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Un blog creato da upmarine il 02/10/2006

Espressioni

Almeno le cose futili, come questo blog e le cose qui dette, concedetemele senza particolari critiche. Vi darò quanto potrò e più non dimandate! Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole. Cosa pretendete di più

 
 
 
 
 
 

PER SEMPRE

Io che sono l'uomo più buono della terra (spero che kidgloves non mi citi per plagio) vi faccio questo regalo. E' una delle poche cose che mi fa pensare a Dio. Per due motivi: il primo è che solo grazie a Dio possono esistere queste meraviglie; il secondo è che non può esistere un Dio capace di togliercelo dalla Terra, prima o poi.


 
 
 
 
 
 
 

NIENTE È PER NULLA

Ci sono post che dovrebbero essere letti.
Per le ragioni più svariate: per ridere, sorridere, piangere e pensare. Avevo iniziato chiedendo aiuto ad ogni visitatore. Le indicazioni per qualcosa che valesse la pena essere letta. Ecco qui. Non è una classifica ma una raccolta in ordine cronologico di scoperta. Buona lettura.
 
 
 
 
 
 
 

CHE TEMPO CHE FA A CERVIA

 
 
 
 
 
 
 

ATTENZIONE!

Il contatore qui sotto, quello di Libero,è fasullo. Conta anche quante volte sbatto le palpebre. Per esso cambia visitatore. Quello qui sopra è più corretto. Si accorge se sono sempre io che rimbalzo ripetutamente sul mio blog.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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L'UOVO DI ZEUBUNGA

 
 
 
 
 
 
 
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L'APPARENZA INGANNA II

 
 
 
 
 
 
 

Trackback e commenti al Messaggio #22

 
Messaggio N°22
17-12-2006 - 01:26
 
Tags: Sasso

Sasso grave


Ci sono momenti in cui penso e sarebbe meglio che non lo facessi. Mi riferisco alla decisione di un giudice di non concedere il diritto all'eutanasia. Grave peso quello affidato a quest'uomo. Decidere della morte e della vita. Anche se è il "condannato" a desiderarla. La morte. Ho sentito, qualche volta, qualcuno, desiderarla per se, anche solo metaforicamente. Altre volte invece qualcuno l'ha cercata ed ottenuta. Ricordo di un amico che non voleva parlare del padre. Lo odiava. S'era ammazzato. Forse stava troppo male, pensavo. Il fisico soffre. La mente soffre. Qual'è il limite di sopportazione. immagineNon ho il coraggio di ammazzarmi. Chiedo ad un giudice di concedermi questo diritto. Con quale diritto. No alla pena di morte. No alla gioia di morte.
Tutto quanto ho appena scritto non è mia convinzione. Anzi, non sono convinto di niente. Se qualcuno non è d'accordo, ben venga. Se qualcun altro dice che la mia visione è poco laica, non so cosa rispondere. Se mi date ragione, vi chiedo comunque perchè. Il mio non è qualunquismo. E' pura e semplice mancanza di opinione. Ho visto quel film di cui trovate la locandina a lato. Ho trovato ingiusto che il protagonista chiedesse di morire in quella situazione. Un cuore così sensibile, una mente così fertile, una vita così calda. Con l'aggravante del sottrarsi all'amore dei suoi cari. Ho perso mio padre anni fa per una malattia. Io ero lontano. Ho sofferto. Soffro. Non so cosa darei per poterlo rivedere e dirgli quello che non ho detto. Trovo ingiusto che la morte sottragga all'amore dei cari. Trovo ingiusto chiederlo alla vita. Non conosco il caso di Wendy, e mi risulta difficile sapere se si tratta di accanimento terapeutico. Quindi sto zitto sulla sua vicenda. Quello che ho scritto si riferisce alla mia incapacità di capire qual'è il limite tra concedere e non concedere. Se fossi giudice sentirei un forte disagio. Non sono sicuro di risultare indenne dalle strumentalizzazioni.
L'ho detto da subito. Era meglio che non avessi deciso di pensare.
P.S. Per favore, l'argomento è abbastanza delicato. Confido in un dibattito serio. Altrimenti silenzio. Per le cazzate ci diamo appuntamento al mio prossimo post.
Grazie

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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> Gesta Disumane su pEaCe!!!
Ricevuto in data 17/12/06 @ 09:54
Angel Diaz aveva 55 anni; era componente di una banda portoricana, accusato di omicidio plurimo. ...

 
Inviato da lenin1986 il 17/12/06 @ 09:53 via WEB
la pena di morte uccide per vedetta, l'eutanasia uccide per alleviare dolore...la pena di morte costringe a morire, vietare l'eutanasia costronge a soffrire...siao
 
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Inviato da upmarine il 17/12/06 @ 12:12 via WEB
Ho dato uno sguardo al tuo blog. Troppo pieno di fondamentalismo per poterlo leggere con leggerezza. Devo mondarlo dalla rabbia che esprime per estrarre le cose di buon senso, che pure ci sono e tante. Penso che meriti di più di una lettura sommaria, per cui ci passerò frequentemente anche per leggere, con calma, i tuoi/vostri (vedo che ci sono più autori) messaggi di denuncia passati. Comunque, colgo che non si tratta di caramelle, quelle che offrite. Sono macigni che al confronto i miei sassi sono chicchi di riso. Quindi, c'è spessore. Credi davvero che il tuo commento, che suona un po' come slogan, serva per convincermi che l'eutanasia sia una forma di altruistica pietà? Ci sono uomini che pensano che la propria vita non valga la pena di essere vissuta allo stesso modo di altri uomini che ritengono che la vita altrui non sia valida per essere vissuta. Nel secondo caso, siamo tutti d'accordo che lasciare libertà di soppressione sia un crimine. Sei proprio sicuro che nel primo caso, invece, sia lecito ammettere la possibilità di annullare la vita di un consenziente? Mi viene in mente la storia di un uomo che uccide il figlio non autosufficiente perchè essendo, egli padre, prossimo alla morte non riusciva ad immaginare la vita del figlio, in sua assenza, senza pene. Allora, l'estrema soluzione. Immagino un malato terminale che si lascia morire perchè ignora che da lì ad una settimana sarà scoperto il farmaco che lo avrebbe salvato. E così via.
Così, caro amico (se mi permetti di chiamarti così), ti chiedo di convincermi con argomentazioni e non con slogan. Richiede tempo, lo capisco, ma se credi così tanto nella tua causa potrebbe non essere tempo sprecato.
Ciao
 
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Inviato da lenin1986 il 17/12/06 @ 13:07 via WEB
Nessun tempo sprecato, anzi…il mio era ovviamente uno slogan che però non si perde nel populismo ma va nel senso concreto del problema…l’eutanasia deve essere la libertà di tutti di metter fine ai propri dolori…naturalmente l’eutanasia non sarebbe mai un mezzo alla portata di tutti, non deve essere il modo con cui si risolvono i problemi di un adolescente o di un padre in difficoltà…l’eutanasia come l’aborto è un diritti, una conquista sociale che va riferita ad alcuni casi e non alla generalità dei problemi e delle scelte…l’eutanasia va utilizzata in quei casi in cui l’accanimento terapeutico non da frutti e sperare di trovare un rimedio equivale a vivere 20 anni senza trovarlo quindi con la peggior sofferenza, vivere passivamente vedere il dinamismo del mondo senza poterne godere…è questo che personalmente mi fa paura e che mi porta a dire che costringere una persona a vivere è come costringerla a morire…un atto di forza che non ha alcun riscontro nella libertà individuale e nel diritti ad una vita dignitosa…spero di esser stato chiaro e sintetico…grazie per lo spazio e siao
 
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Inviato da upmarine il 17/12/06 @ 23:59 via WEB
Grazie a te delle parole. Non avevo dubbi, colpiscono. Costringere qualcuno a vivere lo consideri un atto di forza. Hai ragione quando risulta una violazione della dignità. Sono contento che tu abbia una buona dimestichezza con queste parole. Sai bene che la vita è troppo importante per essere considerata come il mezzo per commettere. Io la considero una meraviglia in sé. Non mi fraintendere. Non sono uno di quei moralisti che vedono nella sofferenza il mezzo per espiare colpe. Sarebbe un mezzo orbo, visto che colpisce alla cieca. Però non riesco ad entrare nella testa di coloro che pensano che la vita sia inutile se manca di tutte le dinamiche. Possono esistere alternative. Certo, bisogna crederci. E non è facile in certe condizioni. Immaginati nelle vesti di un fachiro che si autoimpone torture e sofferenze. Sei capace di entrare nella sua testa e condividerne le scelte? Io no! Grazie per avermi letto, se lo hai fatto.
P.S. Sono tutto tranne che un prete. La mia visione è puramente laica, da scienziato pragmatico. Non posso portare prove e quindi non sono in grado di dimostrare la mia tesi. Ma neanche quella opposta.
 
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Inviato da lenin1986 il 19/12/06 @ 20:46 via WEB
Hai perfettamente ragione nel dire che bisognerebbe entrare nelle loro teste, ma il problema è questo…ognuno di noi ha una testa, un pensiero, dei piaceri, dei sogni…io so solo che se mi trovassi in un letto fermo in condizioni che non voglio nemmeno descrivere perché ho paura solo a pensarle so solo che vorrei morire…non so io penso con la mie testa e la solitudine è la cosa che più mi fa paura, più della morte, più della povertà…essere soldi è orribile e se la mia situazione mi obbliga alla solitudine non sarei disposto a sperare in un alternativa futuro…dalle mie parti si racconta una barzelletta che voglio riportare: un uomo va dal dottore e gli chiede “dottore, io non bevo, non fumo e non faccio sesso, posso vivere cent’anni???”, il dottore pensieroso gli risponde “si, ma che campi a fare”…ecco, seppur è un accostamento duro è questo è il mio pensiero…se la mia vita non mi offrirà più nulla e non avrò alternative alla solitudine voglio metter fine a tutto…altrimenti che vita sarebbe (richiamando la barzelletta)…siao
 
Inviato da magdalene57 il 17/12/06 @ 13:13 via WEB
ho seguito giorno per giorno la malattia di mio padre, l'ho visto cambiare nel giro di una settimana, e poi mettersi a letto e non alzarsi più. gli occhi vitrei, le flebo per idratarlo, le cure per le piaghe, le macchine per toglierli il catarro che non lo faceva respirare. Lo so che fa senso. Ma è questa la malattia. un percorso di dolore e di atti che tolgono dignità alla persona. Poi c'erano momenti in cui tutte le pratiche mediche erano finite e io gli stavo solo vicino, tenendogli la mano. cercavamo di non parlare davanti a lui, perchè anche se non reagiva il medico diceva che capiva. e allora ho porvato ad immaginarmi dentro ad un corpo, con le persone che amo che mi parlano e io che non riesco a fare niente. nemmeno muovere un dito. solo farmi lavare e pulire, e forare, e infilare tubi in gola. Ho pianto per lui. Più per quello che stava subendo che per la malattia in se. Io credo che sia giusto dire ad un certo punto lasciatemi morire in pace. Ho vissuto. Non c'è più altro da fare. ciao....
 
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Inviato da upmarine il 17/12/06 @ 23:32 via WEB
Non metto in dubbio il fatto che si possa arrivare al punto di dire basta. Desiderare di essere lasciato morire in pace. Non vorrei chiederti più nulla ma forse sarei vigliacco. E allora procedo: hai mai TU desiderato staccargli la spina? Ci saresti riuscita se te l'avesse chiesto? Avresti demandato ad un altro questo compito ingrato? Ti saresti sentita meno colpevole? Sono sicuro che capisci l'angoscia provata da chi se lo sente chiedere.
 
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Inviato da magdalene57 il 18/12/06 @ 07:08 via WEB
se me l'avesse chiesto, l'avrei fatto. con l'angoscia dentro. ma era un suo diritto e l'avrei considerato un atto di amore. mio. di quelli che difficilmente si fanno, ma di cui si parla sempre...:-))
 
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Inviato da upmarine il 18/12/06 @ 11:34 via WEB
E' meglio, se si può parlare di un meglio in questi casi, che nessuno te l'abbia chiesto. Questi atti di amore ti dilaniano. Comunque!
 
Inviato da vergine_e_martire il 17/12/06 @ 19:51 via WEB
io credo che intorno a questo caso si sia fatta solo confusione: confusione tra eutanasia e accanimento terapeutico. e quindi sono d'accordo che chiarezza la debba fare la legge ed una legge informata e seria. e non le emozioni della piazza. le emozioni vengono create artificilamente e certa gente è maestra nel crearle.
 
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Inviato da upmarine il 17/12/06 @ 23:40 via WEB
Prima di una legge ci vuole un dibattito tra persone "pure". Senza condizionamenti. La risposta non può venire da schieramenti che cavalcano l'onda delle emozioni, come dici tu. In certe cose la politica ha un ruolo fondamentale. Troppo pesante per quei pagliacci che si alternano alla nostra guida. Comunque, si spera sempre che qualcuno di loro abbia il buon senso di costituire una commissione di illuminati trasversale. Gente che mastica l'etica come io la chimica. Mi sentirei più tutelato. Hai ragione nel voler distinguere tra rifiuto dell'eutanasia ed accanimento terapeutico. Ma arrivò il momento in cui una madre ha pregato in ginocchio i medici perchè non staccassero i tubi al figlio in coma. Rovescio della medaglia. Mi sento piccolo, quando si parla di queste cose. Come quando guardo in cielo in una notte stellata d'estate.
 
Inviato da SandaliAlSole il 17/12/06 @ 23:50 via WEB
Ho ascoltato questa sera Claudio Magris, in televisione, affrontare questo stesso tema. Con tutte le perplessità e i dubbi necessari e doverosi. Altro è il caso - sostiene Magris - di chi compie un atto volontario su se stesso, altro è il caso di chi impossibilitato dalla malattia chiede che questo atto venga compiuto nei suoi confronti, altro ancora è il caso di chi apparentemente non è in grado di scegliere (Terry Schiavo, ricordi?) e qualcun altro decide di scegliere per lui.
Escluso il primo caso, chi deciderebbe e chi dovrebbe poi compiere l'atto definitivo?
Credo davvero che la strada sia lunga e difficile.
Ma altrettanto credo che la volontà, laddove espressa, meriti il più grande rispetto. Perchè oltre che di dignitoso vivere, si possa anche parlare di dignitoso morire. E, credimi, non è uno slogan.
 
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Inviato da upmarine il 18/12/06 @ 00:17 via WEB
Ti ringrazio per la tua presenza. Ti credo, non è uno slogan. Neanche quello di lenin1986 voleva esserlo. Ho ascoltato anch'io per un attimo, purtroppo, Magris. E' una di quelle persone che vorrei che mi rappresentasse in un tavolo di discussione. Come avrai capito, io non sono per la difesa ad oltranza del divieto di eutanasia. Anzi, ho iniziato la discussione in modo dubitativo proprio perchè mi sentivo portato, per ragioni culturali, verso la concessione della massima libertà individuale. Fintanto che non venga lesa la libertà altrui. Ed è per questo che ho cercato di immedesimarmi nel ruolo di chi non ammette mai l'eutanasia. Capisco che debba essere un diritto per pochi, come dice lenin1986. Solo in casi disperati. Ma quali sono? Io sono un abortista convinto. Anch'io ho sempre pensato che fosse un diritto di ogni donna che sentisse in cuor suo, e secondo coscienza, la necessità di dovervi ricorrere. Qualche volta ho però il dubbio che possa essere stato oggetto di abuso. Le idee sono buone. Qualche volta gli uomini no. Per questo non voglio essere leggero nella mia presa di posizione. Ai tempi del referendum sull'aborto ero un ragazzo. Maggiorenne ma, si sa, i ragazzi maturano un po' più tardi. La scelta di allora non la ripudio. Ma ora, che ho qualche capello grigio sulle tempie, vorrei assumermi maggiori responsabilità sulle mie scelte. Sperando che non si arrivi mai ad un referendum su questa cosa. Perchè non si può affidare al caso o, peggio, alla malainformazione il destino di una scelta etica così importante.
Ringrazio tutti per avermi dato la possibilità di esprimermi.
 
Inviato da wellknown il 18/12/06 @ 03:05 via WEB
Who are you to criticise her?
Who are you to despise her?
If you slate is clean - then you can throw stones
If you slate is not - then leave her alone
 
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Inviato da upmarine il 18/12/06 @ 03:11 via WEB
La mia lavagna (coscienza) forse non è pulita - non sono indenne da errori - ma non disprezzo o critico. E le mie pietre non le lancio per far male - non intenzionalmente - ma per far rumore. Per svegliare le coscienze, per prima la mia.
 
Inviato da mara2003 il 18/12/06 @ 06:27 via WEB
anche io vorrei abbracciare la tesi della non-opinione, al momento non sono in grado di affermare un mio parere; messa davanti alla condizione di dover scegliere forse opterei per una totale mancanza di coraggio, non riuscirei a far staccare la macchina che tiene in vita un mio caro e probabilmente la non-azione sarebbe dovuta più che altro a una forma estrema di egoismo o forse ad un punta recondita di religiosità, la speranza di un miracolo...non so, credo siano decisioni da prendere situazione per situazione, momento per momento in nome della libertà di ognuno; si parla di terry schiavo: ha deciso il marito, i genitori di lei erano contrari, ma come è finita la questione del sospetto che lo avesse fatto per intascare l'assicurazione e sposare la donna con cui da anni era fidanzato? questi genitori invece non si rassegnano continuando a sperare mentre vivono uno straziante stilliciddio:http://blog.libero.it/GRETAELANUVOLA/view.php?reset=1, a gennaio faranno l'ennesimo viaggio della speranza negli states, chissà..sceglierebbero di staccare le macchine? nel '76 avevo 18 anni, era la prima volta che votavo, referendum sull'aborto, mi ricordo che allora pensai, nella maniera in cui solo i ragazzi possono fare, rigidamente, a me non servirà mai ma voto a favore dell'aborto per tutti coloro che ne possano avere bisogno, poi anni dopo, in piena maturità (coscientemente?)anche io feci un IVG, scelta di cui ancora oggi mi porto la ferita...La cosa strana è che pare si possa decidere di non farsi attaccare alla macchina ma non si può decidere di farsi staccare...Come racconta la moglie di Welby, lui è vivo solo per un prontosoccorso arrivato prima della moglie, ci fosse stata lei sul posto non gli avrebbe fatto attaccare il respiratore e oggi lui sarebbe in pace con se stesso....Concedere o non concedere? non lo so, impercettibili i limiti...un abbraccio, Mara
 
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Inviato da upmarine il 18/12/06 @ 11:26 via WEB
Cara Mara, ho letto qualcuno degli ultimi messaggi sul blog Gretaelanuvola a proposito della storia di Gig. Quella storia mi ha dicotomizzato: da un lato la speranza dei genitori, dall'altro la mancanza di rassegnazione. Non è una scelta che si possa basare su un codice, mentre una legge deve, per forza di cose, stabilire un principio generale. Chiunque avrebbe voglia di stabilire caso per caso: questo si e questo, invece, no. Per questo ci vorrebbe allora una Corte Suprema, al di sopra di ogni ragionevole dubbio. Che la vita sia andata per sempre via da quel corpo. Però, mi suonerebbe come una condanna a morte o, meglio, una dichiarazione di morte. Meglio che il vivere perennemente sull'orlo del precipizio. Parlo della vita dei cari che restano col fiato sospeso in attesa di un esito. A proposito di limiti impercettibili. Ce ne sono di più marcati: quelli dell'uomo.
 
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Inviato da mara2003 il 18/12/06 @ 21:08 via WEB
si Up,quando scrivevo di limiti impercettibili, mi riferivo proprio a quelli umani, decidere tra concedere e non concedere non è cosa degli uomini secondo me, il divario tra l'uno e l'altro sembrerebbe invaliabile ma è altrattanto facile sconfinare nell'uno o nell'altro...agire o non agire? e soprattutto che significato diamo all'agire o al non agire? agire è staccare la macchina e non agire è non staccarla oppure è il contrario? da che punto guardi il mondo tutto dipende diceva qualcuno tempo fa, sembrava affermazione banale che tutti abbiamo canticchiato eppure cela dentro di sè una grandissima verità... una buonanotte
 
Inviato da carpediem56maestral0 il 18/12/06 @ 14:16 via WEB
Che faccio? aspetto il prossimo blog? Ho solo cazzate e luoghi comuni....
 
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Inviato da upmarine il 18/12/06 @ 15:43 via WEB
Per le cazzate e i luoghi comuni c'è ancora tempo. Ne ho scritte tante ed ora ho bisogno di recuperare autocoscienza. Inoltre, vorrei usare questo blog anche per sentire opinioni diverse dalle mie su argomenti che mi scuotono. Comunque, leggendo questo post e relativi commenti non ti è venuta in mente qualcosa da scrivere? Strano! Non importa scriverle con gravità. A te, fra l'altro, riesce bene lo scrivere in modo piacevolmente leggero di argomenti non banali.
 
Inviato da carpediem56maestral0 il 19/12/06 @ 08:13 via WEB
A mio parere, pur considerando tutti i possibili abusi e i sensi di colpa e i dettami etici e le condanne morali e le scomuniche papali e le solitudini delle coscienze e le critiche dei vicini, tutto considerato e tutto ammesso, il nocciolo di fondo è "la Libertà"...la libertà di sbagliare, di peccare, di mostrare dignità, di compiere un gesto di sfida, di andare all'inferno,di sottrarsi al dolore, di mandare tutti a fà n'culo, di essere vigliacchi ma, in ultima analisi di decidere di se stessi..nessuno Stato può arrogarsi il diritto di disquisire sulla mia persona impotente, se in coscienza prendo una decisione che incide solo su di me, ho il diritto di essere esaudita e chi mi aiuta ha diritto di non incorrere in sanzioni penali...
 
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Inviato da upmarine il 19/12/06 @ 19:59 via WEB
Alle 19:46 ho risposto anche a te. Ciao
 
Inviato da dolcefondente il 19/12/06 @ 11:49 via WEB
Questo post lo trovo "egoista"secondo me non sono piu' i tempi,in cui si possa generalizzare su certi argomenti,ogni caso e' a se'.Non ho visto il film di cui parli,ma se Welby si e' rivolto al presidente della republica per ricevere "la grazia" penso che un motivo ci sara'!La sua e' una malattia la cui morte sara' per soffocamento...atroce.So di gente attaccata ad una macchina da vent'anni e che non ha nemmeno l'uso della coscienza per decidere da se'..Welby e' lucido e altruista (se avesse deciso in sordina ,la persona che staccava la spina incorreva nel penale).Gli impedimenti che sussistono, secondo me, sono piu' burocratici e politici(religiosi) che morali...la morale nel nostro paese mi sembra piu' che defunta e' solo un' apparenza ipocrita.Welby merita di morire ...e mi domando…con cinismo...se avesse donato gli organi…avrebbe avuto uno sconto sulla sofferenza terrena??
 
Inviato da upmarine il 19/12/06 @ 19:46 via WEB
A primo acchito avrei interpretato questa tua risposta come una proposta di valutazione di ogni caso a sé.
Chi valuterebbe la richiesta di eutanasia, qualora l'essere vivente non fosse in grado di esprimersi e, quindi, la richiesta provenisse da un terzo?
Poi, ho capito che ti riferivi al diritto di rifiuto di una terapia come esercizio del proprio diritto di disporre di se. (Ho copiato questa definizione di John Stuart Mill sulla libertà: Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano).
E' il caso di Wendy, per cui esiste una possibilità di intepretazione come volontà di suicidio. Se tu avessi visto il film citato (intendiamoci non è una colpa!) avresti convenuto nell'analogia: l'individuo chiede di essere messo in condizioni di potersi suicidare. Qui, vorrei poter esprimere un'opinione senza essere accusato di egoismo, ma forse lo sono e devo accettare la critica. Tuttavia, in nome della morale e, soprattutto, di un'etica, che ritieni defunte nella realtà, vorrei poter "pensare", nel virtuale, di partecipare ad un confronto su un argomento che non deve avere tabù: il confine tra dignità di vita e volontà di morte.
In questo blog, come in altri, possiamo lasciar fuori voluti condizionamenti politico-religiosi e chiarirci le idee. Come uomini, visto che non possiamo far altro. Il fatto di aver proposto questo argomento (ma vi prometto che tornerò a parlare di leggerezze) serviva più a me che a voi. Ad esempio mi ha costretto ad interessarmi di più all'argomento piuttosto che aspettare passivamente (tanto sono costretto comunque a subire passivamente) la risposta della nostra classe politica. Che c'è stata attraverso la proposta del disegno di legge presentata dai senatori VILLONE, MARINO, SALVI, COLOMBO FURIO, ZANONE, GRASSI, BATTAGLIA GIOVANNI, IOVENE, MELE. Questi senatori partono dall’art. 32, comma 2, della Costituzione che stabilisce che “Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Quindi c'è già, nella nostra Costituzione, una possibile risposta a Wendy. Non essendoci nessuna legge che lo obbliga a subire quel determinato trattamento sanitario che rifiuta, i sanitari sono costretti a sospenderla. Se non lo fanno, non capisco perchè. Ed è per questo che chiedo in giro.
Un abbraccio a dolcefondente e a tutto il resto della compagnia.
 
Inviato da dolcefondente il 20/12/06 @ 00:25 via WEB
Il mio discorso non era un attacco a te,l'ho definito egoista perche' a volte sarebbe meglio mettersi nei panni di chi soffre..piuttosto che pensare da vivi e vegeti...senza darsi una ragione..due persone a me carissime sono morte di cancro e so quanto sia stato difficile lasciarle andare,e immaginare la mia vita senza di loro,ma nello stesso tempo,aver vissuto la loro sofferenza a lungo ,mi ha portato ad accettare l'idea di perderli,per una loro serenita'.
 
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Inviato da upmarine il 20/12/06 @ 02:03 via WEB
E' il potere delle parole. Si prestano a malainterpretazione ed io sono bravo in questo. Ora ho capito il senso di "egoista". Comunque la presunta risposta al tuo commento mi è servita per chiarire il perchè del mio post. E poi, se fosse stata una critica al mio post, non ci sarebbe stato nulla di male. Ho ribattuto, credo civilmente. Ho anche sentitamente salutato con un abbraccio a tutti, senza ironia. Perchè, gira e rigira, per me questo scambio ha avuto un valore ed ho potuto confrontarmi con persone valide. Tutte.
 
Inviato da magdalene57 il 21/12/06 @ 01:35 via WEB
ho letto da qualche parte che welby poteva rifiutarsi di essere attaccato al resoiratore, e quindi esercitare il suo diritto, ma non puo decidere di staccarsi. sono quei cavilli tipici di una legislatura fin troppo solerte a trovare tutti i possibili cavilli... che nel trovare mille soluzioni, va a finire che dimentichi la 1001 e ti blocchi.non vai più ne avanti ne indietro.
 
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Inviato da upmarine il 22/12/06 @ 12:54 via WEB
Tutto finito! Nel bene e nel male.
Nel bene: ha smesso di soffrire.
Nel male: la sua battaglia si è arenata.
Non credo ci volesse molta energia per staccare la spina. Credo che Welby volesse scuotere la classe politica affinchè prendesse coscienza e colmasse il vuoto di normativa in materia di interruzione "della vita". Ovviamente usando un potente megafono che è la stampa e la TV. Ora tutto tacerà, per sempre.
 
Inviato da upmarine il 22/12/06 @ 13:53 via WEB
Nel testo di "Blowing in the Wind" di Bob Dylan potremmo aggiungere:
"Quanti Piergiorgio Welby dovranno ancora morire affinchè sia data alla vita il significato giusto per poter discernere la "buona vita con dignità" da quella "cattiva senza dignità"?
The answer my friend is blowing in the wind
 
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Inviato da magdalene57 il 22/12/06 @ 13:58 via WEB
se ci fossero le risposte nel vento sapremmo raccoglierle...:-)))
 
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Inviato da upmarine il 22/12/06 @ 14:31 via WEB
Sei più ottimista di Tonino Guerra :-))
 
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Inviato da magdalene57 il 22/12/06 @ 22:16 via WEB
sono anche più carina, se è per questo....:-)))
 
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Inviato da upmarine il 22/12/06 @ 23:00 via WEB
Nessun dubbio!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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