato ma chi non lo sarebbe se le si chiede di entrare in un mondo che stà stretto]
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Inviato da mara2003 il 21/01/07 @ 23:40 via WEB
condivido in pieno le parole di Upmarine...finalmente una ragazza con le idee chiare e soprattutto con una grande dignità. a cui non piace avere nulla in regalo perchè ci tiene al suo amor proprio... è cosa rara oggi...complimenti...e mi piacerebbe che anche i miei ragazzi avessero solo un po' di questo nerbo... vorrei copiare questo commento e farne buon uso sia diffondendolo nel mio blog sia facendolo leggere ali miei colleghi e ai nostri studenti...chissà che ognuno di noi possa avere la giusta reazione e uscissimo dal piattume che ci contraddistingue mentre i nostri cuori tremano vitali, emotivi...posso?
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Inviato da upmarine il 21/01/07 @ 23:51 via WEB
Anche se non sono il proprietario intellettuale del commento ti autorizzo a prenderlo e divulgarlo. So che è per una buona causa. Me ne assumo la responsabilità. Metterò una buona parola con scoontrosa approfittando del suo stato trasognante e gongolante. Però non credo che le tue creature siano così senza nerbo. Come avrebbero fatto a sopportarti in questi anni? :-))))))) (spero che bastino i sorrisi. Questa volta ho esagerato, lo sento).
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Inviato da scoontrosa il 22/01/07 @ 06:40 via WEB
Ma che trasognante e gongolante... io sono sveglia (già da un po' :-( Dopo aver affidato a Mara una ricetta di famiglia, perchè mai non dovrei affidarle anche un pensiero della mia figliola? Diffondi diffondi... :-)
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Inviato da upmarine il 22/01/07 @ 07:03 via WEB
Quasi quasi vado a trasognare anch'io. Ho scritto un intero mezzo per tre quarti. Buona giornata a chi se la prende (la buona giornata) e a chi non se la prende (portatore sano di equilibrio). Da DrUP, ciao Scoontros. Ti piace il diminutivo?
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