Per
le ragioni più svariate: per ridere, sorridere, piangere e pensare.
Avevo iniziato chiedendo aiuto ad ogni visitatore. Le indicazioni per
qualcosa che valesse la pena essere letta. Ecco qui. Non è una
classifica ma una raccolta in ordine cronologico di scoperta. Buona
lettura.
Ecco chi sono i blogghers che vogliono contribuire a colonizzare il nuovo Principato di Mareterra e quali sono le loro funzioni istituzionali. Tutti siete invitati a farne parte, basta scegliervi il ruolo che più vi piace e che non sia stato ancora ricoperto. Mara2003
è stata incaricata di raccogliere le adesioni e di inserirle
nell'organigramma qui sotto riportato. Cliccateci sopra per scaricarlo.
Io che sono l'uomo più buono della terra (spero che kidgloves non mi
citi per plagio) vi faccio questo regalo. E' una delle poche cose che
mi fa pensare a Dio. Per due motivi: il primo è che solo grazie a Dio
possono esistere queste meraviglie; il secondo è che non può esistere
un Dio capace di togliercelo dalla Terra, prima o poi.
Qui,
invece, sottopongo alla vostra attenzione un esempio di bel canto
interpretato da un'amica simpaticissima che bazzica il nostro ambiente.
A giudicare dallo stile, direi che non peccheremmo di sovrastima se la
annoverassimo tra le migliori interpreti del nostro tempo di una Casta
Diva. Ed ecco a voi .... ILIKE!
Egometro
L'apparenza inganna
Avviso momentaneo a tutti i naviganti
OGGI 3,75 APRILE 1997
HO SCOPERTO DI AVERE IL POLLICE OPPONIBILE!
QUALCUNO SA DIRMI QUANDO MI SONO EVOLUTO?
OGGI MI SENTO NATURALE, SENZA CONSERVANTI. ANCHE UN PO' AZEOTROPICO.
AVVISO IMPORTANTISSIMO: (la entraable transparencia de tu querida presencia) Il
tono con cui mi esprimo su certe cose appare sentenzioso. Me ne
dispiaccio, è un mio difetto. Lungi da me l'idea di essere il custode
della verità assoluta. Se qualcuno dovesse sentirsi offeso, me ne scuso
in anticipo. E lo faccio lasciando a tutti possibilità di replica. Sono
anche pronto a ricredermi se il mio interlocutore avrà argomenti e
garbo per convincermi del contrario.
Chi ci scruta dall'EST?
Si chiede gentilmente ai signori che si collegano dalla Romania
di manifestarsi e, compatibilmente con i loro impegni, commentare se
trovate questo blog interessante oppure lo state studiando come caso
patologico.
Grazie
Mi accorgo ora su clustrmaps.com (ho la mappa nella colonna di sinistra) che anche dal Brasile c'è stato un avvicinamento. Stai a vedere che mi tocca scrivere in esperanto!
Nel frattempo ringrazio Tanks per
avermi insegnato a tradurre il mio blog in inglese tramite il link che
è a lato (english version). La traduzione fa venire il mal di testa ma
è meglio che niente.
FINALMENTE ... Inviato da:MUSICANTE_0 (19 febbraio 2007)
Libera,
contro le mafie, per la XII giornata, il 21 marzo 2007, ha
scelto Polistena, in Calabria, cittadina al centro della Piana di
Gioia Tauro, un territorio tra i più importanti della regione per le
sue potenzialità economiche e sociali ma condizionato anche dalla
presenza della criminalità organizzata.
UN ULTERIORE AVVERTIMENTO: MOLTO
SPESSO CAPITA CHE I COMMENTI, SOPRATTUTTO DEGLI AMICI VISITATORI, SIANO
MOLTO PIU' BELLI DEI POST. ADDIRITTURA POSSONO ESSERE OFF TOPICS,
RENDENDO IL POST ANCHE IMPREVEDIBILE. TUTTO QUESTO E' ARRICCHIMENTO AL
BLOG E VE NE RINGRAZIO. PER QUESTO MOTIVO CONSIGLIO A TUTTI I VISITATORI DI SCORRERE I COMMENTI A CACCIA DI SORPRESE.
Trackback e commenti al Messaggio #33
Messaggio N°33
Tags: educazione scuola
11 Gennaio 2007 - 20:57
Siamo tutti uguali ...
...
e quindi non tollero giudizi negativi, soprattutto a scuola. Io ce la
metto tutta e questo è il mio risultato. Quindi, caro prof,
accontentati di quello che ti do. Se non ottieni di più è colpa della
tua incompetenza.
Questo è il messaggio che circola.
La
scuola è importante e non può essere lasciata all'improvvisazione. Il
fatto di promuovere tutti per svuotare le scuole è una scelta politica
trasversale identica all'indulto. Eliminiamo la conseguenza e non la
causa. Detto questo, io, che sono di sinistra, oso affermare ciò che mi provocherà la scomunica da parte di tutti voi.
Io sono contrario al 18 politico, alla mancanza di selezione. Illudere ogni singolo individuo di avere a disposizione un personal trainer
in tutte le proprie attività significa rovinare un popolo. Mi sembra
altamente diseducativo, per uno studente, arrivare alla soglia
dell'Università con la convinzione che tutto sia accessibile con lo
stesso sforzo.
Io mi sono iscritto a
Chimica, provenendo dal classico, per una passione tardiva. Tuttavia,
ero convinto che a me spettasse l'onere di studiare il doppio,
all'inizio, per recuperare il divario esistente tra me ed un maturato
scientifico. Ciò nonostante, per passione e per necessità, mettendo a
frutto la capacità di stare sul libro per più di 5 ore al giorno
acquisita al liceo, mi sono adeguato nei primi mesi del primo anno.
Ora
non è più così. Le lacune non pesano su chi è carente ma sull'intero
corso di studio che ha subìto la scelta di questo studente. Siamo noi
docenti a dover far quadrare i conti. 120 immatricolati corrispondono
ad almeno 110 laureati, altrimenti è un fallimento.
Avete
idea di dover insegnare chimica generale all'università quando gli
studenti non sanno rispondere a quante zampe sono presenti in una
fattoria con 10 vacche e 20 galline, nessuno zoppo? Questo per
introdurre il concetto di quantità. Non tutti sono spiazzati, ma l'80%
si. Questo non perchè siano stupidi; piuttosto perchè non si sono mai
posti il problema e non hanno mai innescato il procedimento logico per
arrivarci. 80 ragazzi su 100 si sono iscritti ad una facoltà
scientifica dopo aver frequentato scuole che li hanno licenziati
incondizionatamente, per lo stesso mio problema di produttività.
Badate
bene, non dico che lo studente che non sa rispondere al problema delle
zampe non debba frequentare l'Università. Però non una Facoltà
scientifica. Come diceva un attore, che intepretava la parte del
professore universitario nel film "La meglio gioventù", che vadano a
fare danni altrove. Se, invece, non c'è nessun deterrente a questa
iscrizione ecco che il mio corso viene frequentato da un 40% che non
capisce, 30% che si annoia a sentire cose già trite, il restante 30% a
proprio agio.
Concludo dicendo che
ogni anno inizio con mille buoni propositi e finisco con il deprimermi
nei giorni degli esami. Ho anche proposto di affidare a giovani tutori
il compito di far recuperare "crediti formativi" (non occorre molta
esperienza didattica ad insegnare a far di conto). Non ci sono soldi e
non possiamo pretendere che tutto ciò che riguarda la scuola sia fatto
"gratis et amore Dei". Anche perchè alimentiamo la convinzione che la
sfera educativa non meriti considerazione anche economica. Con la
conseguenza che i più capaci arrivano a maturare, in un momento di
sconforto da confronto con altre categorie, il desiderio di abbandonare
e lasciare campo libero agli incompetenti. A quel prezzo si raccatta
anche mediocrità e non solo appassionati.
Grazie per l'attenzione.
Devotamente vostro
Up (un po' down)
P.S.
(aggiunto il 14.01.2007) Consiglio la lettura di questo post, che è
diventato lungo con tutti i suoi commenti autorevoli, ad un pubblico
adulto ma non troppo. Anzi, se lo leggessero i ragazzi e mi
esprimessero la propria opinione ne sarei grato. Un altro requisito per
la lettura è ... una buona vista. Comincio a vedere lo schermo a pois!
non pensavo,
stamattina, che dentro il vaso di pandora da me scoperchiato ci fossi
tu...ed oltre alla gradita sorpresa di avertici trovato ho anche la
supergraditissima sorpresa di scoprire che tu fai la differenza...Nel
commento da me hai detto di avere usato parole pesanti per descrivere
quella situazione...beh, neanche io ci vado leggera, quando si tratta
di esprimere con dati certi una realtà che conosciamo è inutile girarci
attorno con ghirigori addolcenti...voi avete il 18 politico noi il
6...e fa male quando la tua materia è la sola insufficienza essere
guardati come chi va controcorrente, come quello che non sa valutare,
quello che non sa cogliere nulla di buono dell'alunno...ma io non
faccio volontariato, io sono lì per formare uno studente, per fornirgli
quegli strumenti utili e necessari per la sua vita futura, io devo
aiutarlo a crescere, a diventare uomo, a essere responsabile, e
promuovendolo così quasi per miracolo non faccio di certo il suo
bene...e quella che per 5 anni è stata una ruota di scorta che non
saprei dire come ma è arrivato all'esame di stato durante cui alla
domanda di diritto della terza prova colse un suggerimento dall'ultimo
banco e la coalizione dei partiti divenne la coagulazione dei partiti
adesso è un quasi laureando alla facoltà di giurisprudenza...spesso mi
viene il dubbio che siamo tutti ingranaggi di un sistema che tende a
creare tabule rase per poter meglio controllare i fili dei burattini di
quel grande palcoscenico che è la società odierna...non mi piace la
mediocrità e detesto altrettanto la discrezionalità con cui si
applicano le regole, non riuscirei a promuovere chi ancora al liceo non
è in grado di leggere un breve periodo senza incespicare almeno una
decina di volte e ti assicuro che non sempre si tratta di parole
complesse come desossiribonucleico o comunque si scriva... e concludo
dicendo...Mi dissocio... down anche io
Vedi anche tu
che non basterebbe una serata passata nei nostri blog per scalfire
appena l'argomento. Però sono contento di sapere, ma in realtà lo
sapevo già, che esiste ancora lo spirito combattivo in chi crede
nell'importanza del nostro ruolo. Purtroppo, però, cara Mara, è che noi
ce la cantiamo e ce la suoniamo. Quando parlo con qualcuno del settore,
per cui esiste una certa affinità elettiva indipendente dal lavoro,
finisce inevitabilmente con la perfetta coincidenza di parere. Il
problema è che fuori non esiste questa percezione. Lì, nel mondo vero,
la maggior parte della gente crede che siamo noi ad aver rovinato
tutto. Siamo quelli che andiamo a fare la spesa durante l'ora di
lezione oppure, nel mio caso, mando il mio scagnozzo a far lezione
mentre io faccio libera professione. Questa è l'immagine distorta che
deriva dal solito punto marcio che rende negativa l'immagine di tutto
il frutto.
Al di fuori di queste eccezioni, che non sono purtroppo rare, esiste la
dignità che non deve essere venduta. Io il diciotto politico non lo
pratico. Chiedo ai miei studenti di darmi un solo motivo valido per
promuoverli. La mia visione della correttezza è talmente esasperata che
ho preparato una sorta di tariffario: quali argomenti sono ritenuti
minimi per arrivare alla sufficienza e quali traguardi di valutazione
si raggiungono con le altre parti del programma. Sono elementi
divulgati su internet. Ho una mailing list con tutti gli studenti del
corso, così che ogni domanda fatta da uno di loro possa essere letta da
tutti, compresa la mia risposta. Come vedi cerco di dare il massimo. E
concordo con te che in questa maniera ho diritto a pretendere un
minimo, per promuovere. Altrimenti mi santirei un fallito, come
docente. Poi cè la ricerca, ma questa è un'altra lunghisisma storia.
Inviato da MARIONeDAMIEL il 11/01/07 @ 23:42 via WEB
Raccoglierai
meno scomuniche di quante pensi. Son d'accordo con te e con mara. Vedo
un appiattimento generale, e questo va male in entrambe le direzioni,
sia per quelli che ci marciano, e non imparano cosa voglia dire
impegno, serietà, fatica (e lo si dovrebbe in primis imparare qui,
credo), sia per quelli che si fanno il culo, che alla fine si vedono
promossi insieme ai loro colleghi meno impegnati, diciamo così. Non è
giusto esaltare la competizione, ma rivalutare l'importanza della
scuola nella formazione di un individuo. Piano col demandare tutto alla
scuola pero'... senti, ti posso far chiamare da mio figlio che le
cinque ore di studio-liceale al giorno, me le sogno di notte? :))) Ciao
prof. p.s. madonna, mi sento intimorita ora...
Ho fatto una
cosa che non avrei mai voluto fare: lasciar trapelare di me notizie
sulla mia vita reale. Questo inibisce più me che te. Sono veramente
sereno nel sentire la tua opinione. Per quanto riguarda il tuo
figliolo, ti devo concedere che il ruolo di mamma è molto più difficile
ora.
Devi sapere che io studiavo cinque ore al giorno, dopo essere tornato
da scuola, perchè eravamo pressati dai docenti che si sentivano
autorizzati a "maltrattarci", nel caso di insuccesso, con un brutto
voto. Le nostre erano vere e proprie squadre di studio con cui noi
studenti ci organizzavamo per dare ognuno il proprio apporto. Io ero il
matematico, ed il chimico, ma non ti nego che usufruivo ampiamente
delle doti di traduttore dal greco di un mio compagno che ci spiegava e
non passava bovinamente la traduzione.
Tornando a bomba, c'era tutto questo sforzo anche perchè se andavamo
male a scuola le nostre famiglie non ce la facevano passare liscia.
Ricordo con chiarezza il senso di frustrazione che mi assaliva quando
mio padre e mia madre mi dicevano che forse non valeva la pena spendere
risorse economiche per un figlio che non dava soddisfazione, quelle
volte che non eccellevo. C'era competizione si. Con me stesso che non
ammettevo critiche (che dici mi riconosci ora?).
Questo non vuol dire che ora è la famiglia ad essere l'unica carente.
Anzi, è un serpente che si morde la coda. Perchè anche la famiglia ha
bisogno di un supporto quando deve dire di no al figlio, altrimenti
viene accusata di turbare la formazione psichica.
Forse parlo peccando di due vizi fondamentali: sono dall'altra parte
della barricata e non ho figli. Per questo scambio volentieri queste
parole con te e con chiunque abbia voglia di farlo altrettanto
serenamente.
Concludo dicendo che il male maggiore l'ha procurato la televisione.
Credi che siano bei modelli quelli che vengono proposti ai nostri
ragazzi? In fin dei conti se ti comporti in modo autoritario con i tuoi
figli risulti essere quella che sbaglia. Contro tendenza.
Una volta emergere era un traguardo. Ora bisogna omologarsi. Che popolo di formiche tutte uguali vorrebbero che fossimo?
P.S. Mi è piaciuta la frase di Mara a proposito di un disegno dei
potenti di buttarci nell'ignoranza per meglio manipolarci. Non hai idea
di quanto sia vicina alla realtà. Lotta di classe non è dare
l'Univeristà piatta a tutti. Perchè poi torneranno ad andare alle
Università non appiattite solo quelli che avranno i mezzi economici per
potersele permettere. All'estero!
Devotamente vostro. MrUP
Inviato da MARIONeDAMIEL il 12/01/07 @ 21:30 via WEB
Difficile
scrivere qui senza che trapeli qualcosa di noi.. è sempre troppo poco
in verità, non temere. Ci vuol altro per poter dire di conoscere una
persona... A me invece è venuto naturale così, parlare di me, qualcuno
dice che sbaglio. Ma è notorio che io faccio di testa mia, salvo poi
sbatterla contro il muro di turno... credo che ai 'nostri' tempi ci
fosse proprio un altro approccio alla scuola. I miei non mi hanno mai
chiesto "hai fatto i compiti?" era ovvio che dovevo farli, come era
ovvio che dovevo studiare, come era ovvio che i miei lavorassero
entrambi e facessero sacrifici per mandare avanti la baracca. In
pratica, la società era diversa. La tv... bè, rovina stuoli di
ragazzine, convinte che la donna sia quella, proprio quella, mezza
svestita, bellissima, e possibilmente, che parli poco... ma in generale
la tv ci rifila solo c......e; i nostri ragazzi non hanno nessun punto
di riferimento, oggi ne parlavo con mio figlio e mi diceva mamma voi
avete avuto cose che noi non abbiamo.. figure importanti, rivoluzioni,
valori... oggi è una m....a. (troppe parolacce Marion...). Secondo me
non è importante tanto "emergere" in sè, ma capire che niente cade dal
cielo, e che se si vuole qualcosa occorre sudarsela. Per il resto sul
fatto delle università sono d'accordo con voi.
Inviato da SandaliAlSole il 12/01/07 @ 00:56 via WEB
Vedi Up,
posso dire cHe ti trovo un po' contraddittorio, nello spirito per lo
meno? Ti secca - e giustamente - la generalizzazione che "fuori" - come
dici tu - viene fatta della categoria professionale alla quale
appartieni. Eppure non è la prima volta che ti leggo lanciar bordate
contro famiglie pressochè irresponsabili. Che difendono a spada tratta
i loro pargoli, che difendono il fancazzismo (perdonami il termine),
che lasciano che i loro pargoli abusino di tv e playstation, che non
educano al senso critico men che meno al senso del dovere. Ho riassunto
molto succintamente ciò che qui e in altri luoghi (anche da me tempo
fa) hai più o meno espresso. Non credi che la tua sia parimenti una
sgradevole generalizzazione? Oppure anche per te vige la regola
"esclusi i presenti" che così ci si mette al sicuro? Da madre di tre
figlie, lo dico senza problemi, mi sono sentita punta sul vivo ogni
volta che ti ho letto su questi toni. Perchè hai sparato sentenze
ingiuste.
Non sono esclusi i presenti se non si dichiarano diversi da come li dipingo.
Le sentenze sono il risultato, ahimè, di una generalizzazione che
proviene dal mio vissuto. E' il risultato dell'operazione che associa
ad ogni elemento di una categoria il valore medio. Nel caso del corpo
docente, non mi sento di collocare la media in posizione bassa. Gli
input che ci provengono dall'alto sortirebbero effetti ben peggiori se
fossimo, mediamente, cattivi docenti.
Nel caso della famiglia, gli effetti che si vedono - soprattutto
l'incapacità di individuare deterrenti ai cattivi comportamenti -
derivano dalla maturazione di un atteggiamento che non ammette
intromissioni nel prorio dominio. La maggior parte delle famiglie non
accetta che il proprio figlio sia incapace di qualcosa. Questo lo so
per mia esperienza. Probabilmente la tua è diversa.
Io sono incapace in molti campi ma evito di andarci. Se un ragazzo fa
una scelta sbagliata, questo errore genera un insuccesso che viene
percepito dalla famiglia come una carenza del sistema nel permettere
che essi si realizzino.
Qualche tempo fa ho detto che avevo avuto una discussione con mia
sorella (che adoro). La minicrisi nasceva da una mia critica nel suo
modo di iperproteggere i miei nipoti (ragazzi incredibilmente belli,
fuori e dentro). Lei, che mi stima tantissimo, non ha accettato la mia
intromissione. Si è sentita punta nel vivo proprio come te. Figuriamoci
se l'avessi fatto in una famiglia estranea. Sarebbe partita una
denuncia.
Ogni generalizzazione è da evitare, soprattutto quando una minoranza
determina l'etichetta della categoria. Tuttavia, anche quando la
categorizzazione è più corretta, finisce con l'offendere la minoranza
virtuosa. Non so se tu faccia parte di questa minoranza (non ti
conosco!). Probabilmente, il fatto che ti bruci sentirti collocata in
una categoria che non ti appartiene indica una difformità nel tuo
comportamento da quello da me descritto. Bene!
Quando mi hai definito incoerente ho temuto di non aver saputo, in
altre occasioni, esprimere questa che è una mia convinzione: la
famiglia media italiana è convinta che la scuola sia un parcheggio dove
lasciare i propri figli per mezza giornata, sicché possano sentirsi più
liberi. Devono sentirsi tranquilli e non devono accadere fatti
incresciosi che li turbino (quest'ultima cosa è legittima comunque).
Mi piacerebbe trarre alla fine della mia esistenza (dal punto di vista
professionale) un bilancio a favore di genitori pro-scuola tra quelli
che incontro. Non nel senso di accontentarsi di quello che c'è ma di
essere disposti ad andare a scuola e chiedere ai docenti di tracciare
la strada per rivalorizzare, insieme, questo bene maltrattato.[1]
Io ho la fortuna di non dover trattare con i genitori (i miei ragazzi
sono tutti maggiorenni e, con l'attrazione della precedente riforma,
anche coetanei). Ma con i miei ragazzi esordisco chiedendo: "devo
trattarvi come studenti modello ed essere esigente con voi, oppure come
poveri ragazzi che meritano compassione?" Sono contento di percepire
nel loro sguardo una scintilla di risentimento. E' il loro orgoglio che
emerge!
Cara SandalialSole, mi compiaccio che tu sia madre di tre figlie.
Almeno ci sono sicuramente tre ragazze in più che remeranno
controcorrente. Perchè, ahimè (e con questo son due), a loro questo
toccherà.
Oltre al fatto di andare incontro ad un mondo in cui i vecchi
restano abbarbicati alla loro posizione, senza lasciar spazio alle
nuove leve giovanili. Se non sono ben equipaggiati, diventeranno carne
da macello.
[1] Ricordo che hai scritto di un incontro in tal senso nel commento
Inviato da SandaliAlSole il 27/11/06 @ 13:50 via WEB del mio mio post.
P.S. Stanotte parlo male di voi. Non tarderò a parlar male di noi ;-)
Esternazione
generale: il tono con cui mi esprimo su certe cose appare sentenzioso.
Me ne dispiaccio, è un mio difetto. Lungi l'idea da me di essere il
custode della verità assoluta. Se qualcuno dovesse sentirsi offeso, me
ne scuso in anticipo. E lo faccio lasciando a tutti possibilità di
replica. Sono anche pronto a ricredermi se il mio interlocutore avrà
argomenti e garbo per convincermi del contrario.
Inviato da SandaliAlSole il 12/01/07 @ 06:56 via WEB
Visto che la
facoltà di replica ce l'ho, ne approfitto.Ognuno - va da sè - parla
sulla scorta della propria esperienza personale. Ho accumulato finora 6
anni di asilo nido, 9 di scuola materna (ok, dell'infanzia), 14 di
elementari (primaria), 6 anni di medie e 2 di superiori, credo di aver
un po' di storia scolastica nazionale nel mio bagaglio. Per quanto
riguarda le famiglie, ammetto di provare ogni tanto lo stesso sconcerto
che tu manifesti, ma visto che gli sconcertati sono tanti posso a mia
volte presumere che siano i comportamenti eclatanti a fare storia.
Veniamo ai docenti. I 37 anni scolastici al mio attivo mi hanno messo
di fronte a un discreto numero di insegnanti, ormai. Mi sto convincendo
(a dire il vero è più una speranza che una convinzione) che mano a mano
che si abbandona la scuola dell'obbligo subentri nell'insegnante anche
il senso di orgoglio per ciò che fa. E la volontà di non svilirlo. Se
dovessi parlare solo in nome della mia esperienza nella scuola primaria
(da genitore,componente del consiglio di istituto, componente
delcomitato genitori - che vive dunque la scuola non solo come
parcheggio... le ore che negli anni ho messo a disposizione
dell'istituzione credimi sono più di quelle che ho dedicato a una
qualsiaisi palestra o piscina!) - sarei per una completa rifondazione
dell'istituto stesso. Perchè è negli insegnanti che ho trovato la
negazione di quel ruolo che tu alla scuola avochi. Generalizzo? Oh
certo. Ma questa è la mia esperienza e faccio una gran fatica a pensare
che sia solo sfortuna. Però torno a essere ottimista. Perchè se io come
genitore (ehm, noi come genitori) ce lametto tutta, qualcun altro fa
altrettanto. E io ai circoli virtuosi credo.
Ti prometto
che appena posso, e mi sento ispirato, ti darò la rivincita scrivendo
delle storture della mia categoria. Posso esprimermi sull'Università,
mentre Mara potrà, a sua discrezione, fare luce su quella dei
professori.
Per quanto riguarda la tua esperienza, mi chiedo quanti maestri (si
chiamano ancora così?) hai in/s-contrato - nel senso sempre
costruttivo, hopefully - nella tua storia di mamma. Mettiamo 5 o 6,
forse sempre della stessa scuola, quindi con comportamenti che si
propagano da un insegnante ad un altro.
Quest'ultima affermazione mi sorge spontanea come conseguenza di certi
racconti di una mia amica, insegnante di materie scientifiche nelle
scuole medie. Mi dice che ora attraversa un periodo felice della sua
carriera, anche se stressante, perchè le permettono, a sue spese, di
adottare un metodo di insegnamento molto efficace (Feuerstein, mi pare
si chiami). Ho assistito ad un incontro, in un ristorante, tra la mia
amica ed una sua ex-allieva, che si è avvicinata al nostro tavolo per
ringraziarla di averle insegnato così tanto (alle medie!). Ho visto
commuoversi la mia amica che, in quell'occasione, mi ha raccontato che
quando era a Milano ha subito una vera e propria azione di
ostruzionismo (con minacce velate) da parte di tutto il corpo docente.
Tanto impegno faceva risaltare troppe inettitudini.
Tutto questo per dirti che le tue esperienza scolastiche fanno
riferimento a 37 anni (però lascerei fuori asili nido e materne) ma
magari poche scuole. Probabilmente la tua statistica sui genitori che
ti hanno aiutato nella tua attività scolastica di genitore è più
rappresentativa. Quanti sono?
Spero di non essere stato troppo di parte (e invece so di esserlo e mi
pentirò, non temere). Grazie per avermi dato modo di confrontarmi.
Ovviamente le repliche possono continuare.
Raccolgo
l’invito di Up ed eccomi qui a parlare di scuola da un punto di vista
interno…Sono un utente del servizio sia come madre di 3 studenti di cui
2 ex ora universitarie e una in costanza di applicazione sia come
insegnante di liceo…Nonostante i miei quasi 49 anni ho accumulato 60
anni di esperienza con la scuola italiana, ne ho viste e potrei
raccontarne di belle ma anche di spiacevoli, di quelle cose che anche
solo parlarne fa male… Insegnanti depositari di un compito essenziale,
la formazione degli uomini del domani, davanti al quale spesso sono
lasciati soli, dalle famiglie e dalla stessa istituzione che
rappresentano; compito talvolta troppo grande per le implicazioni che
porta con sé e che vede un insegnante protagonista ma schiacciato tra
l’incudine e il martello… In alcuni miei post ho parlato di quelli che
secondo me sono i mali della società attuale ma non possiedo bacchette
magiche né sono depositaria del dogma della verità, sono semplicemente
una persona con la passione per quello che fa, costretta spesso ad
andare controcorrente e ad essere l’unica voce fuori del coro anche
perché per mia natura nonostante l’età non ho ancora ben capito né
digerisco l’uso della diplomazia o delle tinte medie: o è si o è no; il
se, il ma, il forse non dovrebbero avere ragione di esistere; non sono
permeabile ad alcuna forma di costrizione mentale e non mi piace quando
talvolta siamo incorruttibili mentre altre volte diventiamo ragionieri
calcolatori e riconsideriamo le cose…Mi riferisco a quando, durante gli
scruninii finali, non teniamo conto di eventuali problematiche per
formare la classe nel successivo anno scolastico ed allora ciò che in
altre occasioni avrebbe fatto inorridire le nostre orecchie nonché le
coscienze da formatore in questa situazione diventa trascurabile e
pertanto perdonabile… Formare, o meglio aiutare, il ragazzo nel suo
sviluppo interiore è compito talmente grande che dovrebbe prescindere
da calcoli personali, e se perdere la classe dovesse significare per il
docente perdere il posto in città e dover riprendere un treno e andare
a lavorare in provincia ben venga… Insegnanti che come galline sul
pastone si gettano sui pochi corsi di formazione e aggiornamento
organizzati… Quanti di noi seguono questi corsi nello spirito di
crescita professionale o di affermazione personale? So di poter dire,
senza tema di essere smentita, che la prima cosa che si guarda è se il
corso coincide con il giorno in cui si ha il maggior carico orario a
scuola, l’insegnante che ha poche ore quasi mai partecipa… Vogliamo
parlare di progetti? Altro caso di oche starnazzanti…Tutti lì a
buttarsi su quanto ci viene propinato quasi come un’esca per migliorare
l’introito monetario…Progetti organizzati da enti sempre più
mistificatori che hanno il solo intento di trarre vantaggio dalle loro
attività e diventano semplici macchine crea soldi, con la benedizione
del ministero e dell’unione europea, società di cui noi diventiamo
complici nel momento in cui, pur di essere tutor di questo o di quel
progetto, usiamo colpi bassi per scavalcare un nostro collega che
magari avrebbe più titolo di noi… Scuola intesa come pura apparenza in
cui si usano tutte le armi per vendere fumo… Insegnanti mine
vaganti…Capperi se ce ne sono… Di quelli che fanno danno, quelli che
destabilizzano, quelli che hanno creato le assenze strategiche e per
ricordarsele sul registro personale segnano l’assenza in rosso creando
un promemoria utile per la lezione successiva in cui interrogano a
tappeto l’alunno colpevole di assenza; quelli che puniscono con un bel
2 l’alunno che si giustifica, non ha studiato perché il pomeriggio
precedente ha partecipato ad corso organizzato da un collega, notorio
nemico del nostro eroe…Comeeeeeeeeeeeee? Per seguire il corso di tizio
non hai studiato la mia materia? E io ti metto
dueeeeeeeeeeeeeeeeeeeee…..E così di seguito, ne avrei a migliaia di
esempi… Ma ci sono anche insegnanti che ancor credono in quello che
fanno, ma sono soli, troppo soli… Spesso raccolgono lacrime,
solitudine, delusioni, sogni, a volte si accorgono di situazioni
difficili che il ragazzo vive ma che nemmeno loro sono preparati ad
affrontarle né si possono muovere di fronte all’indifferenza della
famiglia o all’immobilismo volutamente praticato dalle alte sfere… Sono
poche le famiglie che collaborano… Passano 5 anni e ci sono famiglie
che non ho mai conosciuto, così come ci sono genitori sempre pronti a
giustificare il figlio, a dargli la pacca sulle spalle quando
l’insegnante lamenta uno scarso rendimento…Quelle stesse famiglie che
si lamentano per il carico dei compiti a casa: il figlio è troppo
impegnato in varie attività, palestra,piscina,corsi vari e non può
avere occupazioni gravose casalinghe; chissà magari sono le stesse
persone che non si preoccupano di giustificare l’assenza del figlio, né
hanno cura di far arrivare in orario il figlio, o che chiedono
un’autorizzazione su un foglietto di carta strappato da un quadernino
alla bene e meglio senza curare una minimissima forma che quantomeno
denoterebbe un certo rispetto … Può invece capitare che il genitore ti
chiede aiuto e lo fa fuori da scuola per non fare accorgere il figlio
che ti sta mettendo a parte di un suo problema ….Così come passano 5
anni e capita grazie al cielo di continuare a vedere i ragazzo, ormai
universitario, che ha il piacere di comunicarti i suoi successi perché
vuole dividere con te il momento di gloria e se ti invita alla laurea o
al matrimonio o ti chiede di battezzargli il figlio, beh allora, puoi
essere soddisfatto di te…Sono poche le famiglie che collaborano… E i
ragazzi che nella scuola pubblica non hanno fortuna? Iscritti alla
scuola privata che, attenzione, almeno qui da noi, non è improntata ai
criteri delle famose scuole svizzere, è doloroso, ma devo ammettere che
basta pagare e praticamente il diploma ti arriva a casa…Noi genitori
siamo felici così? Basta avere il pezzo di carta? Si è vero, la scuola
è parte del decadimento della società ma non possiamo prendere
semplicemente atto della cosa, è una forma di passività che non
accetto…Stiamo parlando dei nostri ragazzi… Aiutiamoli a diventare
responsabili del loro domani…Diamo esempi buoni… Usciamo dal vicolo del
“io speriamo che me la cavo…”…Non può essere sempre questo mondo,
facciamo qualcosa!
Una buona giornata a tutti, Mara
Carissimissima Mara,
il tuo non è un commento ma una tesi di laurea e, come tale, merita un
controrelatore. Purtroppo, come ben sai, il tempo ora mi manca ma non
posso fare a meno di renderti partecipe di un caso bizzarro.
Stamattina, nella mia casella di posta elettronica istituzionale, ho
trovato la pubblicità di un libro che ti riporto in fondo a questo mio
commento. Sono allarmato dal fatto che sia stato scritto da una
giornalista e non vorrei che fosse il solito scoop che dà tanto risalto
al marcio per gettar fango su una categoria che comprende anche gente
capace e di buona volontà (miii, com'è lungo 'sto periodo!). Alla fine
chi ne risente di più di queste grida allo scandalo sono proprio loro,
i buoni, perchè gli altri, i colpevoli, hanno tanto pelo sullo stomaco
che possono digerire anche le ossa di un bue. Però io non ti scriverò,
quando ne avrò tempo, delle azioni che sarebbero punite dal codice
penale (contro cui dovrebbe muoversi la Magistratura), ma di quelle
storture che sono legalmente lecite perchè derivano dall'applicazione
di riforme (Berlinguer, Reclutamento docenti, ecc) che hanno snaturato
l'essenza dell'Università. In attesa di un mio sollecito riscontro
resto a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
----------------
CRISTINA ZAGARIA
PROCESSO ALL'UNIVERSITA'
CRONACHE DAGLI ATENEI ITALIANI TRA INEFFICIENZE E MALCOSTUME
Gennaio 2007, 336 pagine
16,00 Euro - ISBN 9788822053657
Una giornalista entra nelle aule universitarie e in quelle di tribunale
per raccontare problemi, disfunzioni, mancanze, limiti degli atenei
italiani e del sistema-università. Un racconto in presa diretta degli
ultimi dieci anni di Università italiana tra riforme, concorsi
truccati, commissioni pilotate, nepotismo, ingiustizie e corse al potere L'AUTORE
Cristina Zagaria è giornalista de «la Repubblica». Si occupa di cronaca
nera e proprio partendo dalla cronaca, ha cominciato a occuparsi di
inchieste giudiziarie legate all’Università. L'OPERA
Un lucido e documentato atto d’accusa contro l’Università di «Cosa
Nostra». Intercettazioni telefoniche, confessioni, conversazioni rubate
con microspie e denunce raccontano il volto malato degli atenei
italiani da Palermo a Milano. Questo libro vuole capire cosa sta
succedendo, senza finti pudori. È un immaginario processo
all’Università, dall’ultima riforma Moratti ai primi passi del governo
Prodi. Un libro veloce come un articolo di quotidiano, ma di largo
respiro come un saggio. Storie vere, avvincenti, con nomi e cognomi di
singoli atenei, professori e studenti. Storie, però, che al di là della
cronaca, diventano esempi generali e offrono uno sguardo senza censure
su un’università in cui esiste un «galateo» delle buone regole per
truccare i concorsi; un’università nella quale, in una logica tribale,
si accavallano e si sovrappongono leggi di «territorio», «di sangue»,
«di fedeltà» e dove comunque vince quasi sempre il potere. Una rigorosa
ricostruzione che propone ai lettori la fotografia di un’università
irrimediabilmente malata, smascherando debolezze e inefficienze di
politici e istituzioni. I LETTORI
Docenti universitari, studenti, ricercatori, magistrati e politici. Più
in generale, chiunque sia interessato a conoscere il mondo delle
università italiane.
Accipicchia,
quanti ed autorevoli commenti...Io sono d'accordo con te e ritengo ci
sia in giro un'eccessiva deresponsbilizzazione...probabilmete per
troppo tempo abbiamo giocato col concetto che le colpe non sono da
attribuire al singolo ma al suo contesto socio familaire, da cui è poi
scaturito il 18 politico, l'individuo "sbaglia" per colpa della
società...da qui, come figli bastardi il buonismo, il falso concetto di
perdono, la colpa senza più castigo, per giungere al "premio" per
comportamenti sicuramente da censurare come quelli messi in atto da
gente famosa come Lapo Elkann, Calissano, la Gregoracci, ecc. ottimi
modelli per i nostri giovani....
Parole sante, amica mia. Parole sante, purtroppo.
Il problema è che, gira e rigira, tutti noi che ci affacciamo a questo
blog siamo d'accordo, ma evidentemente siamo una minoranza. Non parlo
di maestri, insegnanti e professori, ma non perchè non hanno colpa, ma
perchè anche se fossero tutte perle di umanità e bravura, non
costituirebbero comunque massa critica.
I movimenti devono nascere dal basso e coinvolgere quante più persone.
In alto, i nostri politici hanno altre cose a cui pensare. Devono
pensare agli affari loro e come preservarsi il futuro attraverso
riforme che interessano solo essi stessi. Oppure devono creare
formazioni politiche che smuovano le acque talmente tanto da lasciar
tutto stagnante com'è (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, docet).
Con molta disinvoltura vi saluto e mi dileguo.
Inviato da magdalene57 il 12/01/07 @ 20:41 via WEB
ecco, sorvolo
sul periodo elementari/medie/superiori, solo perchè ci son dentro ed ho
il dente avvelenato. nonostante stia addosso a mio figlio come un
cappotto, non posso creargli interesse per qualcosa che di norma lo fa
dormire. potrei convincerlo a cambiare scuola, ma lui insiste col dire
che è questa che vuol fare. apro invece volentierissimo una parentesi
sull'universo università. non come madre di un'universitaria, ne come
docente, ma come referente presso un istituto dello stato in cui
normalmente si fa ricerca (non del tuo tipo, però). Bene. ci sono
docenti universitari che non sanno che cosa sia un archivio di stato.
ci sono docenti universitari che non hanno mai messo piede in un
archivio per fare ricerca. ci sono docenti che mandano i loro studenti
allo sbaraglio con richieste strampalate. perchè non sanno che cosa si
trova in un archivio di stato, non conoscono la differenza tra un
archivio ed un archivio storico comunale, e via dicendo. Io mi metto a
ridere a volte, altre m'infastidisco (quando arrivano scaglionati 20 o
30 studenti dello stesso corso), ma sempre dico a loro di tornare
indietro e di spiegare al professore che prima bisogna sapere, poi si
può insegnare. credo di aver detto tutto, e magari anche di più....
Come ti
permetti di offendere la mia categoria? :-) Non vorrai mica togliermi
la parte più bella di tutto quello che avrò scritto alla fine.
Basta dire che un terzo del corpo docente universitario andrà in
pensione in blocco fra pochissimi anni (raggiunti limiti di età, e tu
sai a quale età mi riferisco). Ottima esperienza ma grande stanchezza,
perchè hanno già dato. Un altro terzo rappresenta il perpetuarsi di
allievi che operano in settori di ricerca vecchi come il cucco. Un
terzo è carne fresca che si dedica a ricerca di punta.
Sai quanto avrò da scrivere dopo? Dai tempo al tempo. Ora non posso,
perchè vado di fretta. Devo correggere 35 compiti, compilare una scheda
di valutazione per ciascuno di essi e mandare i risultati entro domani
via mailing list, perchè chi l'ha superato lunedì sia pronto a
sostenere l'orale. Mi devo ricordare di scrivere di certe critiche da
parte di colleghi che mi accusano di essere troppo innovativo negli
argomenti. Sono argomenti che riguardano la ricerca pura e noi dobbiamo
fornire professionisti validi al mondo del lavoro, che non sa cosa
farsene di materiale umano troppo evoluto. Sai come saremo avanzati fra
qualche decennio? Ancora meno di quanto si sia ora. Per il momento, e questo era il motivo vero del mio intervento, vi saluto con la mia solita devozione.
Su molto mi
trovi in linea con il tuo pensiero. Però, ci sono alcune cose su cui
sento di dover dissentire. In quanto professionista laureata, ho il mio
vissuto universitario che non riguarda, ovviamente, solo la mia
persona, ma anche quella di quanti mi hanno accompagnata durante il
lungo percorso di preparazione alla mia professione. Abilitazione
compresa. Il 18 politico di cui parli l’ho visto volare ripetutamente a
destra e a manca (e sono orgogliosa di poter dire, parafrasando il
titolo dell’ultimo post di CarpeDiem, che è una cosa che non ho mai
avuto e che non mi manca affatto) e soprattutto in quelle materie
(scientifiche) che dovrebbero essere il fondamento di un lavoro tecnico
come il mio. Dico dovrebbero, perché in realtà, tanto per dirne una,
per molti architetti di mia conoscenza, le funzioni di seno e coseno
sono concetti assolutamente inutili. E questo significa rompere i
maroni (chiedo venia, ma quando ci vuole…) a chi invece la
trigonometria l’ha studiata come si deve a suo tempo, quando si tratta,
per esempio, di sapere la percentuale della pendenza di una rampa per i
garages. E questo vuol dire che il vero problema di chi si approccia
all’università - ma anche questa è una generalizzazione forzosa - è
solo e soltanto quello di avere un esame in più sul libretto (ai miei
tempi era il libretto, ora non ci capisco più niente) senza che questo
comporti un’aggiunta di informazioni utili e necessarie, sine qua non -
per come la vediamo noi - non si va da nessuna parte. La laurea è per
molti, purtroppo, il fine ultimo, non un mezzo per esercitare con
dignità una professione. Molti miei illustri colleghi, persino laureati
summa cum laude, sono di questa pasta. Che io abbia una professione che
discende direttamente dai miei studi, non è un caso. E quello che
ritengo si debba sviluppare negli individui, non è tanto la
competizione (non siamo in gara) quanto una sana competitività, quella
che sprona a dare il meglio di sé e per sé, per il raggiungimento dei
propri obiettivi. At last, Up, non me la sento di dare la colpa a
nessuno, tra docenti e genitori. E non perché non ritenga che non siano
parte in causa in questo processo di decadimento che, diciamocelo, non
è aria malsana solo di questi tempi, ma perché alla fin fine sembra che
i diretti interessati, gli studenti, non abbiano neanche lontanamente
l’idea del vero motivo per cui sono lì. Un abbraccio.
Sarò molto
breve perchè ho da fare e non posso risponderti con una frasetta di
convenevoli. Quello che hai detto, però, è completamente condivisibile.
Non trovo nulla di diverso da quello che avrei scritto io. Tranne che
sulle colpe, ovviamente non solo delle famiglie. Però, come ti ho già
anticipato, mi riservo di scrivertelo appena posso.
Ragazze, ma vi
rendete conto che siete solo voi donne ed io, unico maschietto, a
conferire in questo blog? Eppure mi sembra che NON si stia parlando di
vestitini (è una battuta, non siate permalose, eh Marion o Magdalene?).
Spero in un intervento di qualcun altro. Non che non sia contento,
anzi! Questo post (con soprattutto i commenti) me lo incornicio oppure
lo stampo e lo chiedo agli esami.
Caro Up, la
selezione diventa naturale, qui forse più che altrove. E mi astengo dal
dire 'per ovvi motivi', in riferimento al gap tra uomini e donne,
perchè non è così. O meglio, me lo auguro. A presto.
Aspiri o ti ispiri, al 18?
Lo sai che se dovessi rimettermi a studiare un esame penso che non ce
la farei? Dico, star fermo a studiare una cosa che nella stretta
contingenza di un esame non avrei interesse a imparare o conoscere.
Ormai sono costretto a studiare solo quello che mi piace. Ti avevo già
scritto, agli inizi della nostra conoscenza bloggatica, che già pochi
giorni dopo la nascita inizia il processo di aterosclerosi. Sento già
il fischio del sangue che passa attraverso strettoie, ispessite dalle
LDL, all'interno del mio collo. O erano le HDL? Sono contento che aspiri. Ciao.
Inviato da dolcefondente il 13/01/07 @ 01:12 via WEB
Sicuramente i
tempi sono molto cambiati,l'istruzione(chiamala se vuoi universita')
e'alla portata di tutti e sembra quasi uno slogan del tipo "vieni a
prendermi se ci riesci" ed un titolo fa ancora gola.La maggior parte
dei ragazzi non ha una chiara idea in testa..molti di loro si iscrivono
piu' in base a quella che li fara'guadagnare piuttosto che possa
piacere...altri tirando a sorte con la monetina,altri ancora per
aspirazione dei genitori o per accodarsi all'amico/a del cuore,pochi
perche' veramente appassionati.Qualche post fa avevi accennato alla
crisi della scuola...forse saro' scontata ma anche l'universita'
secondo me e' in crisi,(se ho ben letto)mancano i fondi dalle
istituzioni,e penso sia questo uno dei motivi di tanto decadimento che
non puo' non riflettersi sui risultati.Bisogna essere delle rocce per
frequentare l'universita'italiana e uscirne laureati e indenni.Non
voglio generalizzare ce ne saranno alcune che funzionano benissimo,ma
altre mettono a repentaglio la salute psicofisica di chi le
frequenta!!;) Per non parlare poi dei tanti famigerati raccomandati
meno famigerati di chi raccomanda..e sopratutto di chi accetta di
raccomandarli poi a spese di chi raccomandato non e'...Secondo me
bisogna svolgere il proprio lavoro al di sopra delle parti.Da quel che
scrivi oltre ad essere una appassionato studioso della tua materia
trapela anche una spiccata volonta' ad interagire con gli studenti
volta a creare un rapporto piu'"empatico",altrimenti non ti saresti
posto il problema,e' questo e' importantissimo in una societa' in cui
mancano punti di riferimento proprio per la sua vastita',anche se pochi
studenti avranno mai il coraggio di apprezzarti apertamente a rischio
di sembrare inopportuni..Te lo dico per esperienza ,non sono una
studentessa modello e mi sono riscritta all'universita'dopo anni
,militavo da giovane nella schiera che si perse nella nebbia dei
dubbi...ho ripreso anni fa con piu' certezze ma non nego di essermi
rinbattuta in banchi di nebbia,ma ho conosciuto docenti che mi hanno
dato inconsapevolmente la forza di proseguire.notte
grande argomento, grande post e grandi commenti.
tutto da salvare in blocco e rileggere con calma, a sangueb fermo. e se
facessimo un mega raduno dedicato alla scuola, anzi, all'istruzione? mi
sa che andremmo avanti per giorni, altro che le nostre spedizioni
puntive ai mercatini! io butto anche il mio sasso: sempre peggio.
ho visto tre generazioni di scuola: la mia, quella dei miei primi due
figli e quella dei secondi due. ripeto: sempre peggio. specchio della
società. non mi piace il crollo di valori che stiamo vievendo. e
secondo me anche la scuola risente di questo.
Ma com'è che
il caso (?) ha fatto sì che io abbia incontrato in questo mondo blog
tutte persone con cui uscirei a cena e che potrebbero costituire, viste
le affinità di pensiero e di sensibilità, come si diceva ai miei tempi
"la mia comitiva" e invece i giornali, il mondo politico e culturale di
questo paese sembrano così "alieni" da me e da noi? Siamo davvero una
minoranza di buon senso? Gli unici che capiscono che i problemi vanno
affrontati partendo dall'analisi delle cause e richiedono soluzioni
intelligenti e coraggiose? Mah!
Amica mia, mi
viene spontaneo intromettermi, perchè mentre leggevo il tuo commento,
non ho potuto fare a meno di pensare che, se abbiamo creato un nostro
mondo virtuale, molto probabilmente, quello 'face to face' che viviamo
tutti i giorni non è che ci soddisfi poi granchè... Ovvio che non
esiste un'unica ragione per cui ci si crei degli interessi, ma è pur
sempre vero che, perchè un interesse rimanga tale, deve fornirci spunti
sempre interessanti. E qui, come abbiamo potuto constatare, non
mancano! Un abbraccio :)
Questo mondo
virtuale deve solo servire ad accorciare le distanze del mondo reale,
non a sostituirlo. Ha ingrandito la sfera degli spostamenti in uno
spazio fisico dove incontrare una persona aperta al dialogo su
argomenti che ti interessano è diventato difficile.
Diciamo che il mondo virtuale aumenta il fattore di frequenza, la
probabilità di incontrare un altro individuo con cui avviare una
reazione - è in definitiva un catalizzatore (questo è il mio campo).
Ci vorrà tempo, credo, per dar vita ad una comunità fattivamente
attiva, perchè ognuno di noi ha da combattere contro le proprie
quotidianità ed impegni già presi. Però a me basta sapere che esiste
una potenzialità, per sentirmi più "alive and kicking", vivo e vegeto.
Questo del blog doveva essere, per me, un intramezzo distrAttivo ed
invece mi ha coinvolto un po' di più del previsto. Soprattutto questo
argomento, perchè mi "brucia". Ho scadenze improcastinabili ma non
posso fare a meno di venire a sbirciare. Cosa mi avranno risposto?
Però, se per qualche tempo mi assento non me ne vogliate. Sono in
conflitto tra il dovere e il piacere. E questo è il piacere ... di
conoscervi!
Graditamente vostro, Mr.UP
Sì, papà Up,
non sostituiremo il mondo reale con quello virtuale... Scherzi a parte,
Up, l'intenzione non c'è. E credo che questo valga per molti di quanti
iniziano quest'avventura. Che ti prende, eccome. Ciascuno ha i suoi
motivi, giusti o sbagliati che siano, per essere qui, a qualunque ora
ed in qualunque momento. Mi spiace, però, quando leggo tra le righe di
blogghisti interessanti e vivaci come te una sottile venatura di
critica per il tempo che vi si dedica. Sicuramente mi sono sentita
punta sul vivo, lo ammetto. Ma a me personalmente è già la seconda
volta che capita di leggere tue 'espressioni' di questo tipo. Ho
imparato ad individuare e a filtrare la tua sottile vena caustica (la
finisci di schiaffare la chimica dappertutto????) che indori con
un'ironia da simpatica canaglia e mi sei sempre piaciuto per questo.
Però stavolta... Up, se siamo qui è perchè ci piace. Come piace a te.
Come a me piace ballare e scrivere e stare con gli amici e leggere e
cucinare e progettare case e miliardi di altre cose ancora. Ed invece
siamo tutti lì a giustificarci, quasi... P.S:non vorrei che tu mi
facessi sentire una merdina, perchè di sabato sera sono sul blog,
invece di fare quei miliardi di altre cose. Ho un alibi, commissario...
Cara Gioia di babbo tuo (:-D),
la mia non è vena caustica. Piuttosto, incapacità di esprimermi, visto
che ho lasciato intravedere una nota di biasimo da parte mia nel
frequentare i blog. Scherziamo? E io che ci faccio qui?
Invece volevo dire che il blog una cosa sicuramente molto bella, e che
di virtuale ha molto poco (solo lo spazio), ce l'ha e siamo NOI! Più
veri che mai. Quindi se il sabato sera sei qui a scrivere o a leggere,
ben venga. Tra il miliardo di cose che possiamo fare, quella di
comunicare è secondo me una delle più belle.
Non dimentichiamo però che il blog è un mezzo per trasmettere il
pensiero. Quello deve restare ancorato alla realtà, qualche volta al
mondo della fantasia. Non viceversa, se non siamo tornati bambini o
abbiamo concesso il nostro cervello al Sig. Alzheimer!
Quindi, signore e signori, io che ho guadagnato la fama del rompiballe
saccente (che brutta fine ho fatto!), vi concedo di essere liberi di
fare quel che volete. E se vi lascio l'impressione di criticare,
perdonatemi. Sono bau bau, ma dentro sono un tenerone che ancora piange
quando vede la foto dei suoi due nonni materni che, alla tenera età di
84 anni, si baciavano sulle labbra con tenerezza.
Non è che il
mondo reale non mi soddisfi, ma una volta avviato, per puro caso e
sotto la supervisione di una cara amica "più esperta", questo
blog...sono diventata "dipendente" (purtroppo tendo a sviluppare
"dipendenza" in fretta...)...evidentemente, il mondo blog, ha toccato
punti sensibili e ignoti che posso ipotizzare consistono nel piacere di
"esternare" su cose che mi indignano, la goduria di "arredare" uno
spazio tutto mio che mi assomiglia, la scoperta che a qualcuno piace
come scrivo e lo trova divertente (attualmente i commenti costituiscono
lo stimolo più forte quando mi vengono le periodiche crisi di "senso"
o, considerato l'impegno e il tempo che ha finito per richiedere il
bloggare, mi chiedo:- ma mi pagano per questo?)
Cara
carped..., quanto costa un chilogrammo di passione? Forse è questo il
controvalore che ottieni in cambio del tuo tempo speso a curare il tuo
giornale. Continua così, se pensi di spendere bene il tuo tempo. Non ti
lasciar prendere dai sensi di colpa se sono condizionati da un
intervento esterno. Io lo faccio per soddisfare il mio bisogno di
libertà ... di espressione (hai mai notato il titolo del mio blog?). Ti
par poco. Tu addirittura sei anche creativa. Però, non perdiamoci in
chiacchiere. Ti riporto al mio mulino. Tutti sono bravi a criticare (io
in primis), ma tu cosa faresti per cambiare il mondo della
scuola? Piccole cose che porterebbero verso la giusta direzione. Non
vogliamo avere la pretesa di saper risolvere noi un problema così
ingombrante.
Io credo che
abbiamo fatto qualche danno, noi della nostra generazione, ancora di
più quelli che hanno una decina d'anni più di me (ne ho 46). Abbiamo,
in un certo senso, allontanato i giovani dalla società. Nella mia
cittadina, mi hanno chiesto di presiedere alla costituzione di un
circolo - apartitico - politico, sociale e culturale. L'ho fatto per
tre anni, anche se lo statuto ne prevedeva solo uno, ma tutti sono
bravi a delegare e proporre un altro per far qualcosa che porta via del
tempo. In questi tre anni abbiamo organizzato dei dibattiti pubblici
che sono venuti molto bene (risalto della stampa locale, grazie al
piccolo prestigio che il mio ruolo istituzionale ancora mi concede).
Uno di questi ha avuto, al centro di attenzione del dibattito, il
rapporto tra città e giovani studenti universitari. Ebbene, sappiate
che la cosa più difficile è stata mettere insieme le associazioni
studentesche (otto!). Eppure facevamo qualcosa per dar loro parola
nella società. Li ho dovuti quasi ricattare per farli intervenire:
avrei divulgato alla stampa che le associazioni non sono altro che
gruppi che prendono soldi da ateneo e comune per svolgere attività
goliardiche. Hanno preferito intervenire e ne è venuta fuori una cosa
molto bella, per loro. Ma quante energia per superare questa barriera
d'attivazione!
Un anticipo sul mio mondo
Il mio Ateneo ha introdotto qualche anno fa il sistema di valutazione,
da parte degli studenti, del corpo docente e del servizio generalmente
offerto. Viene distribuita, al termine del corso, una scheda con una
serie di domande sul grado di soddisfazione, ed è richiesto di
esprimere un giudizio sul docente. Tolto qualche commento, che vi
leggerei per farci delle risate (epiteti nei miei confronti perchè,
come avete immaginato, godo di grande popolarità grazie anche alla mia
materia), trovo utile questo tipo di indagine perchè posso tastare il
polso della situazione.
Le famose percentuali, di cui vi scrivevo pocanzi, sono attinenti ai
risultati delle schede: la più grossa lamentela si riferisce al fatto
che il mio corso fa troppo affidamento su competenze pregresse che loro
non hanno. Però, tutto sommato, molti imputano questo limite alla loro
propria scelta. Il mio maggior impegno, comunque, consiste nel dover
tener conto di una buona fetta che scrive che mi soffermo troppo su
certi argomenti ed un'altra parte, altrettanto consistente, che dice
che trascuro troppo e non vado nel dettaglio degli stessi argomenti.
Questo per farvi notare quali siano i miei problemi legati alla
didattica.
Un altro grave problema è che abbiamo voluto copiare un sistema
(anglosassone) basato su semestri per cui questi ragazzi sono costretti
a seguire, in tre mesi, un corso di 10 crediti (100 ore) di lezione di
chimica generale concentrati in 4 ore al giorno per tre giorni alla
settimana (a cui si aggiungono analisi matematica, fisica, informatica,
statistica e non mi ricordo cos'altro). Questi baldi giovani dopo due
ore di chimica sono cotti. Io, purtroppo per loro, ho una forte dose di
autocompiacimento a sentirmi parlare, per cui resisto tutte e 4 le ore.
Ai miei tempi, e non sono passate ere geologiche, un corso veniva
impartito spalmato su tutto l'anno con la possibilità di digerire con
calma le parti più coriacee. Quindi, secondo me, i nostri ragazzi
partono più svantaggiati anche per questo motivo. Io continuo a
proporre, al consiglio del mio corso di laurea, di tornare alle
annualità, ma mi guardano come se stessi alludendo a voler rubare
qualcosa di loro proprietà.
Forse è così, perché immagino che il motivo dell'opporsi a questa mia
brillante idea sia legato al fatto che, ora, il corso si conclude in
pochi mesi e per qualcuno di essi gli impegni didattici terminano
contemporaneamente. Più tempo da poter dedicare alla ricerca, se
vogliamo giustificare la scelta. Purtroppo non è sempre così.
Nel caso della mia Facoltà non esiste grande attività da libero
professionista, però immagino che per Facoltà come Giurisprudenza o
Medicina, l'attività alternativa alla didattica sia più vicina agli
interessi personali. Tuttavia, la motivazione ufficiale per non
procedere con il ritorno ai corsi annuali è che la globalizzazione e
gli scambi internazionali di studenti ha portato ad uniformare la
durata dei corsi. Sarà ...
Chissà perchè rileggendo questo mio commento mi sento un po' blando.
Come colui che comincia a parlare dei problemi del Sud Italia dicendo
che quello più grosso è quello del traffico. Però ho iniziato ad
affrontare la descrizione dei problemi nel mio mondo partendo da quelli
sollevati dai miei studenti sulla loro difficoltà nell'apprendimento.
Ora vi lascio, promettendovi altre esternazioni su aspetti via via
sempre più incredibili, legati alla didattica. Lascerò per ultimo il
tema della ricerca. Arrivederci a presto.
Con dispiaciuto distacco, devotamente saluto.
Mr.UP
conoscenze
pregresse...ho un passato di liceo scientifico, chiuso onorevolmente e
anche con passione...un anno di medicina, abbandonato per scontro
chimico...e alla fine laurea in economia e commercio che avrebbe dovuto
contribuire a mantenere le mie cellule pronte dal punto di vista
scientifico, ebbene alle domande per il test di medicina fatto per
celia assieme ai miei ragazzi mi sono resa conto che ho saputo
rispondere solo a quella sulla fotosintesi... la scuola dovrebbe
fornire ai ragazzi le conoscenze e le competenze utili a superare
qualunque test di accesso alle facoltà universitarie ed invece
proliferano i corsi estivi di preparazione...vuoi vedere che fa tutto
parte di un sistema? questa è una mia personalissima interpretazione
sull'origine dei corsi universitari a numero chiuso... Tu parli di
medicina e giurisprudenza ma hai dimenticato ingegneria, architettura,
anche questa facoltà, forse più delle altre vedono i docenti impegnati
in libera professione... Corsi per semestre... mi tocchi altro punto
dolente, da madre stavolta...se voi docenti universitari conoscete
quali sono le materie del semestre non dovreste coordinare gli orari
delle lezioni in maniera che gli studenti possano seguirle tutte senza
fare sovrapposizione di orario? Mia figlia non è rambo nè wonderwoman e
in una facoltà di lingue come la sua soprattutto i lettorati dovrebbero
essere in orari diversi...il lato positivo è che sollecita la
cooperazione (più che collaborazione) tra gli studenti, si segue una
lezione alternata ciascuno e si scambiano appunti... alla prox
Molte volte è
disorganizzazione, altre volte, e non poche, materiale impossibilità di
far coincidere impegni didattici. Ci sono stati anni in cui ho dovuto
fare lezione in tre sedi universitarie differenti. Però non conosco le
ragioni che introducono queste situazioni conflittuali nel caso di tua
figlia. Prima o poi arriveremo anche noi in Italia a differenziare le
università in funzione della qualità dell'offerta. Per il momento io ho
consigliato sede e corso di laurea a mia nipote. Ha evitato
accuratamente entrambi i consigli perchè non accetta imposizioni (vive
così i miei consigli). Ha scelto uno di quei nuovi corsi trendy. Le
avevo consigliato filosofia ed al secondo anno ha optato per quello
verso cui l'avevo indirizzata. Per fortuna senza perdere crediti.
Questo per dirti che sono diversi e non sempre validi i motivi di una scelta ponderata.
Questo è stato scritto nel blog di Lilith0404. Mi ha autorizzato a ricopiarlo in questo post per forte attinenza. Grazie Lilith
Docenti e discenti
Non credo di sbagliare dicendo che la presenza di insegnanti qui tra
i blogger sia percentualmente molto elevata. Anche solo scorrendo la
lista dei miei link, qui a lato, ne conto non meno di otto o nove su un
totale di ventisei, ma è possibile che siano anche di più, perché di
alcuni non conosco affatto la professione.
Non desta meraviglia quindi che l’argomento proposto da
Thanksgodisfriday nel suo post n.346 e ripreso da Upmarine nel suo n.33
abbia suscitato tanto interesse. Upmarine mi sollecita ad unirmi agli
altri commentatori nel suo blog, ma temo che la mia esperienza sia poco
significativa. Non sono (ahimè) una insegnante e non avendo figli non
mi sono neppure trovata a vivere la scuola nel ruolo di genitore di
studenti.
Il mio rapporto con la scuola è stato sempre solo come studente, e
anche quel ruolo l’ho vissuto in modo affatto singolare. Poiché la
scuola non è mai stata un dovere, per me, come per la maggior parte
degli studenti, ma una conquista. Non erano i miei genitori a
‘mandarmi’ a scuola, con loro anzi ho dovuto continuamente rinegoziare
la possibilità continuare ad andarci.
Anche il rapporto con l’università è stato del tutto particolare: mi
sono iscritta appena finito il liceo, ma solo due anni fa ho conseguito
la laurea. Ho studiato per hobby, per il gusto di farlo, a tempo perso,
e con lunghi intervalli durante i quali sospendevo lo studio, avendo
altro da fare.
Anche se sono stata iscritta a una delle università più rinomate, ho
usufruito quasi per niente dei servizi del corpo docente: solo nel
momento degli esami, ai quali mi presentavo solo come un passaggio
obbligato per andare oltre e dedicarmi ad un altro esame: troppo poco
per poter esprimere una valutazione sui docenti che mi interrogavano.
Pertanto non sono in grado di dire se la scuola di oggi sia migliore o
peggiore di quella di ieri, se gli insegnanti siano più preparati e
competenti, se le famiglie siano più presenti o più assenti.
Quello che io vedo è che spesso ai ragazzi la scuola interessa poco,
e finiscono per viverla come un obbligo a cui non si possono sottrarre.
Ma se il difetto sia della scuola, o della famiglia, o di entrambe,non
saprei dire.
Certo è che ciò che ci viene dato gratuitamente, come appunto la
scuola per i ragazzi di oggi, lo riceviamo spesso come ‘dovuto’ e
finisce col non essere apprezzato nel suo giusto valore.
Inviato da lilith_0404 il 14/01/07 @ 23:01 via WEB
:) scusa l'invadenza:)...su questo argomento vorrei segnalarti anche il post che Vega Lyrae,qualche mese fa, ha pubblicato sul mio blog, il n.108... e sull'argomento poi siamo tornate anche nel mio post131, di poco successivo...
Invadenza ...
scherzi? E' manna dal cielo. Mi permetto di correggere i link perchè
quelli che hai inserito tu puntano a me. Il post n. 131 del 2.09.2006 si riferisce ad un altro post di Tanksgodisfriday
riguardante la competizione tra università prestigiose americane.
Prendendo spunto dal suo post, tu assumevi che l'alta qualità delle
università americane è in relazione alla qualità dei docenti,
selezionati per meritocrazia, e alla forte selezione di accesso da
parte degli studenti (11%). Concordo con la scelta di tutt'e due i
fattori. Tuttavia, in Italia abbiamo docenti che anche in quelle
Università di prestigio di cui parli se li sognano; solo che vanno
cercati, perchè sono sparsi in diversi atenei della nostra nazione.
L'altro tuo post, il n. 108
del 15.06.2006, mi ha shockato. E' l'analisi che avrei voluto fare io:
sintetica, trasversale e incisiva. Consiglio a tutti coloro che sono
intervenuti a commentare questo mio post di andare a leggerlo.
L'analisi proposta è molto condivisibile. Mi permetto solo di
aggiungere che se il sistema di istruzione è slittato verso il basso
(ma questo può essere anche giustificabile dal progressivo
invecchiamento della nostra società, per cui i nostri attuali 30 anni
corrispondono socialmente ai 20-25 di un tempo), manca però, a questo
punto, un sostitutivo dell'università. Cosa abbiamo da proporre ai
nostri giovani che aspirano ad un grado "universitario" del sapere? Non
mi venite a parlare di scuole di dottorato. Sono troppo specialistiche
ed abbiamo bisogno di un sapere eclettico. E' quello che ci ha reso
famosi in tutto il mondo, e per cui, quando vado all'estero ad
insegnare, sono fiero di essere venuto su in questo nostro paese
bistrattato. Ancora per poco, perchè stiamo annullando quello che
avevamo di peculiare.
Inviato da lilith_0404 il 15/01/07 @ 06:38 via WEB
devi scusarmi
per i link, io li avevo scritti in modo del tutto diverso, ma nel
momento in cui vengono pubblicati é come se fossero 'riscritti' dal
programma... ho fatto la prova anche sul mio blog, stessa cosa, mi
mandano alla mia homepage... non ci capisco niente!
Ragazzi,
anch'io non me la sentirei di arrivare a leggere 20 pagine di commenti.
Però, se ne stampi due al giorno e gliele dai da leggere forse è meno
palloso. Grazie per averci provato, mia carissima aspirante. Se poi ci
tieni tanto, puoi farle un sunto e chiederle di dirci cosa ne pensa.
Sai, qualche idea intelligente cercherei di metterla in pratica anch'io
da subito, nel mio piccolo.
Comunque mi
sono accorto che qualcuno potrebbe trovare la mia analisi a favore di
una scrematura definitiva degli utenti con una preclusione a qualunque
forma di educazione superiore. Spero di no. Sono invece molto contento
che ad ognuno sia data la possibilità di accedere ad un minimo di
sapere e conoscenza. Mia nonna soleva dire: "l'ignoranza è una brutta
bestia". La scuola dell'obbligo ha lo scopo di sollevare dalla
schiavitù dell'ignoranza. La cosa che mi angoscia è che non mi riesce
di trovare, tra le nuove leve, chi mi potrà affiancare, superare e, un
domani, sostituire nel meraviglioso gioco della produzione di
conoscenza (io mi occupo del mio orticello, ad altri spetta il resto,
ovviamente). Quando ho iniziato la mia carriera di docente, 15 anni fa
e dopo un moderato periodo di precariato durante il quale mi sono fatto
le ossa, gli studenti a cui mi rivolgevo avevano più capacità. In più
c'era un forte stimolo prodotto dalla selezione. Il mio esame lo
superavano il 40% degli studenti e non concedevo sconti. Ora lo
superano il 90%, pretendendo un decimo di quello che può essere un
programma decente. Tutto in nome della produttività. Questo sistema
produce un abbassamento della qualità e io me ne accorgo
quotidianamente. Perchè, dopo un periodo inerziale, le cose stanno
precipitando esponenzialmente. Il mio è un urlo di dolore! Non so se mi
sono spiegato.
P.S. Questo commento è anche nel blog di Lilith. Tanto ormai, su questo argomento, siamo legati a doppio filo!
Da
studentessa.
Spiazzata dal problema delle vacche e delle galline, che mi ricorda il
problema della mole, di Avogadro e della massa atomica. Chimico? Già…
Secchiona allo stato brado risponde, su sollecitazione di madre
orgogliosa che con il suo orgoglio rende orgogliosa la figlia che
altrimenti non farebbe un emerito nulla.
Do ragione su tutta la linea a chi ha pubblicato la prima riflessione,
io con i 18 politici ci ho a che fare tutti i giorni e nel fegato ne
porto le conseguenze. Come mi è capitato di insinuare a chiare lettere
in un tema di italiano e come mi ripeto di continuo a ogni compito in
classe, i coetanei con cui mi trovo a combattere hanno l’orgoglio di
una muffa. Strisciano come vermi e si umiliano con le loro stesse mani.
Non mi capacito di come un ragazzo possa prendere due in un liceo
scientifico e mettersi a ridere, oppure dire che ci ha rinunciato da
mesi, oppure aprire il libro e copiare (sbagliando!) le formule, e poi
passare a raccontare dell’ultima sbronza del sabato sera. Dove si
credono di vivere? A casa loro sarà tutto dovuto e tutto garantito, ma
a diciotto anni cosa frena un genitore dal cazziare il proprio figlio
fino a fargli venire le lacrime? Non penso che i miei siano imparentati
con i peggiori torturatori cinesi, anzi da loro traggo tutta la mia
forza e la consapevolezza di essere nel giusto, di aver capito qual è
il mio dovere di ragazza di diciassette anni, di percepire gli sforzi
di chi mi circonda per garantirmi un bell’ambiente che sia stimolante e
pieno di opportunità. Per poi venire soffocata dalle stesse persone che
dovrebbero essere i miei compagni in questa avventura, in questo
processo di costruzione che determinerà la nostra vita! Se fossimo in
terza elementare capisco che non sarebbe importante, ma la
responsabilità di doversi formare per avere un buon lavoro in questo
mondo schifo non è una puntata di OC…. Invece alla maggior parte dei
miei compagni non sembra importare nulla, che sia un 3 o un 9 non fa la
differenza; o la loro volontà sollazza sotto terra insieme ai diavoli
di Dante o la loro presunzione salta a livelli cosmici per una tavola
di disegno valutata 10, per poi rifranare sul 5 a quella successiva.
Manca la costanza, manca il senso del dovere, manca l’orgoglio e
soprattutto manca il senso di colpa. Invece c’è tanta ipocrisia, c’è la
sfrontatezza di rispondere tra i denti ai professori e di prendere per
deficienti i propri genitori, c’è l’esaltarsi perché nonostante il 4
perpetuo di latino si è sempre fuori con gli amici. “Tanto mio padre è
un coglione!”. Giuro di aver assistito a un pranzo in cui il figlio
sindacava con la madre: “Esco sabato?”
La madre: “Se non prendevi insufficienze, invece hai preso 5”
“Ma papà ha detto che 5 non è proprio insufficiente, vero pa’?”
Grugnito. E il ragazzo a me, ammiccando: “Domani si esce”. Nel post di
“UP” mi manca l’accusa. E’ molto maturo il fatto di esprimere le
proprie convinzioni e tuttavia trattenersi dal lanciare accuse. Con il
mio carattere e la mia scarsa esperienza, non ne sono capace, e
d’altronde non posso negare che, in una discussione, le accuse siano
l’argomento che mi interessa di più. La colpa del criceto che non gira
nella ruota in testa ai miei compagni, di chi è? Dei genitori? Dei
professori? Io vedo degli adulti assenti, che si arrabbiano ma se ne
fregano, che insistono poco perché, se perseverano, si vedono
prosciugati dalle prese in giro. Le parole dei prof entrano da un
orecchio e escono dall’altro. Ma chi glielo fa fare? In effetti è vero.
E’ più facile lasciar perdere che non insistere. Si perde del tempo a
remare controcorrente, a lamentarsi. E’ meglio dire (e cito la
relazione che la nostra coordinatrice di classe ci ha letto, a
proposito del consiglio di classe):”Questi ragazzi richiedono un
intenso e continuo impegno da parte del corpo docente. Necessitano
costanti attenzioni perché desiderosi di stimoli concreti e profondi”.
Che diavolo vuol dire? Invece di minacciarci di sbatterci fuori, ci
dicono che la colpa è loro e che non ci valorizzano abbastanza? Perché
io mi sento valorizzata, facendomi un culo galattico a studiare? I non
valorizzati non studiano? Cioè, abbiamo una classe con 5 di media
perché il loro livello è così alto da non sentirsi stimolati? Ma che,
ci prendono per scemi? Mi prendono per scema? Citano i quotidiani dove
i professori si scatenano per il quindicenne a cui non piace il latino
e allora scrive in Inghilterra, e poi davanti a 25 teste di cavolo non
si infuriano? Solo perché in città quelli coi soldi si conoscono tutti?
Non ho a che fare con i genitori dei miei compagni e loro non hanno a
che fare con i miei. Sono sicura che sono diversi. Se è vero che i
figli sono un po’ lo specchio dei genitori, mortacci che desolazione.
Ma vedo che la maggior parte dei miei insegnanti, purtroppo, non sembra
così incisiva come vorrei. Anzi, nemmeno so quello che vorrei. Vorrei
che i prof trovassero il buco nel quale infiltrarsi, la minaccia giusta
che facesse tremare i cuori degli allievi di fronte all’inesorabilità
della competitività nel mondo del lavoro, in modo che loro provassero
tutto quello che io sento dentro quando capisco di aver deluso gli
altri e poi me stessa. Intanto continuo a farmi guardare storto perché
prendo 10 di fisica e faccio i compiti invece dello shopping. I 5 si
coalizzano contro i secchioni e, strano ma vero, li schiacciano
escludendoli da un giro di rapporti e sentimenti che non dovrebbe aver
niente a che fare con il rendimento scolastico.
[NdM (Nota di Madre) finisce così, manco ciao...mi disse che è un
finale tronco, ricco di phatos.]
Se un domani
ti dovessi stancare di tua madre (ma non mi pare di leggerne i
presupposti) e non ti facesse proprio schifo un finto padre come me, io
sarei fiero di te. Hai fatto un buon lavoro su te stessa e tua madre
con te. Non preoccuparti per il fegato. Hanno messo a punto anche il
trapianto. E' per il cervello che ancora non c'è speranza. Ed il tuo è
vivo e vegeto e scalciante. Volevo rassicurarti, il giorno in cui
troverò davanti a me una persona capace la prendo al volo come
discepolo, con la speranza che mi superi nel giro di dieci minuti. La
bella notizia è che non sono solo ma ci sono tanti colleghi (non tutti,
ma si fa quel che si può) che, come me, sanno riconoscere la stoffa
della persona capace. Mi raccomando, non la sgualcire troppo nel tempo
che trascorrerà tra l'oggi e il domani. E col pathos che ti ritrovi
corri il rischio di essere antipatica (ma tua madre qualche gene
negativo deve pure avertelo passato, e che cavolo!) ma non puoi
diventare stupida. Nel frattempo non ho consigli da darti. Anzi se ne
hai da darmene fai pure. [NpM, nota per mamma: complimenti! Non solo
l'hai convinta a scrivere ma l'ha fatto anche con un bel messaggio. Un
tantino incazzato ma chi non lo sarebbe se le si chiede di entrare in
un mondo che stà stretto]
condivido in
pieno le parole di Upmarine...finalmente una ragazza con le idee chiare
e soprattutto con una grande dignità. a cui non piace avere nulla in
regalo perchè ci tiene al suo amor proprio... è cosa rara
oggi...complimenti...e mi piacerebbe che anche i miei ragazzi avessero
solo un po' di questo nerbo... vorrei copiare questo commento e farne
buon uso sia diffondendolo nel mio blog sia facendolo leggere ali miei
colleghi e ai nostri studenti...chissà che ognuno di noi possa avere la
giusta reazione e uscissimo dal piattume che ci contraddistingue mentre
i nostri cuori tremano vitali, emotivi...posso?
Anche se non
sono il proprietario intellettuale del commento ti autorizzo a
prenderlo e divulgarlo. So che è per una buona causa. Me ne assumo la
responsabilità. Metterò una buona parola con scoontrosa approfittando
del suo stato trasognante e gongolante. Però non credo che le tue
creature siano così senza nerbo. Come avrebbero fatto a sopportarti in
questi anni? :-))))))) (spero che bastino i sorrisi. Questa volta ho
esagerato, lo sento).
Ma che
trasognante e gongolante... io sono sveglia (già da un po' :-( Dopo
aver affidato a Mara una ricetta di famiglia, perchè mai non dovrei
affidarle anche un pensiero della mia figliola? Diffondi diffondi... :-)
Quasi quasi
vado a trasognare anch'io. Ho scritto un intero mezzo per tre quarti.
Buona giornata a chi se la prende (la buona giornata) e a chi non se la
prende (portatore sano di equilibrio). Da DrUP, ciao Scoontros. Ti
piace il diminutivo?
Inviato da: mara2003
il 22/04/2007 alle 22:05
Inviato da: lilith_0404
il 19/04/2007 alle 20:03
Inviato da: Stefano72CS
il 19/04/2007 alle 01:47
Inviato da: SandaliAlSole
il 19/04/2007 alle 01:00
Inviato da: odio_via_col_vento
il 18/04/2007 alle 23:50